Sono stati condotti numerosi studi scientifici per capire se una persona mente. Ho raccolto in questo post le 10 strategie più efficaci per individuare il “pinocchio” della situazione.
Ti sei mai chiesto come capire se una persona mente?
Film e Serie TV hanno spesso esaltato le abilità di mentalisti, detective e specialisti in grado di individuare un bugiardo al primo sguardo, o meglio, alla prima microespressione.
Cosa c’è di vero in queste tecniche, ma soprattutto, come possiamo sfruttarle per scoprire i “pinocchi” che ci circondano ogni giorno?
Negli ultimi anni sono stati condotti numerosi studi scientifici sulle “bugie”.
Se pensi che i ricercatori non avessero nient’altro di meglio da fare, potresti ricrederti: secondo l’ACFE (Association of Certified Fraud Examiner) il costo delle frodi assicurative, delle truffe e delle false testimonianze ammonta alla cifra record di 3,5 trilioni di dollari.
Le bugie tuttavia determinano un costo sociale ancora più rilevante: l’erosione della fiducia.
“Non sono arrabbiato perché mi hai mentito, sono arrabbiato perché d’ora in poi non posso più crederti.”
F. Nietzsche.
Qualche mese fa ti ho spiegato una semplice metodologia per leggere nel pensiero del tuo interlocutore.
Nel post di oggi vorrei proporti i 10 indizi che ti permettono di capire se una persona ti sta mentendo.
Queste tecniche “anti-pinocchi” (non anti-pidocchi!) sono il frutto degli studi sul comportamento dei bugiardi di Pamela Meyer, autrice del libro Liespotting.
10 indizi per smascherare un bugiardo
La Dott.ssa Meyer, dopo aver conseguito un MBA presso l’Harvard Business School, ha lavorato per anni con un team di ricercatori specializzati nell’identificazione di microespressioni facciali, conduzione di interrogatori ed analisi delle dichiarazioni giurate.
Oggi è CEO della società di consulenza Calibrate, che aiuta amministrazioni pubbliche e corporation private ad adottare le migliori strategie anti-menzogna.
Nella sua pluriennale esperienza ha individuato 10 segni distintivi del bugiardo patologico. Il pinocchio della situazione, molto spesso…
- Pone le distanze tra sé e l’oggetto del discorso. Te lo ricordi il discorso del Presidente americano Clinton che giurava di non essere stato a letto con la Lewinsky. Ecco le sue parole: “Non ho avuto rapporti sessuali con quella donna, Miss Lewinsky“. Chi mente, tende a distanziarsi, anche attraverso il linguaggio (quella donna), dall’oggetto del discorso. Se sospetti di essere vittima di un tradimento e il tuo partner fa finta di non conoscere la presunta amante… inizia a preoccuparti.
“Clinton mente: un uomo dimentica dove ha parcheggiato la macchina, ma mai il sesso orale.”
Barbara Bush.
- Cerca di rafforzare le sue affermazioni con frasi fatte. I bugiardi più facili in assoluto da individuare sono quelli che fanno di tutto per riaffermare la propria sincerità. Drizza le antenne ogni volta che senti queste paroline magiche: “a dir la verità“, “onestamente“, “se devo essere del tutto sincero“, “in tutta onestà“. Chi dice la verità non ha bisogno di riaffermarlo ogni 5 secondi.
- Ripete la domanda che gli hai posto prima di risponderti. Qualunque studente che abbia affrontato un esame orale sa che quando si ha un vuoto di memoria (ho parlato di questo dramma studentesco in questo post) l’unico modo per guadagnare secondi preziosi è quello di provare a ripetere la domanda del Prof. Occhio però a non utilizzare questa strategia durante un interrogatorio della polizia, o peggio ancora, di tua mamma/tua moglie! Far finta di non aver capito e cercare di prendere tempo ripetendo la domanda può spesso significare che ti stai inventando una storiella.
