Un procrastinatore professionista trova sempre un’ottima ragione (scusa) per rimandare a domani quello che potrebbe fare oggi. Se fai parte di questo nutrito club, questo articolo fa per te.
“Procrastinare è come avere una carta di credito: ci si diverte un sacco finché non arriva il saldo.”
C. Parker.
I lettori più affezionati di EfficaceMente sanno bene della mia fissa per la procrastinazione. Ho dedicato a questa tematica il mio primo (per)corso digitale e ne parlo spesso nei miei post. La ragione è semplice: per lungo tempo sono stato un procrastinatore incallito. Ero il Michelangelo degli impegni rimandati, il Picasso dell’ultimo minuto, il Mozart del “lo faccio domani“. Per anni ho procrastinato impunemente, cavandomela, a volte anche con ottimi risultati, ma sempre attanagliato dalla strisciante sensazione che stessi sprecando il mio potenziale e, in definitiva, la mia vita.
Se stai ancora leggendo, scommetto che anche tu sei torturato da quel sottofondo quotidiano di frustrazione. Te la cavi, ma sai perfettamente che il procrastinatore seriale che è in te ti sta rubando il futuro, sacrificandolo sull’altare del “dai, oggi no“.
Era da qualche mese che non scrivevo un post con stratagemmi pratici anti-rimandite. Nell’articolo di oggi vorrei parlarti di 3 tecniche inedite squaglia-procrastinazione. Ma prima devo raccontarti di un efferato crimine…
Il peggior crimine di un procrastinatore
La Procrastinazione è una seducente e subdola ammaliatrice: per giorni ci inganna, lasciandoci pensare che abbiamo tutto il tempo del mondo, che… domani (sempre domani) riusciremo senz’altro a portare a termine i nostri impegni. Ci sussurra all’orecchio che oggi, in fin dei conti, avevamo decine di buone ragioni per rimandare: eravamo stanchi, demotivati, chissà cos’altro. Con le sue suadenti parole ci convince che domani ci sentiremo decisamente meglio, che senza dubbio ci saranno finalmente le condizioni perfette per lavorare.
Eppure passano i giorni, ma queste magiche condizioni non arrivano, anzi: siamo sempre più svogliati. La Procrastinazione capisce che stiamo per cedere al richiamo di papà Dovere e allora torna ad instillare nella nostra mente parole di miele: ci convince ad aspettare ancora un po’, distoglie la nostra attenzione annebbiandoci la vista con i fumi del piacere immediato.
Ma all’improvviso scorgiamo l’inamovibile Scadenza. Rigida, si staglia di fronte a noi, e come un rude poliziotto ci sbatte le prove del nostro crimine efferato davanti agli occhi. Siamo colpevoli di “procrasticidio preterintenzionale“. Presi dal panico iniziamo a balbettare, scarichiamo tutte le colpe sulla nostra complice, quella gatta morta della Procrastinazione, promettiamo solennemente che non ci faremo più ingannare e che d’ora in poi saremo dei “cittadini” modello.
La scampiamo e siamo subito avvolti da un’inebriante sensazione di leggerezza. Anche questa volta è andata. Passano pochi giorni, i detective Paura e Rimorso smettono di pedinarci e, casualmente, frequentando il nuovo Bar Impegno incontriamo la nostra vecchia amica, la compagna di tante avventure: la Procrastinazione.
Tutto ricomincia. Sempre uguale. Sempre peggio.
Se questa storia è la tua storia è arrivato il momento di darle un finale diverso. Il peggior crimine di un procrastinatore incallito non è infatti quello di continuare a rimandare i propri impegni. No. Il suo peggior crimine è cadere continuamente nell’inganno di questa subdola ammaliatrice, credere che le cose, in fondo, si sistemeranno, che potremo farla franca per l’ennesima volta.
La procrastinazione è un’abitudine, una pessima abitudine, e come ogni abitudine rispetta il modello SRG (Segnale – Routine – Gratificazione). Questo significa che così come è stata appresa, può essere sradicata grazie a stratagemmi efficaci. Ecco tre tecniche inedite che, applicate con costanza, ti aiuteranno a liberarti dalla “cattiva amicizia” con la Procrastinazione.
A. Il duello
La procrastinazione è spesso il risultato di un duello (perso) tra i nostri obiettivi e i nostri desideri.
