Probabilmente non è la prima volta che senti parlare di “minimalismo“, ma sai cos’è il “minimalismo digitale“? Scopriamolo in questo nuovo articolo di approfondimento di EfficaceMente.
In una recente intervista, alla domanda “qual è la sua idea di lusso?”, Brunello Cucinelli, considerato il Re del cashmere, nonché uno degli imprenditori italiani più illuminati, ha dato una risposta a mio avviso bellissima:
“Il vero lusso è vivere una vita che sia segreta al tuo smartphone. Che non deve sapere se vado a passeggiare nel bosco o se sono a Camogli a parlare ad un convegno. Questo è il lusso che eleva l’animo umano, che lo avvicina alla grande bellezza“.
In un’epoca in cui le tecnologie digitali sono diventate sempre più invasive, il vero lusso non è più dunque quello di possedere l’ultimo modello di smartphone, ma evitare di esserne posseduti.
Saremo davvero ricchi (di tempo e di vita) solo se impareremo a proteggere i nostri spazi mentali da questi dispositivi e da questi algoritmi progettati a tavolino per assorbire completamente la nostra attenzione e rivenderla al miglior offerente.
Attenzione però, non fraintendermi: non è un rifiuto radicale della tecnologia quello che ti sto proponendo.
Non sono certo un neo-luddista! Anzi, abbracciare le nuove tecnologie, quando queste erano ancora considerate “roba da nerd“, ha contribuito enormemente al raggiungimento di molti miei obiettivi.
Da anni però suggerisco ai miei lettori di ripensare consapevolmente il proprio rapporto con la tecnologia e abbracciare una nuova filosofia che consenta loro di prendere il meglio dagli avanzamenti tecnologici dei nostri tempi, senza rimanere triturati tra i loro ingranaggi infernali.
A questa filosofia, uno dei miei autori preferiti ha dato un nome molto efficace: minimalismo digitale.
In questo articolo scopriremo cos’è il “minimalismo digitale” e perché adottarlo può letteralmente cambiarti la vita.
Cos’è il “minimalismo digitale” (e perché te ne dovrebbe fregare qualcosa)
L’autore a cui ti accennavo qualche riga fa è il Prof. Cal Newport, che è una sorta di contraddizione vivente...
Newport di giorno insegna Computer Science in una delle più prestigiose università americane, la Georgetown University, e di notte scrive articoli e saggi su come difendersi da quegli stessi algoritmi, che, come ricercatore, ha contribuito (in parte) a sviluppare.
Curioso poi che il suo TEDx sia intitolato emblematicamente: “quit social media” (“cancellati dai social”), ma è proprio grazie a questi ultimi e al tam tam digitale se ha raggiunto le 6 milioni di visualizzazioni.
Come detto, il Prof. Newport sembra essere una contraddizione vivente, ma come presto scoprirai, queste apparenti contraddizioni in realtà trovano la loro perfetta sintesi in quella filosofia di vita che nel suo ultimo saggio ha chiamato appunto: “minimalismo digitale“.
Se, come abbiamo visto in questo mio precedente articolo…
“Il minimalismo è la ricerca consapevole di ciò che porta gioia nella nostra vita e l’eliminazione volontaria di tutto il resto.”
Secondo Newport, il minimalismo digitale è invece:
“Una filosofia di utilizzo della tecnologia che prevede la scelta accurata di un numero ristretto di attività digitali (app, siti, servizi online) che siano in linea con i nostri valori e l’eliminazione volontaria di tutto il resto.”
Insomma, niente social detox o diete mediatiche estemporanee, a cui spesso seguono malsane… abbuffate digitali, ma piuttosto un vero e proprio cambio di paradigma nel nostro rapporto con la tecnologia.
Invece di essere perennemente connessi, nel timore di perderci qualcosa di interessante (la famosa FOMO: fear of missing out), la filosofia del minimalismo digitale capovolge il nostro punto di vista e ci sprona a selezionare con cura quelle attività online e quei servizi digitali che creano reale valore nella nostra vita, sbarazzandoci di tutto ciò che potrebbe essere potenzialmente utile e interessante, ma che nella stragrande maggioranza dei casi assorbe semplicemente il nostro tempo e la nostra attenzione.
