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Hai mai sentito parlare di pensiero laterale?  In questo articolo vedremo cos’è e come sviluppare questa abilità, ma soprattutto ti spiegherò come sfruttarla per raggiungere i tuoi obiettivi.

“Non puoi scavare un nuovo buco limitandoti a scavare lo stesso buco più a fondo.”

Edward De Bono.

Immagina di ritrovarti in una stanza con due sole porte. Attraversando la prima sarai polverizzato all’istante da una gigantesca lente in grado di concentrare i raggi solari. Aprendo la seconda invece sarai investito dalle fiamme di un possente drago.

Quale delle due porte scegli?

Naturalmente la prima porta (quella della lente)! Dovrai semplicemente aspettare che cali il sole.

Quello che hai appena letto è un classico esempio di indovinello ideato per mettere alla prova il tuo pensiero laterale (o “divergente”), ovvero la tua capacità di pensare in modo creativo, non dare nulla per scontato e trovare soluzioni brillanti alle sfide della vita.

In una società in cui, entro il 2025, un terzo degli attuali lavoratori sarà sostituito da robot, software e macchine intelligenti (fonte: Gartner), il pensiero laterale è una qualità sempre più fondamentale (e richiesta) per fare carriera, sviluppare nuove idee di business e fare progressi in ambito artistico e scientifico.

Insomma laurearti in tempo e col massimo dei voti non ti basterà: o impari a pensare fuori dagli schemi o sei fuori dai giochi

In questo articolo voglio spiegarti nel dettaglio cos’è il lateral thinking, quali sono le 4 strategie più efficaci per sviluppare questa tua abilità e… divertirmi un po’ insieme a te con alcuni dei migliori enigmi di pensiero laterale ;-)

Iniziamo!

Cos’è il pensiero laterale: definizione, origini ed applicazioni

Cercando la definizione di “pensiero laterale” su Wikipedia, otterrai questo risultato:

“Con il termine pensiero laterale si intende una modalità di risoluzione di problemi logici che prevede un approccio indiretto ovvero l’osservazione del problema da diverse angolazioni, contrapposta alla tradizionale modalità che prevede concentrazione su una soluzione diretta al problema.”

In parole povere, applicare i principi del pensiero laterale significa uscire dal sentiero battuto della logica sequenziale (o “verticale”) per esplorare strade nuove e che la maggioranza delle persone spesso ignora.

Il termine fu coniato nel 1967 dallo psicologo maltese Edward De Bono, riconosciuto unanimemente come il padre del “lateral thinking”, nonché autore di diversi libri sull’argomento.

Detto tra noi, i libri di De Bono non sono proprio dei capolavori letterari, anzi… ma tra i vari che ha scritto, quello che ho trovato più interessante e pratico è senza dubbio: “Sei cappelli per pensare“.

Libri a parte, è indiscutibile l’importanza di imparare a pensare fuori dagli schemi, non a caso gli indovinelli di pensiero laterale sono spesso utilizzati nei colloqui di lavoro di alcune delle aziende più ambite dai neo-laureati occidentali:

  • Google.
  • McKinsey & Co.
  • Facebook.
  • Boston Consulting Group.
  • Airbnb.
  • Bain & Co.
  • Apple.

Queste aziende infatti non solo cercano i migliori laureati delle migliori università, ma vogliono tra le proprie fila individui che siano in grado di risolvere problemi complessi attraverso soluzioni creative.

Se poi la tua ambizione è fondare la prossima Google, allora il pensiero laterale è uno di quegli “attrezzi” che non possono mancare nella tua “cassetta mentale”.

Vediamo allora 4 strategie pratiche ed efficaci per sviluppare questa abilità!

4 strategie efficaci per diventare cintura nera di pensiero laterale

“Devi avere il caos dentro di te, per generare una stella danzante.”

Friedrich Nietzsche.

1. Occhio a ciò che dai per scontato

Spesso abbiamo difficoltà a risolvere problemi particolarmente difficili, perché diamo per scontati aspetti del problema che scontati non lo sono affatto.

