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Per non procrastinare basta iniziare, giusto? Sbagliato! La procrastinazione è una bestia subdola, ma esistono strumenti efficaci per sconfiggerla.

 

“Tu puoi continuare a procrastinare, ma il tempo non lo farà per te.”

Benjamin Franklin.

Esiste una simpatica definizione secondo cui la procrastinazione è l’arte di fare qualsiasi cosa, tranne ciò che dovremmo fare in un dato momento. Ops, ti ho beccato, eh?! Il vero procrastinatore professionista, quello con anni di rimandite alle spalle, ha sempre qualcosa da fare: sistemare la scrivania, controllare la posta elettronica, temperare le matite, iscriversi alla Lega per la protezione dei bradipi nani delle Ande settentrionali; insomma, tutto, tranne ciò che andrebbe davvero fatto.

Ti suona familiare?

Nel post di oggi mi piacerebbe discutere con te del perché ci comportiamo in modo apparentemente così stupido e di una strategia, tanto semplice, quanto efficace, che puoi utilizzare fin da subito per vincere la tua lotta alla procrastinazione. Beh, direi di non rimandare oltre… let’s start!

La procrastinazione come meccanismo di difesa

Non tutti procrastiniamo per la stessa ragione. Nell’estratto gratuito di Start!La guida pratica per sconfiggere la procrastinazione, ho individuato quelle che considero le 4 principali ragioni della rimandite cronica. Tuttavia, volendo trovare un minimo comune denominatore, potremmo affermare che la procrastinazione è un meccanismo di difesa messo in atto dal nostro cervello.

Difesa da che André?! Dalla voglia di studiare/lavorare?! Ah, se è così, funziona benissimo!!!

Secondo molti psicologi, in primis Neil Fiore, autore di The Now Habit, la procrastinazione è un meccanismo utilizzato dalla nostra mente per gestire l’ansia che proviamo ogni qualvolta dobbiamo iniziare un nuovo compito o assumere una decisione. Come dimostrato in numerosi studi infatti, decidere ed iniziare sono attività che assorbono molte delle nostre risorse mentali, lasciandoci letteralmente “svuotati”.

Per contrastare questa fatica, la nostra mente ha ben pensato di rendere piacevole il dolce procrastinare. Insomma, perché affrontare il problema quando possiamo beatamente cazzeggiare su Facebook?!

In realtà la procrastinazione ha una sua ragione evolutiva (ne parleremo nel prossimo paragrafo), ma vivendo in una società che ci offre qualsiasi tipo di distrazione, rimandare continuamente a domani si è trasformata in una vera e propria piaga sociale. Vediamo dunque qual è stata la funzione della procrastinazione nella nostra evoluzione, come questo meccanismo, se ben gestito, può essere utile anche all’uomo (e allo studente) moderno e qual è una delle migliori strategie per smettere di procrastinare.

100.000 anni di “rimandite”

Andando indietro di decine di migliaia di anni il mondo era molto diverso da come lo conosciamo oggi; in particolar modo nel pianeta terra coesistevano 3 principali specie umane: l’Homo Sapiens (quella a cui apparteniamo), l’Homo Erectus (no, non è quella di Rocco Siffredi) e l’Homo Neanderthalensis.

All’improvviso, nel giro di qualche decina di migliaia di anni, tutte le altre specie si estinsero e sopravvisse solo l’Homo Sapiens. Tra le ragioni di questo “vantaggio evolutivo” molti studiosi hanno messo in evidenza la capacità dell’Homo Sapiens di pianificare (complex planning). A differenza dei suoi cugini, l’Homo Sapiens era infatti in grado di immaginare le possibili azioni future e quali di queste gli avrebbero dato le maggiori chances di sopravvivenza.

Essendo la pianificazione un’abilità pre-verbale (si è sviluppata prima del linguaggio), dal punto di vista evolutivo, la procrastinazione rappresenta il mezzo attraverso cui il nostro cervello ci comunica che il nostro piano è sbagliato o, ancor peggio, che non abbiamo affatto un piano! Insomma, nessuna vocina in testa che ci dica che il nostro piano non funziona, ma piuttosto un calo di motivazione o l’irresistibile tentazione di fare qualcos’altro: la procrastinazione appunto.

Tale ipotesi ha trovato particolari conferme in quella che viene definita la procrastinazione nello studio. Secondo una ricerca del 1992, il 52% degli studenti universitari ha affermato di avere un livello di procrastinazione medio o elevato. Alcune stime parlano addirittura di un 80-95% di studenti universitari che lottano con la procrastinazione.

