Ognuno di noi combatte le proprie personali battaglie, ma tutti noi combattiamo. Per vincerle dobbiamo seguire la via del guerriero.
“Non può essere sconfitto chi continua a combattere.”
Napoleon Hill.
Appena estratto, il ferro presenta numerose impurità che lo rendono fragile. Solo attraverso la forgiatura esso diviene acciaio indistruttibile. Come il ferro, l’uomo è indebolito dalle paure e dalle tentazioni, e solo le battaglie che decide di combattere possono forgiarlo e trasformarlo in un guerriero.
Questo è EfficaceMente e l’articolo di oggi è la tua dose settimanale di motivazione. Scegli: puoi, far finta di niente, continuando a percorrere il sentiero battuto dalle mandrie di frigno – frignonis o continuare a leggere ed imboccare la via del guerriero.
Il guerriero moderno
Ogni epoca ha avuto i suoi guerrieri: gli Spartani nell’antica Grecia, i cavalieri nel medioevo, i Samurai nel Giappone imperiale. La figura del guerriero è da sempre presente nella storia e nella cultura dell’uomo e non è un caso che proprio il guerriero sia uno dei 4 archetipi chiave dell’essere umano adulto.
Violenza, guerra, distruzione: i media moderni ci hanno insegnato ad associare la figura del guerriero a queste immagini negative. Inutile negarlo, lo scontro è insito nel DNA di questo archetipo, ma la formazione che ho avuto fin da piccolino nell’ambito delle arti marziali mi ha insegnato a focalizzarmi su ben altre qualità. Non sarà dunque un’arma o la violenza gratuita a far di te un vero combattente. Se vuoi percorrere la via del guerriero devi seguire tre principi fondamentali.
1. Affronta il nemico
“Molti nemici, molto onore.”
Giulio Cesare.
Nel 52 a.C., nel corso della battaglia di Alesia, Giulio Cesare si trovò ad affrontare, con le sue 10 legioni, gli 80.000 Galli guidati da Vercingetorige. Fu proprio nell’ambito di questa storica battaglia che gli fu attribuita la famosa frase “Molti nemici, molto onore“. Queste parole vengono spesso travisate: la verità è che non c’è onore nell’essere odiati da molti, l’onore risiede nella capacità di non voltare le spalle al nemico, nemmeno quando questo ci supera in numero o ci pone di fronte a sfide che riteniamo impossibili.
Affrontare il nemico, senza esitazioni, è dunque il primo principio che deve essere rispettato da chi vuole imboccare la via del guerriero. Ma il nemico non è il collega, l’avversario o qualsiasi altro essere umano. I veri nemici sono altri, sono molto più subdoli e si insinuano tra i meandri della nostra mente: paura, insicurezza, procrastinazione. Sono questi i veri demoni che devono essere sconfitti da un guerriero moderno.
Se la tua vita è deragliata, se senti il bisogno di ricominciare, di premere quel pulsantone rosso con la scritta “reset”, raggruppa le tue energie residue attorno ad un nemico comune, il tuo nemico: non spetta a me indicartelo, sono certo che tu sappia fin troppo bene quale sia il demone che si cela dietro le tue sconfitte. Ricorda però, smettila di cercare nemici là fuori: ogni battaglia è vinta nel momento in cui sconfiggiamo i nostri demoni interiori.
Individua il tuo nemico. Sfidalo a viso aperto (niente scuse). Affronta la battaglia come se fosse l’ultima: non esitare, non trattenerti, dai fino all’ultimo grammo di energia che hai in corpo.
2. Sposa la causa
“Ho scoperto che la via del Samurai è la morte: è necessario prepararsi alla morte giorno dopo giorno.”
Y. Tsunetomo.
Il Bushido (“la via del guerriero”) era ciò che governava la vita di un samurai: i suoi precetti chiave riguardavano l’accettazione della morte e l’obbedienza cieca al proprio Signore (il Daimyo). I samurai che venivano sfiduciati dal proprio Signore o che ne rimanevano privi a causa della morte, erano considerati decaduti e prendevano il nome di Ronin (letteralmente “uomini alla deriva”). Un guerriero che si rispetti dedica la propria vita ad una causa che travalica il suo mero interesse personale.
