Se vuoi sapere come creare una startup di successo, magari nel cuore pulsante dell’innovazione mondiale (la Silicon Valley), devi assolutamente leggere questa intervista che ho realizzato per EfficaceMente.
“Insegui la tua visione, non i soldi. Alla fine saranno i soldi ad inseguire te.”
Tony Hsieh, CEO Zappos.
Quello di oggi è un articolo decisamente diverso dal solito. Parliamo di come creare una startup innovativa (magari nella Silicon Valley).
Se fino a 10-20 anni fa il sogno proibito dei giovani italiani era infatti quello di entrare a lavorare in banca, oggi in molti sognano di creare una propria startup di successo.
Mettiamo subito le cose in chiaro: personalmente credo che intorno al mondo delle startup (soprattutto in Italia) ci sia molta fuffa e una pletora di avvoltoi pronti a sfruttare i sogni di ragazzi tanto ambiziosi, quanto a volte ingenui.
Chiarito questo punto, visto che EfficaceMente è nato per fornirti strategie efficaci per raggiungere i tuoi obiettivi, se il tuo sogno è quello di creare una startup innovativa, questo articolo fa per te.
Come creare una startup di successo: la storia di Steve
Qualche settimana fa, durante un evento formativo qui a Londra, ho avuto l’occasione di conoscere Steve Benson, founder di Badger Maps, una delle app più amate dai commerciali di mezzo mondo (poi ti dirò perché).
Steve ha un curriculum impressionante: originario di Chicago, ha frequentato un Master in Business Administration (MBA) all’Università di Stanford e uscito dall’università ha lavorato nella forza vendita di “aziendine” come IBM, HP e poi Google.
Proprio nell’azienda di Mountain View, nel 2009, si è guadagnato il titolo di “Google Enterprise’s Top Sales Executive“.
Visto che essere il miglior venditore di Google, a quanto pare, non era abbastanza per Steve, nel 2012 ha ben pensato di creare la sua startup: Badger Maps, un’app grazie alla quale centinaia di migliaia di venditori negli Stati Uniti e nel mondo riescono ad ottimizzare e semplificare i percorsi per visitare i propri clienti e potenziali clienti (se lavori nella forza vendita, devi assolutamente scaricartela!).
Oggi Steve vive e lavora a San Francisco, nel cuore della Silicon Valley.
Dopo averlo conosciuto a Londra e aver conosciuto la sua storia ho pensato che sarebbe stato bello (e utile) condividere la sua esperienza diretta con i lettori di EfficaceMente.
Chi meglio di lui infatti, che vive nel cuore pulsante dell’innovazione mondiale e lotta ogni giorno per far crescere la sua azienda, può darci consigli pratici ed efficaci su come creare una startup?
Ecco allora le 10 domande che gli ho rivolto. Ringrazio ancora Steve per essersi sottoposto al mio terzo grado! Continua a leggere…
Intervista al fondatore di Badger Maps
Da appassionato di efficacia e crescita personale ho chiesto a Steve due tipologie di domande.
Nelle prime 5 ho cercato di capire come creare una startup (sfide, opportunità, consigli per chi inizia, etc.). Nelle ultime 5 invece ho voluto indagare meglio la mentalità di Steve, le sue abitudini e routine. Insomma, quelle azioni che lo rendono efficace.
Ecco le sue risposte.
1. Da Google a founder di una start-up nel cuore della Silicon Valley: cosa ti ha spinto? Qual è stato il tuo “perché”?
Quello che amo dell’avere un mio business è soprattutto l’opportunità di creare qualcosa che abbia un impatto.
Ogni giorno parlo con persone le cui vite sono diverse (migliori) grazie ad un prodotto che ho immaginato e che abbiamo creato insieme al mio team.
Creare una startup è l’unico sistema che conosco che ti permette di individuare un problema e costruire una soluzione di business attorno ad esso.
Amo poi la sfida imprenditoriale.
Quando crei una startup è come far decollare un aeroplano, ma questo aeroplano ancora non esiste! Ci sei solo tu e la tua idea all’inizio della pista di decollo, e devi essere in grado di trovare tutte le parti del tuo aereo e montarle insieme mentre corri lungo la pista per prendere il volo.
Quando riesci a farlo però, non c’è sensazione paragonabile.
Non riesco ad immaginare una carriera che abbia più responsabilità e sfide di quella imprenditoriale.
2. Se dovessi ripensare ai primi dodici mesi di Badger Maps, quali sono stati tre errori che hai commesso e che oggi non ripeteresti?
- Portare all’estremo il testing e la sperimentazione. Quando ho creato Badger Maps, non mi sono reso conto di quanto si potesse portare all’estremo il concetto di testing e sperimentazione. Capire qual è il limite ti può aiutare a non bruciare troppo capitale e a muoverti rapidamente.
