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Scrivere la tesi di laurea può essere un’impresa titanica. Se vuoi farlo EfficaceMente possono esserti utili questi semplici consigli pratici.

scrivere la tesi

“Se il dottore mi dicesse che mi rimangono 6 minuti di vita… credo scriverei un pochino più veloce”.

Isaac Asimov.

Ho scritto Studia meno, Studia meglio con un “semplice” obiettivo in testa: aiutarti a preparare il doppio degli esami in metà del tempo. Ma devo ammetterlo, all’interno della guida manca un tassello.

Per completare il proprio percorso accademico EfficaceMente non basta infatti dare il doppio degli esami in metà del tempo, è necessario “percorrere l’ultimo miglio”: scrivere la tesi di laurea.

Nell’articolo di oggi mi piacerebbe condividere con te i migliori stratagemmi che ho imparato in questi anni sulla scrittura efficace, sia che si tratti di preparare una tesi di laurea o un qualsiasi documento più lungo di 5 pagine ;-)

Chi sono io per darti lezioni su come scrivere la tesi?

Scrivere è una delle mie grandi passioni. Da quando ne ho memoria, ho sempre ammirato la potenza della parola scritta. Ma pippe poetiche a parte: chi sono io per darti lezioni su come scrivere la tesi di laurea?!

Come direbbe Ulisse, io sono Nessuno. I para-guru che danno lezioni da un palco non mi piacciono. Eppure, negli ultimi anni, qualcosina sulla scrittura efficace l’ho imparata.

Proprio in questi giorni ripensavo a quanto ho scritto fino ad oggi: più di 500 post da 1.000 parole l’uno (+ o -), 3 guide digitali per un totale di 160.000 parole, nonché 1 libro cartaceo pubblicato con Rizzoli da più di 55.000 parole.

Scrivere è sicuramente una di quelle arti che si perfezionano con la continua pratica; eppure, in questi anni ho scoperto che la scrittura di tesi di laurea, report di lavoro, guide digitali, pubblicazioni scientifiche, libri, etc. può essere velocizzata e resa migliore utilizzando alcuni semplici accorgimenti.

Se devi scrivere un documento imponente e hai poco tempo per farlo e ancor meno motivazione, questo articolo fa per te.

Scrivere la tesi è come…

Molti studenti, di fronte al primo foglio bianco della loro tesi, sono presi dallo sconforto: “da dove diamine inizio?“, “cosa cavolo ci devo scrivere?“, “è un lavoro troppo lungo!” e quasi tutti giungono alla stessa conclusione: “ok… controllo Facebook per 5 minuti e poi parto!“.

Ci sono andato vicino? Sentirsi spaesati all’inizio di un lavoro così importante è assolutamente normale: ma esiste una metafora che sono certo ti aiuterà a superare questa fase di stallo iniziale…

Scrivere la tesi rappresenta la fine di un ciclo della propria vita, e se ci pensi, la sua realizzazione somiglia molto ad un altro di quei momenti topici della propria vita: il trasloco. Chi ci è passato sa benissimo che traslocare può essere un’impresa titanica, e se si vuole sopravvivere è necessario avere metodo:

  1. Bisogna innanzitutto preparare gli scatoloni, ovvero i contenitori in cui trasporteremo tutto ciò che desideriamo tenere nella nostra nuova vita.
  2. Il secondo passo consiste nel selezionare accuratamente il contenuto di questi scatoloni: facendo attenzione a riporre ordinatamente ciò che conta, magari buttando o vendendo tutto il resto.
  3. Infine è necessario scegliere la forma di trasporto migliore per tutti i nostri scatoloni e il loro contenuto: una società specializzata o il pulmino scassato del nostro amico?

Per scrivere la tesi è opportuno adottare un metodo simile: dobbiamo innanzitutto individuare la (1) struttura del nostro elaborato, ovvero gli scatoloni da riempire; dobbiamo poi lavorare sul (2) contenuto di questi “scatoloni”; e infine dobbiamo scegliere la (3) forma più corretta per presentare la nostra tesi.

