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Oggi parliamo di Perseveranza. Lo facciamo da un punto di vista nuovo, probabilmente inedito sul web e che, lo spero con tutto il cuore, possa darvi un insegnamento importante per la vostra vita quotidiana.

Lo so, vi starete chiedendo perché proprio oggi parliamo di perseveranza. In realtà, il motivo è molto semplice. Con l’avvento della tecnologia e un mondo che va sempre più veloce, dove si cerca sempre il ‘tutto e subito’ è fondamentale riaffermare un valore alla base di qualsiasi tipo di successo.

Perché, spesso, la differenza nel riuscire o meno in qualcosa è in un unico e semplice dettaglio: non mollare fino a quando l’obiettivo non è raggiunto.

Il significato di Perseveranza

L’enciclopedia Treccani dà una definizione perfetta, a mio modo di vedere, di questa straordinaria qualità: “Costanza e fermezza nel perseguire i propri scopi o nel tener fede ai propri propositi, nel proseguire sulla via intrapresa o nella condotta scelta”.

Un valore, quindi, estremamente importante da coltivare nella propria vita per raggiungere i risultati desiderati, ma non solo. La perseveranza, infatti, è legata strettamente allo sviluppo e alla crescita personale sotto ogni punto di vista dell’individuo.

Sviluppare la perseveranza per migliorare come persone

Sii perseverante e migliorerai sotto diversi aspetti come persona. Non ci credi? Aspetta che te lo spiego.

La prima qualità che può consentirti di sviluppare essere perseverante è l’autostima: per poter perseverare, infatti, è fondamentale credere in sé stessi. Come due motori che si alimentano a vicenda. Più credete in voi e più c’è la possibilità di non mollare mai e, con convinzione e forza, lottare per raggiungere i vostri obiettivi.

Inoltre, lo sviluppo della perseveranza è strettamente legato all’autodisciplina. Per raggiungere un risultato che ci prefiggiamo è fondamentale impegnarsi con serietà, dedizione, autocontrollo e capacità di decidere per sé stessi con la sola motivazione di portare avanti con ogni forza e contro ogni ostacolo i propri obiettivi e realizzare i propri sogni.

E il vortice di qualità positive non si ferma di certo qui. Potremmo parlare della motivazione che si ottiene quando si dà tutto per arrivare al risultato sperato o alla resilienza che si sviluppa essendo perseveranti.

Ma non ti voglio annoiare ancora per molto, sperando che tu abbia capito un concetto fondamentale: essere perseveranti ti migliora come persona!

La Perseveranza ed Emil Zatopek: un nuovo punto di vista

“Sì, belle parole: ma come si fa a diventare perseveranti e quindi a sviluppare tutte queste belle qualità? Non mi sembra facile…”.

Se sei a corto di perseveranza e ti arrendi quasi sempre alle prime difficoltà, sono certo che Emil Zatopek possa insegnarti un paio di cosine (anzi 4).

“Ai confini del dolore i veri uomini si distinguono dai ragazzini.”

Emil Zatopek.

Emil chi?! Zatopek che?!

L’atleta Emil Zatopek, detto anche “La Locomotiva Umana(presto capirai perché), è stato in assoluto uno dei più grandi corridori di lunga distanza della storia olimpica, ma soprattutto è stato un esempio di perseveranza che oggi raramente riusciamo a trovare nelle cronache sportive.

La più grande impresa del corridore cecoslovacco fu senza dubbio la tripla medaglia d’oro alle olimpiadi di Helsinki del 1952. Zatopek, ormai trentenne, nell’arco di una manciata di giorni conquistò la medaglia d’oro nei 5.000 mt. e nei 10.000 mt. piani. Non del tutto soddisfatto, all’ultimo momento decise di gareggiare anche nella maratona (42.195 mt.), dove vinse, tra l’incredulità del pubblico, la sua terza medaglia d’oro.

Quello che molti non sanno è che l’atleta dell’est europa, prima di allora, non aveva MAI corso una maratona e nonostante questo riuscì a stabilire il nuovo record olimpico, come d’altronde aveva fatto qualche giorno prima nelle altre competizioni.

Insomma, una vera e propria “Locomotiva”: invincibile, insuperabile, inarrestabile.

