Consigli per studenti universitari che vogliono affrontare l’Università EfficaceMente.
“Sì il mangiare sanza voglia fia dannoso alla salute, così lo studio sanza desiderio guasta la memoria, e non ritien cosa ch’ella pigli.”
Leonardo da Vinci.
Vengo spesso contattato da studenti universitari che stanno per iniziare il loro percorso accademico o sentono l’esigenza di ricominciare da zero dopo anni universitari costellati di fallimenti. Quasi la totalità di queste email fa riferimento a tecniche di studio o memorizzazione, ma la verità è che per avere successo all’Università non basta avere un metodo di studio efficace. Gli anni universitari rappresentano un’esperienza di vita a tutto tondo (per alcuni “a tutto tonto“) e per uscirne vittoriosi serve un approccio olistico.
André ma che te sei fumato il calumet della pace stamattina? Approccio “olistico”?! Io devo superare i miei esami universitari, anzi che approccio superfragilisticochespiralitoso!
In questo post ho raccolto i 10 consigli che si sono dimostrati per me particolarmente utili per affrontare EfficaceMente il percorso accademico. Che tu stia per iniziare la tua vita da matricola, o che ti trovi impantanato a metà del guado, mi auguro che questi consigli ti aiutino a completare questo importante passaggio della tua vita in breve tempo, con ottimi risultati e, perché no, facendoti apprezzare appieno il viaggio ;-)
1. Perché vuoi fare l’Università?
Ti sei mai fatto questa domanda? Molti studenti danno per scontato che l’Università sia un passaggio obbligatorio per accedere al mondo del lavoro, o, ancor peggio, non avendo chiaro cosa vogliono fare da grandi, si ritrovano a procrastinare la loro vita, parcheggiati in qualche Ateneo.
Non tutti dobbiamo avere le stesse ragioni per andare all’Università, ma tutti dovremmo avere almeno un’ottima ragione per andarci.
Perché vuoi fare l’Università? Quali sono le tue aspettative rispetto a questa esperienza? Come ti vedi da qui a 5 anni? 10 anni? Se non senti nulla dentro di te che ti spinga ad affrontare questo percorso con tutte le tue energie e la tua passione, beh… pensaci attentamente prima di immatricolarti. Frasi come: “magari provo, vediamo come va” sono roba da falliti cronici.
2. Scegli attentamente la tua Facoltà
Nel mio ultimo anno di Università ho collaborato come ricercatore con il Rettorato dell’Università di Bologna. Un’esperienza molto interessante, ma soprattutto un’esperienza che mi ha aiutato a comprendere alcune dinamiche accademiche. La prima volta che ho spulciato i dati sulle immatricolazioni e gli abbandoni, sono stato impressionato dal numero di studenti che decidono di abbandonare il loro percorso universitario dopo il primo anno di studi.
Se non vuoi far parte di queste statistiche, ti consiglio di scegliere con la massima attenzione il tuo percorso di studi. Ecco alcuni consigli pratici a riguardo:
- Scegli una Facoltà che ami. Qual era il tuo sogno da bambino? Quali materie ti appassionano da sempre? Quali ambiti ti incuriosiscono intellettualmente? Frequentare corsi che ami è il primo passo per avere successo all’Università. Se pensi di non avere una passione dominante, metti in pratica i consigli di cui parlo in questo post.
- Scegli una Facoltà amata dal mercato. La scelta della Facoltà da frequentare non dovrebbe tenere in considerazione solo le tue passioni e le tue aspirazioni, ma anche le aspettative del mercato del lavoro. Insomma, evita di iscriverti a “Scienze della Disoccupazione“. Per farti un quadro quanto più chiaro possibile su quelli che sono gli esiti occupazionali dei laureati delle diverse Facoltà ed Atenei, ti consiglio di utilizzare la banca dati di AlmaLaurea.
- Scegli una Facoltà che faccia innamorare del tuo CV. Inutile prendersi in giro, non tutti gli Atenei sono nati uguali! Una volta scelta la tua Facoltà, fai una riflessione se è il caso di studiare fuori sede, magari in un Ateneo prestigioso, o rimanere nell’Università sotto casa: può davvero fare la differenza.
3. Immagina la tua esperienza universitaria ideale
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato l’efficacia delle tecniche di visualizzazione (sempre che siano usate correttamente!). Ancor prima di iniziare il tuo percorso universitario, o se intendi ricominciare dopo un’esperienza non esaltante, impara a visualizzare il tuo percorso di studi ideale: in che modo affronti le lezioni in aula? Come prepari i tuoi esami? Sei in corso o fuori corso? Il tuo libretto è pieno zeppo di 18 o di 30 e lode? Com’è la tua vita fuori dalle aule? Pratichi uno sport? La tua vita sociale è attiva?
Immagina nei minimi dettagli la tua nuova esperienza universitaria e mettila per iscritto nel tuo diario personale. In questo modo programmerai il tuo cervello per il successo. Fidati: provare non costa nulla, ed i vantaggi potrebbero essere senza prezzo.
4. Inizia a preparare i tuoi esami il 1° giorno di lezioni
Molti studenti delle superiori arrivano all’Università e sono letteralmente ubriacati dalla libertà a loro disposizione: nessun controllo da parte dei professori, nessun compito a casa (naturalmente ci sono corsi che fanno eccezione), nessuna interrogazione a sorpresa, solo un esame finale, così lontano nel tempo da non destare alcuna preoccupazione.