Pensa ad esempio all’indovinello con cui ho aperto questo articolo: prima di leggere la soluzione, molto probabilmente eri convinto che la scelta di una delle due porte dovesse essere fatta immediatamente.

Insomma il tuo cervello aveva fatto un’ipotesi (non corretta), che lo ha allontanato dalla soluzione.

Il problema è che quell’ammasso di neuroni che ci troviamo tra un orecchio e l’altro non fa altro che generare senza sosta queste ipotesi, spesso campate in aria.

Lo fa naturalmente per semplificarci la vita: la mente umana (nello specifico, l’emisfero sinistro) è infatti alla continua ricerca di “scorciatoie”, “schemi già visti”, “relazioni tra oggetti e situazioni”, che ci permettano di individuare una soluzione senza sprecare troppe energie.

Nell’90% dei casi queste euristiche del pensiero funzionano alla grande, ma quando siamo di fronte a problemi complessi, il rischio di finire vittime di uno dei famigerati bias cognitivi è molto alto.

Se vuoi imparare a pensare fuori dagli schemi, ogni volta che affronti uno dei puzzle che la vita ti presenta, impara a fare una lista dettagliata di tutto ciò che stai dando per scontato, ovvero delle ipotesi che stai facendo senza neanche rendertene conto.

Questa tecnica, all’apparenza ridondante, è fondamentale per fare emergere tutte le tue supposizioni, e individuare quelle che non ti stanno consentendo di trovare una soluzione davvero creativa.

2. Inizia dalla fine

pensiero laterale: soluzioni

Un altro degli errori che commettiamo tipicamente di fronte ad un problema complicato, è quello di fossilizzarci troppo sul… problema, perdendo di vista la meta che vogliamo raggiungere!

Un’ottima strategia di pensiero laterale consiste dunque nell’iniziare dalla fine:

  • Definisci in modo puntuale il risultato finale che vuoi ottenere.
  • Immagina quello che dovrebbe essere il passo che precede immediatamente il traguardo.
  • Continua a regredire, un passo alla volta, finché non avrai raggiunto la tua situazione attuale.

Ps. Iniziare dalla fine è anche il segreto #1 per studiare meno e meglio, ne parlo nella mia mini-guida gratuita per pianificare gli esami universitari.

3. Fai un po’ di “po”…

No, che hai capito, no quella… “po”! :-D

Il termine “po“, coniato anch’esso da Edward De Bono, indica un’idea, spesso bizzarra e poco attuabile, che consente però alla mente di non rimanere bloccata all’interno di schemi di pensiero tradizionali, di esplorare terre nuove, terre fertili per soluzioni davvero innovative.

Ad ispirare De Bono sono state parole come: ipotesi, supposizione, possibile, poesia. Ma anche e soprattutto l’espressione della lingua māori “Po”, che indica il brodo primordiale da cui è nato l’intero universo.

Se ti ritrovi bloccato e incapace di raggiungere i tuoi obiettivi, un’ottima strategia consiste dunque nello stilare una lista di 100 idee apparentemente assurde.

È importante che questa lista sia molto lunga. All’inizio infatti le tue idee saranno piuttosto banali. Costringendoti però a generare continuamente nuovi “po”, ti accorgerai che una volta libero dai condizionamenti sociali inizierai a sfruttare davvero la tua creatività e fantasia.

Un esercizio da provare assolutamente.

4. Riformula la domanda

pensiero laterale po

Lo psicologo americano John Dewey una volta disse che “un problema ben formulato e già per metà risolto“. Come dargli torto?

Magari sarà capitato anche a te: ti fanno una domanda in un certo modo e non hai la più pallida idea di come rispondere; poi ti rifanno la stessa domanda in modo leggermente diverso e subito ti si accende una lampadina in testa.

Riformulare le domande che ci poniamo è una delle tecniche di pensiero laterale più efficaci per risolvere un problema.