- Ti fissa negli occhi. Questa non te l’aspettavi vero? In fondo, solo chi è sincero ha il coraggio di guardarti dritto negli occhi! Giusto? Niente di più sbagliato. Gli studi della dott.ssa Meyer hanno dimostrato che i bugiardi tendono a mantenere il contatto visivo in modo innaturale. Non solo. Invece di agitarsi come capita spesso nei film, i nostri “pinocchi” si irrigidiscono e tengono immobile la parte superiore del corpo.
- Sorride più del dovuto (…e in modo strano). Ecco sfatato un altro mito: abbiamo sempre legato i sorrisi e il calore umano all’onestà, ma a quanto pare chi mente cerca di far leva anche su questo splendido gesto. C’è però un modo “scientifico” per distinguere un sorriso falso, da un sorriso sincero: chi ride di gusto lo fa con tutto il corpo e con tutta la faccia (con le labbra, con gli occhi, con le sopracciglia). Chi invece sta simulando un sorriso, si concentra solo sul movimento dei muscoli delle labbra, tradendo i suoi reali sentimenti.
Ok vediamo ora gli ultimi 5 indizi…
- Fornisce una marea di dettagli irrilevanti. “Cavoli… più sarò dettagliato e più dovranno credermi!” è questo il classico ragionamento del menzognere. Impara dunque a diffidare da chi condisce i propri racconti con tantissimi particolari, ma del tutto inutili: sta solo cercando di “popolare” il suo mondo delle fantasie. Bugie a parte, ricorda che fare discorsi lineari, mirati all’essenziale e senza abbellimenti barocchi trasmette l’idea di una persona con una mente limpida e questo facilita l’instaurarsi di rapporti di fiducia. Se devi tenere un discorso o scrivere un testo, prova a seguire la struttura della piramide, partendo dalla cima e sviluppando secondo una precisa gerarchia i diversi argomenti.
“Esistono tre tipologie di menzogne: le bugie, le sporche bugie e le statistiche.”
Benjamin Disraeli.
- Si fa sfuggire espressioni contraddittorie. Chi mente, se ha tempo, cerca di preparare per bene la sua versione dei fatti, evitando contraddizioni o lacune. In pochi però allenano anche i movimenti del proprio corpo: il bugiardo dice “sì” a voce, ma scuote la testa come per dire “no”; racconta storie convincenti, ma nel frattempo alza le spalle; si finge triste, ma ha gli occhi che gli sorridono. Esiste un’approfondita letteratura scientifica legata allo studio delle microespressioni. Se vuoi approfondire l’argomento, ti suggerisco un libro scritto da Paul Ekman, psicologo statunitense che ha ispirato il telefilm Lie To Me e che è stato un pioniere in questi studi: “Giù la maschera“
.
- Non è in grado di ricostruire la sua versione partendo dalla fine. La prova del nove per capire se una persona ti sta mentendo? Lascialo parlare e, passato un po’ di tempo, quando meno se lo aspetta, chiedigli di raccontare la sua storiella a ritroso. Se esiterà o cercherà di prendere tempo… ti sta raccontando balle.
“Se racconti la verità, non hai nulla da ricordare.”
Mark Twain.
- Involontariamente dispone i piedi in direzione di un’uscita. A meno che non ti trovi di fronte ad un bugiardo patologico, mentire è un’attività piuttosto stressante e chi lo sta facendo non vede l’ora di “scappare”. Per questo motivo i bugiardi hanno molto spesso i piedi indirizzati verso una qualche via di uscita. Se pensi di essere di fronte ad una reincarnazione di pinocchio, dai uno sguardo ai suoi piedi.
- Cerca di creare una barriera con l’interlocutore. Gli studi condotti nel corso degli anni hanno svelato numerosi altri segnali lanciati dai contaballe: sbattono le palpebre con una maggior frequenza, abbassano il loro tono di voce o… cercano in tutti i modi di creare una barriera tra sé e i propri interlocutori, magari frapponendo degli oggetti. Il loro obiettivo è quello di costruirsi una sorta di fortezza virtuale.
