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Se sai come funziona la tua memoria, impari a farla funzionare: nello studio e nella vita.

Come funziona la memoria

“La felicità non è altro che una buona salute e una pessima memoria.”

Albert Schweitzer.

Immagina questa scena. Sei davanti al bancomat, dietro di te una fila di persone impazienti, e all’improvviso il vuoto: non riesci più a ricordare il tuo PIN. Arrivi al locale con quei 4 spicci che ti rimangono in tasca, saluti tutti (o quasi)… ecco di nuovo quel vuoto!

Come diamine si chiama la nuova amica di Sara?! Niente da fare, vi siete già presentati due volte ma non riesci proprio a memorizzare il suo nome. Passi la serata appioppandole i soprannomi più assurdi, nella speranza che qualcuno la chiami per nome: lei capisce e ti sotterra insieme al tuo imbarazzo.

Con la coda tra le gambe te ne torni a casa: domani mattina hai un esame fondamentale. L’indomani ti presenti davanti al Prof. pronto a sostenere il tuo esame e… boom!

Il vuoto torna inesorabile: ti sei dimenticato proprio quel paragrafo, stecchi la domanda chiave e te ne vai con un misero 19.

Sounds familiar? I vuoti di memoria sono un classico tra gli studenti e non solo. Quasi tutti sono convinti che sia colpa dei propri geni: in fondo, con una buona memoria si nasce, giusto? Sbagliato! Anche la memoria, come molte altre abilità mentali, può essere appresa e migliorata.

Ciò di cui hai bisogno è capirne i meccanismi base e le tecniche che ti aiuteranno a rafforzarla ogni giorno. Nell’articolo di oggi vedremo come funziona la tua memoria e 3 tecniche pratiche per migliorarla quotidianamente.

Come il tuo cervello memorizza le informazioni

Ti sei mai chiesto cos’è un ricordo? Dove vengono memorizzate le informazioni che apprendiamo? Come riusciamo a richiamare alla mente ciò che memorizziamo?

Il processo di memorizzazione è riconducibile al comportamento di neuroni e sinapsi. I neuroni sono le cellule che compongono il nostro cervello; ognuno di noi ne ha più di 100 miliardi! Le sinapsi sono invece le “autostrade” che collegano tra loro i diversi neuroni, creando le cosiddette reti neurali.

Quando un ricordo viene richiamato alla mente, un gruppo di neuroni inizia ad inviare dei segnali elettro-chimici attraverso le sinapsi, secondo una specifica sequenza.

Un ricordo dunque non è altro che una rete neurale che si attiva secondo una precisa sequenza. Più una rete neurale viene attivata nel corso del tempo, più il ricordo associato sarà radicato nella nostra memoria.

André, bella sta lezioncina, ma io ho un tomo di 800 pagine che mi aspetta: che faccio, un corso motivazionale per i miei neuroni?! Ho bisogno di tecniche di memorizzazione pratiche!

Il fatto che un ricordo sia legato all’attivazione di una specifica rete neurale è un’informazione che può davvero fare la differenza nella tua carriera universitaria (beh, sempre che utilizzi il metodo di studio giusto!). Vediamo dunque come questi meccanismi biochimici possano effettivamente aiutarti a prendere quel bel 30 e lode ;-)

1. Rileggere vs. Ripetere: il metodo della prima lettera

Il metodo di studio di molti universitari consiste nel rileggere fino alla nausea il materiale dell’esame. Bene, questo metodo non serve ad una beneamata cippa fritta! Te lo dimostro scientificamente: leggere o rileggere un paragrafo attiva una rete neurale diversa dalla rete neurale associata alla memorizzazione di quello stesso paragrafo.

Tradotto in parole povere: se rileggi un testo, sarai semplicemente più bravo nella lettura di quel passaggio. Se vuoi davvero memorizzare quel testo devi ripeterlo mentalmente, senza aiutarti con la “stampella” della rilettura.