Tutti noi abbiamo obiettivi a lungo termine, obiettivi che richiedono spesso impegno, dedizione e rinunce. Tutti noi abbiamo anche dei desideri immediati, desideri che ci portano a mettere da parte impegno, dedizione e rinunce. Nel corso della giornata i nostri obiettivi e i nostri desideri si scontrano in continuazione e molto spesso i desideri hanno la meglio. La ragione è semplice, preferiamo quasi sempre l’uovo oggi (gratificazione minore, ma immediata), alla gallina domani (gratificazione maggiore, ma differita). Questa nostra tendenza è stata dimostrata anche in un famosissimo esperimento condotto dai ricercatori dell’Università di Stanford: l’esperimento dei marshmallow.
I sadici studiosi di Standford diedero a dei bambini in età pre-scolare (3-4 anni) un marshmallow ciascuno, promettendo loro che ne avrebbero ottenuto un secondo solo se non avessero mangiato il prelibato dolcetto americano durante la loro assenza. Molti bambini preferirono mangiare il singolo marshmallow immediatamente, piuttosto che aspettare la doppia razione e solo in pochi resistettero alla tentazione. La cosa davvero interessante è che tutti i bambini furono poi seguiti per decenni (quello dei marshmallow è uno degli esperimenti più lunghi mai condotti: qui trovi i dettagli in inglese). Indovina quali bambini, statisticamente, ottennero i migliori voti scolastici e posizioni lavorative di prestigio, una volta cresciuti? Bingo, quelli che furono in grado di resistere alle gratificazioni immediate.
Il test è stato replicato anche nel video qui sotto: il bambino con la maglia verde è il mio idolo! ;-)
link al video
Sì André, ho capito: mi hai dato del treenne incapace di resistere ai suoi impulsi! Ma quindi..? cosa dovrei fare per non soccombere alle gratificazioni immediate (facebook, whatsapp, cazzi&mazzi)?!
Se vuoi che i tuoi obiettivi a lungo termine abbiano la meglio sui tuoi desideri immediati, devi portare il confronto sullo stesso piano, mettendo sui due piatti della bilancia le gratificazioni che otterrai seguendo una strada o l’altra. Prova a porti domande di questo tipo:
- E’ più importante per me navigare senza meta su internet o prendere 30 e lode al mio prossimo esame universitario?
- Preferisco davvero mangiare questo dolce da 2000 calorie o avere un corpo sano e in forma?
- Voglio lobotomizzarmi il cervello davanti a questa trasmissione televisiva o preferisco leggere quel libro/manuale?
Messe così, le risposte sembrano piuttosto scontate: ecco, il nostro istinto se ne frega di ciò che è “giusto” razionalmente, almeno finché non lo mettiamo con le spalle al muro. Quando ti ritroverai a procrastinare, metti nero su bianco pro e contro del continuare a procrastinare, poi trai le tue conclusioni (in gergo scientifico si usa anche il termine: “smetti di cazzeggiare“).
B. La regola dei 10 minuti
Nell’estratto gratuito di Start! individuo i quattro “perché” della procrastinazione, ovvero le ragioni per cui rimandiamo continuamente i nostri impegni. Il terzo perché è il seguente: non abbiamo le idee chiare.
Se sapessimo esattamente quale dovrebbe essere la prossima azione elementare da svolgere per far avanzare il nostro progetto o il nostro studio, le probabilità di procrastinare calerebbero drasticamente. La procrastinazione è figlia dell’incertezza. Più l’impegno che abbiamo di fronte a noi è nebuloso, grande e vago, e più saremo tentati di sostituirlo con attività semplici e che possano garantirci la famosa gratificazione immediata di cui abbiamo parlato nel punto precedente.
Se ti ritrovi a procrastinare perché non sai esattamente da dove iniziare, applica la regola dei 10 minuti: individua un’attività elementare, legata al tuo progetto, da completare nell’arco di massimo 10 minuti. Achtung! Mettere a posto la scrivania o le icone del desktop non conta. L’attività che devi svolgere deve essere un’attività estremamente semplice, ma comunque un’attività che ti consenta di fare un piccolo progresso verso i tuoi obiettivi.