Nei prossimi 3 paragrafi vedremo i migliori stratagemmi per realizzare questi 3 passaggi del “metodo trasloco“.

1. La struttura

Definire la struttura della nostra tesi deve essere il primo step imprescindibile. Come pensi di superare il “blocco del tesista” se non hai neanche preparato gli scatoloni da riempire?

Fortunatamente, quando si tratta di una tesi di laurea, gli “scatoloni” in questione sono quasi sempre ben definiti. Una tesi che si rispetti deve infatti avere almeno questi 5 “scatoloni”:

  1. Introduzione. Una tesi deve raccontare una storia in modo chiaro e convincente. La prima parte della tua tesi dovrà dunque rispondere ad una semplice domanda: cosa hai fatto per realizzare questa tesi e perché lo hai fatto?
  2. Metodo. Perdindirindina, stai per diventare un dottore in _________ (riempire lo spazio vuoto con la tua specializzazione): se vuoi dimostrare la tua tesi devi farlo con metodo. In questa seconda parte della tesi dovrai spiegare come hai realizzato il tuo lavoro, quale metodologia hai adottato e quali strumenti hai adoperato. In questa sezione si fa spesso una disamina della letteratura accademica che riguarda l’argomento della nostra tesi.
  3. Risultati. A meno che la tua tesi non sia un banale copia-incolla da google, il tuo lavoro di tesista ti avrà certamente condotto a dei risultati. Questo discorso vale sia per le tesi di natura scientifica, sia per quelle di natura umanistica: in questa sezione devi raccontare i risultati a cui sei giunto.
  4. Discussione. La quarta sezione è il cuore della tua tesi: devi infatti argomentare i risultati delle tue ricerche, evidenziarne le conseguenze e… sostenere quella che è la tua tesi a riguardo (non quella di Google o del Prof.).
  5. Conclusioni. Nell’ultima sezione dovrai fare il punto della situazione, riprendendo i punti chiave del metodo di ricerca adottato, dei risultati individuati e delle tue conclusioni a riguardo.

Se è la prima tesi di laurea che scrivi e non hai la più pallida idea da dove iniziare, parti da questi 5 “scatoloni”: inizia a pensare come riempirli, ovvero quali sono i paragrafi chiave della tua tesi, quali elementi vuoi discutere e quali devi ancora approfondire. Questa struttura ti guiderà per l’intera stesura del tuo elaborato.

2. Il contenuto

Abbiamo definito la fase di “preparazione”, ma con degli scatoloni vuoti difficilmente potrai realizzare un trasloco. Stesso discorso vale per finire la tua tesi: è arrivato il momento di riempire i tuoi 5 “scatoloni” con contenuti che possano impressionare il tuo relatore e la commissione di laurea.

Molti studenti sono convinti che la prima versione della loro tesi debba essere perfetta: nulla di più sbagliato. Il secondo punto del manifesto anti-procrastinazione chiarisce molto bene questo aspetto:

“Accetta che qualsiasi lavoro è una bozza. Questo ti aiuterà a completarlo”.

Per quanto mi riguarda, ogni volta che devo realizzare i contenuti di un documento piuttosto corposo utilizzo questo metodo in 3 fasi:

  1. Metto insieme i contenuti grezzi. In questo primo step l’obiettivo è riempire quanto più velocemente possibile gli “scatoloni”. Copia-incolla da internet, riferimenti ad altri testi, pensieri sparsi: qualsiasi idea attinente finisce nello scatolone: adesso come adesso conta fare “volume”.
  2. Collego i contenuti. La fase successiva consiste nell’individuare un filo logico che leghi le diverse idee. Qui l’obiettivo primario è individuare la giusta posizione dei diversi contenuti.
  3. Riscrivo i contenuti chiave. La terza ed ultima fase consiste nel ripulire i contenuti, eliminando quelli non essenziali, e riscrivendo quelli più importanti in modo che siano facilmente leggibili e abbiamo uno stile congruente.

