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Spesso relazionarsi con gli altri è una vera e propria sfida. Esistono tuttavia 4 princìpi chiave a cui possiamo ispirarci per migliorare le nostre relazioni interpersonali.

relazionarsi con gli altri

“Nessun uomo è un’isola, completo in sé stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto.”

J. Donne.

Chi si avvicina alla crescita personale è spesso tacciato di individualismo. Formule del successo, obiettivi, tecniche del pomodoro: queste strategie sembrano ruotare attorno all’individuo, lasciando poco spazio alla cura delle relazioni.

La verità è che se non impariamo dapprima a star bene con noi stessi, difficilmente saremo in grado di star bene con gli altri. Un buon percorso di sviluppo personale non può dunque prescindere da una fase, più o meno prolungata, in cui dovremo investire considerevolmente sulla formazione del nostro carattere, delle nostre competenze, della nostra autostima. Questo è il messaggio chiave che cerco di trasmettere nei miei post sul tema e all’interno di APP – Autostima Passo Passo.

Tuttavia, come sosteneva, già nel 1600, il poeta inglese John Donne, “nessun uomo è un’isola“: essere capaci di relazionarsi con gli altri in maniera efficace è un tassello fondamentale per avere una vita piena e gratificante.

In questo articolo non intendo proporti stratagemmi o tecniche artificiose per piacere agli altri, sedurre uomini e donne o conquistare dei clienti: lasciamo queste minchiate alla fragranza di PNL ai vari Para-guru & Co. Oggi vorrei condividere con te 4 princìpi per imparare a star bene con gli altri e creare relazioni di valore che arricchiscano la tua vita. ‘Namo ;-)

4 princìpi per relazionarsi con gli altri EfficaceMente

Qualche settimana fa una lettrice mi ha inviato un estratto di un libro che mi ha colpito particolarmente. Premetto di non essere un grande fan dell’autore (anzi…), eppure quanto ho letto rispecchia appieno la mia idea di come ci si dovrebbe rapportare con gli altri: con il proprio partner, con i propri amici, con i propri colleghi. Ho approfittato dunque di questa lettura per un articolo sul tema “relazioni” qui su EfficaceMente.

Il libro in questione è “Quell’oscuro intervallo è l’amore” di Osho. Ecco l’estratto:

“Se non hai incontrato l’amore hai mancato il punto. Sei nato, hai vissuto, sei morto, ma hai mancato il punto. E’ un fallimento assoluto. Non hai colto l’intervallo tra le due note. La via verso quell’esperienza consiste di quattro passi: ricordali. Il primo passo è: sii qui e ora. Perché l’amore è possibile solo nel qui e ora. Il passato e il futuro sono solo modi di evitare l’amore. Il secondo passo è: impara a trasformare i tuoi veleni in miele. Perché parecchi amano ma il loro amore è contaminato da veleni: odio, gelosia, ira, possessività. Terzo: condividi. Quando una cosa è negativa tienila per te, quando è positiva condividila. Di solito la gente fa il contrario. Quarto: sii nulla. Quando sei pieno di ego l’amore scompare. Così facendo vivrai nel modo giusto, ovvero vivrai nel mondo ma non permetterai al mondo di vivere in te.”

Osho.

Il santone indiano è quanto di più lontano si possa immaginare dalla mia idea di crescita personale, ma a volte è necessario superare i propri pregiudizi e concentrarsi sui contenuti. Per ognuno dei 4 passi proposti da Osho trovi qui di seguito una mia breve riflessione ed alcuni spunti pratici per integrare questi princìpi nella tua vita quotidiana. Iniziamo dal primo passo…

1. Sii qui e ora

La quiedora è ormai da qualche anno uno dei cavalli di battaglia di EfficaceMente. Ti ho spesso parlato dell’importanza di vivere il momento presente e l’ho fatto in relazione a temi come la felicità, la produttività personale e la procrastinazione. Essere nel qui e ora è però un elemento chiave anche per creare relazioni ricche e soddisfacenti.

Osho fa velatamente riferimento alle ferite del passato e alle ansie per il futuro che potrebbero rovinare una relazione. Al contrario, questo primo principio dell’estratto, a me ha fatto subito pensare a quanto distrattamente viviamo le relazioni con gli altri. Forse queste scene ti sono familiari:

  • Sei fuori con i tuoi amici e ti ritrovi spesso a controllare gli aggiornamenti dei tuoi contatti “virtuali” su Facebook.
  • Sei a cena con la tua fidanzata (o tua moglie) e continui a controllare le email di lavoro.
  • Sei ad un ritrovo sociale ed invece di approfittarne per ampliare le tue amicizie e le tue conoscenze, ti rifugi costantemente nel tuo smartphone.