Ecco come applicarla nella pratica: prendi le varie componenti di una domanda ed inizia a giocarci. Togli degli elementi, riordinali, aggiungine di nuovi.

Nel nostro indovinello ti ho chiesto: “quale delle due porte scegli?“. Per risolvere l’enigma avresti potuto iniziare a modificare questo quesito, domandandoti cose del tipo: “devo scegliere per forza una delle due porte?“, “devo sceglierla ora?“, “esiste una finestra?“, “la lente mi ucciderà all’istante, sempre?“, “il drago mi ucciderà all’istante sempre?“, e così via.

Giocando con la domanda iniziale si apriranno per te infinite possibilità.

Come riconoscere quella giusta? È spesso la soluzione più semplice ed elegante, e quella che richiede il numero minore di condizioni al contorno per essere realizzata. Questo vale negli indovinelli, come nella vita reale.

Un esempio? Se tra i tuoi obiettivi c’è la crescita finanziaria, ma non sei ancora riuscito a risolvere il rompicapo delle “tasche vuote”, in questo articolo ti spiego come riformulare le domande sbagliate che ti stai facendo sul tema soldi ;-)


Bene, mi auguro che queste strategie ti siano piaciute: adesso però è arrivato il momento di vedere se funzionano davvero!

Qui sotto ho riportato per te alcuni dei migliori indovinelli di pensiero laterale. Leggili, sfrutta le 4 tecniche che abbiamo appena visto per risolverli e allena questa abilità così fondamentale per la tua crescita e il tuo successo personale.

Ps. dai, non sono proprio così bastardo, al termine dell’articolo trovi anche le soluzioni. Le ho bloccate per non toglierti il gusto della sfida ;-)

Mettiti alla prova: indovinelli di pensiero laterale

“Gli indovinelli sono una cosa serissima. La capacità di risolverli è indice di una mente sana.”

Stephen King.

Ecco alcuni dei miei indovinelli preferiti per testare le tue abilità di lateral thinking.

Enigma #1: il pompiere assassino

Dopo aver ricevuto una telefonata anonima, la polizia decide di irrompere in una casa per arrestare un sospetto omicida.

pensiero laterale indovinello 1I poliziotti non sanno che aspetto abbia l’assassino, ma conoscono il suo nome, Giovanni, e che si trova all’interno dell’edificio.

Durante l’irruzione gli agenti trovano un falegname, un medico, un meccanico e un pompiere che giocano a carte.

Senza la minima esitazione e senza rivolgere una sola parola, i poliziotti arrestano subito il pompiere. Come fanno a sapere con certezza di aver catturato l’uomo giusto?

Enigma #2: l’uomo nell’attico

Un uomo vive in un attico di un grattacielo di New York. Ogni mattina prende l’ascensore per scendere al pian terreno e lascia l’edificio. Al suo ritorno però, l’ascensore lo porta solo fino a metà grattacielo e deve risalire il resto dei piani a piedi (a meno che fuori non piova).

Come si spiega?

Enigma #3: il bambino volante

Un bambino cade a terra da un edificio di 20 piani, ma sopravvive senza un graffio: come è possibile?

Enigma #4: il chirurgo ubiquo

Un uomo e suo figlio sono coinvolti in un grave incidente stradale.

pensiero laterale indovinello 4L’uomo purtroppo muore sul colpo e quando arrivano i soccorsi il ragazzo versa in gravi condizioni.

L’ambulanza lo trasporta immediatamente all’ospedale per sottoporlo ad un delicato intervento chirurgico.

Quando il chirurgo vede il ragazzo però dice immediatamente: “non posso fare io l’intervento, questo è mio figlio!“.

Risolvi l’enigma.

Enigma #5: l’uovo di troppo

C’è una confezione con 6 uova. 6 persone prendono ognuna un uovo a testa, ma alla fine rimane comunque un uovo nella confezione: quale potrebbe essere una possibile spiegazione?

Carini vero? Ricorda, questi indovinelli servono ad esercitare il tuo pensiero laterale e la soluzione “giusta” è la più semplice ed elegante ;-)

Divertiti. Quando sarai pronto puoi scaricare le soluzioni qui sotto.


