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Buona settimana.

L’altro giorno ho condiviso questa mia riflessione con i 40.000 Efficaci del nostro gruppo Facebook:

Il cimitero è pieno di persone che vorrebbero avere i tuoi stessi problemi. Così, per dire…​”

Apriti cielo!​​

Sorvolando su chi ha interpretato la frase alla lettera (“al cimitero ci sono i morti, non possono pensare”, “non sappiamo cosa ci sia dopo la morte, quindi non sappiamo se i morti ci invidiano o no”, ecc.)​​, i critici più accaniti sono stati in realtà quelli che chiamo gli… indignados.

…persone che tendono ad indignarsi per qualsiasi cosa e interpretano queste riflessioni come un imperdonabile affronto personale (“questa frase è irrispettosa nei confronti di chi sta affrontando problemi seri!”, “come ti permetti?!”, ecc.).

La verità è che questo pensiero è nato a seguito di una notizia inaspettata che avevo ricevuto qualche giorno prima.

Parlando del più e del meno con un mio ex-collega di università ho scoperto, a distanza di anni, che uno dei nostri compagni di corso era morto in un incidente stradale, subito dopo la laurea.

Non lo conoscevo benissimo, ci avevo giusto scambiato qualche parola in quei momenti che precedono un orale in cui ci riscopriamo tutti amici fraterni.

Terminati gli studi lo avevo perso di vista​​, ma avevo sempre immaginato che avesse fatto una brillante carriera in qualche multinazionale.

…e invece no, la sua vita è rimasta ferma lì, ​​come il fotogramma congelato di un film che non sarà mai più proiettato.

Pensarci mi ha fatto sentire triste, arrabbiato, grato.

Triste, per quel ragazzo di cui avevo incrociato il sentiero, un sentiero irrimediabilmente interrotto.

Arrabbiato, con me stesso, per tutte le volte​​​​ in cui ho frignato per qualche problema o contrattempo di cui a stento oggi ho memoria.

Grato, per la possibilità che a me invece è stata concessa finora di affrontarli quei problemi e di godere di questa vita imperfetta.

Ecco, quando ho scritto che i morti invidiano i nostri problemi erano questi i pensieri che avevo nel cuore e nella mente.

Quindi no, non preoccuparti, se sei uno degli indignados, non mi interessa né giudicarti, né sminuire i tuoi problemi.

Sul vittimismo ho una mia posizione molto chiara, che ho maturato negli ultimi 20 anni.

Quella frase era soltanto per me e per chi, in questo momento, ha bisogno di un promemoria che lo aiuti a mettere le inevitabili difficoltà della vita nella giusta prospettiva.

Se sei tra quest’ultimi, spero sinceramente che ti sia stata di aiuto.

Buona settimana,

a lunedì prossimo.​​​​

Andrea Giuliodori.

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