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Le nostre sensazioni sono come tessere del domino, ma c’è una tessera più speciale delle altre: innescarla nel modo corretto può farci ritrovare motivazione ed autostima.

domino

“Non è della morte che un uomo dovrebbe aver paura, ma del non vivere affatto.”

Marco Aurelio.

Scrivendo gli ultimi capitoli del mio e-book sulla procrastinazione, sono sempre più convinto del legame viscerale che esiste tra procrastinazione, motivazione ed autostima. Quando non siamo sicuri di noi stessi e delle nostre straordinarie capacità, tendiamo inevitabilmente ad essere demotivati e di conseguenza continuiamo a rimandare i nostri impegni, e ancor peggio, i nostri sogni.

Come avviene in natura, anche nella nostra mente… tutto è connesso, come in un immenso domino mentale.

L’effetto domino

Ho sempre immaginato che nella nostra mente esistano centinaia di tessere del domino; ogni tessera rappresenta un nostro meccanismo mentale, una nostra emozione o un nostro stato d’animo: motivazione, determinazione, disciplina… ma anche, noia, procrastinazione, mancanza di energia, etc.

Ognuna di queste sensazioni è una tessera del nostro domino mentale: sono tutte lì, nella nostra mente, ognuna in equilibrio precario e separata dalle altre da pochi millimetri di spazio. Appena diamo una spinta ad una di queste sensazioni, subito si innesca un effetto domino.

Esistono due tipologie di tessere:

  • le tessere bianche, ovvero tutte quelle emozioni positive che ci permettono di esprimere tutto il nostro vero potenziale. Quando facciamo cadere una di queste tessere, automaticamente anche le altre compagne si mettono in moto… e così dalla motivazione nasce l’entusiasmo, dall’entusiasmo nasce l’azione, dall’azione nasce il successo e così via in una catena di eventi che ci porta verso livelli di felicità sempre più alti. Ma nella nostra mente esistono anche…
  • le tessere nere, ovvero tutte quelle emozioni negative che ci intrappolano in una gabbia da cui non vediamo via di uscita. Anche queste tessere sono strettamente legate tra loro, così gli insuccessi portano alla scarsa autostima, che a sua volta ci rende demotivati ed inattivi; così via in una spirale negativa che spesso tocca molteplici aree della nostra vita.

Quando ci sentiamo demotivati e poco sicuri di noi stessi, è molto probabile che stiano agendo le tessere nere, che una dopo l’altra si innescano a vicenda. Questo ti suona familiare?

Belle parole André! Ma finora non hai detto una beneamata cippa!!! Come faccio a bloccare le tessere nere e far finalmente partire le tessere bianche?! Da dove inizio?!

Tessere nere e tessere bianche non si incrociano quasi mai: hanno percorsi distinti. Questo significa che quando sono le tessere nere ad agire, le tessere bianche sono immobili e per quanto ci sforziamo, rimangono immobili, mentre la catena di sensazioni ed eventi negativi continua a succedersi.

Esiste però un’eccezione, una tessera speciale.

Questa tessera è all’apparenza nera come la notte più oscura, ed è una tessera che facciamo di tutto per non mettere in moto, eppure questa è l’unica tessera del domino che lega tessere nere e tessere bianche: è la tessera della paura.

La tessera della paura

Decine di migliaia di anni di evoluzione ci hanno insegnato a rifuggire la paura.

“La paura è l’emozione umana più forte. Chi mai si sveglierebbe alle quattro del mattino perché si sente felice?”

Robert Harris.

Quando dobbiamo affrontare una situazione che ci spaventa, conosciamo due sole reazioni: ci paralizziamo o fuggiamo. Questa è una risposta istintiva nota come “fight or flight response“.

Questa reazione ha salvato le chiappe più e più volte ai nostri antenati; il problema è che se i nostri antenati dovevano affrontare paure reali (leoni, orsi, gelo, fame, etc.), noi oggi ci paralizziamo o fuggiamo di fronte a paure irreali: il prossimo esame universitario, parlare con una persona che vorremmo sedurre ed in generale tutti i “problemi” della vita moderna.

Non è un caso dunque se continuiamo a procrastinare i nostri impegni (ci paralizziamo) o li rifuggiamo abbandonandoci a cattive abitudini (fuggiamo). Abbiamo paura e non conosciamo altre vie per affrontarla.

