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Ritrovare la serenità potrebbe essere facile come bere un bicchiere d’acqua. O meglio, facile come metter giù un bicchiere d’acqua.

serenità

“Concedimi la serenità per accettare ciò che non posso cambiare, il coraggio per cambiare ciò che posso e la saggezza per riconoscere la differenza.”

R. Niebuhr.

Il weekend è finito. Forse lo avrai trascorso con i tuoi cari ed i tuoi amici attorno ad una bella tavola imbandita, o forse lontano dalla città per qualche giorno. In ogni caso, dovresti essere la serenità fatta persona… ma non è così. Sei preoccupato.

Magari è per quel problema di soldi, o è per via di quella scadenza al lavoro, no, aspetta, ci sono: è per colpa di quell’esame importante alle porte. Ognuno di noi deve affrontare ogni giorno piccole o grandi preoccupazioni. Fanno parte della nostra vita. Dobbiamo accettarlo. Il problema infatti non sono le preoccupazioni, ma le nostre reazioni. Ciò che conta davvero è il modo in cui gestiamo il nostro stress (a proposito, hai mai provato il pensiero tridimensionale?); ma soprattutto, il modo in cui ritroviamo la nostra serenità.

In passato ti ho parlato di 5 strategie efficaci per sconfiggere le preoccupazioni. Oggi voglio proporti qualcosa di diverso, voglio raccontarti una storiella, una storiella che parla dei problemi che ci opprimono ogni giorno, dello stress che ci logora dentro e di come possiamo ritrovare la serenità con un bicchiere d’acqua. Se sei curioso, continua a leggere ;-)

Quanto pesa un bicchiere d’acqua?

Siamo all’Università di Berkley, in California. Un professore della Facoltà di Psicologia fa il suo ingresso in aula, come ogni martedì. Il corso è uno dei più gremiti e decine di studenti parlano del più e del meno prima dell’inizio della lezione. Il professore arriva con il classico quarto d’ora accademico di ritardo. Tutto sembra nella norma, ad eccezione di un piccolo particolare: il prof. ha in mano un bicchiere d’acqua.

Nessuno nota questo dettaglio finché il professore, sempre con il bicchiere d’acqua in mano, inizia a girovagare tra i banchi dell’aula. In silenzio. Gli studenti si scambiano sguardi divertiti, ma non particolarmente sorpresi. Sembrano dirsi: “eccoci qua: oggi la lezione riguarderà sicuramente l’ottimismo. Il prof. ci chiederà se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto. Alcuni diranno che è mezzo pieno. Altri diranno che è mezzo vuoto. I nerd diranno che è completamente pieno: per metà d’acqua e per l’altra metà d’aria! Tutto così scontato!”

Il professore invece si ferma e domanda ai suoi studenti: “Secondo voi quanto pesa questo bicchiere d’acqua?”. Gli studenti sembrano un po’ spiazzati da questa domanda, ma in molti rispondono: il bicchiere ha certamente un peso compreso tra i 200 e i 300 grammi. Il professore aspetta che tutti gli studenti abbiano risposto e poi propone il suo punto di vista: “Il peso assoluto del bicchiere d’acqua è irrilevante. Ciò che conta davvero è per quanto tempo lo tenete sollevato.” Felice di aver catturato l’attenzione dei suoi studenti, il professore continua: “Sollevatelo per 1 minuto e non avrete problemi. Sollevatelo per 1 ora e vi ritroverete un braccio dolorante. Sollevatelo per un’intera giornata e vi ritroverete un braccio paralizzato.”

Gli studenti continuano ad ascoltare attentamente il loro professore di psicologia: “In ognuno di questi tre casi il peso del bicchiere non è cambiato. Eppure, più il tempo passa, più il bicchiere sembra diventare pesante. Lo stress e le preoccupazioni sono come questo bicchiere d’acqua. Piccole o grandi che siano, ciò che conta è quanto tempo dedichiamo loro. Se gli dedichiamo il tempo minimo indispensabile, la nostra mente non ne risente. Se iniziamo a pensarci più volte durante la giornata, la nostra mente inizia ad essere stanca e nervosa. Se pensiamo continuamente alle nostre preoccupazioni, la nostra mente si paralizza.” Il professore capisce di avere la completa attenzione dei suoi studenti e decide di concludere il suo ragionamento: “Per ritrovare la serenità dovete imparare a lasciare andare stress e preoccupazioni. Dovete imparare a dedicare loro il minor tempo possibile, focalizzando la vostra attenzione su ciò che volete e non su ciò che non volete. Dovete imparare a mettere giù il bicchiere d’acqua.”