La generazione di trentenni a cui appartengo è una generazione che ha smesso di lottare per una causa superiore, per degli ideali: è una generazione stanca, disillusa, che non è neanche più in grado di arrabbiarsi. Vorrei che ogni mio coetaneo leggesse il brano “Svegliatevi trentenni!“. Non fraintendermi, non sono un sostenitore di rivoluzioni o manifestazioni di piazza, credo però fermamente nelle rivoluzioni degli individui.
Se vuoi essere un guerriero moderno devi sposare una causa che vada oltre il tuo “orticello” personale, trovare uno scopo che ti guidi, individuare obiettivi che ti emozionino davvero. Più facile a dirsi, che a farsi. Solo pochi fortunati vengono folgorati e hanno immediatamente chiara quale sia la loro “chiamata”, la stragrande maggioranza di noi riesce a percepire solo dei flash di quel puzzle complesso chiamato vita. Non demoralizzarti per questo: continua ad indagare (magari utilizzando queste 10 domande) e quando percepirai uno di quei brevi flash, non lasciare che scompaia nel tran tran quotidiano, lasciati trasportare dall’istinto, lo stesso istinto che guida la mano del guerriero mentre brandisce la spada in battaglia.
3. Dedicati alla pratica
“Più suderai in addestramento, meno sanguinerai in battaglia.”
George Patton.
Il nemico è ciò che il guerriero deve affrontare, la causa è ciò che egli vuole seguire, ma è solo l’addestramento a forgiarlo fino in fondo. Che si tratti dello studio prima di un esame, dell’allenamento prima di una gara o del lavoro prima della consegna di un progetto, la pratica costante e consistente è ciò che distingue i grandi “guerrieri” dalle mezze calzette.
Datti obiettivi ambiziosi, ma lascia stare la Legge di Attrazione (o comunque le sue interpretazioni fuorvianti): dedica ogni minuto utile all’addestramento. Le grandi battaglie si vincono tra le mura di una biblioteca, di una palestra o di un ufficio. Le grandi battaglie si vincono giorno dopo giorno, durante quei martedì all’apparenza insignificanti. Le grandi battaglie si vincono nel momento in cui prendi un impegno con te stesso e hai la costanza di rispettarlo ad ogni bivio tra le scelte giuste e le scelte facili. Dedicati quotidianamente al perfezionamento della pratica e i risultati saranno inevitabili conseguenze.
Questo post è stato un po’ diverso dal solito, lo è stato sicuramente per me che l’ho scritto, mi auguro che lo sia stato (piacevolmente) anche per te che lo hai letto. Non mi resta che augurarti di affrontare questa settimana come un vero guerriero. Andrea.
Foto tratta da Google Immagini.
Un articolo che fa riflettere. Soprattutto il punto 2) sposa la causa.
Al riguardo ho un bel esempio fresco fresco di giornata!
Sono proprio ora di ritorno dallo Startup Weekend di NY con tema Social Impact.
Per chi non lo sapesse è un evento internazionale, organizzato a livello locale dalle diverse community, dove, dato un tema generale (social impact in questo caso) si ha il weekend per passare dall’idea di business al MVP (minimum viable product).
Il venerdì si fa il pitch dell’idea, si formano i team (composti da developer, marketers, designer etc.) e si hanno due giorni per avere un qualcosa di più concreto sul quale eventualmente lavorare. In più la domenica sera si presentano le idee davanti ad investitori.
L’aria che si respirava era molto bella e la causa è stata “sposata” da molti ma non tutti. Questo ha fatto la differenza tra un team performante ed uno no.
Il crederci fino in fondo ha permesso a molti di lavorare non stop per il tutto il weekend, senza mai abbandonare la passione che avevano all’inizio.
Altri invece che non sono partiti convinti alle prime difficoltà e segni di stanchezza hanno cominciato a rallentare il ritmo.
La differenza si è vista bene soprattutto nella presentazione finale!
Ciao Leo,
mi fa sempre piacere quando condividi queste tue esperienze personali nei commenti ;-)
A presto,
Andrea.