Naturalmente un singolo segnale o comportamento non è mai una prova conclusiva di una menzogna, ma se durante una discussione riesci ad individuare numerosi di questi indizi, ci sono alte probabilità di essere di fronte ad un bugiardo patentato.
Se queste tematiche ti appassionano, qui di seguito trovi anche un video TED con sottotitoli in italiano della Dott.ssa Meyer: buona visione.
Non mi resta che augurarti una buona settimana. Ho come il sospetto che nei prossimi giorni osserverai le persone con cui parli con mooolta più attenzione ;-)
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A presto.
Andrea Giuliodori.
Ciao Andrea, purtroppo non ci sono i sottotitoli in italiano nel video della Dott.ssa Meyer.. approfittero’ di questo per imparare l’inglese!! ;)
Ciao Flavio,
grazie del commento.
Ti confermo che i sottotitoli sono disponibili: ho appena verificato. L’unico caso in cui non compaiono in automatico è se si visualizza l’articolo da smartphone (e credo anche tablet).
Andrea.
ciao andrea,di quanto tempo fa è questo articolo?
3 o 4 anni, non ricordo esattamente la data di pubblicazione.
Questa volta devo dissentire, non sono d’accordo con queste “strategie” perché le variabili di un comportamento possono essere molteplici, capita spesso di avere comportamenti di questo tipo anche quando si è in totale sincerità ma ci si sente messi in difficoltà e sotto accusa e soprattutto quando sappiamo di non essere creduti. Poi, mettere le distanze tra se e l’oggetto (o soggetto) in questione credo sia normale, se il mio compagno mi dicesse che ci ho provato con un suo amico e non è vero, minimo gli dico con toni irritati “ma nemmeno so come si chiama QUESTO”! No, non mi convincono queste tecniche, spesso mi sono trovata ad assumere tali comportamenti ed ma ero sincera, quindi se passa il messaggio che atteggiameti così possano costituite potenziali prove di cattiva fede, per me è una tragedia! :D Buona settimana!
Uhm… Crystal raccontami un po’ di QUESTO amico: questa volta però partendo dalla fine… XD
Guarda, credo che questa frase dell’articolo non vada tralasciata:
“Naturalmente un singolo segnale o comportamento non è mai una prova conclusiva di una menzogna, ma se durante una discussione riesci ad individuare numerosi di questi indizi, ci sono alte probabilità di essere di fronte ad un bugiardo patentato.”
Su alcuni punti ho dubbi anche io, non perché non siano indizi rivelatori, ma perché sono difficili da individuare se non si ha un occhio allenato. Altri invece li trovo molto interessanti, come ad esempio quelli che sfatano alcuni falsi miti sui bugiardi.
Grazie del commento e buona giornata.
Andrea.
Sì in effetti avevo tralasciato la frase finale e ovviamente parlavo solo di alcuni punti, soprattutto prendere le distanze quando viene mossa un’accusa ingiustificata, lo trovo naturale. Ciao Andre! :-)
non sono d accordo con molte di queste stategie, in alcune situazioni mi sono trovata ad usare i modi elencati e per lei sarei una bugiarda ma ero sincera eppure ho usato quelle che lei definisce bugie patologiche , ma perchè pensate sempre di poter essere nella testa degli altri mi fate venire un nervoso, scusa ma adesso io sto facendo il tuo stesso errore ,perchè non sò se hai spiazzato qualche spudorato bugiardo.
Dopo questo post guarderò sempre la posizione dei piedi dei miei interlocutori…;)
Hai dimenticato l’undicesimo punto: “annusare i piedi dell’interlocutore. Se puzzano mente.”