Carina vero? Intendiamoci, nulla di rivoluzionario, ma il buon senso tende ad essere così: ordinario e per questo sottovalutato ed inapplicato. Se vuoi ritrovare la tua serenità devi imparare a metter giù il bicchiere d’acqua. Ecco alcuni consigli pratici per farlo.

Consigli pratici per ritrovare la serenità

Ti ricordi quando ti ho detto che la tua vita fa schifo perché continui a concentrarti su ciò che non desideri? (Ne parlavamo qui). Beh, la metafora del bicchiere d’acqua ci ricorda che dobbiamo smettere di focalizzarci sulle nostre preoccupazioni, per concentrarci invece sulle possibili soluzioni.

Sì, sì, ok André, tutto bello ed interessante, ma mi sembra la sagra delle banalità! Andando al sodo: come cavolo la ritrovo la mia serenità!?!

Io un’idea ce l’avrei. Che ne dici se prima di metterlo giù questo bicchiere d’acqua, ce lo beviamo tutto di un sorso per rinfrescare la nostra gola ARSA?! Eh?! Ma che stai a di’ André?! Per ritrovare la serenità ricorda l’acronimo ARSA:

  • Allenati. L’attività sportiva può fare davvero la differenza per il nostro corpo, ma può farla soprattutto per la nostra mente. Non fraintendermi, i tuoi problemi non si risolveranno magicamente dopo una corsetta al parco. Eppure, un buon allenamento può cancellare tensioni e preoccupazioni. In generale, praticare costantemente una qualche forma di attività sportiva (no, le bocce non valgono), ti aiuterà a resistere meglio allo stress e a ragionare con maggiore lucidità. Se ti può essere utile, qui sul blog, ho anche proposto un programma di allenamento efficace.
  • Rilassati. André, mi prendi per il cubo?! Il mio problema è proprio quello di non riuscire a rilassarmi!!! Siamo indotti a pensare che tv e computer ci aiutino a rilassarci: nulla di più sbagliato. Non confondere mai le inutili distrazioni, con i veri piaceri della vita. Se vuoi davvero rilassarti, pratica quotidianamente un hobby, che sia possibilmente manuale. Un’altra ottima strategia è quella di fare una lista dei tuoi piccoli piaceri della vita e… concederteli ogni giorno. In questo post (uno dei primi del blog) trovi i miei 19 + 1 piccoli piaceri della vita. Scorrendo tra i commenti potrai trovarne molti altri proposti dai lettori.
  • Scrivi. Ok, lo ammetto: sono un po’ di parte. Io adoro scrivere. Eppure scrivere è una valvola di sfogo davvero importante. Nel momento esatto in cui diamo concretezza ai nostri pensieri, trasformandoli in inchiostro (o bit), li rielaboriamo, li ordiniamo, ma soprattutto li facciamo uscire dalla nostra mente. Ecco un altro ottimo motivo per tenere un diario personale.
  • Agisci. Potrei averti parlato dell’importanza di agire e non procrastinare, giusto un paio di volte! Ma tant’è: le seghe mentali non ti aiuteranno a scacciare le tue preoccupazioni. Solo l’azione può curare la preoccupazione. Agisci. Sbaglia. Agisci meglio. Agisci ora.