Insomma… una pacchia!
Ma inevitabilmente il giorno dell’esame finale arriva ed altrettanto inevitabilmente gli studenti impreparati hanno un brusco e violento risveglio: la bocciatura. Alla prima sessione di esami segue spesso un periodo di forte demotivazione, che porta ad un ulteriore calo dei risultati, così via, in un circolo vizioso che non sembra aver fine.
Se vuoi evitare di trovarti in questa situazione, devi imparare a preparare i tuoi esami universitari fin dal 1° giorno di lezioni. Questo significa:
- Fissare uno specifico obiettivo per ogni esame. Vuoi approfondire la materia o ti interessa solo superare l’esame? Vuoi un 30 e lode o un 25 è più che sufficiente? Questo esame è fondamentale per il tuo futuro professionale o semplicemente per la tua tesi? Calibra la tua preparazione in base al tuo specifico obiettivo per i singoli esami.
- Frequentare l’80% delle lezioni. A meno che tu non abbia impegni lavorativi, non sottovalutare l’importanza di frequentare le lezioni. Anche solo presentarti in aula ti costringe ad affrontare il percorso accademico con maggiore serietà, e visto che ti sei presentato… perché non mettere a frutto questo lasso di tempo?! Spegni lo smartphone ed interagisci con la lezione. La preparazione di qualsiasi esame inizia durante le lezioni in aula.
- Instaurare un rapporto con il professore. Che hai capito?! Naturalmente non sto parlando né di amori universitari proibiti, né di leccaculismo, sto parlando di utilizzare il professore universitario per ciò per cui è pagato, ovvero aiutarti a comprendere fino in fondo l’esame che devi preparare.
Ps. vuoi iniziare il tuo percorso universitario con lo “sprint” giusto: ti consiglio di leggere questo post in cui spiego come imparare a studiare meno e meglio (all’Università).
5. Impara a gestire il tuo tempo
Prima di frequentare l’Università ero convinto che le maggiori difficoltà sarebbero state legate alle materie che avrei dovuto studiare: complesse equazioni, studi di ingegneria incomprensibili, etc. Senza dubbio quanto si studia all’Università è mediamente più complesso degli studi liceali, ma senza esagerazioni. Le vere difficoltà sono legate all’organizzazione dello studio.
Se vuoi avere successo all’Università, devi imparare a gestire il tuo tempo. Non è un caso che abbia approfondito molte delle migliori tecniche di time management e produttività personale proprio nei miei anni universitari. Se dovessi scegliere 2 tecniche che hanno fatto davvero la differenza, sceglierei senza dubbio: la Tecnica del Pomodoro e la Legge di Parkinson.
6. Svegliati presto al mattino
Party Universitari, nessun obbligo di frequenza, per la prima volta lontano da casa e dai miei genitori: diciamo che il mio primo anno di Università ho avuto molte… tentazioni (e ho ceduto altrettanto spesso). Ma avere chiaro il punto 1 (perché volevo frequentare l’Università) mi ha aiutato a non deragliare più di tanto.
Ricordo ancora che il punto di svolta nel mio percorso accademico c’è stato quando ho iniziato ad instaurare abitudini diverse, prima tra tutte quella di svegliarmi presto al mattino. Questo semplice gesto (beh, non all’inizio) può fare un’enorme differenza lungo l’arco della tua intera giornata.
Prima o poi pubblicherò una guida su questo argomento, perché la trovo un’abitudine davvero essenziale, nel frattempo ti consiglio di leggerti questo post: “Il segreto di Silvia per svegliarsi presto al mattino“.
7. Crea abitudini che ti cambieranno la vita
Svegliarsi presto al mattino non è l’unica abitudine che dovresti instaurare durante il periodo accademico. Questo periodo è infatti unico nella tua vita: i tuoi genitori, i tuoi amici e la società in generale si aspettano da te che ti concentri anima e corpo sulla tua crescita culturale. Perché non approfittare di questo periodo per iniziare anche il tuo percorso di crescita personale?
Molto difficilmente avrai una seconda chance nella vita per sperimentare nuove abitudini e stili di vita: approfitta della libertà che l’Università ti concede, non solo per spassartela, ma anche per investire seriamente sul tuo miglioramento.
Non hai idea da dove iniziare: ecco “10 abitudini per cambiare vita“.
8. Diventa un Ninja di lettura veloce e tecniche di memoria
Dedicare gli anni universitari ad instaurare buone abitudini senza approfittarne per migliorare le proprie capacità di apprendimento e memorizzazione sarebbe un po’ da minchioni, non trovi?
L’apprendimento rapido è stato uno dei primi filoni attraverso cui mi sono avvicinato al mondo della crescita personale e, senza dubbio, apprendere determinate tecniche mi ha aiutato ad affrontare il percorso accademico con maggiore sicurezza, rapidità ed efficacia.
Se vuoi avere una marcia in più rispetto ai tuoi colleghi universitari, ti consiglio di apprendere e praticare costantemente tecniche di lettura veloce e memorizzazione (ti ho linkato quelle che considero tra le migliori).