Le olimpiadi di Helsinki sono state dunque l’apoteosi di Zatopek. Eppure il vero campione, sia nello sport, sia nella vita, non è il frutto di un singolo evento; la sua tempra è forgiata da anni di allenamenti estenuanti, sconfitte dolorose e sacrifici indicibili.

Ecco, nell’articolo di oggi vorrei raccontarti di quel guerriero che si celava dietro il campione olimpico, di quel cecoslovacco testardo che non si arrendeva di fronte a nulla, e vorrei farlo attraverso 4 episodi della sua vita poco conosciuti, ma che sono certo ti ispireranno a rincorrere i tuoi traguardi come una… locomotiva ;-)

Come sviluppare la perseveranza di un cecoslovacco testardo

Nell’articolo della scorsa settimana abbiamo visto le famose 3 “S” necessarie per combattere la pigrizia. Tuttavia, alzare il c*#o dal divano, pur essendo indispensabile per realizzare i nostri obiettivi, non ci garantisce automaticamente il successo. Ci saranno infatti periodi in cui metteremo in dubbio i nostri sogni e ci lasceremo incantare dal dolce richiamo della resa.

Forse stai vivendo uno di questi periodi proprio in queste settimane, in questi giorni. Se così fosse, ti chiedo di rimandare la tua resa solo di pochi minuti: giusto il tempo di leggere queste 4 lezioni di Emil Zatopek sulla perseveranza.

La perseveranza insegna che non è mai troppo tardi

Non so che effetto fa a te, ma sapere che Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, è oggi il 7° uomo più ricco del mondo, con un patrimonio stimato di 44 mld di $, ad appena 30 anni (2 anni più giovane del sottoscritto), a me un tantino demotiva.

Credo sia capitato a tutti noi di esserci sentiti… in ritardo: magari siamo andati fuori corso all’università oppure abbiamo perso qualche treno nella nostra vita professionale e personale. Fatto sta che questo mix di rimpianti e demotivazione si è presto dimostrato letale per i nostri obiettivi: paradossalmente infatti, più in ritardo ci sentiamo e più tendiamo a procrastinare, quasi come se preferissimo una sconfitta certa ad una vittoria impegnativa.

Emil Zatopek i giovani prodigi dell’atletica leggera se li mangiava a colazione, insieme ai Pan di Stelle. Come abbiamo visto, realizzò la sua più grande impresa sportiva (la tripla medaglia d’oro di Helsinki) a 30 anni, un’età decisamente avanzata per una disciplina logorante come la corsa sulla lunga distanza.

Non solo, Zatopek aveva iniziato tardi anche la sua carriera agonistica: prima dei 18 anni, non aveva mai fatto un giorno di allenamento in vita sua e la prima gara che fece nel suo paesino in Cecoslovacchia gli fu imposta dal supervisore della fabbrica di scarpe in cui lavorava come operaio. Arrivò secondo, e solo grazie alla sua “tigna“.

Sì, forse è vero che siamo in ritardo per raggiungere alcuni dei nostri obiettivi, ma questa non deve essere una scusa per mollare, anzi è una ragione dannatamente buona per iniziare a correre più veloci e più a lungo.

La vita non è un concorso di bellezza

perseveranza-zatopek

“Correrò con più grazia quando a vincere saranno i corridori con lo stile migliore.”

Emil Zatopek.

Lo stile di corsa di Zatopek era orrendo. L’atleta cecoslovacco correva come se avesse un cappio al collo: con un’espressione di agonia sul volto, il collo incastonato tra le spalle e le braccia che si muovevano in modo del tutto scoordinato. Insomma, un pugno nello stomaco per qualsiasi purista della corsa.

Le sue smorfie e i suoi sbuffi (altro motivo per cui era soprannominato “La Locomotiva”) facevano sorridere gli spettatori degli stadi olimpici ed erano oggetto di ironie da parte dei telecronisti dell’epoca.

Però vinceva.