C. Le 3 domande magiche
La consapevolezza è uno delle armi più potenti a nostra disposizione per battere la procrastinazione. La prossima volta che ti ritrovi a cazzeggiare beatamente, prendi un pezzo di carta e rispondi a queste tre semplici domande:
- Dove mi trovo? Quando procrastiniamo tendiamo a perdere la cognizione del tempo e dello spazio, immergendoci in una realtà parallela che ci consente di mitigare l’ansia legata ai nostri impegni. Questa domanda serve a riportarci al momento presente.
- Che cosa voglio fare? Mi raccomando, ricorda di utilizzare la parolina “voglio” e non “devo”: ti ho già spiegato il perché in questo articolo.
- Come mi sentirò dopo averlo fatto? Quest’ultimo quesito ti aiuta a spostare la tua attenzione dalle sensazioni sgradevoli legate al dover iniziare a lavorare, alle sensazioni positive che proverai dopo aver completato le tue attività.
Un trucco per non dimenticarti di applicare questa tecnica? Da quando ho iniziato a praticare la meditazione mindfulness, utilizzo sul mio smartphone un’app che emette un suono ad intervalli casuali durante la giornata: questo mi aiuta a riportare l’attenzione sul momento presente. Non voglio pubblicizzare nessuna app in particolare, cerca semplicemente “mindfulness bell” nello store del tuo smartphone e utilizza una delle diverse app per ricordarti di non procrastinare ;-)
Questa settimana sperimenta le diverse tecniche che ti ho suggerito finché non individuerai quella per te più efficace. Mi auguro davvero che questo post possa essere per te la prima scintilla della tua nuova vita da ex-procrastinatore incallito!
Prima di salutarti…
Ps. un fumetto per procrastinatori
Federico, un fumettista di talento, e Lorenzo, esperto di eventi e marketing olistico (e molto altro ancora), sono due miei compaesani. Dopo aver intrapreso strade diverse, ci siamo recentemente ritrovati grazie alla comune passione per la crescita personale. Lorenzo e Federico sono gli autori del primo fumetto di crescita personale: un’idea originale per fare comunicazione e formazione. In vista dell’uscita di questo post, hanno deciso di dedicare una delle puntate di questo fumetto alla “rimandite“. Clicca l’immagine per leggere il fumetto.
Al termine di questa tavola troverai anche il link alle puntate precedenti. La parola scritta è la forma di comunicazione che prediligo, ma credo che il lavoro che stanno portando avanti Lorenzo e Federico possa essere un primo esperimento molto interessante. Apprezzo sempre chi si mette in gioco per le proprie passioni.
A questo proposito ti propongo una citazione dalla pagina Facebook di EfficaceMente:
“A tentare c’è il rischio di fallire. Ma è necessario affrontare i rischi, perché il rischio più grande nella vita è non rischiare nulla. Chi non rischia nulla non fa nulla, non ha nulla e non è nulla. Può evitare la sofferenza e l’angoscia, ma non può imparare, sentire, cambiare, crescere, progredire, vivere o amare. E’ uno schiavo, incatenato dalle sue certezze o dalle sue assuefazioni. Solo chi rischia è libero.”
Leo Buscaglia.
Buona settimana. Andrea.
Foto del post tratta da Google immagini.
Mi piacciono molto i tuoi articoli, però ci vorrebbe un riepilogo finale per fissare le idee. Le informazioni devo rimanere impresse nella mente con una sola lettura. Te lo dico perché mi sono accorto che se ripenso a qualche tuo articolo anche solo dopo un giorno, non mi ricordo cosa diceva finché non lo riaprivo e lo rileggevo ed è un vero peccato!
Comunque potresti dirmi il nome dell’app mindfulness bell che usi per iphone? Dai dai lo so che non è la prima volta che consigli un app! ;) Lift per dirne una. Così mi eviti lo sbatti di scaricane 15 per vedere quella che mi sembra migliore… Anche a pagamento va bene!
Ciao Giulio,
grazie dei commenti: pensa che negli ultimi 2-3 articoli avevo fatto proprio una cosa del genere “Ecco, se non ricorderai nient’altro di questo post, cerca di ricordare almeno questo principio“, “Tra qualche ora ricorderai probabilmente solo qualche stralcio di questo articolo. Tra qualche giorno forse nulla. Vorrei allora lasciarti con 4 parole che mi auguro possano essere il mantra di questa tua nuova settimana“.