Eppure, le statistiche si invertono quando si vanno ad analizzare gli studenti più brillanti: la migliore capacità di pianificazione e l’adozione di un metodo di studio efficace rende tali studenti immuni dalla procrastinazione. Hai problemi di procrastinazione con lo studio? Impara dai tuoi antenati della savana: pianifica. E visto che ci sei, adotta tecniche di studio all’avanguardia.

André, sono un po’ confuso!!! Prima la procrastinazione è un meccanismo di difesa, poi è un sistema per dirci che il nostro piano è sbagliato o che non abbiamo un piano. Insomma: che caspita devo fare per smettere di procrastinare?! Dammi un consiglio semplice e pratico!

Vuoi smettere di procrastinare? Beh, innanzitutto, come visto, devi avere un piano; ma se continui a rimandare anche con il tuo bel piano, allora non devi fare… niente. Occhio, non saltare a facili conclusioni: lascia che ti spieghi…

La strategia del “vuoto”

Come abbiamo visto all’inizio del post, il vero procrastinatore cronico non se ne sta a grattarsi la pancia, anzi: si inventa qualsiasi attività pur di non affrontare una decisione o iniziare un’attività che considera sgradevole. Sentirsi occupato lo aiuta a ridurre l’ansia, ma di fatto non sta affrontando il problema, non sta ascoltando il messaggio che il cervello cerca di mandargli. Cosa fare se quel procrastinatore cronico sei proprio tu?

Non fare nulla.

Nel momento in cui senti l’impulso di svolgere un’attività diversa da quella che dovresti completare, decidi deliberatamente di non fare nulla. Un po’ come nell’immagine di copertina, devi avere un unico sentiero davanti a te e il vuoto tutto intorno. In altre parole:

  • O svolgi l’attività che devi completare: studiare, lavorare, etc..
  • O non fai assolutamente nulla: niente Facebook, niente TV, niente di niente.

Questa strategia è stata inventata da Raymond Chandler, autore di decine di gialli e polizieschi. Chandler dedicava ogni giorno 4 ore alla scrittura: in questo lasso di tempo non si sforzava di scrivere, ma allo stesso tempo non faceva niente altro. Queste le sue parole:

“Seguo due semplicissime regole: a) non sono obbligato a scrivere, b) non posso fare niente altro. Il resto viene da sé.”

Raymond Chandler.

Questa strategia funziona egregiamente perché applica quel principio di “Riduzione delle Scelte” di cui parlo in Start!. Insomma, meno opzioni hai a disposizione, più alta è la probabilità di metterti in azione. La prossima volta che ti ritrovi a procrastinare, prova ad applicare la strategia del vuoto e fammi sapere come è andata ;-)

Buona settimana.

Andrea Giuliodori.

Avatar di Andrea Giuliodori
Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

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Claire

… cioè, era così “semplice”?
… il vuoto … geniale, davvero geniale nella sua semplicità!
Sono sconvolta! Del resto è verissimo e non fa una piega!

Ora, a capacità di pianificazione son messa bene, quindi, ehm … migliorerò il metodo! Cosa che sto facendo grazie ai tuoi consigli! Peccato solo non aver cominciato prima …

Sempre grazie!
Buona giornata e buona settimana!
:)

Andrea

Ciao Claire,
eh sì, a volte le soluzioni più geniali sono proprio le più semplici. Bravo a Chandler che ha ideato questa tecnica. E’ molto curioso come molti scrittori abbiano applicato ed applichino numerose tecniche di produttività e lotta alla procrastinazione. Nei prossimi mesi mi piacerebbe raccontarvi le strategie di autori come Hemingway, Stephen King, etc.

Andrea.

Claire

Le aspetto trepidante!!
*__*

Marika

Anche io!

cleo

mi rivedo proprio nella descrizione ! ma devo smetterla perchè intendo laurearmi e di non andare fuori corso… Inoltre nonostante io abbia progetti per il futuro dopo la laurea non riesco mai a decidermi e a dirmi “ok , spegni la tv e inizia a studiare in maniera costante … (sono un pò delusa da me stessa per questo infatti) vorrei tornare ad essere la studentessa modello che ero alle elementari,medie e superiori !cercherò di seguire i consigli di questo blog di cui sto consultando anche qualche articolo sul metodo di studio.Il blog è eccezionale :)

sabner

Quando sono sotto pressione mi appassiono di qualcosa che assorbe tutta la mia attenzione per almeno 1 o 2 giorni.
Riflettendo su questo mio comportamento avevo già intuito che la procastinavo per evitare quelle attività spiacevoli sostituendole con altre attività.
.
La strategia del vuoto è interessante e penso che funzionerà con me, la metterò in pratica alla prima occasione :)

Andrea

Ah, la strategia del vuoto ti toglie qualsiasi scusa: o fai quello che devi fare o non fai assolutamente niente. E’ micidiale da questo punto di vista ;-)

Andrea.

