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Esiste un elemento che accomuna la stragrande maggioranza delle persone di successo. Leggi l’articolo e scopri di cosa si tratta.

persone di successo

“Le persone di successo hanno l’abitudine di fare ciò che le persone comuni non amano fare.”

A. Gray.

Scommetto che la citazione con cui ho aperto questo post non ti è nuova. Magari l’hai già letta quando ti ho parlato del perché dovresti leggere 52 libri all’anno o forse nel post dedicato alle 10 abitudini per cambiare vita. Quella di Albert Grey è senza dubbio una delle mie citazioni preferite ed un mantra che cerco di ricordare ogni giorno. Devo però farti una confessione: fino a qualche mese fa, nonostante abbia utilizzato questa frase per anni, non avevo la più pallida idea di chi fosse questo Albert E. N. Gray. Dopo qualche ricerca l’ho finalmente scoperto: Mr. Gray era un… assicuratore.

Interessante… Mr. Nessuno qui vorrebbe insegnarmi cosa contraddistingue le persone di successo. Questa volta André hai toppato di brutto. Dammi solo una buona ragione per continuare a leggere!

Albert Gray per più di 30 anni girò gli Stati Uniti in lungo e largo vendendo polizze vita. Un uomo comune, ma anche un grande osservatore. Gray infatti, grazie al suo lavoro, entrò in contatto con centinaia di migliaia di persone: come molti venditori, ebbe la sua dose di porte in faccia, ma ebbe anche l’opportunità di conoscere a fondo quella generazione di uomini e donne che nel XX secolo trasformarono gli Stati Uniti nella prima grande potenza mondiale. Questa trentennale esperienza portò Albert Gray a diventare, nell’ultima parte della sua carriera, uno stimato conferenziere. Fu proprio durante una conferenza organizzata nel 1940 dalla NALU (National Association of Life Underwriters) che Gray tenne il suo più famoso discorso, intitolato: “Il denominatore comune del successo“. Leggerlo è stato per me fonte di ispirazione: nel post di oggi mi piacerebbe condividerne un estratto con te, insieme ad alcune mie riflessioni. Ecchilo!

Albert Gray ed il segreto delle persone di successo

Albert Gray

Diversi anni fa, quando divenni il responsabile di un gruppo molto numeroso di venditori, mi resi conto che stavo cercando di insegnare ai miei uomini a diventare persone di successo, senza conoscere io stesso quale fosse il segreto del successo.

All’epoca molte persone erano convinte che il duro lavoro fosse l’unico segreto che si dovesse conoscere. Eppure nel corso della mia carriera avevo visto fin troppi uomini lavorare duro senza avere successo ed altrettanti avere successo senza dover lavorare duro. Questo mi aveva convinto che il duro lavoro, pur essendo uno dei requisiti fondamentali di chiunque voglia eccellere, non poteva essere quel segreto che stavo cercando.

Fu allora che intrapresi un viaggio che mi portò ad osservare con maggiore attenzione i grandi uomini dei nostri tempi e a studiare le biografie e le autobiografie dei grandi uomini del passato. Per anni studiai ed osservai le vite di queste persone finché non realizzai che il segreto che stavo cercando non era nascosto unicamente nelle loro azioni, ma anche nelle loro motivazioni. Realizzai che il segreto che stavo cercando accomunava centinaia e centinaia di persone di successo. Realizzai che quello che avevo trovato era il denominatore comune del successo. Questo denominatore comune è così importante, così potente e così vitale che desidero che tu possa comprenderlo nel modo più chiaro e diretto possibile:

“Il denominatore comune delle persone di successo è l’abitudine di fare ciò che le persone comuni non amano fare.”

Puoi testare queste mie parole, metterle alla prova, cercare di contraddirle, ma alla fine esse sono le uniche in grado di spiegare il perché persone con tutte le qualifiche falliscono, mentre persone senza alcuna chance raggiungono un successo inaspettato. Il fatto stesso che il successo sia raggiunto da una minoranza esigua di persone ci fa capire come esso non possa essere realizzato seguendo i nostri effimeri istinti o la ricerca temporanea del piacere.

Probabilmente ti starai chiedendo quali sono queste attività che le persone comuni non amano fare. Sono esattamente le stesse identiche attività che io, tu e le persone di successo non amiamo fare e tendiamo, per nostra natura, a rimandare.