È ormai diverso tempo che seguo il sito e da qualche mese che leggo i libri da te consigliati, Perdonami il “tu “ma ho come l’impressione di parlare con un amico che conosco da tempo, nonostante sia il primo commento che lascio.
Diverse volte mi capita di leggere e non vedere nessun commento, e mi piace pensare che sono il primo a leggere ogni volta! Comunque oggi i tuoi suggerimenti mi hanno toccato più del solito e devo dirti che sei un grande Andrè! Buona settimana!
Ciao Daniele,
grazie per il tuo primo commento :-)
Il “tu” è d’obbligo qui su EfficaceMente.
Mi fa piacere che questo post ti sia piaciuto in particolar modo.
Andrea.
Bellissimo articolo, con dei bellissimi messaggi! Buona giornata :)
Grazie Claudio.
Non potevi scegliere modo migliore per farmi iniziare questa nuova settimana. Una bella dose di motivazione è quello che ci vuole. Ho apprezzato soprattutto il secondo punto. Avere un ideale per cui lottare è essenziale e spesso ce ne dimentichiamo! Una curiosità.. Nello scrivere questo post che emozioni hai provato? Ti sei automotivato anche tu?! Buona via del guerriero a te Andrea
Come dico spesso Enrico, io sono il “lettore 0” di EfficaceMente. Ciò che scrivo mi auguro sia di aiuto a chi legge, ma senza dubbio serve a me: mi serve per mettere a fuoco certe idee che mi ronzano in testa, mi serve per tener traccia di un’esperienza che ho vissuto, mi serve per ricordarmi di non deragliare troppo spesso.
A presto,
Andrea.
Spettacolare, preciso, incisivo. Perfetto! Qui, ora!
Metaforicamente lo incornicio, questo!
Grande Andrea, grazie!
Un sorriso, Claire
Grazie Andrea, sei il n.1!!
Grazie Guerriero ;-)
Mi fa piacere ti sia piaciuto Claire, grazie anche ad Angela e Michela :-)
“Le grandi battaglie si vincono giorno dopo giorno, durante quei martedì all’apparenza insignificanti” hai proprio proprio ragione :)
Una delle frasi a cui sono legato maggiormente, mi fa piacere abbia fatto breccia.
Andrea.
Andrè altro che lasciar perdere la Legge d’Attrazione, io inizio a credere ad essa solo da quando leggo i tuoi articoli: è incredibile il tempismo e la sincronia dei momenti in cui gli scrivi. Proprio ieri avevo deciso di rileggere i tuoi post riguardanti gli archetipi e mi sono soffermato particolarmente su quello del guerriero che mi affascinava parecchio; oggi pubblichi questo articolo, mi sembra davvero assurdo! Mi è piaciuto davvero molto, è parecchio motivante e ancor di più meditante. Concordo soprattutto su ciò che hai evidenziato nel punto 1, ovvero che i veri nemici da affrontare non hanno sembianze umane ma sono i nostri demoni interni che ci frenano.
Solo una curiosità: che arte/i marziale/i hai praticato? :-D
Ciao Giancarlo,
ho praticato Judo per 8 anni (e Ju-Jitsu), gareggiando a livello agonistico. Purtroppo mi sono fermato prima di poter prendere la cintura nera. Tornare a praticare ora che ho un orario un po’ più flessibile mi stuzzica molto ;-)
Ci tengo a precisare che non sono “pagato” da nessuno, e la mia opinione la esprimo in piena coscienza. Sto iniziando da una settimana ed un giorno a seguire questo sito e i suoi relativi consigli e corsi, e devo dire… che già sta avendo effetti positivi sulla mia persona. Certo è ancora presto….. ma già mi sento meglio. Devo dire che prima ero SCETTICO e diffidente…. ma ora sono contento di aver voluto intraprendere questa cosa.
Ringrazio le persone come Andrea… credo che ne abbiamo bisogno!
Marco
Ah, adesso non saresti pagato da nessuno?! E come la mettiamo con le caciotte e i prosciutti che ti ho inviato?! XD Grazie del commento Marco.
A rileggerci presto,
Andrea.