La vita non è un concorso di bellezza. Non otterrai il premio speciale della giuria per essere Mr. Perfettino: contano solo i risultati che porti a casa (e in quanto tempo riesci a portarli). Questo vale…

  • Nello studio. Fare tutti quei bei riassuntini, carini e ordinati, magari ti dà l’impressione di studiare duramente, ma la verità è che stai perdendo solo del gran tempo. Tempo che potresti investire decisamente meglio, ad esempio adottando la tecnica di studio “sniper”.
  • Nel lavoro. Oggi più che mai dobbiamo essere in grado di produrre risultati in tempi stretti. Andare alla sostanza dei problemi immediatamente, lasciando da parte “pizzi & merletti”. Che tu sia un dipendente, un freelance o un libero professionista, non puoi concederti il lusso di dedicare il tuo tempo ad attività, progetti o clienti sbagliati.
  • Nella vita. Il nostro “perfezionismo ossessivo” non ci danneggia solo nello studio e nel lavoro, ma anche nella nostra vita privata. Porre un’attenzione spasmodica alla forma, più che alla sostanza, può solo garantirci una vita di frustrazioni.

In un recente commento all’interno del gruppo Facebook di EfficaceMente ho scritto:

Formazione 0 – Esecuzione 10“.

Questo certo non significa che formarsi non sia indispensabile oggi (anzi…), ma l’esecuzione, ovvero la capacità di mettere in atto quanto abbiamo imparato, batterà sempre il mero apprendimento teorico 10 a 0. Studia. Sperimenta. Studia meglio. Sperimenta ancora. Non fermarti, corri, corri la tua gara senza badare troppo al tuo stile o a quello che pensano gli altri: quando avrai vinto, nessuno ricorderà quell’elegante atleta arrivato secondo.

Allenati nelle peggiori condizioni

“Men, today we die a little.”

Emil Zatopek ai nastri di partenza della maratona olimpica.

L’atleta cecoslovacco era tutto fuorché un uomo dalle mezze misure. Correva per miglia nella neve, e non lo faceva con l’ultima scarpetta tecnica ultraleggera della Mizuno. No, si allenava con degli stivali da guerra più pesanti di due ferri da stiro.

Ma a quei tempi allenarsi non era sufficiente: nell’immediato dopoguerra, anche solo raggiungere le città in cui si disputavano le gare era un’impresa epica. Nel 1946 Zatopek era bloccato a Praga e per partecipare alla sua prima gara internazionale a Berlino decise di raggiungere la capitale tedesca… in bicicletta! Una tranquilla pedalata di 354 km lungo le strade disastrate dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Ora, se non ti spiace, potresti gentilmente ripetermi quella storiella che ti racconti ogni giorno per giustificare il fatto di non aver ancora realizzato i tuoi obiettivi? Era troppo freschino questa mattina per andare a correre? Sei stanchino e non hai voglia di studiare, stellina di zio? O magari non riesci a dare il massimo al lavoro perché il capo è brutto e cattivo e i clienti ti fanno le linguacce?

Mio padre ha dannatamente ragione: la nostra è una generazione di “pulcini da allevamento“. Frigniamo per qualsiasi contrattempo, ci lamentiamo se qualcosa non è a portata di pulsante (o di app) e ci stressiamo di fronte al primo inconveniente.

Ehi, non ti sto certamente suggerendo di correre nella neve con degli stivaloni o di andare in trasferta in bicicletta, ma ricorda che la perseveranza va allenata e l’unico modo per farlo è accettando il disagio, iniziando a lavorare quando vorresti fare tutt’altro, mantenendo la concentrazione quando stai per cedere all’ennesima distrazione.

Se imparerai a mantenere lo sguardo fisso sulla tua meta, anche nelle peggiori condizioni, niente e nessuno potrà fermarti.

Corri la tua gara

C’è un episodio della famosa maratona olimpica di Helsinki che rimarrà per sempre negli annali. Zatopek infatti, oltre a non aver mai corso i 42 km prima di allora, lo avrebbe fatto contro uno dei maratoneti più forti dell’epoca: l’inglese Jim Peters, detentore del record olimpico.

A metà gara, Zatopek e Peters sono appaiati. Il cecoslovacco, non avendo esperienza di gare così lunghe, chiede al collega inglese se il loro ritmo non sia forse troppo elevato. Peters sa che stanno correndo troppo velocemente, ma cerca comunque di sfiancare l’avversario e per tutta risposta afferma che in realtà stanno andando “troppo piano“. Mai parole furono più fatali per l’atleta britannico.