9. Impara a dare il doppio degli esami in metà del tempo
Per quanto importanti possano essere, un metodo di studio davvero efficace non può limitarsi a qualche tecnica di lettura veloce e memorizzazione. Se vuoi laurearti in tempo e con il massimo dei voti devi disporre di un approccio integrato allo studio.
Negli ultimi 10 anni ho sviluppato, applicato e poi raccolto in una guida (Sm2: Studia meno, Studia meglio) esattamente questo tipo di approccio integrato, che ho denominato metodo Sm2.
Il metodo si basa sui 4 pilastri dello studio.
- Motivazione. Se non hai voglia di studiare non c’è tecnica di studio che tenga. Nel manuale Sm2 2.0 trovi le migliori strategie per ritrovare la motivazione nello studio.
- Apprendimento. Memorizzare qualcosa che non si è compreso è inutile e dannoso. Un metodo di studio che funzioni davvero deve innanzitutto aiutarti ad apprendere velocemente nuovi concetti e nuove informazioni.
- Memorizzazione. Aristotele sosteneva che la memoria fosse lo scriba dell’anima; per quanto la memorizzazione venga sempre dopo l’apprendimento, se non riusciamo a memorizzare determinati concetti, non possiamo affermare di averli fatti davvero nostri.
- Organizzazione. Puoi apprendere e memorizzare i concetti chiave di un esame perfettamente, ma se ci impieghi 1 anno per ogni esame la tua carriera universitaria è destinata a fallire. Avere successo all’Università significa essere in grado di gestire efficacemente risorse scarse (tempo, focus, concentrazione, energia, etc.). Un metodo di studio completo non può prescindere da strategie di organizzazione dello studio.
Se stai per affrontare per la prima volta un percorso accademico o se senti il bisogno di dare una svolta ai tuoi risultati universitari, ti consiglio di dare un’occhiata a Studia meno, Studia meglio.
10. Divertiti
Conosci Animal House? E’ un film culto del 1978 sulla vita universitaria americana, interpretato tra gli altri dal mitico John Belushi (nell’immagine di copertina). Nel film vengono rappresentati party selvaggi, tra cui l’ormai diffusissimo Toga Party: ecco, divertirsi all’Università non significa necessariamente partecipare ogni sera ad un party diverso, o cazzeggiare beatamente per anni finanziati dai propri genitori. Allo stesso tempo però, la vita universitaria è un’occasione molto importante e non può essere vissuta come una via crucis. Approfitta dei tuoi anni universitari per conoscere nuove persone e fare nuove esperienze positive. Insomma…
Work hard. Play hard.
Mi auguro che questo articolo ti sia piaciuto e ti aiuti ad affrontare il nuovo anno accademico con una ritrovata motivazione ed un atteggiamento vincente. Per il momento ti auguro di goderti le ultime settimane di vacanza. Noi ci sentiamo al prossimo post. Andrea.
Foto tratta dal film Animal House.
Io il mio percorso universitario (purtroppo o per fortuna) l’ho completato, ma leggere post come questi mi fa sempre piacere e mette anche un po’ di nostalgia… concordo in tutto, soprattutto sullo studiare dal primo giorno, ti permette di arrivare più tranquillo e di poter gestire in modo flessibile il tuo tempo anche durante una sessione d’esame.
PS Andrea ho cercato di immaginarti in un toga party stile Animal House:)
Buona settimana
Ciao Samuele, grazie per aver lasciato la tua testimonianza, anche se sei ormai un laureato ;-)
Io?! Toga Party?! Se hai visto delle foto compromettenti, sono chiaramente dei fotomontaggi!!! XD
A presto,
Andrea.
Andrea io studio 5 ore al giorno . ma il linea di massima come numero di ore da dedicare allo studio può andare
Scegli la tua facoltà?
Sei un po’ in ritardo, mi sono appena qualificato al Polimi… (:
Ciao Federico,
complimenti :-)
In bocca al lupo per il tuo percorso universitario.
Andrea.
Ciao Andrea, ottimo articolo! Anch’io ho terminato i miei studi universitari, ma leggere comunque tutti i tuoi articoli mi fornisce sempre degli input per migliorarmi! Il modo in cui ti esprimi mi ricorda molto il mio prof di lettere delle medie, che è stato in assoluto il miglior docente di tutta la mia carriera scolastica, perché diceva delle cose importanti ma senza essere pedante! Buona settimana
Cara Mary,
mi fa molto piacere l’accostamento che hai fatto.
Credo che ognuno di noi abbia avuto un prof. speciale. Sinceramente nella mia vita è sempre mancata la figura di un mentore e alla fine ho dovuto fare da me. Per quelle che sono le mie possibilità e capacità, con il blog cerco di “mentorare” chi sta affrontando percorsi simili a quello che ho fatto finora.
Andrea.
Ma come, fai il piccolo povero fiammiferaio??
A quanto pare, per quello che ne hai parlato, tuo padre sembra una figura alquanto carismatica!!
E quindi anche se non direttamente ( come un mentore ) ma indirettamente hai avuto a casa un esempio abbastanza positivo di figura maschile che avrà saputo gettare delle buona fondamenta nell’educazione del figlio!!
Non mi sembra poco!! Tutt’altro!!
Lucky you!!