Spero che questo articolo di approfondimento sul pensiero laterale ti sia piaciuto. Se così è stato, condividilo sul tuo social preferito usando quei bei pulsantini qui sotto: te ne sarei davvero grato ;-)

Alla prossima.

Andrea Giuliodori.

P.s. se conosci qualche altro indovinello di pensiero laterale, condividilo nei commenti!

Avatar di Andrea Giuliodori
Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

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Marco

Bell’articolo André! Dopo questi indovinelli voglio migliorare ancora di più il mio lateral thinking! una buona settimana anche a te :)

Andrea Giuliodori

Ottimo Marco, buono studio ;-)

Daniela

Davvero interessante,mi sono divertita molto sebbene abbia molto da lavorarci!

Belli

Interessanti

Sara S

Bellissimo articolo! Mi rendo conto che il mio cervello dà per scontate tante cose ed è probabilmente questo una fonte dei miei “guai”.. Voglio esercitare il mio pensiero laterale..Dove posso trovare altri enigmi simili? :)

Andrea Giuliodori

Beh Sara lo facciamo tutti, per questo è importante “allenare” questa abilità ;-)

Lucertola96

Io ho letto la soluzione del primo indovinello, ma sinceramente non l’ho ancora capito, non ho capito a come sei arrivato a quella conclusione

Andrea Giuliodori

Ciao, intendi quello con cui ho aperto l’articolo o l’indovinello del pompiere assassino?

Lucertola96

Ciao, intendo quello del pompiere assassino, come fai a sapere che 2 sono •••• (per non svelare la soluzione) mentre il terzo è ••••.

Come fai a dedurlo dal testo?

Andrea Giuliodori

Non lo deduci :-), però è l’unica spiegazione per il fatto che i poliziotti arrestino subito il pompiere senza rivolgere la parola a nessuno.

alessandrom

Io ho pensato che, essendo un pompiere, ha addosso la divisa: è l’unico dei 4 tipi di lavoro che prevedere la presenza del suo nome sull’abito da lavoro. I poliziotti hanno semplicemente visto il nome “Giovanni” stampigliato sulla divisa da pompiere

Simone Fiori

È famoso quello delle lampadine, penso faccia così:
In un edificio hai installato tre lampadine funzionanti al secondo piano, i cui rispettivi interruttori sono però al primo piano. Il problema è che non sai a quale interruttore corrisponda ogni lampadina. Hai solo una possibilita per salire a controllare quale lampadina hai acceso al piano di sopra con gli interruttori del piano di sotto. Come fai a capire ogni corrispondenza? Io due soluzioni le ho trovate :)

Vincenzo Silvano

Interessante, io modificherei un interruttore mettendogli un timer. Poi accederei uno dei due interruttori rimasti + l’interruttore col timer e salire su. Così vedo:

– Una lampada spenta fin dall’inizio che associo all’interruttore spento
– Due lampade accese

Quindi aspetto che una delle due si spenga. A quella che si spegne associo l’interruttore con il timer e all’altra l’interruttore sempre acceso.

Simone Fiori

Bella risposta, il problema c’è se in questa grande azienda ti chiedessero di installarlo un timer! Io non sarei capace :s

Simona Lonigro

Potrei accenderne una e spegnerla dopo un po’. Poi accendo la seconda e lascio spenta la terza. Quando vado a controllare, tocco le due spente per vedere quale è calda (quindi è quella che ho acceso e spento).

Giovanni Prodan

Farei così: uso un interruttore e aspetto… aspetto un tempo ragionevole per far sì che la lampadina si scaldi. Poi spengo, uso un altro interruttore e vado subito al piano di sopra. Vedo la lampadina accesa, e tocco le altre due in cerca di quella calda. Poi la terza la trovo per esclusione

Giulio Vallata

Bellissimi gli indovinelli e per nulla scontati! L’ultima risposta proprio non me l’aspettavo! Buona giornata Andrea!

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