In che modo dunque le persone di successo riescono infine a farsi piacere ciò che tutti noi per indole cerchiamo di evitare? Non lo fanno. Le persone di successo continuano a detestare e a voler rimandare queste attività, ma, a differenza delle persone comuni, sono consapevoli che se faranno le attività che non amano fare, realizzeranno gli obiettivi che amano realizzare.

“Se farai le attività che non ami fare, realizzerai gli obiettivi che ami realizzare.”

Dovremmo a questo punto chiederci perché le persone di successo hanno maturato questa consapevolezza, mentre gli altri non ci sono ancora riusciti. Lo hanno fatto perché essi hanno uno scopo. Chi ha uno scopo rimanda il piacere immediato per ottenere i propri obiettivi. Mentre chi non lo ha rimanda i propri obiettivi per ottenere un piacere immediato.

Ogni qualvolta pronuncio queste parole, qualcuno dalla platea mi domanda se provvedere a sé stessi o alla propria famiglia non sia uno scopo abbastanza importante per raggiungere il successo. No, non lo è: per l’essere umano è più facile adattarsi ad una vita che non desidera piuttosto che fare ciò che è necessario per ottenere una vita che desidera. Uno scopo sarà infatti abbastanza forte per te solo se sarà emozionante. I bisogni sono logici, mentre i desideri sono emozionanti. Se il tuo scopo sarà logico smetterai di perseguirlo nell’istante in cui avrai soddisfatto i tuoi attuali bisogni. Se invece avrai uno scopo emozionante continuerai a rincorrerlo fintantoché non avrai realizzato i tuoi più ambiziosi desideri.

Finché vivrai non dimenticare che la grandezza del tuo successo è determinata dalla grandezza del tuo scopo e che potrai perseguire il tuo scopo solo se sarai in grado di formare l’abitudine di fare ciò che le persone comuni non amano fare.

Conclusioni

Sintetizzando il discorso di Gray in pochi semplici punti, potremmo dire che:

  1. Ad accomunare le persone di successo è l’abitudine di fare ciò che gli altri non amano fare.
  2. Queste attività sono simili per tutti e sono quelle che tendiamo ad evitare e a procrastinare.
  3. Per nostra natura rimandiamo i nostri obiettivi per ottenere un piacere immediato. Solo chi ha uno scopo è in grado di rimandare il piacere immediato per ottenere i propri obiettivi.
  4. Il nostro scopo non può essere freddo e razionale: deve essere emozionante.

Tra qualche ora ricorderai probabilmente solo qualche stralcio di questo articolo. Tra qualche giorno forse nulla. Vorrei allora lasciarti con 4 parole che mi auguro possano essere il mantra di questa tua nuova settimana. Per diverse di esse troverai anche un contenuto di approfondimento:

  • Abitudine. Se non instauri consapevolmente delle buone abitudini, stai inconsapevolmente formando delle cattive abitudini. Tutto parte da qui: impara come eliminare una cattiva abitudine (e formarne una buona).
  • Procrastinazione. Leggendo il discorso di Gray, non mi ha sorpreso scoprire che il segreto del successo è fare ciò che tendiamo naturalmente a rimandare. La lotta alla procrastinazione è un argomento su cui insisto da anni, ma lo faccio a ragion veduta. La procrastinazione, più di ogni altra cosa, ti sta allontanando dai tuoi sogni. Se non hai la più pallida idea di quale possa essere la prima buona abitudine da formare, instaura l’abitudine a non rimandare a domani i tuoi impegni e le tue attività. Puoi farlo applicando le strategie contenute nella guida Start!
  • Scopo. Puoi iniziare a lavorare sulle tue buone abitudini, magari partendo proprio dalle abitudini anti-rimandite, ma non durerai mai abbastanza se non avrai uno scopo abbastanza grande. Prova ad utilizzare queste 10 domande per capire cosa fare nella vita.
  • Emozione. Strategie, tecniche, stratagemmi mentali, da bravo ingegnere molti articoli di EfficaceMente sono improntati ad una ferrea logica razionale. Non dimentico però il potere delle emozioni. Quando i nostri obiettivi ne sono privi diventano freddi, meccanici, noiosi. La capacità di emozionarci ogni giorno per ciò che desideriamo raggiungere è la vera benzina che ci fa andare avanti.

“Non voglio essere in balia delle mie emozioni. Voglio servirmene, goderle e dominarle.”

Oscar Wilde.

Ti auguro una settimana emozionante. Andrea.

Ps. Ho recentemente creato su Facebook un gruppo a “porte chiuse” (solo chi ne fa parte può leggere i contenuti) denominato EfficaceMente in cui scambiarci idee, opinioni e recensioni sui migliori libri di crescita personale e non solo. Se sei interessato puoi richiedere l’accesso da questa pagina.