Ciao!
Fab
PS nella vita, c’è anche gente che ha avuto solo esempi negativi da parte di entrambi i genitori !!
Non bisogna mai dimenticarlo!!
Dimenticavo:
per quanto riguarda:
“…hai avuto a casa un esempio abbastanza positivo di figura maschile che avrà saputo gettare delle buona fondamenta nell’educazione del figlio!!”
Compito principale dei genitori è cosrtuire dei pilastri solidi e utili per la formazione del carattere dei figli ( ovviamente con esempi pratici e non con le chiacchiere!! ), poi logicamente spetta ai figli costruirci sopra una semplice casetta, una villa o una cattedrale!!
In ogni caso, sarà sempre una costruzione solida!!
E non è mica un risultato da poco!!
Per concludere, mi sembra che nel tuo caso stai eccellentemente onorando i buoni pilastri formativi che ti sono stati forniti!!
Ciao!
Fab
Dici cose vere Andrea, a partire dalla motivazione che dovrebbe spingere ad iscriversi fino al pezzo ” potrebbe non esserci una seconda chance “. Purtroppo è costume diffuso l’ immatricolazione perchèvengodalliceo,papàhalostudio,ehmaconquestacrisimegliostudiare, che sono il preludio di tutti i grandi fallimenti universitari.
Io sono al quarto anno di Giurisprudenza e,come gran parte dei pischelli che si iscrivono, mi ero guardato bene dal valutarla preventivamente affetto,come si è negli anni del liceo, dalla sindrome di Superman che a colpi di se e di ma ti da una errata e sopravvalutata concezione di te stesso.
Al secondo anno me la sono vista brutta con la frustrazione e la noia e pur rimanendo in corso,mettici la mancanza di soldi ( negli universitari sono poi diventato un trader semiprofessionista),i risultati medi(ocri?)e il non potermi immergere fino in fondo nella vita universitaria ( sono un pendolare) mi hanno fatto seriamente pensare di abbandonare. Poi mi sono detto che una cosa se la inizi va finita senza chiacchiere e senza lacrime,ed Efficacemente mi ha aiutato a ripartire. :)
Ciao Lopez,
sposo in pieno il tuo commento :-)
Mi fa molto piacere che tu abbia trovato consigli utili qui su EfficaceMente.
Andrea.
E se la facoltà che ho scelto ha 100 posti disponibili, e gli iscritti sono più o meno 500, (Scienze Motorie), oltre a studiare ogni giorno per quel test, cosa posso fare in caso di fallimento, c’è una facoltà simile, o con le stesse materie di scienze motorie, che magari l’anno dopo potrebbero essere convalidate, dopo essermi spostato?
Ciao Andrea, e buona settimana :)
Ciao Michele,
non ho una risposta pronta per tutto e per tutti e posso capire la tua paura.
Per il momento mi concentrerei sul test (anzi, se ti va, facci sapere come è andata, sono certo che tu lo stia preparando al meglio).
Per quanto riguarda poi i fallimenti, questi fanno parte della vita: ci sono persone che dopo un fallimento gettano la spugna, si demotivano ed entrano in una fase di stallo, come se il mancato successo fosse un giudizio sulla loro persona. Altre invece comprendono di aver sbagliato qualcosa nella preparazione, rimettono insieme i “cocci” e ripartono alla carica; anzi, nel frattempo, se il tentativo non è immediato, investono il loro tempo al meglio, magari sviluppando esperienze affini alla loro passione e che siano in grado di arricchire il loro curriculum.
Andrea.
Sì, ho comprato il libro per prepararmi e tramite un programma di studio e un paio di tecniche tratte da sm2 sto cercando di affrontare questo mattone da 800 pagine.. Però alcuni nozioni di biologia mi mandano fuori giri, e le domande sono molte mirate, sto cercando di fare del mio meglio, dovessi non entrare, teoricamente non vedo altre “via d’uscita”, poichè iscrivermi ad una facoltà che va contro le mie passioni non credo sia tanto utile ed efficace, quindi non so cosa fare.
Grazie comunque per la risposta, Mike.
Ciao Andrea,
Sono riuscito a passare il test, su 120 posti sono arrivato 105°, non so se sono davvero fortunato, ma comunque nei giorni prima del test mi sono preparato a dovere, anche se il libro mi è arrivato dopo 2 settimane che l’avevo ordinato, (il test è stato l’undici settembre, il libro l’ho ordinato il 2 agosto e mi è arrivato il sedici Agosto..) Lasciando stare questi avvenimenti, volevo puntualizzare solo che dal liceo sono uscito con 73, e alcuni miei compagni sono usciti con 90 sono arrivati dietro di me nella graduatoria, comunque, ho ottenuto questo risultato anche grazie alla tua guida, pianificando e usando lettura veloce.. Grazie ancora, Andrea!
Grande Michele,
ne sono molto felice!