Comunque grazie del feedback, ne terrò conto :-)
Io come app per iOS ho provato lotus bud (che suona in modo casuale durante la giornata) e mindful mynah (che è decisamente fatta meglio, ma prevede intervalli fissi). Attualmente sto utilizzando mindful mynah con intervalli a 30 minuti.
Ciao.
Ciao Andrea, ho scoperto da poco il tuo blog e lo trovo molto interessante!
Io sono la regina dei procastinatori, e quando mi alzo e decido di studiare e/o fare esercizio fisico ecco che si insinua l’ansia (mi ricorda le scadenze) sotto forma di ipocondria o paranoie in generale e va a finire che sto sdraiata sul divano davanti alla tv a rimuginare e a fine serata mi provoca ulteriore ansia per non aver concluso nulla (è un circolo vizioso). Ovviamente a breve avrò un esame e so già che non ho fatto abbastanza, e il senso di colpa già mi attanaglia. A tal proposito volevo un tuo parere. Sono alla specialistica di una facoltà scientifica con materie che di base hanno formule fisiche (da ricordare agli esami). Esiste un metodo per poterle memorizzare bene e in fretta?
Mi piacerebbe leggere un tuo articolo sulle “pippe mentali”, perchè oltre ad essere la regina dei procastinatori sono l’imperatrice assoluta delle pippe mentali!
Non ti avrò chiesto mica troppe cose? :)
Ciao Urania,
l’ho scritto in diversi articoli: la procrastinazione è un meccanismo di mitigazione dell’ansia. In parole povere, procrastiniamo illudendoci di placare l’ansia legata ai nostri impegni. Il paradosso (e tu te ne sei resa conto) è che più procrastiniamo e più l’ansia aumenta. In definitiva procrastinare è una forma di droga: ci da un piacere immediato, ma ci rovina la vita nel lungo periodo.
Per quanto riguarda le formule fisiche, ho proposto uno stratagemma in un commento di questo post.
Sulle “seghe mentali” ho già pronta da diversi mesi una bozza: grazie del suggerimento, è sicuramente un post che voglio pubblicare.
Andrea.
Grazie Andrea,
sia per il post che per il consiglio sull’App. In effetti, presi dagli impegni e dal lavoro, può capitare spesso di “dimenticarsi” di seguire i propri programmi di crescita. La cosa è particolarmente frustrante perché non è un “mi scoccio”, quindi non è un atto propriamente volontario. Credo che questo metodo possa funzionare bene, ci provo!
Buona settimana anche a te
Ciao Luca, non è un caso che l’intera prima sezione del mio corso digitale, Start!, sia dedicata proprio alla consapevolezza. Concordo con te che spesso cadiamo nella trappola proprio perché non ce ne accorgiamo.
Andrea.
Per me è incredibile notare come ogni articolo sulla procrastinazione mi sia sempre utile. È un problema dalle mille facce! Stavolta mi porto a casa in particolare il punto B. Mentre lo leggevo mi sono detta: ah ah! Eccolo lì. Lo faccio sul lavoro e con i miei progetti personali: tendo a rimandare esattamente le attività su cui non ho le idee chiare. Sul lavoro per esempio se so che per portare a termine un certo compito devo fare delle telefonate o chiedere chiarimenti, tendo a fare altro, attività magari meno importanti o urgenti, ma su cui ho le idee chiare. È così le questioni più complesse, che guarda caso necessitano di maggiore attenzione, tendono a depositarsi sul fondo…
Ultimamente sul lavoro sto migliorando in questo aspetto. Tendo invece a peggiorare nei progetti personali. Mi ritrovo a pensare che dopo una giornata di lavoro “ho già dato” e che se mi sparo mezz’oretta di cazzeggio sul divano con tv e tablet non sarà la fine del mondo… solo che non é mai mezz’oretta e la realizzazione dei miei progetti si allontana sempre di più.
Quindi ben venga un altro articolo al riguardo! Mi aiuta a tenere alta l’attenzione :)
“Tendo a rimandare esattamente le attività su cui non ho le idee chiare”: beh mi sembra abbastanza normale!
Se il tuo procrastinare è così selettivo penso non ci sia niente di male, anzi è la cosa migliore da fare a mio avviso, agire tanto per fare, non avendo le idee precise a riguardo è un po’ irresponsabile: meglio allora staccare la spina e fare chiarezza dentro di sé.