Anche lo sport insegna questo, allenarsi con costanza porta alla differenza e al raggiungimento degli obiettivi. Prendi Sara Errani nel tennis, piccolina, non dotata di un talento particolare, nessuno avrebbe creduto nei risultati che ha raggiunto negli ultimi due anni. E’ stata tra le prime 10 del mondo, si è giocata finali e semifinali di Grand Slam, è campionessa di doppio. Come ci è arrivata? Tantissimo allenamento e dedizione, è una vera guerriera e si vede nell’atteggiamento in campo, ti ributta indietro di tutto ed è sempre lì a lottare.
Ottimo esempio quello di Sara Errani: quando lo sport è pulito e si focalizza sul gesto atletico può davvero rappresentare un’importante scuola di vita.
Andrea.
Bellissimo post. Grazie Andrea per darmi/ci una carica di motivazione ogni giorno. In particolare quando leggo alcuni tuoi pensieri, tipo quello sui trentenni (ma anche i ventenni…) che si sono arresi – che “lentamente muoiono”, come dice Martha Medeiros (www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-23857) – non mi sento sola nel mondo.
Ciao Maria,
mi fa piacere leggere commenti come il tuo.
Andrea.
Questo post capita a proposito.
Qualche giorno fa ho ricevuto delle critiche (in buona parte frettolose superficiali e cariche di pregiudizio) sull’incipit del mio romanzo. Non da un esperto, ma da un collega scrittore forse un po’ invidioso. Mi sono demoralizzata e bloccata.
Qual è il nemico?
La paura di non riuscire, dopo cinque anni di blocco creativo, a concludere la stesura di un romanzo.
Qual è la motivazione?
Aiutare le persone, con le mie parole. Trasmettere un messaggio positivo e utile. Questo scopo è emerso proprio leggendo un tuo post.
E nella pratica?
Scrivere, scrivere e scrivere, consapevole che c’è sempre tempo per revisionare, sistemare e migliorare.
Grazie di cuore, Andrea.
Ciao Chiara,
è bello vedere come i lettori applichino ciò che scrivo nei miei post nei contesti più disparati ;-)
A presto,
Andrea.
Ciao, Andrea. Ogni post che pubblichi è sempre molto bello, ricco di pensieri illuminanti, schietto nella giusta misura. Seguo il blog davvero molto volentieri!
Mi ha molto toccata il finale: “Le grandi battaglie si vincono tra le mura di una biblioteca, di una palestra o di un ufficio. Le grandi battaglie si vincono giorno dopo giorno, durante quei martedì all’apparenza insignificanti. Le grandi battaglie si vincono nel momento in cui prendi un impegno con te stesso e hai la costanza di rispettarlo ad ogni bivio tra le scelte giuste e le scelte facili.”
Credo che la chiave sia comprendere perché siamo preda di certe emozioni, perché tendiamo a rimandare, perché vogliamo e non vogliamo qualcosa. Alla base c’è forse la paura – nominata in vari post – di uscire dalla propria zona di comfort e congelarsi il sedere abituato a stare incollato al divano? Il non credere di potercela fare? L’essere convinti che ci vorrà troppo tempo? Che i risultati non varrano la fatica?
Secondo me è difficile scrollarsi di dosso la paura, che tra l’altro si presenta in varie e diverse forme. Io ci sto lavorando, ma l’inganno forse sta nel credere di poter ottenere tutto e subito. Senza sforzi. Siamo abituati a pensare che funzioni così, perché questo è il messaggio superficiale che rimbomba nella società che ci circonda. Non è facile scavare in profondità, e dopotutto: “Those who go beneath the surface, do so at their peril”. Wilde ♥
Una delle chiavi è liberarsi di tutte le cose che ci tengono legati, fermi, immobili. A partire dal divano! Ahah, scherzo. Personalmente ho iniziato a liberarmi delle persone. Sì, proprio delle persone. Ho avuto la fortuna di cambiare città per frequentare l’università; ora che sono a Bologna e mi accorgo di quanta gente ci sia – il mondo è pieno, di gente! – evito tutte le persone che non mi vanno a genio. Potrà sembrare una cosa scontata, ma secondo me non lo è. Se volete cambiare modo di vivere partite sì da voi stessi, ma anche da chi vi circonda. Troncate le relazioni pesanti, gli “amici” asfissianti, pettegoli, ottusi. Davvero, non ne vale la pena. Il mondo è pieno di gente interessante, evitate di fare il bagno nella merda della stronzaggine. Spendete il vostro tempo con gente interessante, sorridente, creativa, aperta, intelligente, e siate così anche voi.