Per curiosità, quando parli di libro, intendi quello su cui hai preparato il test, non Sm2, giusto? Che io sappia la mia guida si scarica immediatamente dopo il pagamento! ;-)
Comunque, complimenti davvero: sappi però che aver superato il test non è un punto di arrivo, bensì un punto di partenza. Pancia a terra e pedalare! ;-)
Grazie Andrea, questo risultato l’ho raggiunto grazie anche a te! :)
Comunque intendevo il libro per prepararmi al test, sm2 appena l’ho pagato l’ho subito scaricato e cercato di applicare al meglio. Sono cosciente di questo punto di partenza.. Ho iniziato lunedì, e mi trovo disorientato, ho già 6 esami da fare a febbraio, 3 belli tosti, e non capisco da dove prendere il tempo, visto che ho lezione mattina e pomeriggio e ho libero Martedì e Venerdì.. Grazie ancora,
Salve Andrea, leggo sempre con interesse e mi piace provare a mettere in pratica i tuoi consigli, per cui ringrazio. Ma stavolta scrivo per mettere in discussione un tuo punto: “Scegli una Facoltà amata dal mercato” mi sembra un consiglio totalmente sbagliato. C’è una ragione tecnica: i dati AlmaLaurea non sono assoluti, vengono compilati a discrezione degli studenti, quindi il campione in realtà non è scientificamente valido, insomma, i dati AlmaLaurea non sono indicativi del grado di impiego dei neo-laureati. Secondo, ma quale mercato. Ovviamente difendo la mia posizione di studente e ora studiosa, non solo di materie umanistiche, ma addirittura di arti performative, ovvero, se a 18 anni, quando ho scelto il mio percorso universitario, avessi seguito il mercato, oggi sarei forse imbottita di psicofarmaci… Credo che inizialmente, soprattutto per quanto riguarda la triennale, si debba scegliere ciò che si vuole, ciò che appassiona o attrae. Il problema mercato del lavoro avviene una volta dentro il proprio settore, da dentro si può aguzzare la vista, osservare dove c’è più bisogno e dove si possono applicare le proprie competenze e magari inventarsi anche un lavoro. Ad esempio c’è il falso mito che chi fa Lettere o simili poi non trova lavoro e questo emerge soprattutto da quei sondaggi fatti DA e PER istituzioni legate al mondo dell’economia o del marketing, quindi disinteressate a fornire una visione positiva e reale degli altri settori del sapere e dell’educazione.
Quindi non seguite il mercato, seguite il vostro interesse. Per quanto riguarda la passione, consiglierei di ponderarla, per comprendere quanto può essere sostenuta dai propri talenti e dalle proprie possibilità (ovvero magari ho la passione per la microchirurgia ma ho la mano tremolante, non va bene no; se ti piace la moda perché ti piace andare da H&M non va bene no, ma se invece ti interessa capire qual è il tessuto più funzionale per un certo taglio e una certa cucitura, allora vada per la moda and good luck).
La vedo così, mai fare nulla che possa frustrare. Lavorare sodo se lo fai per ciò che ami non ti farà ammalare.
Saluti!
Ciao Mel,
come è giusto che sia, molti lettori interpretano ciò che scrivo attraverso la lente della propria esperienza personale. Provo a riproporti il mio punto di vista, ringraziandoti per aver dedicato tempo per riportare la tua opinione qui sul blog.
In merito al primo punto, per quella che è la mia esperienza, la banca dati di AlmaLaurea è attualmente la più estesa in Italia. Come qualsiasi analisi statistica, va presa con le pinze, ma il campione, grazie proprio alla sua estensione, ha una valenza statistica di tutto rispetto. Per uno studente che si accinge a raccogliere informazioni sulla Facoltà che andrà a frequentare, è sicuramente una delle fonti da indagare per farsi un’opinione quanto più completa possibile.
In merito al secondo punto. Ho notato che 3 lettori circa sono saltati direttamente al secondo bullet point ;-) Credo che l’articolo sia molto chiaro nell’ordine delle priorità: “Scegli una facoltà che ami” è al primo posto e non a caso. Come sottolineato qualche commento più giù da Luca, scegliere una Facoltà, solo perché qualcun altro (il mercato, i genitori, etc.) dicono che sia quella giusta è un gravissimo errore: su questo punto concordiamo senza alcuna ombra di dubbio.
Ciò che ho cercato di sottolineare nel post, e che mi piacerebbe ribadire in questo commento, è che la scelta della Facoltà è una scelta molto importante e va fatta ponderando più fattori e cercando “l’intersezione” per noi più congeniale. A tal proposito ho particolarmente apprezzato un tuo passaggio: “e magari inventarsi anche un lavoro”. Bingo! Quando parlo di seguire il mercato, non parlo certo di seguire il mercato… universitario (Ingegneria, Economia, Giurisprudenza, etc. per intenderci), ma il mercato inteso come i bisogni di una società moderna in continua evoluzione. Ecco… per fare un esempio pratico: se sono appassionato di calcio non vado a fare scienze motorie. Non è così che dovrebbe essere scelta una Facoltà. Molto meglio indagare: passione + talento + bisogni. Ho spiegato meglio questo concetto in un mio precedente articolo: “Come creare un reddito passivo grazie alle tue passioni“.
Grazie ancora per il confronto,
Andrea.
Andrea ti ringrazio per questo articolo. Sei super.
Tuttavia, a mio modo di vedere vi sono degli errori.
Al punto 2) sono in totale disaccordo con la parte “Scegli una Facoltà amata dal mercato.”. Condivido il commento di Mel e aggiungo che uno nella vita deve tentare prima di tutto di fare ciò che ama; solo in un secondo momento può ripiegare in caso non ce la facesse.
