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Le preoccupazioni spesso ci opprimono e riescono a rovinare anche quei momenti di relax che ci siamo conquistati con tanta fatica. In questo post troverai suggerimenti pratici per liberartene.

 

Immagina la scena: sei in vacanza, il sole accarezza la tua pelle, tutti intorno a te sembrano divertirsi, eppure la tua mente è un disco rotto che non fa altro che girare a vuoto attorno a mille preoccupazioni.

Forse è per via dell’ultima sessione di esami andata a farsi friggere (a proposito, per ricominciare al meglio l’anno accademico leggi questo post), magari è per colpa dei soldi che non sono mai abbastanza o del lavoro che, quando c’è, non fa altro che generarti stress. Poco importa, ognuno di noi sembra coltivare con particolare dedizione il proprio “orto” di preoccupazioni.

Come possiamo liberarci da questi virus mentali? Come possiamo imparare a crearci una barriera su cui ansia, stress e preoccupazioni si schiantino prima ancora di intaccare la nostra quiete interiore? Come possiamo sbarazzarci una volta e per tutte delle preoccupazioni?

Prima di fornirti delle strategie pratiche anti-preoccupite, lascia che ti racconti una storiella che ho ricevuto recentemente via email…

L’albero dei guai

“Liberati delle preoccupazioni come ti liberi dei vestiti prima di andare a letto.”

Napoleone Bonaparte.

Qualche anno fa assunsi un carpentiere per restaurare una vecchia casa colonica. Ricordo in particolare modo una sua giornata molto difficile: aveva appena finito un turno massacrante ed il geometra gli aveva fatto perdere un’altra ora di lavoro, quello stesso giorno la sua sega elettrica aveva smesso di funzionare e, ciliegina sulla torta, il suo furgone malandato si era rifiutato di partire quando finalmente era pronto per tornare a casa (e chi è questo… sfiga-man?!).

Decisi allora di riaccompagnarlo con la mia auto. Sedeva al mio fianco, in un silenzio di pietra. Quando arrivammo mi invitò ad entrare per conoscere la sua famiglia. Mentre camminava verso la porta di casa sua, si fermò brevemente vicino ad un piccolo albero e toccò le punte dei rami con entrambe le mani.

Quando aprì la porta la sua faccia abbronzata sorrise felice: sembrava un uomo completamente diverso. Strinse in un tenero abbraccio i suoi due piccoli bambini e diede un bacio a sua moglie. La serata trascorse tranquilla tra chiacchiere e risate.

Più tardi il carpentiere mi riaccompagnò alla macchina. Passammo nuovamente vicino all’albero e non riuscii a trattenere la mia curiosità. “Cosa ha di speciale quell’albero? Un minuto prima di entrare in casa sembravi immerso nelle tue preoccupazioni e subito dopo eri un altro uomo“.

Oh, quello è il mio albero dei guai” replicò. “Io so che non posso evitare i guai e le preoccupazioni al lavoro, ma una cosa è certa, non sta scritto da nessuna parte che debba portarmi questo macigno a casa e condividerlo con mia moglie ed i miei bambini. Così io prendo i miei guai e li appendo all’albero ogni sera quando torno a casa. Poi la mattina li riprendo di nuovo. La cosa divertente è che” il carpentiere sorrise “quando esco la mattina per riprenderli, ne trovo sempre meno di quelli che ricordo di aver appeso la sera prima” e poi, con sguardo complice concluse “deve esserci qualche animale che se li porta via: ma non credo metterò trappole“.

Quella sera imparai anche io ad appendere le mie preoccupazioni all’albero dei guai.

3 strategie pratiche per sconfiggere le preoccupazioni

“Le preoccupazioni permettono anche alle piccole cose di proiettare lunghe ombre”

Proverbio svedese.

Ti è piaciuta la storiella? Trovo che le metafore e lo storytelling siano degli strumenti molto efficaci per parlare di Crescita Personale, ma non sono sufficienti. Fin dal primo post di EfficaceMente ho sempre cercato di fornirti delle strategie pratiche: tecniche da mettere in atto immediatamente e di cui poter testare concretamente i risultati. Eccotene 3 per liberarti dalla preoccupazioni:

  1. Il rituale. L’albero dei guai, di cui si parla nella storiella, è un ottimo esempio di rituale anti-preoccupazioni. Ne esistono molti altri: l’attore Bruce Lee ad esempio utilizzava una “lista delle preoccupazioni” (ti consiglio di leggere questo post per scoprire cosa ne faceva poi di questa lista). Il messaggio chiave che vorrei trasmetterti è che se non vuoi soccombere di fronte alle tue preoccupazioni devi necessariamente crearti un rituale quotidiano che ti consenta di farle scivolare via. Il mio? Almeno 10 minuti di meditazione mindfulness ogni sera prima di coricarmi: questa abitudine mi consente ogni volta di riportare il tempestoso “mare” mentale ad uno stato di quiete. Consigliata.
  2. L’esercizio mnemonico. Un altro modo per liberarsi dalle preoccupazioni è quello di metterle nella giusta prospettiva. Ti propongo allora un piccolo esercizio mnemonico: rilassati e cerca di ricordare ciò di cui eri preoccupato esattamente 365 giorni fa (l’anno scorso). Cavoli, se queste preoccupazioni erano così importanti, non puoi averle dimenticate nell’arco di soli 12 mesi, giusto?! Su, fai un altro piccolo sforzo: cos’è che ti tormentava l’anno scorso, in questa data? Niente, non riesci proprio a ricordare?! Ecco: tra un anno non ricorderai nemmeno ciò che ti sta stressando così tanto in questo momento. Se poi non ricordi nemmeno cosa hai mangiato questa mattina a colazione, ti consiglio questi esercizi per la memoria ;-)
  3. L’appuntamento. Mi sono riservato per ultima una delle tecniche più potenti in assoluto per liberarsi dall’ansia: l’appuntamento con le preoccupazioni, strategia testata tra l’altro da alcuni ricercatori della Penn State University in uno studio del 2011. Se non fai altro che essere preoccupato 24 ore su 24, è arrivato il momento di fissare un “appuntamento” con le tue preoccupazioni: ogni giorno, per 2 settimane, riservati 30 minuti (alla stessa ora e possibilmente nello stesso luogo) per pensare deliberatamente alle tue preoccupazioni. In questo lasso di tempo dovrai pensare esclusivamente a ciò che ti preoccupa e non dovrai far nulla per sminuirne la portata, anzi. Ingigantisci queste preoccupazioni, fino a renderle quasi… “grottesche”. Portare avanti questa attività per 30 minuti filati non è semplice, ma dovrai sforzarti di ricreare le peggiori fantasie fin quando il tuo “appuntamento” non sarà terminato. Se durante il giorno ti ritroverai casualmente a ripensare ai tuoi guai, prendine nota per iscritto e procrastina deliberatamente le tue preoccupazioni al prossimo appuntamento. Ps. se le tue continue preoccupazioni e la tua ansia si sono acutizzate, trasformandosi in veri e propri attacchi di panico, ti ho già spiegato qual è la mia posizione e cosa devi fare in questo articolo.

Prima di salutarti voglio lasciarti con una delle mie citazioni preferite sul tema delle preoccupazioni, una citazione che mi ha fatto sempre riflettere sull’inutilità di questi tarli mentali:

“Le preoccupazioni sono come un tapis roulant: ti stancano, ma non ti portano da nessuna parte.”

J. Picoult.

Che ne dici? Forse è arrivato il momento di scendere dal tapis roulant e cominciare a correre sul serio verso i tuoi obiettivi.

Buona settimana.

Andrea Giuliodori.

Avatar di Andrea Giuliodori
Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

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Costanza

Quanto sei bravo ! Da sposare. Parla più dell’amore, sull’argomento scrivi poco. Buongiorno Andrea !

Andrea

Ciao Costanza, hai fatto ingelosire la mia ragazza ;-)
Come detto spesso, non mi sento di dar lezioni a nessuno sulle relazioni (come sul resto in fin dei conti), ma terrò presente il tuo commento.

Andrea.

Antonio

Grazie Andrea per questo bell’articolo! Mio padre mi ha insegnato da piccolo qualcosa di analogo. Lui lo faceva un po’ al contrario. I problemi che aveva a casa li metteva dentro un cassetto (immaginario), non portandoli al lavoro. E allora mi ricordo sempre di fare la stessa cosa quando ho qualche altro impegno che non c’entra con quello che facevo prima. Un caro saluto! Antonio

Andrea

Ciao Antonio,
grazie per aver condiviso la tua esperienza :-)

Alla prossima,
Andrea.

Elisa

Sei unico, il migliore!

Jones

Non potevo non commentare un post ispirante come questo.
Grazie di cuore Andrea per permetterci di iniziare la settimana con la giusta carica.
Ho apprezzato molto il consiglio di ripensare alle preoccupazioni che tanto ci affliggevano solo un anno fa; io le ricordo, eppure ora mi rendo conto che non ci fosse alcunché di insormontabile.
Buona settimana anche a te!

Andrea

Ciao Jones,
sì, quello stratagemma è molto efficace: molti non le ricordano proprio o al massimo ricordano ciò che le affliggeva in un dato periodo, ma non in quel giorno specifico. Serve senza dubbio a vedere le nostre difficoltà con una prospettiva diversa.

Andrea.

Gloria

Buongiorno Andrea!
Giusto l’altra sera una mia amica mi ha definito “autoincazzante”, perchè quando c’è un piccolo problema, o una situazione che potrebbe diventare difficile, io ci rimugino come una vera scenografa hollywoodiana, facendola diventare una vera e propria tragedia.
La mia soluzione è questa: quando mi accorgo che sono estremamente preoccupata per qualcosa che forse dovrà accadere e “lunedì mattina dovrò assolutamente sistemare quella bega” e non faccio altro che pensarci, ricordo a me stessa che pensarci e basta non risolve il problema, e che anzichè pre-occuparmene inutilmente senza poter fare nulla me ne occuperò nel momento stesso in cui si presenterà la situazione da risolvere. Mi manca il rito, forse potrebbe davvero aiutarmi un po’ di più.
E poi è davvero molto utile ripensare a tutte le preoccupazioni – e le nottate in bianco – che mi sono fatta per cose potenzialmente gravi ma che poi si sono risolte in maniera molto più semplice di quello che avevo immaginato, o che magari addirittura non si sono presentate affatto!
Non è semplice, ma ci sto lavorando!

Andrea

Ahahaha, ho trovato il tuo commento memorabile Gloaria ;-)

Grazie per gli spunti e per il neologismo “auto-incazzante” XD

A presto.

Marta

Io mi ricordo benissimo le preoccupazioni che avevo 365 giorni fa! È un problema non ancora risolto e di non facile soluzione

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