Buona settimana e… molla quel bicchiere ;-)

Foto di mattyeo

Avatar di Andrea Giuliodori
Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

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Claudio

Ahhh quanto è buona l’acqua e quanto si ellaggerito il bicchiere dopo averla bevuta e adesso posso lasciare andare il bicchiere…

Grazie Andrea le tue riflessioni sono sempre così stimolanti da volerle speriemntare tutte

il metodo ARSA lo trovo potente e proverò a farlo questa settimana

con la A sfogo e sviluppo il piacere delle endorfine
con la R ritrovo una dimensione interiore (quella della digestione ed assimilazione delle esperienze)

con la S integro il vissuto con la parte razionale

con la A sono proattivo, propositivo:

fichissimo! Grazie

Andrea

Ciao Claudio!
Grazie del commento! Sei quasi sempre il primo e trasmetti un sacco di energia! ;-)

francescac

Ciao Andrea,leggo il tuo blog da circa un mese andando a spulciare con attenzione tra i vecchi articoli:ti faccio davvero i miei complimenti!ho cercato di mettere in pratica i tuoi consigli per allenare la concentrazione ed arrivare ai miei obiettivi(il più importante:la laurea),l’unico intoppo con cui mi ritrovo sempre a combattere e’ la bassa autostima che fiacca la mia volontà e le energie interiori.Come rafforzare l’amore per me stessa praticamente e automaticamente credere in ciò che faccio?grazie,Francesca

Andrea

Ciao Francesca,
nella mia esperienza l’autostima è una casa che va costruita un mattone alla volta, o meglio, un’azione alla volta. Le azioni infatti portano ai risultati ed i risultati creano riferimenti vittoriosi nella nostra mente, che ci consentono di aumentare la nostra consapevolezza delle nostre capacità. In poche parole: autostima.

A presto,
Andrea.

Ilaria Cardani

Sono d’accordo su tuuto, tranne su una cosa: io sono convinta che giocare a bocce sia una pratica estremamente rilassante, quasi meditativa. :) E’ vero, non è una delle mie passioni principali, ma di sicuro è una pratica utile. Poi, ai tempi in cui c’erano le belle stagioni, era bello girare per Milano e vedere, nelle isole verdi in pieno centro, i capannelli di bimbi e di pensionati intorno ai campi di bocce…

Andrea

Ahahah… i tuoi commenti Ilaria sono sempre unici ;-)

W le Bocce!

Claire

Buongiorno e buona settimana :)

E’ un po’ che gira ‘sta storiella del bicchiere, finisce che coi giorni diventa una specie di catena e invece che fare il suo lavoro e accendere una lampadina … la snobbiamo infastiditi.
Il buon senso tende ad essere così: ordinario e per questo sottovalutato ed inapplicato”.
Touchè!
Credo che sia il limite di molti, reagiamo con superficialità davanti alla semplicità delle cose e se non ci sono un grande nome, un tomo voluminoso a sostegno o dati precisi e verificabili pubblicati da qualche parte … allora è una caXXata.
Peccato sai? Perchè nella saggezza degli antichi e dei nostri nonni coi loro proverbi e le loro parabole potremmo attingere molto.
Ma la moda è questa, viva i para-guru e il nonno mettiamolo al ricovero, chè non capisce più nulla.
… meditate gente meditate … (cit)
Alla fine del primo libro di PNL che lessi sai quale fu la mia esclamazione? “…embhè? Aria fritta!” (Ok, era uno di quelli facili e divulgativi).
Ci aspettiamo sempre grandi cose, deve essere tutto estremo ed impossibile, non riusciamo ad accettare che spesso la semplicità vince! Se non ci ammazziamo di fatica, di chili di libri, di ore di lavoro … non va bene. Che sia una sorta di horror vacui?
A volte mi sembra che siamo qui ad espiare una colpa O_o
Dovremmo imparare a lasciar scorrere la vita, osservando in silenzio,a volte …

Chiudo qui la divagazione, potere dei tuoi post, attivano i neuroni! ;)

Mettiamo giù il bicchiere e più ARSA per tutti =)

Andrea

Ciao Claire,
mi piacerebbe riuscire a rispondere a tutti i tuoi commenti, sono davvero interessanti, purtroppo in questo periodo non riesco proprio.

Vedo che in questo commento hai colto uno dei punti dell’articolo a cui tengo maggiormente e che, in fin dei conti, è alla base della filosofia di EfficaceMente.

Più buon senso per tutti! ;-)

Lorenzo

Ottimo spunto,
grazie Andrea!

Andrea

Prego!

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