Nell’omonimo libro, il Prof. Newport spiega nel dettaglio come diventare dei provetti minimalisti digitali, non ti farò quindi spoiler (anche perché, a proposito del libro, ti svelerò un piccolo segreto a fine articolo).
Vorrei però condividere con te i 9 pilastri su cui si fonda questa nuova filosofia di utilizzo della tecnologia.
Se comprenderai questi principi base, capirai perché oggi è così importante abbracciare il minimalismo digitale…
I 9 pilastri del minimalismo digitale
Quello che molti non sanno è che il libro “Minimalismo digitale” nasce da un esperimento condotto dallo stesso Newport con 1.600 dei suoi follower, esperimento finalizzato ad eliminare la dipendenza da smartphone e social e ritrovare un nuovo “equilibrio digitale” in 30 giorni.
I dettagli e i risultati dell’esperimento sono ripresi all’interno del saggio; nell’articolo originale del 2016 in cui Newport ha presentato il concetto di minimalismo digitale e ha invitato i suoi lettori a partecipare all’esperimento è presente tuttavia anche una sorta di “manifesto“, in cui vengono elencati i 9 principi base di questa filosofia.
Ho trovato questo “manifesto” molto interessante e ho pensato di riprendere per i miei lettori quei 9 punti che hanno dato vita al movimento del minimalismo digitale. Eccoli:
1. Rimanere tagliati fuori non sempre è un male
App come Facebook o Instagram sono state volutamente progettate per generare la famosa FOMO (Fear Of Missing Out – paura di rimanere tagliati fuori), a cui ti accennavo qualche paragrafo fa.
Ogni singola notifica che ricevi da queste app o che trovi all’interno delle app stesse è pensata per spingerti a controllare cos’è accaduto di nuovo dall’ultima volta che hai utilizzato questi servizi.
I cerchietti colorati attorno alle nuove stories di Instagram, le notifiche rosse che ti segnalano nuovi commenti o cuoricini, i numeretti sopra l’icona dei messaggi per avvertirti di nuove comunicazioni, ogni singolo dettaglio (inclusi i colori e il layout) è stato progettato per generare in te l’irresistibile voglia di controllare cosa ti sei perso nei 10 minuti in cui non eri incollato al tuo smartphone.
Naturalmente queste aziende non sono così zelanti perché temono che tu perda il messaggio della tua amica Laura.
No, a Mark Zuckerberg non gliene frega niente delle tue amicizie o delle tue relazioni: il suo unico obiettivo è aumentare il tempo che trascorri su suoi servizi, perché più tempo ci passi, più lui può rivendere questa tua attenzione agli inserzionisti pubblicitari.
Non farti infinocchiare, scegli deliberatamente di “rimanere tagliato fuori”: togli le notifiche dalle tue app.
2. Meno è meglio
Siamo stati spinti a pensare che se un servizio online o un’app possono darci un qualche beneficio (anche marginale), allora non possiamo farne a meno!
Potremmo definire questo approccio il… massimalismo digitale: scarico la qualunque, mi iscrivo a qualsiasi sito, perché chissà, magari un giorno mi può tornare utile o magari ogni 4 anni postano qualcosa di interessante.
Ci ritroviamo così ingorgati in un pantano di informazioni e aggiornamenti di bassa qualità, che ci rallentano e ci stressano e in cui difficilmente scorgeremo ciò che ci interessa davvero.
Il minimalista digitale al contrario, applicando alla lettera il principio di Pareto, sceglie di rinunciare in maniera consapevole all’80% del “rumore digitale“, selezionando con cura quel 20% di servizi, applicazioni e attività online in grado di dargli il massimo valore e qualità della vita.
3. Concentrati sui valori per te essenziali
Molti di noi sono (senza saperlo) dei massimalisti digitali perché in realtà non hanno chiari quali siano i valori e i principi guida della loro vita.
Ti sei mai chiesto cos’è davvero importante per te?