Questo significa che quando studi devi leggere 1-2 volte, con la massima concentrazione, e poi iniziare subito a ripetere tutto ciò che riesci a ricordare. In questo modo, non solo risparmierai un sacco di tempo,  ma finalmente rafforzerai la rete neurale associata al ricordo e non quella della lettura. Tutto chiaro? Vediamo un applicazione ancora più “spinta” di questo principio.

Immagina di dover imparare a memoria, parola per parola, una determinata definizione (magari l’articolo di una legge o una formula di biologia). Come abbiamo visto, continuare a rileggere non serve a granché.

In questo caso, possiamo utilizzare il metodo della prima lettera. Questa strategia è molto semplice e consiste nel riscrivere un determinato passaggio, riportando solo la prima lettera di ogni parola e poi studiare la sequenza di lettere ottenuta. Ti faccio un esempio pratico, utilizzando l’Art. 3 della Costituzione Italiana:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Art. 3 della Costituzione Italiana.

Applicando il metodo della prima lettera otterremo questa sequenza di lettere

T i c h p d s e s e d a l, s d d s, d r, d l, d r, d o p, d c p e s.

Art. 3 della Costituzione Italiana (prima lettera).

Ottenuta la sequenza di “prime lettere” (trovi un convertitore automatico alla fine di questa pagina) non devi fare altro che rileggerla 3-4 volte, cercando di ricostruire mentalmente il testo originale. Questo semplice stratagemma costringe il tuo cervello a rafforzare di volta in volta la giusta rete neurale, ovvero quella associata al ricordo e non quella della lettura. Fico, vero? ;-) Vediamo ora un’altra interessante strategia per migliorare la tua memoria.

2. Memorizzare grazie al tuo stato d’animo

Ricordi quando ti ho parlato della formula segreta della memoria? Uno degli elementi essenziali della formula erano le emozioni. Esistono numerosi studi scientifici sul legame tra ricordi ed emozioni. Ma non servono dimostrazioni scientifiche per convincersi di quanto stati d’animo e memoria siano legati tra loro: scommetto che ricordi esattamente dove ti trovavi o cosa stavi facendo l’11 settembre 2001 o durante la finale dei mondiali del 2006. Dico giusto o ho ragione?

Più è stata forte l’emozione che abbiamo provato, più il ricordo si è radicato nella nostra memoria. Se vogliamo richiamare alla mente un determinato ricordo è dunque sufficiente rivivere lo stato d’animo che abbiamo provato.

Eh, vabbé Andrè, più facile a dirsi che a farsi: che cavolo me ne faccio di questa tecnica se devo preparare un esame universitario?!

Visto il profondo legame che esiste tra stati d’animo e memoria, è di fondamentale importanza rendere le tue sessioni di studio vive ed emozionanti. Ogni volta che studi, devi farlo con passione, devi scavare dentro di te per trovare quella scintilla che ti ha spinto ad iscriverti alla tua facoltà, devi creare uno stato d’animo positivo che ti aiuti ogni volta a richiamare velocemente quanto studiato.

Per farlo esistono numerose strategie, una delle mie preferite è la rappresentazione teatrale di cui parlo in Studia meno, Studia meglio (Sm2 per gli amici). Vediamo ora l’ultima strategia che fa leva sui meccanismi di funzionamento della nostra memoria: l’effetto Von Restorff.

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3. Sfruttare l’effetto Von Restorff

La nostra memoria ha molti punti deboli, conosciuti in psicologia anche come bias. Conoscere queste “debolezze” ci permette di sfruttare EfficaceMente il nostro cervello.

Uno dei più famosi bias di memoria è il cosiddetto effetto Von Restorff. Individuato per la prima volta dal pediatra Hedwig von Restorff, tale effetto consiste nella tendenza del nostro cervello a memorizzare ciò che è inconsueto e si distingue rispetto all’ambiente circostante. 