Ho deviato un po’ per la tangente, mi succede quando mi appassiono alle cose.
Buona giornata a tutti quanti!
Valentina
Ciao Valentina, grazie del tuo contributo: concordo sulle persone “vampiro”, quelle che ti succhiano l’energia e ti tengono legato ad una vita che in fondo non ti appartiene. Per quanto riguarda la paura poi, c’è un meccanismo che osservo da anni (anche in me stesso): quando un compito è leggermente più difficile e non sappiamo chiaramente qual è la via da intraprendere iniziamo a procrastinare. La motivazione è piuttosto banale: attendiamo di trovare la via migliore, quella che ci permetterà di raggiungere l’obiettivo senza sforzo, senza errori. Rimandiamo, rimandiamo, ma quella via sembra non comparire, finché non è troppo tardi per agire.
Non funziona così: è importante partire, magari sbagliando e poi aggiustare il tiro strada facendo. Trials & Errors: questa è l’unica via.
Andrea.
Incoraggiante, come tutti gli articoli che da una settimana leggo avidamente!
Ho iniziato a mettere in pratica alcuni consigli che dai e la cosa che mi sconvolge è che in una settimana molte cose sono cambiate, soprattutto il mio approccio alla giornata ed al mio tempo libero.
Volevo ringraziarti perchè questo spazio,ed i tuoi articoli, mi fanno sentire meno sola in tutta una serie di difetti che credevo essere solo un mio problema!
Grazie, grazie mille davvero, mi stai dando una carica di cui avevo bisogno da tempo! :)
Grande! Ne sono felice :-)
Alla prossima,
Andrea.
Ciao Andrea,
con questo articolo sei proprio arrivato in certi “angoli” difficili da raggiungere, almeno per quello che mi riguarda.
Non mi resta che ringraziarti di nuovo per quello che stai facendo e per questi suggerimenti che stai mettendo a nostra disposizione.
Buona settimana
Mi chiamano lo Swiffer dei neuroni XD
Mi fa piacere che il post abbia toccato le corde giuste.
A presto,
Andrea.
Devo essere sincero: questo forse più di altri tuoi articoli Andrea, mi ha fatto capire perchè alcuni tuoi messaggi ad una loro prima lettura spesso mi lasciano convinto a metà! In essi, ma in questo in particolar modo, ovviamente si tratta di una mia personalissima ed opinabile opinione, trovo un’ambivalenza di fondo che stona.
Trovo assolutamente condivisibile il concetto che vuoi far passare, e cioè il DOVER cercare all’interno di se stessi il VERO NEMICO, molto meno condivisibile il “contorno” motivazionale che usi per veicolare tale messaggio: mi pare di assistere ad una catalogazione un po’ settarola (passami la provocazione) tra i supposti “buoni” (i guerrieri) ed i cosiddetti “cattivi” (i frignoni o le mezze calzette) con tutte le superficialità che inevitabilmente tale differenziazione comporta.
La motivazione che usi ha sicuramente un’impatto emozionale forte (indubbiamente è suggestiva l’immagine del guerriero che lotta indefessamente per una nobile causa) però ritengo che determinate “problematiche” individuali che sfociano in difficoltà quali la procrastinazione, il “fallimento” (che tu stesso molto spesso hai descritto come invece utile occasione per una nuova rinascita), etc., derivino da fattori che non si risolvano con la semplice abnegazione o l’allenamento.
Quello che noto in certi tuoi post è che c’è molte volte una commistione spesso contradditoria tra una “nuova” visione intimista e lungimirante ed una “vecchia” che ricorre a forzature che a mio avviso banalizzano ciò che di valido era stato in precedenza evidenziato.
Detto questo comunque chapeaux per la tua capacità di affrontare questioni di difficile confronto.