Prova allora a fare questo esperimento: vai a questo articolo e seleziona dalla lista di valori che troverai all’interno, i 5 per te più importanti in assoluto.
Una volta individuati, scorri rapidamente le schermate del tuo smartphone e chiediti quali app riflettono davvero questi tuoi valori essenziali.
…e poi elimina tutte le altre.
4. Ciò che merita emerge
Ipotizziamo che nell’esperimento precedente tu abbia scelto, tra i tuoi valori essenziali, la Realizzazione professionale e che per raggiungerla tu abbia bisogno di stare sui social.
A questo punto, come minimalista digitale dovresti chiederti: “devo necessariamente trascorrere le mie giornate a consultare e a postare su TUTTI i social networks inventati negli ultimi 10 anni o, per la mia professione, è sufficiente che mi focalizzi solo su… che so, LinkedIn?!“
Il punto è che non tutte le tue attività online portano gli stessi risultati e le migliori, generalmente, tendono a distinguersi parecchio dalle altre.
Concentra i tuoi sforzi su queste attività e liberati senza rimorso delle altre.
5. Il rumore digitale è stressante
Controllare settecentorgici app, rispondere a 27.000 messaggini e passare da una finestra del browser all’altra tutto il santo giorno ha un impatto sulla nostra salute mentale.
Tendiamo ad ignorarlo perché… così fan tutti, ma nel momento in cui abbracciamo la filosofia del minimalismo digitale, trascorrendo il minimo tempo indispensabile online e solo su app e siti che creano per noi reale valore, improvvisamente ci accorgiamo di quanto più tranquille siano le nostre giornate e di quanto più tempo ci ritroviamo ad avere.
6. L’attenzione è una risorsa scarsa e fragile
Non è il tempo la risorsa per noi più importante, ma l’attenzione.
…e l’attenzione è una risorsa scarsa e fragile: ne abbiamo infatti un certo ammontare (limitato) ogni giorno e perderla è facile come estrarre il nostro smartphone dalla tasca.
Impara a difenderla come se ne andasse della tua stessa vita, perché ciò a cui dai attenzione È la tua vita.
“La tua vita è ciò a cui dai attenzione.”
7. Le migliori attività online sono quelle che ci fanno vivere meglio offline
Recentemente ho letto questa interessante citazione:
“Il vero problema dell’umanità è che abbiamo: emozioni paleolitiche, istituzioni medievali e tecnologie futuristiche.”
E. O. Wilson.
Il punto è proprio questo: il nostro cervello non si è ancora adattato alla rivoluzione tecnologica e non è un caso se dopo una giornata trascorsa a smanettare col nostro smartphone e a consumare informazioni e video online, ci sentiamo nervosi e stanchi.
Se scegliamo di intraprendere la via del minimalismo digitale dobbiamo quindi essere consapevoli che spesso le app e i servizi digitali che creano reale valore nella nostra vita sono quelli che ci aiutano a vivere meglio nel mondo reale.
Alcuni esempi? Le app di navigazione, le app per tracciare i nostri allenamenti, le app per tradurre da una lingua all’altra, etc.
8. Sospetta di quegli strumenti che risolvono problemi che non esistevano prima dell’avvento degli strumenti stessi
Le app che sfruttano il GPS del nostro telefonino risolvono un problema antico come l’umanità: aiutarci ad andare da un punto A ad un punto B.
Ma un’app nata per inviare messaggi che scompaiono dopo essere stati letti (Snapchat), quale problema esistenziale risolve? Nessuno, se non un problema marginale nato proprio con l’avvento delle app di messaggistica.
Se vuoi diventare un minimalista digitale, fai particolarmente attenzione a questa tipologia di app.
9. La creatività batte il consumo ogni singolo giorno della settimana
L’essere umano, nel suo profondo, è un artigiano.
Insomma ciò che ci dà reale soddisfazione è impegnare il nostro tempo e le nostre energie per creare qualcosa di originale.
Ecco perché le attività online che creano maggior valore nella nostra vita sono quelle che ci permettono di costruire qualcosa di utile e non quelle che ci spingono semplicemente a consumare.
