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Sono stati condotti numerosi studi scientifici per capire se una persona mente. Ho raccolto in questo post le 10 strategie più efficaci per individuare il “pinocchio” della situazione.

Ti sei mai chiesto come capire se una persona mente?

Film e Serie TV hanno spesso esaltato le abilità di mentalisti, detective e specialisti in grado di individuare un bugiardo al primo sguardo, o meglio, alla prima microespressione.

Cosa c’è di vero in queste tecniche, ma soprattutto, come possiamo sfruttarle per scoprire i “pinocchi” che ci circondano ogni giorno?

Negli ultimi anni sono stati condotti numerosi studi scientifici sulle “bugie”.

Se pensi che i ricercatori non avessero nient’altro di meglio da fare, potresti ricrederti: secondo l’ACFE (Association of Certified Fraud Examiner) il costo delle frodi assicurative, delle truffe e delle false testimonianze ammonta alla cifra record di 3,5 trilioni di dollari.

Le bugie tuttavia determinano un costo sociale ancora più rilevante: l’erosione della fiducia.

“Non sono arrabbiato perché mi hai mentito, sono arrabbiato perché d’ora in poi non posso più crederti.”

F. Nietzsche.

Qualche mese fa ti ho spiegato una semplice metodologia per leggere nel pensiero del tuo interlocutore.

Nel post di oggi vorrei proporti i 10 indizi che ti permettono di capire se una persona ti sta mentendo.

Queste tecniche “anti-pinocchi” (non anti-pidocchi!) sono il frutto degli studi sul comportamento dei bugiardi di Pamela Meyer, autrice del libro Liespotting.

10 indizi per smascherare un bugiardo

La Dott.ssa Meyer, dopo aver conseguito un MBA presso l’Harvard Business School, ha lavorato per anni con un team di ricercatori specializzati nell’identificazione di microespressioni facciali, conduzione di interrogatori ed analisi delle dichiarazioni giurate.

Oggi è CEO della società di consulenza Calibrate, che aiuta amministrazioni pubbliche e corporation private ad adottare le migliori strategie anti-menzogna.

Nella sua pluriennale esperienza ha individuato 10 segni distintivi del bugiardo patologico. Il pinocchio della situazione, molto spesso…

  1. Pone le distanze tra sé e l’oggetto del discorso. Te lo ricordi il discorso del Presidente americano Clinton che giurava di non essere stato a letto con la Lewinsky. Ecco le sue parole: “Non ho avuto rapporti sessuali con quella donna, Miss Lewinsky“. Chi mente, tende a distanziarsi, anche attraverso il linguaggio (quella donna), dall’oggetto del discorso. Se sospetti di essere vittima di un tradimento e il tuo partner fa finta di non conoscere la presunta amante… inizia a preoccuparti.

“Clinton mente: un uomo dimentica dove ha parcheggiato la macchina, ma mai il sesso orale.”

Barbara Bush.

  1. Cerca di rafforzare le sue affermazioni con frasi fatte. I bugiardi più facili in assoluto da individuare sono quelli che fanno di tutto per riaffermare la propria sincerità. Drizza le antenne ogni volta che senti queste paroline magiche: “a dir la verità“, “onestamente“, “se devo essere del tutto sincero“, “in tutta onestà“. Chi dice la verità non ha bisogno di riaffermarlo ogni 5 secondi.
  2. Ripete la domanda che gli hai posto prima di risponderti. Qualunque studente che abbia affrontato un esame orale sa che quando si ha un vuoto di memoria (ho parlato di questo dramma studentesco in questo post) l’unico modo per guadagnare secondi preziosi è quello di provare a ripetere la domanda del Prof. Occhio però a non utilizzare questa strategia durante un interrogatorio della polizia, o peggio ancora, di tua mamma/tua moglie! Far finta di non aver capito e cercare di prendere tempo ripetendo la domanda può spesso significare che ti stai inventando una storiella.
  3. Ti fissa negli occhi. Questa non te l’aspettavi vero? In fondo, solo chi è sincero ha il coraggio di guardarti dritto negli occhi! Giusto? Niente di più sbagliato. Gli studi della dott.ssa Meyer hanno dimostrato che i bugiardi tendono a mantenere il contatto visivo in modo innaturale. Non solo. Invece di agitarsi come capita spesso nei film, i nostri “pinocchi” si irrigidiscono e tengono immobile la parte superiore del corpo.
  4. Sorride più del dovuto (…e in modo strano). Ecco sfatato un altro mito: abbiamo sempre legato i sorrisi e il calore umano all’onestà, ma a quanto pare chi mente cerca di far leva anche su questo splendido gesto. C’è però un modo “scientifico” per distinguere un sorriso falso, da un sorriso sincero: chi ride di gusto lo fa con tutto il corpo e con tutta la faccia (con le labbra, con gli occhi, con le sopracciglia). Chi invece sta simulando un sorriso, si concentra solo sul movimento dei muscoli delle labbra, tradendo i suoi reali sentimenti.