Ecco un esempio di quello che per me significa realmente essere un vero “Guerriero”, aldilà dei fronzoli e dei luoghi comuni: http://www.emanuelapapa.it/coaching/resilienza-liberta-e-consapevolezza-di-se-nella-leadership/
Ciao Pier Paolo, chi avesse avuto modo di leggere tutti i miei articoli avrà inevitabilmente notato incoerenze, contraddizioni e capovolte “mentali”: il concetto stesso di crescita personale presuppone un elemento di dinamicità, che stride con la stasi della coerenza a tutti i costi.
Se ogni mio post fosse una replica dell’altro, un ricamare sugli stessi argomenti, senza nuovi spunti, magari anche contraddittori, mi porrei nella posizione dei tanti guru che tutto sanno e mai mettono in dubbio modelli appresi magari 10-20 anni prima.
Tornando allo specifico post: personalmente credo che il guerriero ed il frignone siano dentro ognuno di noi. Entrambi sono ideali, l’uno positivo e l’altro negativo. La nostra realtà (mentale e fisica) non potrà mai essere banalizzata in un articolo, ma fornire ideali a cui ispirarci o contro cui combattere credo possa essere utile per il percorso di crescita personale di ognuno di noi.
A presto,
Andrea.
Ottima risposta Andrea: evoluzione è movimento, intelligenza dinamica in azione, il tutto in aperto contrasto con l’autoreferenzialità che si nutre all’opposto di rigidità e stagnazione.
La coerenza la metterei su un piano diverso: coerenza non è, almeno per me, un vincolo che necessariamente deve portarci alla stasi, la vedo più come la bussola (ciò che ha uno speciale valore per noi) che aiuta a meglio orientarci durante il nostro percorso.
Per quanto riguarda la mia critica alla tua disanima quello che volevo evidenziare era l’evitare di fare catalogarizzazioni che rischiano solo di creare muri contrapposti (già ne abbiamo fin troppi) che vanno a dissipare il buono della sostanza che emergeva.
Chi ha un qualsiasi problema, di qualunque tipo esso sia, non merita di essere etichettato perché di sicuro quel problema è per quella persona fonte di sofferenza e di disagio personale, e schernirlo per non essere in grado di superarlo con le proprie forze per me è sintomatico del fatto che non si possiede quell’empatia necessaria a presentarsi con credibilità nel ruolo di “agevolatore” di cambiamenti evolutivi.
Ti ringrazio per lo scambio che spero sia stato costruttivo. ;-)
Pier Paolo
“Ciao Pier Paolo, chi avesse avuto modo di leggere tutti i miei articoli avrà inevitabilmente notato incoerenze, contraddizioni e capovolte “mentali”: il concetto stesso di crescita personale presuppone un elemento di dinamicità, che stride con la stasi della coerenza a tutti i costi.
Se ogni mio post fosse una replica dell’altro, un ricamare sugli stessi argomenti, senza nuovi spunti, magari anche contraddittori, mi porrei nella posizione dei tanti guru che tutto sanno e mai mettono in dubbio modelli appresi magari 10-20 anni prima.”
Andrea, questa tua replica assieme ad un’altra che ora non riesco a trovare ma che diceva pressappoco “sono in continua sperimentazione e crescita, infatti ora mi riconosco solo parzialmente in alcuni articoli da me scritti in precedenza”, mi ha fatto venire in mente che sarebbe un’ottima idea secondo me quella di aggiungere una sezione del tipo “Evoluzione personale”, “Ripensamenti” o “Nuovi punti di vista”, etc. penso tu abbia capito cosa intendo.
Sarebbe una sezione in cui poter mostrare in concreto ciò che per te si è rivelato essere utile da quello che invece hai appurato essere superfluo od inutile, fra tutto quello che tu stesso hai scritto in questi ultimi anni, in linea con quello che deve essere lo spirito di chi cerca una reale crescita interiore: insomma una specie di diario personale delle proprie UTILI lezioni apprese.
Questo chiarirebbe di sicuro molto meglio cosa significa evolvere grazie all’esperienza ed all’averne compreso gli insegnamenti più che tanti articoli postati in maniera sequenziale che in alcuni casi affermano concetti contraddittori l’uno rispetto all’altro.
