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“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi“.

Marcel Proust.

Buon lunedì e ben ritrovato con questa nuova newsletter EfficaceMente.

Ho deciso di rimanere in Italia ancora per qualche tempo e in queste settimane il comune delle Marche in cui risiedo sta adottando misure anti-COVID sempre più stringenti.

Tradotto: niente spostamenti fuori dai confini del paese.

Ecco dopo un anno di aperture e chiusure (a volte tardive, a volte inutili) è normale sentirsi frustrati. Lo siamo tutti.

Per non parlare di chi, oltre ai “fastidi” delle restrizioni, deve anche affrontare problemi di salute, familiari o economici.

Eppure questo tempo sospeso può essere l’occasione per guardare la nostra vita (e ciò che ci circonda) con i nuovi occhi di cui parla Proust.

A tal proposito, la scorsa domenica mi sono ritrovato a leggere serenamente un libro sugli spalti dello stadio comunale.

Stadio che in una domenica qualsiasi brulicherebbe di genitori un po’ troppo coinvolti nelle prestazioni agonistiche dei propri figli.

È stata una strana dissonanza che mi ha fatto vedere questo luogo familiare sotto una nuova luce.

Come per lo stadio, ho vissuto questo cambio di prospettiva per molti altri luoghi e aspetti della mia vita.

E credo che lo stesso stia accadendo a molti miei lettori (e non solo).

Quella stessa domenica, girovagando tra i confini comunali, non ho trovato strada di campagna o di paese in cui non fosse presente almeno una persona a passeggiare o a correre.

Non ne avevo mai viste così tante.

Privati dei centri commerciali e delle gite fuori porta (trascorse in buona parte in tangenziale) molti di noi stanno riscoprendo luoghi conosciuti, ma mai davvero vissuti.

Li stiamo riscoprendo con nuovi occhi.
E stiamo riscoprendo la lentezza.

Ecco… questa pandemia nessuno la voleva, ma forse era quello che ci serviva.

Buona settimana,

Andrea Giuliodori.

Ps. Avevo condiviso una prima bozza di questa riflessione qualche giorno fa, sui canali social di EfficaceMente, e alcuni lettori si sono sentiti in qualche modo offesi dalle mie parole.

Non è mia intenzione sminuire le sofferenze e le difficoltà che questa pandemia sta causando a milioni di persone.

A maggior ragione considerato che la malattia e la recente perdita di mia Mamma di certo non hanno risparmiato sofferenze e difficoltà a me e alla mia famiglia in questi mesi.

Quanto scritto in questa newsletter è semplicemente il mio modo di interpretare questo tempo.

Anni fa, infatti, ho scelto che non avrei mai vissuto la mia vita da vittima.

È una scelta che puoi condividere o meno.

In entrambi i casi prendi da questa newsletter ciò che ti è utile e ignora ciò che non lo è.

A presto.

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