Io ad esempio quest’anno mi iscrivo a Scienze internazionali e diplomatiche a Forlì. Alcuni dicono stupidamente che “non è nè carne nè pesce”, “non dà lavoro”, “è inutile”, ecc. Sai cosa penso? CHE SONO TUTTE STUPIDAGGINI.
E’ ovvio che non tutte le facoltà sono raccomandabili e che gli atenei possono essere più o meno prestigiosi e che la mia non è l’ultima scelta (anzi, è ateneo di Bologna), tuttavia se seguissi certi consigli finirei per essere infelice. E, per quanto mi riguarda, la felicità è la cosa più importante nella vita.
Per il resto, io consiglio a tutti coloro che si affacciano all’università … libri:
1) “Dipende da te” di Rando Kim
2) “Il Potere, la Libertà e la Grazia” di Deepak Chopra e “Come fare i miracoli tutti i giorni” di Wayne W. Dyer. Per cercare altri libri che vi migliorano cercate sui motori di ricerca i libri di Tony Robbins, di Fabio Marchesi, di Wayne W. Dyer, di Joe Vitale e di Deepak Chopra.
3) “Lettura veloce”, “Usiamo la memoria per ricordare quasi tutto”, “Usiamo la testa” e “Mappe mentali” di Tony Buzan. Buzan è un autore di manuali su tecniche di apprendimento e di memorizzazione stimato in tutto il mondo.
4) “Detto, fatto! L’arte dell’efficienza” di David Allen (pagina in wiki http://it.wikipedia.org/wiki/Detto,_fatto! )
5) Se volete capite il mondo del lavoro meglio di tanti altri v consiglio questo acquisto: “Le palle che ci raccontano sul mondo del lavoro” di Lorenzo Paoli. Demolisce molti falsi luoghi comuni ma allo stesso tempo dà tantissime nuove idee/soluzioni.
Come vi ha suggerito Andrea stesso, valorizzate inoltre l’aspetto relazionale all’università. Troverete molte dritte utili sul libro che ho citato prima “Dipende da te” di Rando Kim. Tuttavia, su questo argomento penso possiate rivoluzionare in meglio il vostro approccio leggendo “Meet & grow rich” di Joe Vitale.
Mi sento un asso in queste cose. Questi libri sono accuratamente selezionati e davvero molto utili, per me in primis. Se siete giovani e laureandi come me, la vostra biblioteca personale ha bisogno di questi libri! ;)
Buona fortuna a tutte le ragazze e i ragazzi che affronteranno da quest’anno l’università. Io per consigli e suggerimenti sono sempre disponibile. Dò il permesso a Andrea di dare il mio contatto facebook a coloro ne hanno richiesta.
Ale
Mi trovo perfettamente d’accordo con te. Io ho fatto un liceo scientifico e la mia materia preferita era filosofia, la studiavo anche di notte, e non riuscivo a farne a meno. Finito il liceo ho seguito “l’onda” e mi sono iscritto a ingegneria, risultato, due anni di M, dopodichè ho avuto un’illluminazione: mi stavo prostituendo!
Si, io sono dell’idea che se uno ha una passione la deve seguire, i grandi uomini della storia hanno fatto la differenza proprio perchè non hanno seguito la corrente ma il loro istinto.
Inoltre se tutti vanno a destra non è difficile intuire che si creerà un sovraffollamento! Allora piuttosto a sinistra no? (non parlo di politica, è solo una metafora!)
Ciao Ale,
so che segui EfficaceMente da molto tempo e ti ringrazio davvero per il tuo prezioso commento.
Sul punto della “scegli la Facoltà amata dal mercato” ho risposto nel dettaglio nel commento di Mel.
Riguardo ai libri che suggerisci, non è un caso che molti sono presenti anche nella sezione Risorse del blog.
Grazie ancora,
Andrea.
Ciao Andrea, l’articolo è stato molto interessante e a breve intendo mettere in pratica i tuoi consigli!
Ho già finito la triennale con buoni risultati, ma allora ero una studentessa a tempo pieno.. frequentavo tutte le lezioni e preparare gli esami mi risultava facile. Con la specialistica le cose sono cambiate: ho iniziato a lavorare, all’inizio un part-time che mi ha permesso di andare avanti con l’università, anche se più lentamente. Quando le ore di lavoro sono diventate quasi quelle di un lavoro a tempo pieno mi sono persa… Ora è un anno che non affronto un esame e ho deciso di mobilitare tutte le mie forze per finire! Spero che sarà la volta buona!
Riprendere è difficile, sono fuori allenamento e impiego dieci volte il tempo che ci mettevo in passato!
Mi piacerebbe sentire qualche commento di studenti-lavoratori, io tutti i giorni torno a casa dal lavoro e crollo sul divano!!!
Ciao Aneta,
confrontandomi spesso con studenti lavoratori, quando ho scritto Studia meno, Studia meglio, ho deciso di inserire una sezione dedicata a questa “categoria” ;-)
Un consiglio rapido? Beh, se l’Università è la tua priorità #1… perché dedicarci tempo alla fine della giornata? Studia come prima cosa appena sveglia… eh già, questo significa svegliarsi presto ;-)
Andrea.