Spero la consideri una proposta interessante ed utile, soprattutto per i tuoi lettori, che magari potranno trarre ulteriori spunti di riflessione grazie alla tua personale esperienza.
Questo tocco esotico ci voleva! Decisamente!
<3
Mah sì, ogni tanto variare fa bene ;-)
Ciao Pier Paolo,
questo tipo di “filtro” (strategie utili e strategie inutili) ho sempre cercato di applicarlo nei miei post. Certo non ho la presunzione di essere utile a tutti e sempre, ma ho posto da sempre molta attenzione alla qualità dei contenuti di EfficaceMente. Il messaggio che ho cercato di dare nei commenti che hai citato è questo: le sfide che sto affrontando ora sono diverse da quelle che affrontavo 6 anni fa. Tecniche, stratagemmi ed abitudini che al tempo si sono dimostrate particolarmente utili nel mio percorso di crescita personale, ora non lo sono più e magari trovo più efficaci strategie apparentemente contraddittorie: quei suggerimenti hanno esaurito il loro compito nel mio percorso e non fanno più parte della mia cassetta degli attrezzi. Questo non significa che le reputi inutili, anzi, credo che un lettore che si trovi ad affrontare problematiche simili a quelle che ho vissuto qualche anno fa possa trarre beneficio da questi articoli.
Grazie comunque della proposta. Più che ad una sezione del blog, mi piacerebbe tra qualche anno scrivere un libro, cartaceo, in cui condividere il mio percorso, per certi versi anomalo rispetto a quello di molti altri miei coetanei, ma ritengo che sia prematuro parlarne: in fin dei conti reputo questo percorso appena iniziato e prima di mettere un punto e iniziare un nuovo paragrafo, deve ancora passare qualche annetto.
A presto,
Andrea.
Ok. Grazie per la precisazione: io avevo interpretato quelle tue parole in un altro modo ed era per questo che mi ero permesso di fare quella “proposta”; ma se è così allora sono stato io a non averne ben compreso il senso.
Penso che un errore comune, almeno per quel che mi riguarda, sia pensare che altri abbiano passato “sconvolgimenti” simili a quelli che abbiamo passato noi e sulla base di questo traiamo delle conclusioni: niente di più sbagliato, ognuno ha un proprio percorso, c’è chi quel percorso lo percorre in una maniera più “lineare” e chi in una maniera più “sussultoria”! ;-)
L’idea del libro la reputo sicuramente valida e probabilmente tra qualche anno sarai certamente più pronto nel metterla in pratica: sono d’accordo con te infatti che ogni passo vada fatto nel momento in cui ci si sente maggiormente pronti.
Ciao.
Trenta e lode! =)
Ciao Andrea, sto iniziando a leggere uno ad uno tutti i tuoi articoli, questo mi ha colpito particolarmente.
Posso aggiungere che il fattore veramente critico di un guerriero, quello che determina la vittoria o la sconfitta è la tenacia e la capacità di lottare ogni giorno come se fosse l’ultimo. Più di una volta nella mia esperienza di trentenne ho dichiarato guerra a debolezze e miei difetti, i presupposti, inizialmente forti ed entusiasmanti, con le settimane e i mesi si sono indeboliti, la vera forza sta nel mantenerli vivi e perseverare con la stessa energia.
Per me è stato determinante adottare delle tecniche specifiche come ripetermi ogni giorno gli obiettivi che mi ero fissato o condividerli con le persone a cui tengo.
Potrebbe essere lo spunto per un articolo dedicato alla tenacia che ne dici? Magari c’è già e non l’ho visto io…
Ottimo articolo, come sempre.
Poiché sono un guerriero non combatto per vincere o perdere, e non mi preoccupo della forza o della debolezza; sono imperturbabile. Il nemico non si accorge di me, né io di lui….
Soho Takuan
Ho trovato in questo articolo ciò che stavo cercando in questo momento, proprio quel di cui avevo bisogno. Grazie, Andrea, per come ti sei dedicato alla scrittura di questo articolo e alla sua condivisione.
Grazie a te Elena.