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Una breve storia che ti svelerà il segreto per essere il migliore in quello che fai.

essere il migliore

“Solo colui che dedica tutte le sue forze e la sua anima ad una causa può essere un vero maestro. L’eccellenza è un’amante esigente.”

Sir Luis Templeton.

Non troppo tempo fa ti ho parlato della differenza tra: voler essere il migliore e semplicemente cercare di essere migliore. Nell’articolo sostenevo come eliminare una piccola parolina come “il” avesse fatto una grossa differenza nella mia vita.

Eppure, come in ogni cosa, spesso la verità è nel mezzo ed una sana ricerca dell’eccellenza, del primato, non necessariamente è una cosa negativa, ma al contrario può spronarci a dare il meglio di noi stessi in determinate situazioni.

Voler essere il migliore inoltre è un sacrosanto dovere nel momento in cui abbiamo preso consapevolezza di quello che è il nostro scopo nella vita. Non mettere pienamente a frutto i nostri talenti sarebbe infatti un peccato imperdonabile.

Ma come si fa ad essere i migliori nel proprio campo?

Sinceramente non ho tutte le risposte e l’eccellenza è un obiettivo che io stesso perseguo ancora con determinazione, tuttavia mi ha fatto molto riflettere questa parabola che ho letto qualche settimana fa e sono certo che offrirà numerosi spunti di riflessione anche a te. Ti presento la parabola del fabbro di spade

La parabola del fabbro di spade

Tanto, tanto tempo fa, in una terra lontana, viveva un fabbro di spade, conosciuto in tutto il mondo per la sua sublime capacità di forgiare il ferro e trasformarlo in spade eleganti e letali.

Un giorno, il racconto dell’incredibile abilità del fabbro di spade giunse a corte, ed il Re, affascinato da questa storia, volle incontrare quanto prima un suddito tanto dotato. I cavalieri del Re iniziarono a cercare il fabbro di spade in lungo ed in largo, setacciando l’intero regno, finché non lo trovarono in un piccolo villaggio vicino alle montagne. Di fronte all’invito del Re, il fabbro di spade non poté fare altro che accettare e, salutata la propria famiglia, seguì i cavalieri a corte.

Durante il loro primo incontro, il Re fu subito affascinato dall’umiltà e dalla gentilezza del fabbro di spade e decise di ricambiarla con altrettanta cortesia. Dopo una breve chiacchierata, il Re fece al fabbro di spade la domanda che poneva a tutti i grandi maestri ed esperti della sua corte: “Fabbro di spade, dimmi, qual è il tuo segreto? Come riesci a forgiare spade tanto belle?

Il fabbro di spade, per nulla intimorito, rispose al proprio Re con reverenza, ma fermezza: “Sire, non esiste alcun segreto“. Il Re sembrava perplesso, ma lasciò continuare il suo ospite. “Fin da quando ero bambino ho avuto l’opportunità di osservare, prima mio nonno e poi mio padre, lavorare il ferro.

Come catturato dall’estasi dei ricordi il fabbro di spade continuò il suo racconto. “Ben presto mi innamorai di questa arte che forgia elementi tanto potenti della natura: il ferro, il fuoco e l’acqua. Vedere nascere spade così eleganti dal ferro grezzo non solo affascinò la mia mente, ma catturò anche il mio cuore. Fu allora che, ancora bambino, decisi che sarei diventato il più grande fabbro di spade del mondo.

Il Re e tutta la corte continuarono ad ascoltare in silenzio l’umile artigiano. “Crescendo, lessi tutti il libri che furono scritti sull’arte della fabbricazione della spada ed imparai ogni tecnica sulla lavorazione del ferro. Non solo. Se un libro non conteneva la parola ‘spada’, se una discussione non trattava della lavorazione del ferro, ed in generale, se un’attività non aveva nulla a che fare con le spade, semplicemente non sprecavo il mio tempo con essa. Credo che sia questo il segreto della mia eccellenza Maestà.

Morale della favola

Qual è dunque la morale della favola?

Avere la fortuna di avere un nonno o un padre che ci abbiano spianato la strada e che ci insegnino il “mestiere”? Certo aiuta, ma molto spesso i “figli di” piuttosto che trarre un vantaggio dalle gesta dei genitori, sono costretti a portarne il fardello.

Il segreto per essere il migliore sarà forse quello di inseguire i propri sogni d’infanzia?

Prendere consapevolezza di quelle che sono le costanti (le passioni) che ci accompagnano fin dall’infanzia è senza dubbio un passo importante per trovare lo scopo della nostra vita, eppure non è questo il segreto dell’eccellenza del fabbro di spade. In realtà, ciò che ha reso davvero grande il nostro amico del “ferro” è stata la capacità di focalizzarsi sulle poche cose che per lui contavano veramente.