Scrivere questo articolo, tra ricerche & co., mi ha richiesto circa 10 ore di lavoro, ma sono 10 ore che sento di aver speso bene e vederlo pubblicato mi dà soddisfazione (e spero si dimostri utile per te). Ma se avessi impegnato quelle stesse 10 ore navigando senza meta tra Facebook, Instagram e Youtube, probabilmente non avrei provato le stesse emozioni positive.
Scegli di investire il tuo tempo online per creare e non semplicemente per consumare.
Per concludere… (dovevo svelarti un piccolo segreto, giusto?)
Sono 13 anni che su EfficaceMente (tra le altre cose) condivido decine tra i migliori testi di crescita personale.
Il fatto che in questo articolo parli di un libro che dovresti assolutamente leggere dunque non è un novità.
Questa volta però, il libro in questione è diverso da tutti gli altri suggeriti in precedenza…
Mi è stato proposto di diventare Direttore di Collana della ROI Edizioni, una casa editrice nata da pochi anni, ma che ha già portato in Italia libri di autori come Seth Godin, Satya Nadella (CEO di Microsoft), Marco De Veglia, Filippo Ongaro e tanti altri ancora.
La collana in questione si chiama “Ottantaventi” (in omaggio al buon Vilfredo Pareto) e ha come obiettivo quello di pubblicare 3 nuovi libri all’anno dedicati alla crescita e all’efficacia personale.
…e questo per me è un piccolo sogno che si realizza.
Spesso infatti, la maggior parte dei libri che suggerisco sono disponibili solo in lingua inglese, un ostacolo per diversi miei lettori.
Come Responsabile della Collana “Ottantaventi” potrò finalmente portare sul mercato italiano alcuni dei miei libri preferiti, libri che in alcuni casi mi hanno letteralmente cambiato la vita.
…e come avrai ormai intuito, Minimalismo Digitale del Prof. Cal Newport è il primo dei libri che ho personalmente selezionato per la mia Collana.
Non vedo l’ora che tu lo legga e mi faccia sapere nelle recensioni di Amazon in che modo ti avrà aiutato a migliorare la tua vita.
Il libro è presente nelle migliori librerie nazionali, ma lo puoi ordinare anche su Amazon, usando il link qui sotto.
Spero che questo nuovo progetto ti piacerà e ti sarà utile!
A presto.
Andrea Giuliodori.
Non nascondo che a fine articolo mi sono sentito preso in giro. Senza polemica, solo un ritorno con pretesa costruttiva.
Ciao Gianmaria, io la trovo invece un’iniziativa lodevole tradurre in italiano e portare a chi non conosce ancora l’inglese (non è il mio caso, l’ottanta per cento dei libri e dei blog che leggo sono in lingua inglese) dei libri di qualità. La lamentela “Uffa ma non esiste in italiano” ce la sentiamo dire da anni sul blog e sui gruppi Facebook di Andrea, quando lui propone libri inglesi.
Di Cal Newport ho apprezzato tantissimo anche DEEP WORK.
Comunque, pensandola in modo diverso da te Gianmaria, ho apprezzato la tua sincerità.
Ciao Gianmaria, mi spiace leggere questo commento, ma non capisco in che senso ti senti preso in giro?
Ciao Andrea! Congratulazioni per la tua nuova avventura. La tua lungimiranza su queste tematiche, un po’ controcorrente, ma necessaria, mi ha sempre affascinato. Nel 20% del digitale a cui non posso rinunciare c’è sicuramente Efficacemente che in questi anni mi ha dato molto più di quanto potessi immaginare. Anche io nel mio piccolo combatto per trovare un equilibrio soprattutto perché lavoro nel marketing, dove ogni app sembra necessaria. Fortunatamente sono riuscito a trovare la mia strada di disintossicazione dalle App ruba tempo nella SEO, creare valore per le persone è ciò che mi interessa veramente, a costo di rimanere tagliato fuori dal rumore dei social.
Ciao Giulio, sono davvero felice che EfficaceMente rientri nel tuo 20% ;-)
Buon lavoro e buona settimana.