Ho “calzato” volutamente l’esempio del telefonino perché quelle descritte sono scene che abbiamo sotto gli occhi tutti giorni o di cui siamo addirittura protagonisti. Il punto è che… le relazioni si nutrono della nostra attenzione. Questo vale per i rapporti di coppia, per le amicizie e per le relazioni lavorative: se non siamo presenti, se non doniamo agli altri il nostro sincero interesse, non faremo altro che lasciare inaridire questi rapporti.

Per imprimere nella tua mente questo primo passo, mi piacerebbe che dessi un’occhiata a questo video. L’ho già proposto sulla pagina Facebook di EfficaceMente. Se non l’hai ancora visto, dedicagli un paio di minuti:

Ok, vediamo il secondo passo…

2. Impara a trasformare i tuoi veleni in miele

Ricordi la storia dei 2 lupi? Avevo aperto quell’articolo con questa citazione:

“Parla senza controllare la rabbia e terrai il miglior discorso di cui tu possa pentirti.”

A. Bierce.

Quante relazioni sono state rovinate dalla rabbia, dalla gelosia, dalla possessività? Liberarsi da quelli che Osho definisce dei “veleni” non è semplice. Nessuno di noi è un monaco zen impassibile: ci incazziamo, frigniamo, siamo gelosi. Siamo umani.

Il punto non è essere perfetti ogni volta che ci rapportiamo con gli altri. Il punto è prendere consapevolezza di quando un sano sfogo supera il limite e rischia di rovinare per sempre un rapporto. Sì, questo significa che a volte dovrai fare un passo indietro, ammettere di aver sbagliato, chiedere scusa e dovrai farlo anche se la responsabilità non è tua al 100%. Dovrai farlo per dimostrare all’altra persona che il vostro rapporto vale più di ogni presunta “vittoria” individuale.

3. Condividi

Dei tre passi suggeriti da Osho, questo è quello che ho apprezzato di più in assoluto:

“Quando una cosa è negativa tienila per te, quando è positiva condividila.”

Osho.

Mi ha colpito perché mi ha riportato alle origini, mi ha fatto ricordare quel primo libro di crescita personale che lessi a 18 anni: “Come trattare gli altri e farseli amici” di Dale Carnegie. Titolo che in italiano assume un significato quasi manipolatorio, ma che racchiude delle perle di sviluppo personale e sociale che mantengono intatta la loro validità a distanza di quasi un secolo dalla sua prima pubblicazione.

La regola #1 che suggerisce Carnegie per relazionarsi con gli altri è quella di: non criticare, non condannare, non recriminare.

Siamo convinti che dire sempre la nostra, magari in maniera critica, sia un nostro diritto. Ci raccontiamo la storiella che lo facciamo per aiutare gli altri a migliorare. Tutte minchiate. Criticare serve solo ad appagare il nostro ego a darci una parvenza di superiorità. Ci nascondiamo dietro il politically correct delle critiche “costruttive”, ma la verità è che ci interessa soltanto far prevalere il nostro punto di vista.

Come sostiene lo stesso Carnegie, “la critica è inutile perché pone le persone sulla difensiva e le induce immediatamente a cercare una giustificazione. È inoltre pericolosa perché ferisce l’orgoglio di chi la riceve, la fa sentire impotente e suscita risentimento”. E questo accade sempre, anche se la critica è mossa con le migliori intenzioni.

Criticare è facile. Prova invece a metterti nei panni dell’altra persona: perché si sta comportando in questo modo? Quali sono i suoi trascorsi? Quali le sue ragioni? Se alla fine arrivi alla conclusione che hai a che fare con un emerito cohones, indovina chi è il pirla che ci sta ancora perdendo tempo…

Ps. se invece sei tu nella situazione di ricevere critiche, ti consiglio di provare il metodo LATTE.

4. Sii nulla

André, cioè, fammi capire?! All’inizio dell’articolo mi parli di autostima e poi mi dici che sono una nullità?! Oh! Ti do una testata!

Abbiamo già visto al punto 3 come il nostro ego possa essere di intralcio nel relazionarci efficacemente con gli altri. L’espressione “sii nulla” non significa certo che dobbiamo annullare la nostra personalità o diventare degli “zerbini” nei confronti degli altri. Come descritto in questo articolo, aggressività (palloni gonfiati) e passività (zerbini) non sono altro che due facce della stessa medaglia. Chi è aggressivo cerca l’approvazione degli altri attraverso la prevaricazione, chi è passivo ricerca esattamente la stessa cosa, ma lo fa attraverso la sottomissione.