Foto tratta da Google Immagini.

Avatar di Andrea Giuliodori
Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

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Alexandro

Complimenti per l’articolo è cio di cui avevo bisogno per iniziare questa settimana mercoledì avrò la prima prova degli esami di stato e grazie ai tuoi consigli potrò sostenere un buon esame :) Ti auguro una buona settimana Andrea

Andrea

In bocca al lupo Alexandro ;-)

Chiara

Ricordo il post sullo “scopo della vita”: l’ho letto l’autunno scorso e lo considero determinante per avermi fatto tornare il desiderio e il coraggio di dedicarmi alla scrittura, unica vera costante della mia vita, e di pormi obiettivi a lungo termine su cui lavorare un pezzettino per volta.
Anche se non commentavo mai, ti seguo ormai da quasi un anno e penso che tutti i consigli ricevuti siano stati utili per avvicinarmi ai miei scopi. Farò tesoro anche di questo: fare ciò che non ci piace fare (lavare i piatti e dintorni) è uno strumento per addestrarsi alla disciplina e alla perseveranza, qualità fondamentali per raggiungere i propri obiettivi.
Ti avevo anticipato che avrei scritto, sul mio blog, un post che prendeva spunto dal tuo sull’autostima. Ho deciso di ampliare l’argomento ed inserire le qualità mentali e psicologiche necessarie per fare lo scrittore. Dell’autostima se ne parlerà nella seconda parte, che pubblicherò mercoledì. La prima, però, contiene concetti affini e la puoi trovare qui: http://appuntiamargine.blogspot.it/2014/06/le-qualita-psicologiche-e-spirituali-di.html
Se lo stile e i contenuti ti piacciono, ti mando anche il prossimo.
Buona giornata

Gloria

Non centra con l’articolo, ma alla fine centra sempre: questa settimana ho letto Resisto dunque sono di Trabucchi. E’ un libro fantastico e mi sento di consigliarlo davvero di cuore a tutti, sportivi e non.
Vorrei chiederti se hai mai letto La trappola della felicità di Russ Harris. E’ un libro che parla di mindfulness, di valori e di obiettivi, e a me sta cambiando davvero la vita.
Sembrano scontati ma ti faccio tantissimi complimenti per il tuo splendido lavoro, e soprattutto per lo splendido esempio che stai dando a tutti quanti (meglio di tante parole)!
Gloria

luigi

Ciao Gloria, sono un fan di Trabucchi e ti consiglio anche l’altro libro “perseverare è umano”!

Gloria

Infatti ci stavo già pensando! Ho letto ieri sera sul suo sito il primo capitolo on line e mi ha ispirato parecchio.
Grazie!

Andrea

Trabucchi è uno dei miei idoli ;-)
No, non ho letto il libro di Harris: grazie del consiglio. L’ho segnato nella mia wishlist.

Grazie anche per i complimenti: molto apprezzati.

Andrea.

gloria

Ti ho consigliato Harris perchè sto leggendo diversi libri sull’argomento “crescita personale & co.” e mi accorgo che quasi tutti, chi più approfonditamente, chi meno, puntano l’attenzione sul legame strettissimo che c’è tra quello che pensiamo – di noi e di quello che ci succede – e come agiamo (o NON agiamo). Non si scava più nell’inconscio per trovare i “perchè” di un certo comportamento, si cerca di capire il “come” quel comportamento si genera (aggiungerei qui ed ora) a partire dai pensieri. E i pensieri (con relativo bagaglio di emozioni e reazioni fisiche), guarda un po’, li possiamo osservare, mettere in discussione, cambiare (o anche, più semplicemente e con meno sforzo, lasciare andare – questo è Russ Harris), riprendendo in mano quel sacrosanto controllo di cui parla anche il mitico Trabucchi.
Chiaramente non ho letto solo libri, il mio percorso è molto più lungo e impegnativo, non semplice ma meritevole, per questo ne parlo, perchè lo sto vivendo, e mi fa molto piacere vedere che questo tipo di approccio alle cose della vita – che per me funziona a meraviglia – sta prendendo voce.

luigi

@andrea perché non organizziamo una sessione con Trabucchi?!?!?!?!

luigi

Andrea, nello stesso spazio settimanale riesci ad includere sempre più potenza. Complimenti

sabner

Approposito di “scopo”, mi viene in mente questa citazione
“Chi ha un perché per vivere può sopportare qualsiasi come” Nietzsche

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