Confermo, ogni volta le sorprese sono solo tanta pubblicità per efficacemente: sono diventato editore ordinate i miei libri(Preferisco i libri in inglese come anche tu suggerisci).
– il mio libro ha venduto tanto, comprate il mio corso crea tempo solo per due giorni.
Ci fosse ogni tanto uno sconto un servizio in più per chi ti segue da anni e non solo pubblicità ogni volta!
Mi piaciono i tuoi contenuti, ma un po meno di presa in giro digitale non sarebbe male essendo istruiti da te a non cascarci.
Ted
Ciao Ted, temo tu stia facendo un po’ di confusione.
Essere curatore di una collana, non ha nulla a che fare con l’essere editore e quelli proposti non sono “miei” libri, ma libri che ho personalmente selezionato sul mercato americano, tra i migliori autori che seguo.
Questo nuovo progetto è più un impegno per me, che altro, ma l’ho accettato con entusiasmo, proprio per offrire un nuovo servizio ai miei lettori.
Come detto giustamente da Alex in un precedente commento, sono anni che numerosi lettori mi rimproverano di suggerire testi in lingua inglese, adesso non va neanche bene se quei testi li faccio portare in Italia, ve li faccio tradurre e ve li rendo disponibili nelle principali librerie italiane?! Ma è proprio vero che chi fa sbaglia ;-)
No, seriamente leggere il tuo commento e quello di Gianmaria, mi ha un po’ deluso: da 10 anni ci metto impegno, trasparenza e onestà nel mio lavoro e molte delle recenti iniziative (dal libro Rizzoli, agli audiolibri con Audible, etc.) mi hanno portato in tasca davvero poco, ma le ho fatte perché voglio che i miei lettori abbiano il più ampio accesso alle migliori risorse di crescita personale.
Poi ripeto, capisco che in Italia, come fai sbagli, però mi auguro che ora che vi ho spiegato in cosa consiste il progetto e che i miei ritorni personali sono alquanto assottigliati, abbiate un sano ripensamento.
Ps. Per quanto riguarda la vendita di nostri corsi invece, non vorrei sconvolgerti, ma è esattamente questo il modello di business di EfficaceMente: 90% di contenuti gratuiti messi a disposizione di tutti e 10% di contenuti a pagamento che tengono su la baracca. Nessuno naturalmente vi costringe a comprarli, però abbiate la decenza di non lamentarvi se ci “permettiamo” di pubblicizzarli.
Ciao Andrea,
il mio commento non faceva il minimo riferimento alle tue lodevoli attività. Rileggendolo anzi mi scuso perché lo trovo un po’ fuori luogo.
Ti seguo sempre con molto interesse e per quanto riguarda i libri ho sempre trovato illuminanti i tuoi consigli.
Sono molto contento del traguardo che hai raggiunto e sono sicuro che farai benissimo nel ruolo.
PS: già prima della fine avevo comparto DEEP WORK su Amazon. Adoro i libri e la lettura, l’altro libro di Cal l’ho messo in lista su Amazon come prossimo acquisto.
Grazie
Ted
Grazie Ted,
buone letture!
Infatti non si capisce proprio in che senso si sente preso in giro. Andrea cura un sito, una newsletter, offre dei corsi: è un vero lavoro a tempo pieno, non è mica un’attività di volontariato o beneficienza.
E’ un commento tipico di molti italiani: il lavoro degli altri dovrebbe essere gratis, il proprio dovrebbe essere strapagato, purtroppo conosco decine di persone che ragionano così.
Flavia, quanto ai ragione. Andrea svolge un lavoro, non un servizio pubblico. È tipico soprattutto di chi non vive il mondo professionale di pensare che tutto sia dovuto o a costo semizero.
Congratulazioni! C’è la versione kindle?
Al momento non credo sia disponibile, ma devo chiedere alla casa editrice se prevedono di farla o meno. Vi aggiorno a riguardo.
Ciao Dario, mi sono informato: mi hanno confermato che il giorno della pubblicazione 19/06/2019, sarà disponibile anche la versione Kindle.