E’ una tua decisione

Il tempo è l’unica vera risorsa scarsa di questo pianeta; sono piuttosto ottimista sul fatto che troveremo le tecnologie adatte per sviluppare nuove fonti energetiche e per sfamare una crescente popolazione, ma il tempo resterà sempre una risorsa limitata (e democratica). Avrai sempre a disposizione 86.400 secondi, ogni giorno: né più, né meno.

Sta a te decidere come impiegare questo tempo: puoi decidere di controllare il tuo profilo Facebook e la tua casella e-mail, oppure, puoi decidere di dedicare questo tempo alla pratica deliberata che ti permetterà di centrare i tuoi obiettivi.

Scegliere se avvicinarti o allontanarti dai tuoi obiettivi è una tua decisione ed è una delle due decisioni più importanti della tua vita. Tu cosa decidi adesso, in questo preciso istante? Vuoi sprecare il tuo tempo, o finalmente hai deciso che vuoi essere il migliore in quello che fai?

Foto di Ennor

Avatar di Andrea Giuliodori
Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

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Alexander

Molte persone sono convinte che avere un talento e una passione sia un fattore di culo e una cosa che si ha o non si ha (come se fosse un fattore genetico), io invece la penso come te che sia semplicemente una decisione presa (o non presa) quotidianamente.

Bel post e buona settimana anche a te Andrea !

ciao
Alexander

Andrea

Si, concordo al 100%, viviamo in una società che osanna “talento & fortuna”. Dai media ai vecchini al bar parlano del talento del giocatore di calcio, del successo dell’imprenditore, etc. Spesso si dimentica come quelle persone ci siano arrivate all’apice.

Mi sono fatto l’idea che il “talento” sia una delle tante scuse che ci raccontiamo… in fondo… se è solo una questione di talento, non è colpa nostra se non otteniamo determinati risultati, è colpa di madre natura: inutile impegnarsi troppo!

Fede

Ciao,
interessante articolo che si lega molto bene al precedente sulla pratica deliberata.
Però mi è venuto un dubbio che vorrei sottoporti: lasciarsi prendere “anima e cuore” da un unico aspetto, da un unico scopo della nostra vita, non rischia di allontanarci troppo da tutto il resto fino a perdere consapevolezza di ciò che ci circonda?

Andrea

Ciao Fede, abbiamo parlato dell’importanza di approcciare la crescita personale in modo completo proprio nel precedente articolo scritto da Mark: Quando la Crescita Personale non funziona

Io stesso ho sperimentato sulla mia pelle come focalizzarsi troppo su un unico aspetto possa portare a forti squilibri nelle altre sfere della nostra vita. Tuttavia credo che debba sempre esistere quello che io chiamo un obiettivo dominante.

Infatti impegni part-time portano sempre a risultati part-time.

Insomma non è tutto nero o bianco e spesso mi piace pubblicare a breve distanza articoli che sostengono punti di vista che appaiono diametralmente opposti. Sta a noi trovare la giusta sintesi.

A presto e grazie del commento.
Andrea.

federico

Sono andato a leggermi l’articolo di cui parli che, mea culpa, avevo saltato causa ferie.

In effetti c’è una netta contrapposizione tra le due teorie e credo che stia ad ognuno di noi trovare il punto d’equilibrio.

Di sicuro sono convinto che degli “sbilanciamenti” temporanei siano necessari per fare il salto di qualità, ma si deve fare grandissima attenzione a non venirne risucchiati (parlo anche per esperienza personale).

Andrea

Ripeto, che segue la crescita personale sa che molti para-guru spesso offrono soluzioni un po’ troppo semplicistiche. Personalmente, anche se comprendo l’efficacia comunicativa di queste semplificazione, credo che sia opportuno fornire un quadro completo ai propri lettori, che hanno senza dubbio la maturità per comprendere le mille sfumature di un percorso di crescita personale che si deve adattare come un vestito su misura alla loro vita.

A presto.

maurizio

Che bello articolo!
La parabola e’ stupenda… decidere, e focalizzare…
Per il sondaggio… e’ un’ottima idea

Grazie Andrea e buona giornata

Andrea

Ciao Maurizio,
ti ringrazio.

Per il sondaggio, se hai un minutino rispondi pure seguendo il link, così che possa avere dei dati “oggettivi”. Grazie mille!

Andrea.

Maurizio

Il sondaggio l’ho già fatto! Ho scritto male, intendevo dire…
Ottima idea di incorporare tutti gli articoli in un ebook!