Chiaro!
E si torna a (cercare di ) svegliarsi presto …
;)
Buona settimana!
Vedo che Claire, come al solito ha beccato uno dei punti più importanti ;-)
AAA dovevo leggere questo articolo 10 anni fa, il mio percorso universitario è stato un fallimento però anche se non mi sono laureato ho imparato il lavoro che sto facendo adesso :)
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Gli obiettivi che ho adesso non rendono più necessario tornare all’università
.
E’ strana la vita, leggo e STUDIO molto di più adesso rispetto a quando ero all’università o a scuola; e se ne avessi il tempo lavorerei per i miei progetti molto di più rispetto a quanto lavoro in ufficio
Ciao Andrea,
molto bello il tuo articolo.
E se la facoltà che ami non è proprio richiestissima sul mercato? :-)
Un caro saluto
Raffaella
ciao Andrea,
grazie per le cose che scrivi! Concordo su tutto, in particolare vorrei sottolineare due cose: la motivazione viene davvero prima di tutto! Inoltre, e parlo da docente universitaria, gli studenti dovrebbero imparare davvero da subito a ‘sfruttare’ di più i propri docenti. E’ vero che ci sono professori poco presenti e/o disponibili, ma gli studenti fanno davvero poco per sfruttare quelli che invece lo sono! Anche io da studentessa pensavo che andare a chiedere qualcosa al prof fosse opera di lecchinaggio (e ci sono studenti professionisti in questo eh!), ma è comunque sempre meglio approfittare delle ore di lezione e ricevimento, fai bene a ricordarlo,
complimenti ancora,
Nora
Ciao Andrea,
ho conosciuto da poco il sito e ti faccio i miei complimenti.
Leggendo ho visto che tu parli di diversi stili di apprendimento,
io credo di avere una memoria per lo piu cinestetica ma non ho ben capito quale dovrebbe essere il metodo di studio che mi aiuti a sfruttarla al massimo
Ciao Nino,
sbaglio o hai acquistato la mia guida Studia meno, Studia meglio? In Sm2 parlo dei diversi stili di apprendimento, tra cui naturalmente quello cinestesico. Per chi possiede questo stile di apprendimento suggerisco strategie di apprendimento e memorizzazione cucite su misura, come ad esempio la tecnica della “rappresentazione teatrale”.
Andrea.
Grazie della risposta, proverò ad applicare questa tecnica.
Ma secondo te il mio ossessivo bisogno di scrivere tutto ciò che devo sapere e ricordare riguardo ad un libro di testo è dovuto a questo stile di apprendimento cinestetico o è più probabile che sia dovuto alla mia insicurezza e paura di non ricordare le informazioni all’esame?
Ciao Andrea. Sono una neo-iscritta, ma da tempo frequento il tuo blog. Tra pochi giorni incomincerò il mio primo anno di università: studierò in Inghilterra. Sebbene mi reputi abbastanza abile con la lingua, affronto una sfida notevole, essendomi io appena trasferita in un paese diverso dal mio. Conoscenze di famiglia, di lingua madre diversa dall’italiano, mi hanno raccontato quanto fosse stato duro il loro primo anno universitario in Italia, con mille dizionari da consultare per ogni libro. Mi chiedevo se avessi qualche prezioso consiglio riguardo il metodo di studio in una lingua straniera, come per me l’inglese. Grazie in anticipo!
Caro Andrea,
sono un tuo lettore da una ventina di giorni circa, ma ho già acquistato il tuo lavoro sm2, che ho trovato ben fatto e ben pensato. Quindi, complimenti sinceri. Leggendo questo articolo mi è venuto un pò da ridere per il semplice motivo che ho scelto un percorso che amo sin da quando sono piccolo ma che purtroppo non ha largo spazio occupazionale (nel senso tradizionale) qui in Italia : la Psicologia. Però, leggendo altri tuoi post, mi sono reso conto che nessuna materia più Psicologia può meglio sposarsi nel concetto di mobilità in vari campi e settori (Psicologia del lavoro, Neuroscienze, Psicologia dell’educazione, Psicologia della salute, Psicologia sociale etc…).
Per questo motivo, penso che con volontà e un’ottima organizzazione, si possa riuscire a costruirsi il proprio spazio e magari, se proprio si ha talento, rilanciare l’immagine di una figura che è vissuta con eccessiva ambiguità. Scusa il mio pensiero autistico ;-)
In bocca al lupo e saluti.
Ciao Mario,
grazie per il tuo commento.
Il passaggio sulla scelta della facoltà è stato evidentemente scritto male: non a caso molti lettori ne hanno dato un’interpretazione lontana dalle mie intenzioni. Concordo appieno su quanto scrivi nel tuo commento: oggi il mercato del lavoro non solo va seguito, ma va anche “creato”. Io nel mio piccolo sto vivendo un’esperienza di questo tipo, di cui vorrei parlare nel blog nei prossimi mesi.
A presto,
Andrea.