Come possiamo sfruttare questa apparente debolezza della memoria per preparare al meglio i nostri esami universitari? Ecco alcuni consigli pratici:

  • Utilizza appunti sintetici e schematici. Se pensi che lo studio di una materia inizi una volta terminato il corso, stai perdendo tonnellate di tempo. La preparazione di un esame avviene già durante le lezioni in aula: per sfruttare al meglio questo momento devi imparare a prendere appunti sintetici, schematici e che utilizzino simboli grafici prestabiliti.

    In questo modo farai leva sull’effetto Von Restorff, ottenendo chiari benefici mnemonici. Per approfondimenti su come prendere appunti efficaci ti consiglio il mio post: “Come prendere appunti EfficaceMente“.

  • Sottolinea utilizzando diversi evidenziatori. Parliamoci chiaro, se sottolinei tutto è come se non sottolineassi nulla, quindi devi essere molto selettivo nel sottolineare esclusivamente ciò che conta. Coerentemente con la tecnica della piramide, il mio consiglio è quello di utilizzare 2 colori differenti per sottolineare concetti chiave e concetti secondari; il resto lascialo immacolato come fosse una distesa di neve fresca
  • Crea mappe concettuali graficamente stimolanti. Ho sempre considerato le mappe concettuali un elemento essenziale di qualsiasi metodo di studio; eppure esistono mappe e mappe. Mappe “piatte” con pochi collegamenti e di scarso interesse non ti aiuteranno mai a ricordare efficacemente il tuo materiale di studio. Crea mappe inconsuete, mappe con collegamenti inaspettati tra i diversi nodi, insomma… mappe che ti si stampino in testa!

Mi auguro che questo post ti sia piaciuto, ma soprattutto spero che inizierai a mettere in pratica fin da subito le strategie che ti ho consigliato. Ricorda: non c’è metodo che funzioni, se decidi di non farlo funzionare. Buona settimana. Andrea.

Foto di krischall

Avatar di Andrea Giuliodori
Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

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Patrick

Ciao Andrea, davvero un bellissimo articolo. La tecnica della prima parola è davvero fantastica e da oggi inizierò a utilizzarla. Devo iniziare anche a smetterla di prendere appunti come sono abituato e iniziare a essere più schematico, in modo da essere più veloce e più attento. Grazie dei tuoi sempre utili consigli e buona settimana.

Andrea

Ciao Patrick,
mi fa davvero piacere che il post ti sia piaciuto ;-)

Fammi sapere come va!
Andrea.

Angela

Ciao Andrea, non pensavo di trovare il tuo articolo cosi presto, per fortuna che ho controllato prima di iniziare lo studio. Bene, ho iniziato ad applicare la tecnica della prima lettera per gli articoli del codice e con mio stupore funziona davvero. Mi sono ritrovata a ricordare un articolo in pochissimo tempo. Ora ho da lavorare su come ricordare quello che studio e non mandare tutto all’aria il giorno dell’esame. Sicuramente so che causa di tutto ciò è sicuramente un metodo di studio errato, ma quasi sembra che non riesco a trovarne uno perfetto per me, so solo che ho bisogno di ripetere costantemente e ad alta voce altrimenti è come se non avesi appreso nulla.

Andrea

Ciao Angela,
mi fa piacere che la tecnica della prima lettera abbia funzionato.

Avanti così.

Andrea.