“La Locomotiva” sbuffa e accelera, Peters tenta di tenere il passo, ma crolla dopo pochi chilometri in preda ai crampi. Senza cedere un passo, Zatopek mantiene il suo ritmo forsennato fino all’ingresso nello stadio olimpico, vincendo la sua terza medaglia d’oro e battendo il precedente record di 6 minuti netti.

La perseveranza dunque è anche la capacità di non farsi intimorire da ciò che ci dicono gli altri. Sei al mondo per correre la tua gara, non quella che vorrebbero farti correre i tuoi genitori, i tuoi amici o il tuo capo.

La prossima volta che qualcuno prova ad approfittare della tua ingenuità o a mettere in dubbio le tue abilità, non rallentare, non abbassare lo sguardo, non mollare la presa: aumenta il ritmo, fagli mangiare la polvere e magari urlagli in faccia le 4 paroline di Henry Ward Beecher.

Perseveranza e le gesta di Zatopek: conclusioni

Mi auguro che le gesta di Zatopek ti abbiano ispirato come hanno ispirato me la prima volta che ne ho sentito parlare. Non limitarti però a leggerle: vivile di giorno in giorno.

  • Se pensi di essere in ritardo per realizzare i tuoi obiettivi, rincorrili con ancora più tigna.
  • Se perdi tempo ad appagare le tue manie di perfezionismo, inizia a dare maggior spazio alla sostanza, ai progressi e ai risultati.
  • Se ti ritrovi a frignare, ricorda quei 354 km che Zatopek fece in bicicletta per correre la sua prima gara internazionale a Berlino.
  • Se qualcuno prova a rallentare la tua corsa, aumenta il ritmo della tua falcata e dimostragli che aveva torto marcio.

Questa settimana ti auguro di fare rimonte simili.

Andrea Giuliodori.

Ps. Se l’articolo ti è piaciuto, fammelo sapere nei commenti o cliccando quei bei pulsantini social qualche pixel più in basso. Te ne sarei davvero grato ;-)

Pps. Se pensi che la perseveranza sia un talento innato stai negando a te stesso la possibilità di diventare davvero inarrestabile. La perseveranza è un’abilità, e come ogni abilità può essere allenata…

Ogni anno, il 1° gennaio, intraprendo insieme a un numero selezionato di lettori di EfficaceMente un (per)corso di 365 giorni. Ogni giorno, propongo agli iscritti a questo corso una sfida di crescita personale.

Si tratta di sfide utili a rimanere focalizzati sui propri obiettivi e ad allenare quei muscoli necessari per raggiungere i nostri traguardi più ambiziosi (perseveranza inclusa).

Questo corso si chiama 365 – Un anno epico e ha rappresentato per migliaia di lettori quella svolta che aspettavano ormai da troppi anni (e che mai è stata tanto importante quanto in questo momento storico).

In questa pagina trovi alcuni dettagli e la possibilità di iscriverti alla lista di attesa per l’edizione del nuovo anno.

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Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

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Emanuela

Articolo molto interessante ed utilissimo per raggiungere i propri obiettivi. Sono sempre stata una rimandatrice cronica, ho iniziato e mollato un milione di progetti nel corso della mia vita. Poi un’esperienza assurda nella quale mi sono ritrovata incastrata per 5 lunghissimi anni mi ha fatto maturare ciò che mi mancava: pazienza e perseveranza. Dritta verso la meta senza cedere di un passo. Ora sfrutto questi strumenti per portare avanti i miei obiettivi nonostante tutto quello che sta accadendo intorno e nonostante il frigno-frignonis che lascio tranquillamente frignare mentre proseguo con i miei progetti. Spero di riuscire a fare sempre meglio!

Claudia

Bene, io stamattina mi sono spinta fuori dalle calde coperte, sebbene fosse l’ultima cosa al mondo che avrei fatto. Vale come atto di “perseveranza”?? :-))
Scherzi a parte, ottimo articolo, davvero motivante! Hai capito ‘sto Zatopek!
Grazie, “stellina di zio”!! :-DDDD (mi hai fatto crepare dalle risate!)

Andrea Giuliodori

Il passaggio sulla “stellina di zio” è piaciuto a molti lettori a quanto sembra ;-)

Chiara

Questi articoli e la newsletter sono una costante ispirazione. Peccato non averli scoperti prima, quando facevo l’università, mi avrebbero reso la vita un po’ meno un inferno di quanto fosse.