Ma come detto la paura è una tessera molto importante del nostro domino mentale: se ci paralizziamo o fuggiamo di fronte a paure irreali, che esistono solo nella nostra mente, non facciamo altro che innescare il domino delle tessere nere: quando non affrontiamo le nostre paure la seconda tessera a cadere è infatti la nostra autostima, segue poi la demotivazione, e così via sempre più giù, sempre più vicini al baratro.

Ma la paura è anche il punto di partenza per il domino delle tessere bianche: se per un attimo soltanto recuperiamo la nostra lucidità e con un atto di consapevole follia accettiamo le nostre paure e le affrontiamo senza reti di protezione, sentiamo qualcosa dentro di noi cambiare: iniziamo a sentirci più forti, più sicuri di noi stessi, più vitali ed energici.

Non è facile.

La paura è un’emozione che pervade la nostra mente ed il nostro corpo: è totalizzante. Ma solo quando siamo disposti a raggiungere l’altra sponda del fiume dei nostri timori, diventiamo realmente consapevoli di avere dentro di noi risorse e capacità inimmaginabili.

Ammazza che pippone Andre!!! Però mi hai quasi convinto! Parlando di cose un po’ più spicciole… hai qualche suggerimento pratico a riguardo?!

Se dovessi sintetizzare l’intero articolo in una frase o meglio… un’abitudine, userei queste parole:

“Affronta ogni giorno qualcosa che ti spaventa.”

Le nostre abitudini, le nostre routines ci danno sicurezza e spesso abbiamo giornate fin troppo caotiche per affrontare anche le situazioni che ci spaventano: ma spesso la felicità si nasconde nei meandri più oscuri.

Cos’è che ti sta paralizzando in questo momento? A cosa stai opponendo resistenza? Cosa stai evitando da giorni o mesi? Cosa ti terrorizza? Affrontalo e le tessere bianche inizieranno a cadere una dopo l’altra…

Buona settimana.

Foto di Loяena Ortega

Avatar di Andrea Giuliodori
Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

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MASSIMO

Nella vita ho una bella famiglia con due figli piccoli, la mia paura piu’ grande e’ che succeda qualcosa che possa rompere questo equilibrio e nello stesso tempo mi possa far precipitare nell ‘ infelicita’ più scura. Mi rendo conto che questo rovina la felicita’ di oggi, e non e’ l’atteggiamento piu’ giusto.

Secondo te , Andrea, che dovrei farre ?

Ciao Grazie

Andrea

Ciao Massimo,

sono sempre affascinato dai commenti dei miei lettori: molti conoscono già la risposta (molto meglio di me), eppure cercano una conferma da un estraneo ;-)

Presto scriverò un articolo sulla gratitudine, e come questa emozione ci permetta di sfuggire ansie e paure immaginarie: credo che tu abbia molto di cui essere grato. Sarebbe curioso osservare cosa accadrebbe se ogni volta che hai questi pensieri “bui” le sostituissi consciamente con pensieri di gratitudine… provare non costa nulla, giusto? ;-)

Michela

Grazie di cuore Andre, era esattamente quello che avevo bisogno di sentirmi dire oggi!!! grazie grazieeee

Andrea

Ne sono molto felice Michela ;-)

giuseppe

sono pienamente convinto che quello che dici e vero ,mi stai dando conferma di tutto quello a qui sono arrivato da solo con le mie deduzioni riflessive giornaliere, vincere la paura , si e propio quello il problema che in certi casi si tratta di affrontare. non cose grandi tipo leoni nelle savane ma piu’ semplicemente quelle situazioni della vita di falssita’ dei singoli a qui non si reagisce per troppa sensibilita’. inconscia PAURA.

MASSIMO

Grazie … penso di avere capito … Ti ringrazio tanto

Enrico

Questo… è un gran bel articolo!
La metafora delle tessere del domino è fantastica e calza a pennello.
Probabilmente in questo momento avevo bisogno di leggere un post come questo o probabilmente ti sei scervellato più del solito :-), in ogni caso lo considero uno dei tuoi migliori articoli di sempre!