Ciao Andrea, ti faccio i miei auguri per la nuova avventura, spiace leggere i soliti commenti da “italioti”, che vorrebbero tutto “aggratis”. Ci sarà un motivo se qui le cose vanno sempre peggio, con questa mentalità…Comunque per le prossime edizioni ricordati del tuo libro preferito “the slight edge” l’ho letto in inglese e mi piacerebbe averlo per regalarlo a persone a cui tengo. Auguri ancora, continua così!
YEP! È tra i primissimi che vorrei far pubblicare ;-)
Un articolo davvero interessante! Personalmente mi ritrovo molto in questa mentalità del Minimalismo Digitale, anche se, facendo la social media manager di lavoro, in settimana è davvero difficile non farsi prendere dalle “abbuffate” di social (mentre nei weekend sparisco, stile “ritiro spirituale” ahahah!)
Il mio problema principale ora sono le centinaia di newsletter a cui mi sono iscritta negli anni! Qualcuno avrebbe da consigliarmi un tool affidabile per disiscrivermi con velocità da quelle che non mi interessano più?
Grazie mille e Andrea, sempre grandissimo!
Ciao Federica, io conoscevo il servizio unroll.me, purtroppo però si è scoperto che l’azienda in questione vende i dati di chi utilizza il servizio. In pratica, scanna la tua casella email in cerca di iscrizioni, ricevute, etc. e poi vende questi dati ad aziende terze.
Per carità, è una pratica lecita e molto diffusa (Google, Facebook & co. fanno di peggio), ma io ho smesso di usarlo.
Ciao! Ho trovato questo articolo super interessante! Ad ogni riga letta, la mia testa no faceva altro che muoversi avanti e indietro, segno che, effettivamente, mi ritrovo in tutto ciò che ho letto. Mi sono resa conto anch’io che molto dello stress accumulato a fine giornata era dovuto proprio all’uso errato dello smartphone (errato, non smodato).
In bocca al lupo per la tua nuova avventura da direttore!
Grazie Margherita!
Bravo e grazie!
Grazie.
Andrea Congratulazioni, per la nuova avventura! Magari potresti tradurre in italiano, sempre di Newport, Deepwork è stato il primo libro in inglese che ho letto e tanto apprezzato e penso che i contenuti potrebbero essere estesi a più persone se tradotto
Ciao Luigi, è nei programmi.
Per il momento abbiamo preferito portare l’ultimo saggio di Newport, ma se il libro avrà un buon riscontro, probabilmente tradurremo anche altri suoi libri.
Ciao Andrea, articolo molto interessante. Personalmente ho sempre condiviso questa visione, soprattutto da quando mi sono resa conto di quanto tempo sprecassi sullo smartphone, grazie ad app come quality time.
Un’ altra grande problematica digitale che secondo me meriterebbe molta attenzione è la grandissima quantità di dati (foto, documenti ecc) che ogni giorno produciamo e che vanno a intasare telefono e pc. Come si fa a starci dietro? Bisognerebbe conservare o buttare o passare sul pc tutto di volta in volta, ma quanti lo fanno davvero? Perché alla fine ci si ritrova a fare lavori immensi e perdere di conseguenza un sacco di tempo. Mi piacerebbe sapere un tuo parere perché non ho mai sentito nulla sul tema. Grazie :)
Congratulazioni Andrea. Non ho dubbi che sceglierai testi interessanti, ma mi auguro che tu possa anche avvalerti di buoni traduttori. Troppo spesso vedo che “to assume” viene tradotto con “assumere”, mentre bisognerebbe scrievere “presumere “oppure “gregarious” diventa “gregario” quando significa socievole. Non è per fare la precisina o la guardiana della lingua, ma solo perché la chiarezza del testo ne risente.
Come curatore della collana sono responsabile della selezione dei testi, non ho una supervisione diretta sulla traduzione, posso però assicurarti che se dovessi ricevere feedback negativi su questo punto da parte dei miei lettori, farò tutte le necessarie pressioni affinché le traduzioni siano di qualità.