Mi sono resa conto di aver sbagliato corso di studi alla fine del secondo anno di Giurisprudenza; non volevo perdere anni a ricominciare da capo, ma ho avuto come valvola di sfogo un gruppo Facebook dove aiutavo gli iraniani in Italia a imparare l’italiano (4700 membri, persone che mi contattavano da ogni dove per avere pure pareri che esulavano dallo studio della lingua).

Come se studiare cose che mi facevano ribrezzo per gran parte delle ore di ogni santo giorno non bastasse, tutti mi davano contro. “L’Iran non è spendibile”, “cosa impari il persiano a fare”, “chiudi il gruppo che ti tiri dentro dei terroristi” etc.

Eppure, i primi ministipendi che ho avuto sono arrivati da iraniani, pure piuttosto conservatori!, che mi hanno permesso di avere le prime esperienze da vantare ai curriculum, ben prima di attendere il contentino del tirocinio curriculare dell’università.

La mia esperienza col gruppo ha sempre contato enormemente in tutti i colloqui che ho fatto. Poi non venivo presa, ma almeno avevo qualcosa di interessante da dire e di diverso.

Finita l’università volevo veramente scappare dalla sfiducia totale che ricevevo in Italia e ringrazierò per sempre chi mi ha selezionato per il primo stage che ho avuto qui a Bruxelles dove vivo ora da un anno (per il momento: prima o poi vorrei tornare in Italia, ma non a prendere ordini da italiani, quindi anche in questo la storia di Efficacemente è una bussola costante).

Adesso ho un lavoro a tempo indeterminato (ma “determinato” per me ahah) che mi permette di imparare tanto e di avere una buona indipendenza finanziaria. Però per me è solo un passaggio.

L’Iran, a cui ho dedicato sette anni di vita disseminati di facce perplesse, smorfie e cazziate dai miei genitori, non lo mollo. Al più presto ritornerò a curarlo.

Ce l’ho fatta a continuare nei momenti peggiori, dove all’ansia degli esami si sommava la pressione della famiglia. Devo farcela ora che le condizioni sono decisamente più fauste.

Se non avessi avuto le “palle”, sarei finita per abbandonare tutto, magari buttandomi sul praticantato da avvocato a 500€ al mese in uno studio dove far la notte per almeno un anno e mezzo, proseguendo con ulteriori perdite di tempo perchè sono certa che non avrei mai superato l’esame – troppo ribrezzo – e magari avrei pure avuto un bell’esaurimento nervoso.

L’unico merito che mi prendo è stato quello di non esser venuta meno al mantra “non ci sto” quando avevo come alternative il buio, il rischio, mandando all’aria 5 anni di studio che non mi son serviti a un granchè dato il lavoro che faccio ora, oppure una vallata di disperazione, ma che non mi avrebbe posto in una condizione così da “outsider”, con meno alzate di sopracciglio etc.

Mi stupisce sempre più il fatto che quello che ho scelto non è scontato per troppi ex compagni di università, che trovo a soffrire ora perchè avevano tutte le condizioni per fare quanto e più di me, ma non hanno osato.

Paola

Dobbiamo superare i disagi. Quanto di più vero.

Federica

Articolo bello!! Vero e toccante. Fortemente stimolate.
Da ripeterne spesso la lettura.

Nino

Grazie, forse è la volta buona

Luca

Sembra che tu abbia la palla di vetro Andrea.
Questo articolo ė arrivato al momento esatto.
Infatti sto seguendo un corso online di cui non ci sto capendo alcune cose e la mia tigna si stava per andare a farsi benedire….
Ora, con questo articolo, mi fiondero sul corso e lo capiro bene, standoci tutto il tempo che serve, senza demordere…..
Mi sento molto motivato questo lunedi ;)

Andrea Giuliodori

Ottimo Luca, mi fa molto piacere ;-)

Alessandra

C’è qualche libro che consiglieresti su quest’atleta?

Andrea Giuliodori

Ciao Alessandro, non me ne vengono in mente così su due piedi! Mi spiace.

missmuslimah
Elena

Ciao Andrea! L’articolo é interessantissimo ed è quel che ci vuole per iniziare la settimana al meglio! grazie mille! Ora che l’ho letto mi metto subito all’opera nella mia ricerca di lavoro;-)

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