Si sa…quando uno mente aumenta la sudorazione e a causa di complesse reazioni cellulari le secrezioni emanano un odore più forte di muffa. È un fenomeno che viene studiato da oltre 70 anni nei piu avanzati laboratori americani. Si chiama effetto Gorgonzola.
Si dice che sia il metodo più utilizzato dai servizi segreti americani e da tutti i top manager di successo. Poveri noi.
Come diceva Abraham Lincoln: “Potete ingannare tutti per qualche tempo e alcuni per tutto il tempo, ma non potete ingannare tutti per tutto il tempo”.
Dimenticavo…:)
Ho trovato un articolo sull’autostima che dice eeeeeeeeesattamente il contrario di quello che dici tu. Dovresti leggerlo. Il bello dei blog sulla crescita personale è che, citando esperimenti e studi scientifici, dite tutto è il contrario di tutto….cioè niente.
Ovviamente non penso che l’autore del blog che cito sia furbo ne che i suoi articoli siano più validi dei tuoi. Anche se in tema di autostima è andato più vicino di te alla verità su altri temi dice delle cose assolutamente poco condivisibili.
Leggi e fammi sapere…;)
Andrea! Carino l’articolo… alcune cose interessanti altre un po’ meno. Quello che mi è rimasto è la citazione che segue “Non sono arrabbiato perché mi hai mentito, sono arrabbiato perché d’ora in poi non posso più crederti.”
Che amarezza!
Ciao Giulia,
eh già… come sottolineato all’inizio del post, il dramma delle menzogne non riguarda soltanto le conseguenze immediate, ma soprattutto l’erosione di fiducia che ne deriva.
Grazie del commento :-)
Andrea.
Già.
Caro Andrea,
sono una new entry, sono avanti con gli studi, ma penso che non sia mai troppo tardi per migliorare. Grazie per tutti i consigli, questo blog è un toccasana per me.
Ciao Angy,
benvenuta ;-)
Andrea.
Articolo molto interessante! alcune pratiche del bugiardo patentato le conoscevo altre mi hanno un po spiazzato ma ne faccio tesoro… Mi sono resa conto che il primo pinocchio ( e non pidocchio!!) sono io che tradendo me stessa spesso metto in pratica tutta una serie di strategie più o meno inconsce per non ammettere di avere a che fare con un emerito/a conta balle e vivere l’ennesima delusione dovrò chiedermi più spesso di raccontare la storia partendo dalla fine ;)
Ciao Luigina,
grazie.
Non ho ancora deciso, ma per la prossima settimana vorrei preparare un post dedicato proprio alle bugie che ci raccontiamo ogni giorno: forse la peggior forma di menzogna… ;-)
A presto,
Andrea.
Ciao Andrea, bellissimo articolo anche questa settimana e devo dirti che concordo in pieno con tutto quello che scrivi perché l’ho provato sulla mia pelle fino al mese scorso soprattutto quando dici che i bugiardi riescono a mantenere il contatto visivo….
Grazie di cuore per questi articoli che mi fanno iniziare la settimana in un modo migliore.
Ciao Elisa,
grazie a te per questo splendido commento :-)
Come ha notato una lettrice la scorsa settimana, cerco sempre di alternare articoli riflessivi con articoli più pratici o curiosi, come in questo ultimo caso.
A presto,
Andrea.
Che tipa in gamba. A parte i consigli su come smascherare i bugiardi mi è piaciuto molto il discorso di fondo.
Vero?
Adoro le conferenze TED e ci tenevo ad affrontare questo tema “leggero” con la presentazione della Meyer.
Mi fa piacere ti sia piaciuto.
A presto,
Andrea.
Grande articolo! Sono appassionato di questi argomenti, credo infatti che approfondendo il modo in cui noi interagiamo con le nostre emozioni e con il nostro linguaggio del corpo, ci permetta anche di essere più “tolleranti” verso chi ci sta intorno.
A lunedì prossimo!