Fabio

Andrea, molto interessante questo articolo, soprattutto la tecnica della prima lettera, che non conoscevo; però, riguardo al discorso del rileggere, ho una visione un po’ diversa: ovviamente dobbiamo fare opportune distinzioni tra il tipo di testo che andremo a studiare, perché un manuale di storia o anatomia o diritto è molto diverso da un saggio storico, letterario o comunque di tipo discorsivo: nei manuali la mole di informazioni (date, nomi, intere frasi di codice, formule ecc) da assimilare è sicuramente maggiore rispetto a un semplice saggio letterario, psicologico o comunque di tipo umanistico, pertanto gli approcci di assimilazione e memorizzazione saranno diversi per le due tipologie di testi: nel primo tipo di testi lo sforzo mnemonico sarà molto superiore, perché dovremo memorizzare un notevole numero di informazioni “così-come-sono”, cioè non passabili di sintesi o interpretazioni personali per meglio memorizzarli (senza contare le personalizzazioni utilizzate nelle mnemotecniche), e in questo caso le mnemotecniche o la tecnica della prima lettera saranno fondamentali; mentre nei testi di tipo umanistico o comunque più discorsivo si dovranno individuare e momorizzare i concetti chiavi, che, sì hanno un certo grado di oggettività (non posso inventare concetti che l’autore non ha espresso), ma sono passabili di rielaborazione personale e quindi li posso memorizzare semplicemente ripetendo a modo mio quello che l’autore ha detto. Dov’è allora l’utilità di fare una o più letture del testo (sebbene veloci)? Io considero di grande utilità la lettura e rilettura di un testo perché così facendo riesco ad avere un mappa preliminare (quindi approssimativa) spaziale dei concetti, ovvero dove nel testo l’autore va ad esprimere quel determinato concetto oppure a ripeterlo: così facendo, non solo riuscirò nella fase successiva di lettura analitica o lettura “con la massima concentrazione”, come dici tu, a indiduare facilmente e a evidenziare gerarchicamente, quindi in base alla piramide dei concetti, l’importanza dei concetti, ma, avendo già una mappa concettuale mentale preliminare (non scritta) dei concetti espressi dall’autore, quando andrò a mettere in evidenza i concetti più importanti (sempre in base alla piramide dei concetti) con gli evidenziatori, eviterò di sottolineare nuovamente ciò che l’autore ha meglio espresso in un’altra parte del testo e così riuscirò a mettere in evidenza solo ciò che sarà veramente importante assimilare, e a evitare l’inutile “effetto verniciatura” (evindeziare intere pagine). Volendo trarre un’immagine, se voglio attraversare l’Amazzonia (un territorio vasto e sconosciuto, in questo caso un libro prima di leggerlo), attraverso la lettura veloce e rilettura ne andrò a tracciare i confini e a evidenziare gli elementi più evidenti, così avrò una mappa rudimentale (approssimativa) che mi sarà molto utile nella fase di attraversamento-lettura analitica e mi eviterà di perdermi. Scusami se mi sono dilugato :-)

Andrea

Ciao Fabio,
grazie del commento.

Come specificato, la tecnica della prima lettera si applica a definizioni, codici, etc. Non ha alcun senso utilizzarla per lunghi capitoli, etc. Il discorso della rilettura però è sempre valido: anche nel caso di trattati umanistici continuare a rileggere è di scarso aiuto. Molto più efficace è fare una prima lettura, realizzare delle mappe concettuali, passare poi ad una seconda lettura per completare le mappe e poi subito focalizzarsi sulla ripetizione di tutto ciò che abbiamo appreso. Continuare a rileggere non fa che indebolire la nostra capacità di memorizzare i contenuti.

Andrea.

Fabio

Proprio ciò che ci voleva per riniziare la settimana.
Utile e stimolante come sempre.
Sei un grande Andrè.

Andrea

Grazie Fabio, alla prossima.
Andrea.

Claire

… evviva!La soluzione a tutti i miei problemi! :D
Alludevo al corso motivazionale per neuroni!
Ahahaha mi son ribaltata dalle risate!

Gran bell’articolo! E con somma sorpresa ho scoperto di aver usato il metodo della prima lettera senza saperlo. Per fortuna non ho molte “formule” lunghe da ricordare, ma quando mi trovo di fronte ad una definizione meticolosa mi viene automatico fissarne le iniziali!
Molto bene!

Buona settimana a tutti :)

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