Ok vediamo ora gli ultimi 5 indizi…

  1. Fornisce una marea di dettagli irrilevanti. “Cavoli… più sarò dettagliato e più dovranno credermi!” è questo il classico ragionamento del menzognere. Impara dunque a diffidare da chi condisce i propri racconti con tantissimi particolari, ma del tutto inutili: sta solo cercando di “popolare” il suo mondo delle fantasie. Bugie a parte, ricorda che fare discorsi lineari, mirati all’essenziale e senza abbellimenti barocchi trasmette l’idea di una persona con una mente limpida e questo facilita l’instaurarsi di rapporti di fiducia. Se devi tenere un discorso o scrivere un testo, prova a seguire la struttura della piramide, partendo dalla cima e sviluppando secondo una precisa gerarchia i diversi argomenti.

“Esistono tre tipologie di menzogne: le bugie, le sporche bugie e le statistiche.”

Benjamin Disraeli.

  1. Si fa sfuggire espressioni contraddittorie. Chi mente, se ha tempo, cerca di preparare per bene la sua versione dei fatti, evitando contraddizioni o lacune. In pochi però allenano anche i movimenti del proprio corpo: il bugiardo dice “sì” a voce, ma scuote la testa come per dire “no”; racconta storie convincenti, ma nel frattempo alza le spalle; si finge triste, ma ha gli occhi che gli sorridono. Esiste un’approfondita letteratura scientifica legata allo studio delle microespressioni. Se vuoi approfondire l’argomento, ti suggerisco un libro scritto da Paul Ekman, psicologo statunitense che ha ispirato il telefilm Lie To Me e che è stato un pioniere in questi studi: “Giù la maschera.
  2. Non è in grado di ricostruire la sua versione partendo dalla fine. La prova del nove per capire se una persona ti sta mentendo? Lascialo parlare e, passato un po’ di tempo, quando meno se lo aspetta, chiedigli di raccontare la sua storiella a ritroso. Se esiterà o cercherà di prendere tempo… ti sta raccontando balle.

“Se racconti la verità, non hai nulla da ricordare.”

Mark Twain.

  1. Involontariamente dispone i piedi in direzione di un’uscita. A meno che non ti trovi di fronte ad un bugiardo patologico, mentire è un’attività piuttosto stressante e chi lo sta facendo non vede l’ora di “scappare”. Per questo motivo i bugiardi hanno molto spesso i piedi indirizzati verso una qualche via di uscita. Se pensi di essere di fronte ad una reincarnazione di pinocchio, dai uno sguardo ai suoi piedi.
  2. Cerca di creare una barriera con l’interlocutore. Gli studi condotti nel corso degli anni hanno svelato numerosi altri segnali lanciati dai contaballe: sbattono le palpebre con una maggior frequenza, abbassano il loro tono di voce o… cercano in tutti i modi di creare una barriera tra sé e i propri interlocutori, magari frapponendo degli oggetti. Il loro obiettivo è quello di costruirsi una sorta di fortezza virtuale.

Naturalmente un singolo segnale o comportamento non è mai una prova conclusiva di una menzogna, ma se durante una discussione riesci ad individuare numerosi di questi indizi, ci sono alte probabilità di essere di fronte ad un bugiardo patentato.

Se queste tematiche ti appassionano, qui di seguito trovi anche un video TED con sottotitoli in italiano della Dott.ssa Meyer: buona visione.

Non mi resta che augurarti una buona settimana. Ho come il sospetto che nei prossimi giorni osserverai le persone con cui parli con mooolta più attenzione ;-)

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A presto.

Andrea Giuliodori.

Avatar di Andrea Giuliodori
Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

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Flavio

Ciao Andrea, purtroppo non ci sono i sottotitoli in italiano nel video della Dott.ssa Meyer.. approfittero’ di questo per imparare l’inglese!! ;)

Andrea

Ciao Flavio,
grazie del commento.

Ti confermo che i sottotitoli sono disponibili: ho appena verificato. L’unico caso in cui non compaiono in automatico è se si visualizza l’articolo da smartphone (e credo anche tablet).