Ciao Andrea,
Non sono propriamente un nuovo arrivato, seguo il tuo blog da diversi mesi ormai, ma questo è il mio primissimo commento.
Mi è capitato molto spesso, da quando ti leggo, di leggere commenti che dicono di quanto il tuo tempismo sia perfetto nel pubblicare articoli in base all’esigenza immediata del lettore; alle volte è capitato anche con me, ma oggi sei stato incredibilmente preciso nell’entrare nella mia mente: stamattina stavo facendo colazione, e nel mentre pensavo tra me e me ad un mio amico che è proprio classificabile come un “contaballe patologico”, e a cosa lo portasse a mentire così spesso. Finito di mangiare tiro fuori il telefono pensando: “dai, vediamo cosa ha da raccontarmi oggi la nuova mail di Andrea” e… boom! Mi ritrovo un articolo del genere che mi lascia immediatamente a bocca aperta! “Ma come avrà fatto?!” XD
In linea di massima comunque non mi trovo d’accordo con certi punti dell’articolo. Come Crystal poco sopra, non trovo queste tecniche molto convincenti; certo, alcune mi sembrano interessanti, ma altre non le ritengo proprio valide a stabilire se una persona mente oppure no.
Prendo ad esempio me: io mi ritrovo molto nel punto numero 2; mi sono reso conto, da un po’ di tempo, di utilizzare molto spesso (sia parlando, che scrivendo su internet) le frasi che hai elencato in quel punto, ma lo faccio quasi inconsapevolmente, li uso più come una sorta di miei intercalari che per reale utilità, e di certo la maggior parte delle volte non mento quando li uso. Ci sono troppe variabili da considerare per poter stabilire se cose del genere sono dette da una persona che mente oppure no.
Lo stesso penso per il punto numero 8: raccontare una cosa al contrario non è facile, ti mette in difficoltà; dire che chi dice la verità non ha bisogno di ricordare può anche essere vero, ma tante volte chi fa un discorso ha bisogno di seguire un filo logico: se il filo logico manca, facilmente si può sbagliare a dire qualcosa. Non mi pare una tecnica molto credibile.
Io penso che per capire se una persona mente prima di tutto la si debba conoscere bene: solo capendo come si comporta in condizioni “normali” potrai poi capire in che cosa si tradisce quando ti racconta una bugia, e le variabili sono talmente tante che secondo me queste caratteristiche dipendono proprio da persona in persona (seppur probabilmente ci siano dei comuni denominatori, alcuni dei quali tra i tuoi punti, assolutamente condivisibili).
Il problema più grande però non è tanto capire se una persona ti mente, ma soprattutto capire come rapportarcisi una volta che hai concluso che ti sta mentendo, ed in questo è perfetta la tua citazione di Nietzche all’inizio del post. Tu riguardo a questo come la pensi? Come ti comporteresti con un “bugiardo patentato” per fargli capire che sai che mente senza portarlo a mettersi sulla difensiva costringendolo a negare ancor più spudoratamente? Mi piacerebbe molto conoscere la tua opinione in merito.
Ti ringrazio,
Gianluca.
Ciao Gianluca,
per quanto riguarda i primi due punti sono d’accordo con te e Crystal: li trovo un po’ debolucci. Un mio amico leggendo il post mi ha preso in giro: io uso spesso “onestamente”. Come detto a Crystal però, questi punti vanno analizzati nel loro insieme: un singolo indizio non è sufficiente per fare una prova; 3-5 indizi messi insieme dovrebbero far drizzare le orecchie.
Sai qual è un altro motivo per cui quei punti sono quelli che a noi italiani scricchiolano un po’ di più? Non stiamo tenendo in considerazioni le differenze linguistiche: gli studi della dott.ssa Meyer si basano sull’analisi di migliaia di soggetti che parlano in lingua inglese…
Sul #8 invece ti confermo che è una strategia ampiamente utilizzata, soprattutto in ambito investigativo (per gli interrogatori). Nello specifico il sospettato viene interrogato più volte utilizzando delle pause strategiche ed ogni volta gli si fa ripetere la versione dai fatti partendo da un momento differente, senza una precisa sequenza.