Anzi, fatemi assolutamente sapere anche per questo primo libro! :)
Complimenti Andrea e grazie! Anche l’ articolo di oggi si è rivelato all’ altezza delle aspettative; so che le tecniche di difesa digitale ti stanno particolarmente a cuore ;) . Seguo efficacemente da anni e sto letteralmente ricostruendo la mia persona guidato dai tuoi corsi e ispirato dagli infiniti insegnamenti che offri gratuitamente nel sito. Oggi però volevo ringraziarti per la tua capacità di fronteggiare i problemi con trasparenza, positività e determinazione. Leggendo i commenti di Gianmaria e Ted non ho potuto non lasciare un commento in cui ti manifesto tutta la mia gratitudine nei tuoi confronti e nel tuo team. Il mio augurio è quello di non fermarvi mai perché con il vostro lavoro state creando una nuova generazione di persone, coerenti e consapevoli, spesso silenziose ma sono proprio queste che un giorno daranno un contributo attivo per il miglioramento e cambiamento globale.
Grazie davvero Alessio, ho molto apprezzato il tuo commento!
Molto interessante, Andrea!
Fantastico! Mi piace leggere in inglese, ma in italiano ovviamente è meglio ? congratulazioni a te Andrea…. Suggerisco sempre il tuo blog ad amici e ai miei studenti, oltre a seguirlo io stessa!
Grazie davvero Marica!
Ciao Andrea,
Ti ringrazio per l’articolo che ho trovato molto interessante.
Proprio nei giorni scorsi ho iniziato una sorta di “disintossicazione da cellulare” dopo essermi accorta che era ormai presente in ogni momento libero della mia giornata.
Mentre aspettavo la cottura della pasta, durante il momento dell’allattamento, in coda alla posta, in attesa dell’autobus. Insomma, troppo e inutilmente.
Girare tra le varie app senza motivo giusto per “far passare il tempo” mi ha fatto capire che stavo esagerando.
Insomma, non posso dire “amo leggere ma non ho tempo di farlo” se poi il tempo lo spreco!
Così il giorno dopo aver deciso di darmi una calmata, sono tornata nella mia cara biblioteca di paese e ho preso un libro che volevo leggere da tempo e dei quotidiani e mi sono impegnata a “rivolgermi” a loro nei tempi prima occupati da altro.
In soli due giorni le cose sono decisamente migliorate !
Ora le app che apro sono solo quelle veramente utili e non sento il bisogno di perdermi dietro ad altre inutili.
Congratulazioni per la nuova avventura professionale!!!!!!!!
Ottimo Mara! Buone letture.
Ciao Andrea, a quando il libro tradotto di Peterson: maps of meaning? Dalle credenze che hanno gli uomini dalla notte dei tempi sino al mito dell’eroe per costruire un mondo migliore…
Peterson mi piace un sacco, ma Maps of meaning è un vero mattone e non sono sicuro sia adatto a questa Collana. Purtroppo poi i diritti di Peterson e Mark Manson (un altro autore che mi sarebbe piaciuto portare in Italia personalmente) sono già stati presi.
In bocca al lupo per la tua nuova avventura!
Grazie dell’articolo Andrea!