Non siamo dei robot che devono seguire un timer esistenziale prestabilito, ognuno ha i suoi tempi ed i suoi metodi, stravolgere i propri ritmi, pensando così di essere più efficienti, non è una strategia che paga: soprattutto a lungo termine!
La tematica della procrastinazione è una di quelle che mi ha affascinato maggiormente nell’ambito della crescita personale perché si porta dietro un sacco di altre cose: smettere di procrastinare significa ad esempio affrontare le proprie paure (piccole e grandi) senza esitazione.
Grazie del commento Marina,
Andrea.
Non mi convince del tutto questa tua affermazione Andrea: “Smettere di procrastinare significa ad esempio affrontare le proprie paure (piccole e grandi) senza esitazione.”
Ho passato 3/4 della mia vita affrontando di petto le situazioni senza darmi il benché minimo tempo per procrastinare: se tornassi indietro però non rifarei lo stesso errore, anche perché, paradosso ancor maggiore, gran parte delle mie “paure” è ancora lì!
La strategia antiprocrastinazione nel mio caso non ha sortito l’effetto da te prospettato: porre l’attenzione sulla NECESSITA’ del mettersi in azione (un mantra che allora, alla stessa tua maniera, mi era stato inculcato come panacea per tutti i mali) invece che fermarsi a riflettere sul vero perché del problema, a mio modo di vedere non è una soluzione efficace, e di questo ce ne si accorge spesso purtroppo soprattutto nel lungo termine: la mia età qualche vantaggio in più in questo senso me lo concede! ;-)
Per arrivare al succo penso che la frenesia d’azione, così come la procrastinazione, siano due facce della stessa medaglia: in realtà sono due modi, opposti all’apparenza ma uguali nella sostanza, per evadere dalla responsabilità che deriva dell’ essere consapevoli di un determinato problema.
Ovviamente generalizzare è sempre sbagliato, ogni caso fa storia a sé, ma in linea di principio credo che la mia conclusione sia molto vicina alla maggior parte delle realtà esperienziali, almeno della mia sicuramente! ;-)
Vorrei condividere con te e con i lettori del tuo blog questo stralcio tratto da “Il metodo sticazzi”, un simpatico e leggero libricino che ho appena finito di leggere, che qualcosa d’interessante ce lo comunica sicuramente: “Il metodo insegna ad accettarsi. Hai fallito in qualche obiettivo? Non riesci a essere coerente con un buon proposito? Imparando a ignorare tutto ciò, ti riconoscerai per quello che sei – secondo il sommo principio socratico del “conosci te stesso” – senza importi modelli comportamentali forzati e, diciamocelo, noiosi. Il metodo sticazzi, dunque, aiutando a esercitare il giusto e semplicissimo azzeramento dell’esigenza nei confronti di sé, conduce a ben due risultati che sono uno consequenziale all’altro: l’aumento dell’autostima e il successo d’azione. L’insegnamento dello sticazzismo è un invito ad esserci amici e a riscoprire il sorriso dell’osservarci in ogni nostra miseria senza rammarico alcuno.”
E credimi sulla parola, i sensi di colpa non servono per niente a “migliorarci”!
Ciao Andrea
Il vero problema della procrastinazione è che, non rendendoti conto, lasci in uno spazio della tua mente l’adempimento da svolgere. E’ li, magari ben nascosto, dietro una tenda, non sempre lo intravedi ma esiste. Il bello è che facciamo finta di nulla…
E cresce l’ansia, anche sottile, ma anche uno stato di costante insoddisfazione…
Fino a che giunge l’ora di farlo….e vieni travolto….da vari stati d’animo….tutti pessimi e pericolosi
Spero che oggi sia una nuova alba….
Grazie mille
Bravissimo Fabrizio,
nella nostra mente non esiste una rappresentazione temporale chiara: se dobbiamo completare un impegno, che lo si debba fare oggi o tra un mese, poco importa, questo va comunque ad occupare “RAM” mentale. Adottare efficaci strategie anti-procrastinazione significa anche liberare la mente e consentirle di fare ciò che le riesce meglio: aiutarci a sviluppare idee creative e non prendersi cura di pagare le bollette.
Andrea.
Ciao Andrea,
complimenti per il blog. Hai affermato di essere un ex-procrastinatore,ma cosa ti ha fatto scattare davvero la molla verso il cambiamento? C’è speranza per tutti secondo te? Si può andare contro natura(perché secondo me è una “qualità” innata)?