Terminata la stesura dei contenuti della tua tesi, manca un ultimo tocco per trasformarla in un capolavoro.

3. La forma

Digiamogelo, una tesi piena di “orrori” ortografici non fa proprio una bella figura! Ma se correggere gli errori di grammatica è una condizione necessaria, non è sufficiente per rendere la tua tesi degna di un 110 e lode. Scrivere una tesi di laurea significa anche saper comunicare efficacemente le proprie idee. Per farlo, devi rispettare alcune regole d’oro:

  • Utilizza frasi brevi e concise.
  • Evita espressioni gergali.
  • Rispetta la regola aurea dell’italiano: soggetto-verbo-complemento.
  • Non utilizzare troppi inglesismi (se non quelli essenziali).

Rispettare queste semplici regole ti aiuterà a scrivere in modo efficace, ma non dimenticare quest’ultima regoletta: rileggi sempre quanto hai scritto.

Con questo articolo spero di aver risposto alle tante domande degli studenti che mi hanno contattato in privato su questo argomento. Se la tesi di laurea invece è ancora lontana… beh, che ne dici di rileggerti gli articoli di EfficaceMente che trovi nella sezione dedicata allo studio?

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Avatar di Andrea Giuliodori
Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

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Chiara

Ciao Andrea!
Pensa che proprio il mese scorso ho pensato di chiederti se potevi scrivere un articolo su come realizzare una tesi di laurea!
Ottimi consigli come al solito.
Nonostante mi manchi ancora un bel po’ di tempo alla laurea è bene informarsi per tempo!
Ora so quale articolo “rispolverare” quando arriverà il fatidico momento! =) buona giornata

Andrea

Ciao Chiara, grazie del commento. Questo articolo era tra le bozze già da diverso tempo. Naturalmente un semplice articolo non può esaurire questo argomento, ma spero di aver dato alcune linee guida utili soprattutto per superare il blocco del “foglio bianco”.

A presto,
Andrea.

Ilaria Cardani

Bella la metafora del “trasloco”. Io non ho mai fatto un trasloco in vita mia, anche se ho vissuto in molti posti diversi. Strano, ma vero. La tesi invece l’ho fatta e poi ho passato la mia vita a scrivere. Ottimi i consigli forniti da Andrea, primo fra tutti quello di cominciare con una bozza. Io consiglio caldamente di non fare copia-incolla da internet, anche perché molto di quel che c’è in internet non è valido. Consiglio invece di fare copia-incolla dei propri appunti sulla materia della tesi, quelli presi per passare l’esame relativo per esempio. Lavorare a partire dal proprio materiale dà energia e fiducia in se stessi. Importante è l’atteggiamento mentale: molti arrivano alla tesi stremati dal percorso di studi e solo con il desiderio di “finirla” per laurearsi. Pertanto pensano che la tesi sia una sorta di “tassa” e di adempimento burocratico da fare per “forza”. Come dice Andrea, invece, la tesi è un’ottima occasione per sperimentare un proprio metodo e per perfezionare la propria capacità di scrivere. Saper scrivere è una delle abilità fondamentali per avere successo nel mondo contemporaneo in qualsiasi ambito si decida di operare.

Andrea

Ciao Ilaria, grazie molte per il tuo commento.
Come già detto, ci sarebbe molto da scrivere su questo argomento, approfitto del commento per dire che la tesi potrebbe essere, ad esempio, un’ottima occasione per fare una prima esperienza lavorativa. Come hai giustamente detto, non è assolutamente una “tassa”, ma un’opportunità da non sprecare.

Andrea.