Ambrosia

Perdonami, o Andrea, perchè ho peccato ;)
Quando ho letto il tuo post su facebook in cui preannunciavi un nuovo articolo sulla procrastinazione, non ho potuto fare a meno di chiedermi: “di cos’altro potrà parlare dopo tutti gli altri articoli scritti a riguardo e la guida Start!”? (che fra l’altro ho letto e ho trovato utilissima)
Beh… Mi associo a Claire, la strategia che proponi e che “costringe a fare” è geniale nella sua semplicità. Potresti quasi crearne una nuova teoria di “coazione ad iniziare”, in netta antitesi alla “coazione a ripetere” di Freudiana memoria.
Hai sempre un coniglio da tirar fuori dal cilindro ;)
Buona giornata,
Ambrosia.

Andrea

Ciao Ambrosia,
mi fa piacere che questa tecnica ti sia piaciuta.
Era molto che non scrivevo un articolo dedicato esclusivamente alla procrastinazione: vorrei evitare di essere ridondante e ripetitivo, ma allo stesso tempo, quello della rimandite è un argomento così vasto ed importante che ogni tanto mi piace tornarci.

Andrea.

Crystal

Eccellente! Questa strategia estremamente semplice quanto efficace ci mancava, non ci avevo mai pensato ma trovo sia una mossa a dir poco geniale! Ottimo articolo Andre!

Andrea

Fammi sapere come va nell’applicazione pratica Crystal!
Andrea.

Crystal

Ultimi giorni di vacanza per me, torno alla base settimana prossima e si ricomincia. Non ci crederai, dopo quest’articolo non vedo l’ora! Strano a dirsi per una che è ancora tra sole e mare, ma sono davvero curiosa di sperimentare e confrontarmi con questa tecnica, sono carica e felice di ricominciare. Spero di tornare presto a scrivere sul blog con buone notizie frutto di risultati concreti. La mia vita ne ha bisogno!

Andrea

Ottimo,
aspetto le news Crystal ;-)

Let

Buondì,
bell’articolo. Hai proprio ragione. Eccome se hai ragione! Un motivo in più per usare la Strategia del vuoto da te consigliata può anche essere la constatazione che in fin dei conti troverai sempre una gratificazione meramente fittizia allorquando ti incaponisci nel dedicarti ad altre attività al fine di “rimandare delle decisioni” o di “rinviare di affrontare quel problema” e soprattutto al fine di “evitare di iniziare quel percorso” che sai già che sarà tortuoso, faticoso e dispendioso di energie. Arriverà un momento in cui ti renderai conto che qualunque altra attività alla quale ti dedichi è semplicemente e solo un palliativo, che non trovi pieno appagamento o se lo trovi questo è solo temporaneo e soprattutto quando poi vai a letto ti rendi conto di quanto a volte noi tutti siamo codardi! La tua mente torna sempre in quello che è il percorso che “devi” avviare e sai che non c’è un controllore ma sai altresì che lo devi a te stesso, che è inevitabile, e così nel rimandare quella decisione giorno dopo giorno ti senti come un coniglio e provi un vuoto incolmabile. Ovviamente troverai sempre mille valide ragioni per sfuggire a quel percorso che sai di dover iniziare e che ti porta così “tanta ansia” in quanto non solo non ne conosci gli esiti finali bensì conosci bene i sacrifici che dovrai sopportare. Io ad esempio sono sempre stata una fautrice della Serendipity ritenendo che nulla può mai essere più estasiante dell’ebbrezza del viaggio e che spesso nella vita ciò che si trova fortuitamente è più gratificante di ciò che si cercava. Oggi mi rendo conto che era un semplice metodo di procrastinazione! Non credi?
Saluti.
Let

Andrea

Ciao Let,
grazie per questo commento così dettagliato :-)
Credo che tu abbia toccato molti punti e molto importanti!

A presto,
Andrea.

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