Grazie.
Ciao Elis,
c’è stato un episodio specifico che ha fatto scattare la molla, ma preferisco non condividerlo pubblicamente. Diciamo che ho avuto la consapevolezza chiarissima che stavo buttando le mie giornate nel cesso (per usare un francesismo) :-)
In generale, come scritto anche nel post, la procrastinazione non è un nostro tratto genetico: è un’abitudine appresa. Magari l’abbiamo appresa molto presto, ma è comunque un’abitudine e come tale può essere smontata e sostituita con abitudini più efficaci.
Quindi sì, c’è speranza per tutti :-)
Andrea.
Ciao Andrea,
in questo momento sto procrastinando cose del mio lavoro per leggere il tuo BLOG ! :D
Per tutto il resto complimenti davvero
Ahahahah, oddio, mi sembra di essere su Inception: stai procrastinando leggendo un post per sconfiggere la procrastinazione! XD
Grazie per i complimenti: a presto,
Andrea.
Non conoscevo l’esperimento Marshmallow, credo di sapere come sarebbe andata se l’avessero fatto a me da bambina (sono una procrastinatrice nata ma non davanti a qualcosa di dolce!)
Comunque sto cercando di migliorare :-) Grazie per i tuoi articoli che mi danno sempre utili spunti di riflessione!
Quello dei Marshmallow è un esperimento davvero carino, ma soprattutto mette in evidenza uno degli ingredienti chiave della procrastinazione, ovvero la capacità (o meno) di non cedere a gratificazioni immediate.
A presto e grazie del commento,
Andrea.
Caschi come sempre a pennello e hai una capacità straordinaria di descrivere fin troppo correttamente il fenomeno procrastinazione…continuo a rivedermi nelle tue fantasiose e dettagliate descrizioni ed è un macigno sempre più pesante…un disagio costante…
Ciao Matteo,
diciamo che si riesce a descrivere bene ciò che si conosce altrettanto bene :-)
So di che macigno parli, ma so anche che è possibile liberarsene.
Andrea.
Ciao Andrea, anch’io ero una procrastinatrice, più che altro da adolescente, poi mi sono “data una mossa” e diciamo che ho sempre fatto le cose più importanti senza rimandare. Da quando leggo il tuo blog ho inoltre preso l’abitudine di stilare la famosa to-do-list, ne faccio una per il lavoro e una per la quotidianità (anche cose banali, tipo lavare l’auto): fissare sulla carta le cose che voglio fare mi aiuta a chiarire ancora meglio ciò che è importante e ciò che porterà un effettivo miglioramento (anche piccolo) nelle mie giornate, e, una volta terminata e depennata una voce della lista mi sento più carica e pronta ad affrontare l’impegno successivo; soprattutto mi evito, nei momenti di noia, di perdere troppo tempo in cose inutili: ecco, questa è la mia tecnica anti-procrastinazione. Un saluto e come sempre complimenti, adoro leggerti!
Mary
Ciao Mary,
grazie del commento.
Un altro beneficio delle to-do list (o semplicemente “liste”) è che ti aiutano a liberarti la mente: come ripeto spesso, la nostra mente non è un lurido magazzino, ma un sofisticatissimo elaboratore di idee creative.
Andrea.
Cavolo Andrè, mi stavo preoccupando! Mi chiedevo: “ma com’è che Andrea non ci rompe le balle con la procrastinazione?”
Sono felice che tu sia tornato sul tema cardine di questo blog! Insieme a quello sulla strategia del vuoto, penso sia il tuo miglior articolo sulla procrastinazione (ironia della sorte, tutti e due pubblicati dopo Start).
grazie degli ottimi spunti!
Ahahaha, effettivamente stavo per pubblicare un altro post, poi mi sono detto: “uè, questi mica penseranno di procrastinare impunemente: urge creare sensi di colpa!”.
Grazie del commento,
a presto,
Andrea.
Ciao, di solito non lascio commenti però questa volta credo sia curioso. I ragazzi che non han mangiato subito il primo dolce avevano fiducia nel fatto che gliene sarrebbe stato dato un’altro. che nel mondo sia così o meno non lo so, però l’esperimento, nel lungo termine, mostra che l’aver fiducia fa aver posizioni migliori. La morale quindi più che il non cedere a piaceri momentanei é l’avere fiducia nel fatto che di dolci ce ne saranno due, e a provarcelo é proprio il mondo.