Alexander

approfitto del commento per dire che la tesi potrebbe essere, ad esempio, un’ottima occasione per fare una prima esperienza lavorativa.

Concordo con te: può essere una buona occasione per fare esperienza e in questo modo avere un vantaggio competitivo rispetto agli altri neo-laureati. E poi è un dato di fatto che è molto più facile arrivare ad un’assunzione se prima ti hanno potuto vedere all’opera.

Io non trovai una tesi da fare in azienda nelle materie che mi interessavano, perciò optai per una tesi “compilativa” e scelsi un professore noto per essere “poco complicato” (alcuni miei amici sono rimasti per mesi in tesi, rincorrendo il professore e riscrivendo bozze un sacco di volte), ed è stata una scelta vincente, perchè ebbi la fortuna di trovare lavoro mentre ero in tesi e perciò il mio unico obiettivo fu: uscire velocemente, perchè stavo già lavorando a tempo pieno.

Dalla mia personale esperienza il voto di laurea ha avuto ZERO importanza (mi sono laureato in ingegneria meccanica e ho trovato impiego come project manager per la costruzione di un grosso impianto di rifiuti). Sarei curioso sentire la vostra opinione ed esperienza.

Michelangelo

Come fare per essere cercato dagli altri? Cioè come fare per essere reputato simpatico e far pensare “voglio stare con lui perché la sua compagnia e presenza mi fa essere felice”?

Andrea

Ciao Michelangelo: lasciare commenti pertinenti è un buon inizio per piacere agli altri ;-)

Scherzi a parte… il mio consiglio è quello di approfondire gli articoli del blog relativi all’autostima. Leggiti inoltre questo post:

Come piacere agli altri: 6 consigli

Buona giornata.
Andrea.

Stefano

Io aggiungo anche un altro punto: inizia presto. Io ho iniziato la tesi con largo anticipo e ho avuto tutto il tempo per scriverla, leggerla e correggerla più volte. Oltre a questo il relatore può rendere il lavoro più complicato di quello che dovrebbe essere, meglio avere almeno qualche settimana per affrontare gli imprevisti.

Andrea

Ciao Stefano,
sì, prendere il lavoro della tesi per tempo è fondamentale: come detto, a mio avviso, la tesi dovrebbe essere un’occasione per portare avanti un proprio progetto professionale che ci permetta di tastare con mano il mondo del lavoro e ci aiuti a metterci alla prova.

Alla prossima,
Andrea.

Carla

Ciao Andrea, ormai scriverti è diventato un appuntamento settimanale.
In merito a quest’articolo, era tanto che volevo vederlo…avrei finito di scrivere la tesi due settimane fa…però mi ha fatto comunque piacere leggere i tuoi punti di vista e commentarli.
Due dei punti da evitare da te menzionati sono gli stessi citati dall’assistente che mi sta seguendo, pensa…
Complimenti vivissimi per questo articoli che aiuta lo studente alle prime armi con la tesi a fare un bel respiro e riordinare le idee.
Io ho fatto 15 giorni di leggere articoli su internet su come scrivere una tesi prima di iniziare, molti consigliavano di leggere il libro di Umberto Eco, alla fine sai che c’è? Le cose che mi hanno aiutato forse più di tutte sono stati i commenti dei ragazzi che come me si era soffermati sull’articolo di turno.
Buon lavoro Andrea!
Carla

Andrea

Ciao Carla, sì, conosco il libro di Eco.

Pensa le coincidenze: la mia tesi verteva sul processo di pianificazione strategica in un’istituzione pubblica, e per realizzarla ho lavorato per quasi 1 anno insieme al team che ha aiutato l’Ateneo di Bologna a definire il suo primo piano strategico.

Al di la del piano in sé, è stato molto interessante organizzare e partecipare agli incontri a cui prendevano parte i più importanti professori dell’Unibo: indovina un po’ chi c’era tra i partecipanti? Umberto Eco, proprio lui ;-)

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