D’accordissimo sull’importanza di utilizzare delle “baseline”. Molti mentalisti lo fanno per i propri trucchetti.
Per rispondere poi alla tua domanda, quello che sicuramente non farei è dire all’interlocutore qualcosa del tipo: “ah! hai detto una cazzata, il Blog EfficaceMente dice che se ti gratti il naso mentre pronunci le vocali, stai mentendo!”. No, questo no, però utilizzerei queste strategie per imparare ad ascoltare con maggiore attenzione, raffinando le mie capacità di individuare le persone sincere e quelle un po’ meno. Se poi il contaballe di turno è un mio caro amico, che conosco da una vita e che le ha sempre sparate… ma chissenefrega: gli vorrò bene lo stesso, non ho nessun motivo di metterlo in difficoltà.
A presto,
Andrea.
Cavolo, sei stato rapidissimo!
Nel mentre in cui tu mi hai risposto io mi sono guardato il video che hai proposto nel tuo post, e ho capito un po’ meglio le motivazioni che stanno dietro a questi punti.
Il #8 continua a non convincermi del tutto per il motivo che ti ho citato nel mio primo post, ma non voglio di certo screditare, non avendo mai approfondito l’argomento, gli studi di gente che, al contrario mio, l’argomento probabilmente lo studia da una vita e ne sa molto. Se sono giunti a questa conclusione ci saranno sicuramente dietro dei validi motivi.
Sono d’accordissimo poi con te che dici che ad un amico un po’ contaballe vorrò ugualmente bene quanto prima e che non ho alcun motivo di metterlo in difficoltà, per questo mi chiedevo quale fosse il modo migliore per rapportarsi con una persona che sai che “le spara grosse” senza metterlo in una situazione difficile.
Perché poi è un anche un po’ una questione di principio: parlare in totale sincerità ad un amico io lo considero un atto di fiducia nei suoi confronti, mentre raccontargli spesso delle balle galattiche lo vedo invece come un non fidarsi completamente di lui…
Mi ha colpito però, in questo contesto, una frase nella conferenza di Pamela Meyer:
“Con la menzogna cerchiamo di colmare il divario tra i nostri desideri, le nostre fantasie su chi vorremmo essere o diventare, e quello che siamo in realtà.”
È una frase molto potente, che dà una spiegazione molto efficace a diversi tipi di menzogna.
Grazie mille comunque per la risposta e per i bei spunti che con il tuo articolo mi hai dato. È sempre un piacere leggerti, ed è stato bello provare sulla mia pelle come tu sia sempre disponibile per i tuoi lettori. Continua così, mi raccomando.
;-)
Alla prossima.
Andrea.
Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, in maniera divertente ci sono le due stagioni della serie televisiva: Lie to me (tutta giocata su come capire chi-mente-quando), con Tim Roth come protagonista svelamenzogne.
In maniera più seria avevo trovato interessante il libro: Il linguaggio del corpo di James Borg.
Ciao Samuele,
Lie To Me è stato uno dei miei telefilm preferiti: peccato si sia fermato alla seconda stagione ;-)
A presto,
Andrea.