Siamo sempre ciecondati da chi ci dice che il mondo non te ne dará due di biscotti, e dicendocelo crede di averci dato un gran consiglio, una gran lezione di vita. L’esperimento nega ciò.
Anna.
Ciao Anna,
un punto di vista molto interessante.
Grazie del contributo.
Alla prossima,
Andrea.
Ciao Andrea, leggere i tuoi articoli mi ha dato una bella energia per combattere il mare agitato…Se riesco a pescare gamberi come nel film “Forrest Gump” ti preparo una frittura di pesce. Bacini
Grande, aspetto con ansia ;-)
Mentre leggevo mi sembrava incredibile…sembrava stessi descrivendo me! e molto meglio di come avrei saputo fare io!
Grazie davvero per gli importanti spunti di riflessione!
Non sei il primo lettore che me lo dice. Diciamo che ho una conoscenza approfondita e… personale dei procrastinatori incalliti. Pensa che uno l’ho visto ogni mattina allo specchio per un luuuungo periodo ;-)
Ci voleva proprio per iniziare la settimana questo articolo!
Ciao Andrea, seguo il tuo blog da anni.
Ho da poco iniziato una nuova attività e mi sono detto che dovevo partire con il piede giusto e risolvere un mio problema, la procrastinazione.
Ho acquistato START e ho appena finito di leggere. Devo dirti che mi sento già un po’ sollevato. Tra 63 giorni ti farò sapere!
Grazie mille
Ciao Diego,
assolutamente: fammi sapere come va.
Andrea.
Dell’esperimento di cui parli (o di uno simile) ne parla anche Goleman in un suo libro sulle emozioni e quando l’avevo letto mi aveva colpito ricordo :)
Interessante la app
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Odio la procrastinazione. Non la applico ma, la subisco. Quel che è peggio è che, oltre al danno, mi ritrovo con la beffa non sanata. Essendo mia volonta’ sanare le cose quanto prima (non vedo il motivo di trascinarle con possibili e probabili distorcimenti della realtà e, di persistere in uno stato di disagio che non sprizza di certo energia positiva nel mondo) mi ritrovo quasi a frignare (lo odio e non mi sopporto ma, per una serie di poco credibili, quasi “soprannaturali” circostanze, non trovo altra adulta soluzione, come solita fare. Detto questo, l’esperimento del marshmellows lo interpreto in un altra maniera. Ho due figli e so come ci si muove con le dolcezze. Credo che i bambini optino per una gratificazione immediata (uovo oggi) per una evidente mancanza di fiducia nei “grandi”. Quello che accade a molti oggi. Quanti bambini lo mangerebbero il giorno dopo se certi di un adulto che mantenga la propria parola? Parlando di progetti a lungo termine…Avevo un lavoro, piuttosto importante. In proprio, impegnativo, responsabile, di impegno e sforzo sotto molti punti di vista. Di obiettivi a lungo termine ne ho avuti pochi se non di mantenere quanto faticosamente e meritatamente guadagnato, incrementando il lavoro ad un ritmo più salutare per tutti. In tempo di crisi, quel tipo di lavoro era un miracolo. Comunque, non ero quella del soddisfacimento degli “impulsi immediati”. Fino a che, gravi malattie non hanno messo in luce il valore del singolo giorno e quanto la vita possa essere effimera. Ebbene, da quel giorno in poi, molte cose sono cambiate. Ho iniziato ad adottare il motto “oggi ci sono, domani non so”, applicandolo a molti aspetti del quotidiano, senza peraltro alcuna forma di ansia. Così, anche se farà sorridere, ho mangiato fuori, da sola, ho viaggiato da sola, ho partecipato ad eventi da sola. Mi ero persa un sacco di cose, cercando di non escludere niente. Invano avevo atteso i famosi caffè che “ci saremmo presi”, le famose serate che “avremmo dovuto organizzare”. Tuttora, alla luce di una realtà appresa direttamente, la penso in questa maniera e, a causa di impossibilità (termine mostruoso), non posso attuarla. Lo sgomento e’ forte.
Sono in un periodo in cui non faccio altro che rimandate lo studio. Sono molto delusa da me. Questo articolo ci voleva proprio.