Ilaria Cardani

Il fatto è che quelle che tu, Andrea, definisci “paure irreali” – e io definirei con il mio istinto didascalico: paure di pericoli non reali (e che mai ti succede se non passi un esame?) a differenza di quelle che i nostri antenati fronteggiavano ogni giorno (una morsicatina di leone lascia tracce non indifferenti e pregiudica la tua vita) – sono proprio frutto del domino tra tessere nere. Cioè: per esempio, nella nostra testa c’è la convinzione che essere rifiutati è da sfigati (convinzione pericolosissima, giacché, in base a quella, io, per definizione, sarei sfigata, dato che Clooney non mi ha mai invitato a cena, anche se io accetterei ben volentieri). E da questa convinzione facciamo nascere la paura di sembrare sfigati o sentirci tali (paura che in realtà non ha ragione d’essere). E tale paura alimenta l’insicurezza, che alimenta la procrastinazione, che guarda un po’, alimenta l’insicurezza, che alimenta la paura…
Io non so se consiglierei di affrontare ogni giorno qualcosa che ti spaventa: io ho paura dei serpenti e non mi va di vedermene uno di fronte tutti i giorni. E a che pro? Per risparmiare sul biglietto del cinema o sul tempo trascorso in palestra?
Però, in un certo senso sì: affronta tutti i giorni quell’idea che ti fa paura. Perché quell’idea è tutta tua e come si è formata nella tua testa, così la tua testa la può trasformare. A tuo vantaggio.

Andrea

Ciao Ilaria,
ho apprezzato il tuo commento, ma non mi ha convito molto l’ultima parte ;-)

Per gran parte del commento parli di paure irreali, che sono l’oggetto dell’articolo, poi però per sostenere la tua tesi prendi ad esempio una paura… realissima (i serpenti).

La paura, quella vera, ha una funzione ben definita e fa il suo lavoro egregiamente… il problema sono quelle paura irreali che sono nate con lo svilupparsi della nostra società nevrotica… ecco… quelle vanno affrontate, ogni giorno, proprio per liberarci da inibizioni che non ci appartengono.

Ilaria Cardani

Caro Andrea,

che cosa ha di reale la paura di una biscia? ;)
Cioè, mi rendo conto di quel che dici; sai perchò ho preso quell’esempio(oltre che per farci una battuta)? Mi capita, da anni, di trascorrere giorni d’estate in una casa in campagna dove non è inusuale incrociare un serpente. Quindi può capitare che tutti i giorni io affronti la mia paura, talvolta. Una volta ero nella metropolitana di Boston e soprappensiero, poco prima di entrare sul treno mi volto e al mio fianco vedo una signora con un pitone vivo sulle spalle; ho viaggiato con lei e ho affrontato la mia paura. Non me ne sono fatta niente (dell’aver affrontato la paura; i serpenti continuano a darmi fastidio). Nei miei viaggi in Oriente mi è capitato spesso di incontrare persone (in luoghi di culto per esempio) che mi offrissero come un privilegio quello di tenere in braccio o di accarezzare un serpente.
Vedi: il serpente è reale. La mia paura non tanto…

E’ vero: la paura, come il dolore, ha una funzione precisa. E io sono ben d’accordo, tanto che penso che l’una e l’altra vadano riconosciuti e compresi.
Non so se la nostra società sia nevrotica – nevrosi è un parolone – sicuramente è molto “strutturata”, tanto strutturata da aver creato artificialmente molti tipi di tessere (alcune bianche e molte nere).

Tu pensi che affrontare di continuo le proprie paure giovi? Certo, l’esperienza e il risultato raggiunto nel concreto fanno passare al “gradino successivo”. O fanno assumere una nuova abitudine.

La consapevolezza di avere delle convinzioni che non giovano e di poterle trasformare rende superfluo il fatto di continuare a mettersi alla prova :) :).

Questo è il mio pensiero ;)

Grazie per l’osservazione.

Andrea

Finalmente abbiamo toccato il fulcro della discussione: le convinzioni e l’esperienza.

Eliminare le convinzioni limitanti sembrerebbe la panacea di tutti i mali e sai cosa penso… che sono d’accordissimo… ma nessuno ti dice come cavolo modificarle queste convinzioni limitanti: che faccio, mi metto davanti allo specchio e mi ripeto 100 volte che quella convinzione non è vera?!! Nah… non funziona mica.

Per quella che è la mia esperienza, l’unica vera strada per modificare alla radice una convinzione limitante è l’esperienza. Affrontare una paura irreale rappresenta una delle esperienze più efficaci per smontare quelle impalcature che spesso ci costruiamo in testa.

Andrea.

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