Purtroppo ho commentato con lo smartphone ;-) …Ricordi… alla fine l’ho comprato! Ora ho capito quanto è comodo l’invio dell’intero articolo che mandi agli inscritti!! Per email…

“il tempo resterà sempre una risorsa limitata (e democratica)”
Quasi quasi faccio un copia e incolla :-)
Grandioso!

Basta con i complimenti, la prossima cerco qualche difetto!

Ciao Andrea

Andrea

Grazie molte Maurizio, sto ricevendo molte risposte: apprezzo molto il coinvolgimento dei lettori del Blog, è un modo per capire che quanto sto facendo è di utilità.

Come va con lo smartphone? Sei già entrato nel tunnel? ;-)

Si, molti info-marketer mi hanno sconsigliato di inviare l’intero articolo via email, ma io me ne frego e visto che in primis sono anche io un lettore di blog, penso a cosa possa essere comodo ed utile a chi mi segue.

A presto e grazie per i commenti.
Andrea.

Danila

Non sono d’accordo con il creare un ebook dove contiene tutto, non tanto perchè è una cattiva idea, se non per il fatto che se una persona ha un problema, è la persona che deve cercare nello specifico ciò di cui ha bisogno. Solo la persona può sapere ciò che vuole: a che servirebbe leggere tante informazioni se poi sono applicabili a tutto o – peggio – dispersive?
A meno che l’ebook non ha un tema preciso con obiettivo annesso, non ha molto senso. Non esiste una ricetta per la vita, solo la costante applicazione di flessibili strategie per viverla.

Andrea

Ciao Danila,
grazie per aver espresso la tua opinione.

L’obiettivo dell’ebook non è certamente quello di fornire una “ricetta per la vita”, come non lo è quello di nessun articolo del blog. Concordo pienamente con te: non esistono ricette preconfezionate per la propria vita. Esistono tuttavia strumenti efficaci che ci facilitano il compito ed avere una “cassetta degli attrezzi” quanto più completa possibile credo possa essere utile.

L’obiettivo dell’ebook è proprio questo: offrire un metodo pratico, organizzato, elegante, pulito e logico a tutti quelli che vogliono “recuperare le puntate precedenti” e vogliono avere a disposizione la loro personale enciclopedia di crescita personale, da dove andare a pescare le informazioni di cui hanno bisogno grazie ad una comoda organizzazione per macro-aree.

Se ti andasse di rispondere al sondaggio, ti sarei molto grato.

Andrea.

francesca

ciao …e chi pensa di non aver nessun talento come deve fare?

Andrea

Dovrebbe ripensarci attentamente, dovrebbe ripensare a quelle situazioni in cui si è sentita perfettamente a proprio agio, a quelle situazioni in cui aveva piena padronanza delle proprie azioni, a quelle situazioni in cui il tempo semplicemente scorreva senza che lei se ne accorgesse, a quelle situazioni in cui tutto era perfetto anche se non succedeva nulla di eclatante, etc. Potrei andare avanti ancora per molto, ma sono sicuro che ci siamo capiti. Io ho questa profonda convinzione: a tutti noi è stato concesso la stessa dose di talento, certo non sono gli stessi talenti, ma tutti ne abbiamo la stessa dose. C’è chi è stato capace di attingere alla propria scorta di talento in giovane età e renderlo manifesto a tutti, c’è chi a 50 anni ancora non ha messo in pratica il proprio talento per seguire delle false costrizioni sociali, c’è infine chi, convinto che il talento debba venir fuori da sé altrimenti non esiste, non si è mai preso la briga di coltivarlo.

Insomma, ognuno ha il suo talento, ma averlo non è sufficiente: un talento va (1) prima scoperto, (2) poi coltivato e solo alla fine (3) se ne possono raccogliere i frutti.

Alexander

Sperimenta !

Per 30 giorni dedica soltanto 10 minuti a te stessa, in quei 10 minuti fai qualcosa che ti piace e che ti fa stare bene:

– fai una passeggiata – medita o fai yoga – chiama un’amica – leggi un libro – ascolta la tua musica preferita – aiuta una persona – dedicati al tuo hobby preferito

quello che vuoi…

L’importante è che tu ponga attenzione ai segnali del tuo corpo, a ciò che ti fa stare bene, questo ha un duplice vantaggio: da una parte rafforza la tua autostima, dall’altra ti permetterà di iniziare un percorso di introspezione per conoserti meglio.

Noterai aspetti del tuo carattere, tue inclinazioni, tue capacità e tuoi bisogni che sono sempre stati là, ma non hai mai notato. A quel punto “basta” ;-) che decidi di dedicarti con focalizzazione e dedizione proprio ad uno di questi.

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