Relazioni genuine in amore, in amicizia e nel lavoro non possono essere fondate sulla ricerca ossessiva dell’approvazione altrui. Se vuoi vivere a tuo agio nel mondo, non puoi permettere al mondo di dettare i tuoi stati d’animo. Sii nulla, metti da parte il tuo ego ed impara a fregartene del giudizio degli altri (trovi dei consigli pratici a riguardo qui).

Conclusioni

Questa settimana avrai sicuramente occasione per mettere alla prova questi 4 princìpi: magari ti capiterà di farlo mentre ti relazioni con il tuo partner, con un tuo amico o con un collega di lavoro. Poco importa. Quello che vorrei che facessi è ripensare a questo articolo e testarne anche solo una piccola idea. Fammi poi sapere come sarà andata nei commenti ;-)

Buona settimana. Andrea.

Foto tratta da Google Immagini.

Avatar di Andrea Giuliodori
Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

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Mara

Buongiorno Andrea,
grazie per questo articolo, che è la conferma che alcuni atteggiamenti che mi sono trovata a tenere dopo una certa esperienza di vita sono quelli più corretti, chiamiamolo zen se vogliamo. Io penso che nella vita delle persone la sofferenza sia un grande catalizzatore e che si possa reagire fondando la propria persona o destrutturandola. Ma se scegli la prima via, le sorprese sono infinite. Un caro saluto e buon lavoro.

Andrea

Cara Mara,
grazie per questo tuo primo commento. Mi è piaciuta soprattutto l’ultima parte. Come hai giustamente detto, qualsiasi cosa ci accada nella vita, per quanto spiacevole, spetta poi a noi scegliere come reagire.

Buon lavoro e buona giornata anche a te.
Andrea.

Mirko

Ciao Andrea!
Articolo molto interessante, mi aveva solo sfiorato questo ragionamento sulle critiche, ma con il tuo articolo ha assunto una forma propria e “che fila” proverò a farne buon uso.
Buona settimana

Andrea

Ciao Mirko, è difficilissimo mettere in pratica quel terzo principio, ma è stata una delle lezioni che ho appreso attraverso il libro di Carnegie ormai 14 anni fa e che ho trovato più utile.

Alla prossima,
Andrea.

Giorgia

Ciao Andrea, articolo molto utile,soprattutto perché l’anno scorso ho passato un periodo in cui mi sono isolata da tutti e sono sicura che applicando questi 4 principi non succederà quest anno! La “chicca” che hai inviato via mail mi è piaciuta moltissimo, penso proprio che sarà uno dei prossimi libri che leggerò; trovo inoltre che mandarci via mail cose che non troviamo negli articoli ci faccia sentire apprezzati come lettori :) volevo dirti anche che finalmente ho acquistato studia meno, studia meglio e non vedo l’ora di iniziare a mettere in pratica i tuoi consigli! Ho già finito di leggerla, ma ti lascerò un feedback accurato tra un po’ di mesi, dopo che avrò applicato con costanza le varie tecniche ;)

Andrea

Ciao Giorgia,
sì, ci tengo a dare sempre quel qualcosina in più agli iscritti: sono davvero contento che sia apprezzato.

Grazie anche per l’acquisto di Sm2: un feedback adesso non avrebbe senso, non è un saggio letterario ma un manuale con delle strategie pratiche per essere più efficaci nello studio, fammi assolutamente sapere come andrà tra qualche mese.

A presto,
Andrea.

luisa

Buongiorno a tutti,
trovo molto efficace il video.
Ogni rapporto va nutrito in maniera gratuita perché la relazione con l’altro si possa sviluppare. Certo tab e smartphones non aiutano. Non aiuta neppure un certo tipo di televisione che atrofizza i neuroni.
SI tratta secondo me di recuperare la visione reale delle persone e non la proiezione illusoria che abbiamo di noi stessi e di come vogliamo vedere cose, situazioni etc.
Per ciò che mi riguarda, sperimento da circa tre anni questo atteggiamento. Ocorre accettare anche che non tutti sono interessati a te. Ma è un vantaggio più che un frustrazione penso. Per fortuna non siamo tutti uguali!

Andrea

Ciao Luisa,
concordo sull’importanza di “nutrire” i rapporti e te lo dice uno che in questo non è particolarmente bravo.
Sull’ultimo punto poi, è “matematico” che alla stragrande maggioranza delle persone di te non gliene frega una cippa fritta. Però è nostra responsabilità invertire questa tendenza comune, siamo noi per primi a dover fare il primo passo, ad interessarci sinceramente agli altri.

A presto,
Andrea.

Chicca

Perché non ti è simpatico Osho? Ho da poco scoperto questo filosofo e vorrei averne un tuo parere. Grazie

Andrea

La figura del “santone-guru” che impartisce lezioni e gli adepti adoranti che bevono qualsiasi sua parola non è un’immagine che rispecchia il mio percorso di crescita personale.

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