Sono perfettamente d’accordo su quello che hai scritto, in particolare sul fatto che per sconfiggere la dipendenza da smartphone o altri strumenti digitali non serva un detox totale, perché il problema non è il telefono IN SE; esso infatti può essere benissimo usato in maniera molto…efficace;) . I problemi veri sono tutte le app, notifiche ecc. che ti spingono ad un cattivo uso dello smartphone, senza parlare della pessima gestione del tempo che ne consegue. Io personalmente ho trovato una app molto carina che permette di rendersi conto in maniera molto semplice del tempo passato sul proprio telefono, e che sta dando i primi risultati dopo meno di una settimana di utilizzo. Si chiama YourHour, è gratuita ed è disponibile su Android, ma probabilmente anche su IOS. Premetto che non si tratta in alcun modo di pubblicità, è solo un consiglio che io do perché mi ha davvero aiutato a rendermi conto di quali fossero le “app spazzatura” del mio telefono, da eliminare per essere dei veri “Minimalisti digitali”. Quest’app, una volta aperta, monitora il tempo che passi su ogni singola applicazione, addirittura si apre automaticamente un cronometro sull’angolo dello schermo che ti mostra il tempo trascorso sull’app aperta in quel momento, molto comodo per farsi un idea del proprio utilizzo dello smartphone. Inoltre, YourHour conta anche il numero di sblocchi del telefono, permette di bloccare le app dopo un certo limite di tempo trascorso(per non sprecare le giornate su FB;) ), e mostra nella home i report giornalieri, settimanali e mensili dell’utilizzo dello smartpgone. Io personalmente la ADORO, la trovo molto efficace e per questo la suggerisco a tutti i lettori di questo fantastico blog. Adesso mi sa che mi fermo perché ora sono io che sto scrivendo un articolo, non vorrei rubare il posto ad Andrea ;)
Ciao a tutti Efficaci!!!
Alessandro
Grazie del consiglio Alessandro.
Sono anche io un grande fan delle app che permettono di prendere consapevolezza del nostro uso della tecnologia.
Ammetto però che l’8° punto del “manifesto” del Prof. Newport mi ha fatto riflettere a riguardo:
“8. Sospetta di quegli strumenti che risolvono problemi che non esistevano prima dell’avvento degli strumenti stessi”
Queste app possono essere un’iniziale stimolo per sviluppare abitudini più sane, ma è necessario lavorare poi più in profondità per capire cosa davvero vogliamo ottenere dal nostro rapporto con la tecnologia.
Per caso l’app si chiama su iOS Timetag your hour con icona verde e spunta bianca?
Seguo con entusiamo il sito da quanto era ancora embrionale.
Non sono stato quasi mai un lettore attivo, commentando (penso di aver lasciato 2-3 commenti in tutto), ma ho sempre seguito con interesse gli articoli, le interessanti pillole dedicate agli iscritti alla newsletter e, in generale, l’evoluzione del sito.
Ho sempre trovato le “markette” (termine volutamente provocatorio) dei corsi non invasive e rispettose degli utenti.
Questo portale è uno dei pochi che mi accompagna da anni, anche se crescendo la necessità di “aiuti” di crescita personale è andata a diminuire (anche se sappiamo che la c.p. è un viaggio senza fine), tornare e leggere gli articoli mi da sempre una sensazione di ritorno a casa.
Grazie a te ho scoperto volumi itneressanti con molteplici prospettive sul mondo e filosofie di vita, che hanno portato ad un arricchimento interiore non indifferente.
Leggendo quei due commenti negativi, non ho potuto fare a medo di dar voce al mio supporto nei tuoi confronti, le mie congratulazioni per il lavoro che tu e il tuo team svolgete, per i risultati raggiunti e per questa carica che andrai a ricoprire: in relazione al tuo percorso ne capisco l’importanza simbolica.
un saluto
Grazie Antonio, grazie davvero!
Ciao Andrea, complimenti per il Blog e per l’articolo in questione ! ho anche visto il video con l’intervista al Prof. Newport e condivido in pieno la sua filosofia…io ho uno stile quasi minimalista nell’arredo della mia stanza da un paio di anni e mi trovo decisamente meglio ma ammetto che averlo anche con lo Smartphone e il Pc sia più dura ma alla fine ci si guadagna e su questo guadagno bisogna focalizzarsi. Sto cercando, un piccolo passo per volta, di ridurre le numerose app e siti salvati, al minimo indispensabile…se potessi decidere io stesso cancellerei dalla rete tutti i Social network ma purtroppo è qualcosa al di fuori del mio controllo ! xD Credo che soprattutto in molti bambini e adolescenti, in quanto nativi digitali, i social stiano avendo effetti dannosi. Riguardo invece la recente novità di Instagram di nascondere i like sotto i post, credo abbia un effetto a lungo andare positivo, come ho anche letto ieri sta già succedendo in Canada. Comunque appena potrò, sicuramente acquisterò il libro di Newport e lo leggerò con piacere. Saluti ;)