Andrea.

giada

ciao andrea,di quanto tempo fa è questo articolo?

Andrea Giuliodori

3 o 4 anni, non ricordo esattamente la data di pubblicazione.

Crystal

Questa volta devo dissentire, non sono d’accordo con queste “strategie” perché le variabili di un comportamento possono essere molteplici, capita spesso di avere comportamenti di questo tipo anche quando si è in totale sincerità ma ci si sente messi in difficoltà e sotto accusa e soprattutto quando sappiamo di non essere creduti. Poi, mettere le distanze tra se e l’oggetto (o soggetto) in questione credo sia normale, se il mio compagno mi dicesse che ci ho provato con un suo amico e non è vero, minimo gli dico con toni irritati “ma nemmeno so come si chiama QUESTO”! No, non mi convincono queste tecniche, spesso mi sono trovata ad assumere tali comportamenti ed ma ero sincera, quindi se passa il messaggio che atteggiameti così possano costituite potenziali prove di cattiva fede, per me è una tragedia! :D Buona settimana!

Andrea

Uhm… Crystal raccontami un po’ di QUESTO amico: questa volta però partendo dalla fine… XD
Guarda, credo che questa frase dell’articolo non vada tralasciata:

“Naturalmente un singolo segnale o comportamento non è mai una prova conclusiva di una menzogna, ma se durante una discussione riesci ad individuare numerosi di questi indizi, ci sono alte probabilità di essere di fronte ad un bugiardo patentato.”

Su alcuni punti ho dubbi anche io, non perché non siano indizi rivelatori, ma perché sono difficili da individuare se non si ha un occhio allenato. Altri invece li trovo molto interessanti, come ad esempio quelli che sfatano alcuni falsi miti sui bugiardi.

Grazie del commento e buona giornata.
Andrea.

Crystal

Sì in effetti avevo tralasciato la frase finale e ovviamente parlavo solo di alcuni punti, soprattutto prendere le distanze quando viene mossa un’accusa ingiustificata, lo trovo naturale. Ciao Andre! :-)

sandra

non sono d accordo con molte di queste stategie, in alcune situazioni mi sono trovata ad usare i modi elencati e per lei sarei una bugiarda ma ero sincera eppure ho usato quelle che lei definisce bugie patologiche , ma perchè pensate sempre di poter essere nella testa degli altri mi fate venire un nervoso, scusa ma adesso io sto facendo il tuo stesso errore ,perchè non sò se hai spiazzato qualche spudorato bugiardo.

Giovanni

Dopo questo post guarderò sempre la posizione dei piedi dei miei interlocutori…;)
Hai dimenticato l’undicesimo punto: “annusare i piedi dell’interlocutore. Se puzzano mente.”
Si sa…quando uno mente aumenta la sudorazione e a causa di complesse reazioni cellulari le secrezioni emanano un odore più forte di muffa. È un fenomeno che viene studiato da oltre 70 anni nei piu avanzati laboratori americani. Si chiama effetto Gorgonzola.

Si dice che sia il metodo più utilizzato dai servizi segreti americani e da tutti i top manager di successo. Poveri noi.

Come diceva Abraham Lincoln: “Potete ingannare tutti per qualche tempo e alcuni per tutto il tempo, ma non potete ingannare tutti per tutto il tempo”.

Giovanni

Dimenticavo…:)
Ho trovato un articolo sull’autostima che dice eeeeeeeeesattamente il contrario di quello che dici tu. Dovresti leggerlo. Il bello dei blog sulla crescita personale è che, citando esperimenti e studi scientifici, dite tutto è il contrario di tutto….cioè niente.

Ovviamente non penso che l’autore del blog che cito sia furbo ne che i suoi articoli siano più validi dei tuoi. Anche se in tema di autostima è andato più vicino di te alla verità su altri temi dice delle cose assolutamente poco condivisibili.

Leggi e fammi sapere…;)

Giulia

Andrea! Carino l’articolo… alcune cose interessanti altre un po’ meno. Quello che mi è rimasto è la citazione che segue “Non sono arrabbiato perché mi hai mentito, sono arrabbiato perché d’ora in poi non posso più crederti.”
Che amarezza!

Andrea

Ciao Giulia,
eh già… come sottolineato all’inizio del post, il dramma delle menzogne non riguarda soltanto le conseguenze immediate, ma soprattutto l’erosione di fiducia che ne deriva.

Grazie del commento :-)
Andrea.

Francesca

Già.

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