E’ anche uno dei miei telefilm perferiti. Comunque hanno iniziato la terza stagione ma purtroppo l’hanno interrotto alla tredicesima puntata. E’ davvero un peccato=(
http://it.wikipedia.org/wiki/Episodi_di_Lie_to_Me_%28terza_stagione%29
Secondo me gli costava troppo Tim Roth ;-)
Peccato…
Molto utile! Soprattutto in tempi di campagna elettorale…
Uh… in questi giorni c’è da divertirsi ad osservare con attenzione certi politici ;-)
Articolo molto interessante e caduto proprio a fagiolo.Proprio in questo periodo stavo pensando di riprendere il libro lasciato a metà “I volti della menzogna” di Ekman…!:)
Un argomento che trovo molto interessante e che mi è venuto in mente leggendo l’indizio -far ripetere il racconto all’incontrario- è stato quello inerente le false testimonianze e falsi ricordi. (ad esempio sbagliare a descrivere fatti proprio a causa di scherzi della memoria) .A tal proposito è interessante leggere e trovare materiale della Mazzoni
“Con la menzogna cerchiamo di colmare il divario tra i nostri desideri, le nostre fantasie su chi vorremmo essere o diventare, e quello che siamo in realtà.”
Con la menzogna cerchiamo di colmare il divario tra il non avere la più pallida idea che qualcuno ci stia mentendo, e le nostre fantasie sull’avere un metodo per smascherarlo.
Ironicamente, se cerchiamo un metodo che segue gli schemi dei nostri desideri, non ci smaschereremo mai.
Interessante
Interessante. Per quanto riguarda il contatto visivo, però, può capitare che una persona si vergogni quando mente e distolga lo sguardo. Lo dico anche per esperienza personale.
E’ possibile, per esempio, che quando la persona che mente si rende conto che l’interlocutore lo guarda in maniera sospettosa distolga lo sguardo molto velocemente.
Per quanto riguarda il punto 10 vorrei aggiungere qualcosa: è vero che le persone quando mentono tendono a creare una barriera, ma non solo. Infatti, spesso, se qualcuno chiede loro se stanno mentendo, questi reagiscono come se fossero scocciati.
Quando invece dicono la verità reagiscono con rabbia alle insinuazioni dell’altra persona. Per quanto riguarda il punto 4 poi è interessante distinguere il sorriso di chi si diverte a mentire perchè magari ti sta facendo uno scherzo e quello di chi magari gode nel mentire e nell’ingannare le persone.
Nel primo caso il riso sarà abbastanza spontaneo e simmetrico sulle labbra. Nel secondo caso, invece, il sorriso assomiglierà di più ad una beffa e dunque ci sarà solo un lato del labbro alzato.
sono d accordo con Emanuele
Signor Andrea mi scusi se la disturbo potrebbe scrivere un articolo su come far capire qualcosa a qualcuno senza dirlo apertamente ad esempio scrivendo unp stato su Facebook le spiego meglio vorrei far capire ad un mio amico che se ha qualche problema con me lo deve dire però visto che non losento da tempo non posso dirglelo direttamente. In ogni caso Grazie
Ciao Andrea
Ho aperto il video ma non ci sono i sottotitoli in italiano.
Puoi darci un occhio per favore?
Grazie
Igor
Molto interessante questo articolo. Ho tratto ispirazione e cercato di farne una sintesi nel mio blog. Considerate la tua preparazione e la tua cultura te lo vorrei sottoporre affinché tu mi possa dare consigli per migliorare, te ne sarei veramente grato.
Ciao Andrea, ho letto anche il tuo articolo su “cosa pensa una persona”. I tuoi articoli sono molto interessanti, li guarderò molto più spesso. Un saluto da Martina?
Grazie Martina! :-)
Sono stato con una ragazza per quattro anni e stavo progettando di proporle. Poi un giorno, ha detto che voleva prendersi una pausa per capire le cose. Questo è stato circa quattro anni fa. Si è sposata circa due anni dopo la sua “pausa” con un collega che in seguito ho scoperto grazie all’aiuto di hackgoodnesstech su insta, gram un ragazzo pro tech che mi aveva tradito per tutto il tempo che eravamo insieme. All’epoca ero devastato, ma ora penso che fosse tutto per il meglio. Inoltre, è un piccolo mondo, perché suo marito la tradisce con qualcuno che conosco. Grazie karma!