Il problema si pone nel momento in cui ti trovi a frequentare un corso di studi diverso da quello dei tuoi sogni…e la colpa non è solo tua, ma anche di vari fattori esterni…come i test d’ingresso e tutte le difficoltà annesse e connesse che sappiamo. Dopo due anni che provi, che ti ammazzi di studio, che speri e che sogni…diciamo che l’autostima non è la prima cosa che si fa vedere. Non per questo io demordo, mi rimbocco le maniche, ricomincio a studiare e perseguo il mio obiettivo finchè non l’avrò raggiunto. Sarà solo difficile lavorare con me stessa…
delle motivazioni in più per andare all’università!
Grazie!
Che che se ne dica l’università offre ancora le migliori chances per iniziare un percorso lavorativo competitivo.
Ciao e innanzitutto complimenti per il sito:) spero che potrai aiutarmi. Sono una studentessa che ha terminato la maturità a giugno al liceo e ho scelto di studiare giurisprudenza in un’università sotto casa perché non sapevo che altro fare e perché mio padre mi diceva che con giurisprudenza hai ” molte porte aperte per quanto riguarda il futuro lavorativo” . Ho esitato tutta l’estate, dopo aver fatto un test d’ingresso sia per questa università che per un’altra università in un’altra città ( mediazione linguistica a Trieste, dato che i miei genitori sono entrambi stranieri e che parlo tre lingue ) , ma , alla fine, penso per mancanza di coraggio nel trasferirmi, sono rimasta qui, e ho preso giurisprudenza. Le lezioni sono iniziate da un mese e mezzo e mi trovo male. Ho tre mattoni da studiare per gennaio/ febbraio e sono indietro perché non trovo la motivazione. Non sono abituata allo studio di una cosa così ” sterile ” come il diritto, non riesco a farmi entrare in testa le nozioni dello stato, del parlamento, ecc. è tutto così impersonale e ho davvero molta paura per l’anno prossimo : chi mi dice che avrò il coraggio di cambiare ? E anche se lo avessi, che facoltà prenderei ? Ho l’impressione di star rovinando la mia vita. Non esco quasi mai a divertirmi eppure non trovo il coraggio per studiare, anche se al liceo sono uscita con il voto di maturità fra i migliori della classe. Provo a farmi piacere lo studio del diritto ma non vedo prospettive future, non mi appassiona. Se hai qualche consiglio utile te ne sarei molto grata.
Sterile il diritto? Nonononon si possono dire certe cazzate!
In ogni caso il consiglio te lo do io: molla giurisprudenza e fai quello che ami di più. Sei ancora giovane e anche se perdi un anno non succede nulla. E comunque legge non dà più le stesse opportunità di un tempo, quindi se non ti piace hai 1000 motivi per mollarla ed andare a fare ciò che ti appassiona di più (anche perché le lingue rendono di più al giorno d’oggi, specie se parti avvantaggiata). Firmato: un’artista che ha deciso di fare legge (e che tiene l’arte come secondo lavoro!)
Ciao Andrea seguo da un po’ il tuo blog e mi è stato utilissimo,il mio problema maggiore è il passato mi ritrovo a laurearmi alla specialistica avendo fatto un anno di erasmus , a 31anni. Questo non riesco ad accettarlo mi sento in ritardo su tutto, entrata nel mondo del lavoro, inizio dei guadagni. Vorrei riuscire a colmare in qualche modo questo ritardo ma non saprei come. Hai letture da consigliarmi a riguardo?vorrei sapere che qualcuno ha avuto una storia simile alla mia ,sapere che non è tutto precluso,perché nonostante il ritardo sono molto ambiziosa. Grazie
ciao . Andrea navigando mi sono imbattuto sul . tuo sito .il cambiare certe cose fa la differenza nello studio . anche la semplice mentalità improntata al conoscere le cose . piuttosto che studiare fa la differenza . sto avendo dei risultati nella memorizzazione con la regola della scuola materna. ho una domanda ma più ho meno quante ore si dovrebbero dedicare allo studio durante un giorno?
Ciao Andrea, complimenti per il tuo sito, è davvero interessante e sto divorando un sacco di contenuti…
Purtroppo non sono più uno studente universitario, ma da qualche anno ho creato una risorsa gratuita per chi cerca una stanza in affitto e mi sembrava il posto ideale per aggiungere anche questa parte al tuo articolo.
Il portale si chiama Uniaffitti.it (non metto il link per non fare lo spammer :) ) , è gratuito e mette in comunicazione chi cerca una casa con chi la affitta.
Al contrario di molti altri portali, non siamo sommersi da banner pubblicitari, rispettiamo la privacy dei nostri utenti e non li riempiamo di spam!! Insomma, se cercate casa e non volete pagare un’agenzia immobiliare, siamo il posto ideale!! :)
Studentessa di 21 anni, agli sgoccioli della triennale in lettere classiche. Il periodo universitario, soprattutto se vissuto da fuori sede, spesso può scoraggiare: si cominciano ad intuire le proprie esigenze, e capita di frequente che queste non s’incastrino con ciò che pretende chi ci è sempre stato intorno (appunto amici, genitori, parentame vario).
Dal bassissimo del mio pulpito di carta pesta, rinnovo l’invito a impegnarsi nella crescita personale: ma specifico che questa non serve a “””resistere””” (mi rivolgo soprattutto a chi ha DECISO di portarsi la croce, come me), né a rafforzarsi per “arrivare pronti” al dopo, ma a vivere nella crescita. Noi siamo solo in divenire.
Buono studio a tutti, enjoy!