- Cercare di parlare con tutti i tuoi potenziali clienti. All’inizio, avevamo l’impressione di intervistare troppe persone, eppure non ci sembrava mai abbastanza. La verità è che non potrai mai conoscere alla perfezione i tuoi clienti target, i loro bisogni e il processo che intendi migliorare. Fatto è meglio di perfetto.
- Non sapere bene quale tipo di investitore è interessato a quale tipo di azienda e in quale stadio. All’inizio non mi erano chiare le differenze tra i diversi fondi di venture capital e quali fossero le loro metriche di riferimento. Rischi di perdere un mare di tempo a parlare con venture capitalist che non sono adatti come investitori per l’attuale stadio di sviluppo della tua startup.
3. Tra le strategie di crescita adottate, qual è stata quella che si è dimostrata più efficace per Badger Maps?
La più importante strategia di crescita per noi è stato il passaparola e la tattica “conquista ed espanditi“.
Per quanto riguarda il passaparola, i nostri primi utenti hanno iniziato a raccontare ai propri amici e colleghi di Badger Maps. Perché questa strategia funzioni, devi avere abbastanza utenti che amino il tuo prodotto.
Le persone non parlano di te a meno che tu non li abbia conquistati a tal punto da essere disposti ad associare il loro “brand personale” al tuo.
Per quanto riguarda invece la tattica “conquista ed espanditi“, è sempre una forma di passaporola, ma un po’ differente.
Quando all’interno di un’azienda, individui una persona che inizia ad utilizzare il tuo prodotto e ottiene dei successi grazie ad esso, riesci a catturare l’attenzione dei suoi colleghi e del suo management. Ed è così che il tuo prodotto può espandersi rapidamente all’interno di quell’organizzazione.
Alcuni dei nostri clienti più importanti sono stati acquisiti proprio grazie a questa tattica.
4. Immagina di essere catapultato in un universo parallelo dove la tua azienda non è stata ancora creata, ma hai comunque mantenuto tutte le tue competenze e conoscenze: cosa faresti nella prima settimana per ricostruire il tuo business?
Inizierei a cercare degli ottimi ingegneri. Sviluppare del buon software è davvero difficile.
Poi andrei immediatamente alla ricerca dei miei potenziali clienti e dedicherei gran parte del mio tempo a parlare con loro.
5. Tre consigli che daresti ad un ragazzo di vent’anni che vuole sapere come creare una startup (magari nella Silicon Valley).
Oggi le principali aziende del tech fanno talmente tante cose e cercano di risolvere talmente tanti problemi in contemporanea, che l’unico modo che hai per sopravvivere come startup è quello di essere super-focalizzata sulla risoluzione di un unico problema per il quale le persone sono disposte a pagarti.
Per avere poi davvero successo devi essere in grado di risolvere per i tuoi clienti una serie di problemi sempre più complessi, che non avresti però potuto affrontare senza quella prima soluzione.
A quel punto riesci davvero a distaccare la concorrenza, perché non potranno operare al tuo stesso livello se prima non risolvono i problemi di base.
Un altro consiglio che mi sento di dare è quello di capire velocemente quali funzionalità devono essere abbastanza buone da funzionare in maniera corretta e quali invece devono essere straordinarie. Molte funzioni del tuo prodotto / servizio non devono essere perfette, devo essere veloci, economiche ed efficaci.
Insomma, rispetta sempre la regola 80/20.
Infine, ricorda che se non vendi nulla non hai un’azienda, hai semplicemente un hobby o una no profit. Dal giorno uno, devi iniziare a vedere. Anche prima di avere un prodotto o servizio completo.
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Vediamo ora alcuni consigli legati a mentalità, abitudini e strumenti utili per chi vuole creare una startup.
6. Le giornate di lavoro di un founder possono essere molto intense: qual è la tua arma segreta per essere produttivo ed efficace?
Per aumentare la mia produttività personale solitamente ordino le mie attività in base ad importanza ed urgenza. In questo modo, anche nelle giornate più intense, non dimentico di rimanere in contatto con i clienti più importanti e gli investitori.
Esistono poi molte app per la produttività personale, ma sono sempre stato un fan della semplicità e delle opportunità di personalizzazione di un foglio di lavoro (come Excel o Google Sheets).
Inserisco sempre la mia to do list in un foglio di lavoro e la rivedo regolarmente per ordinarla in base a ciò che è importante e urgente. Inoltre evidenzio anche le attività importanti, ma non urgenti.
Questo mi aiuta a rimanere organizzato e focalizzato per l’intera giornata.
7. Segui qualche routine particolare? Qual è, tra le tue abitudini, quella che consideri più utile per il tuo lavoro?
Innanzitutto il caffè: è la mia arma segreta (il caffè estratto a freddo è una delle mie passioni più recenti). Senza caffè, tè e cioccolato credo veramente che avrei raggiunto meno della metà dei miei traguardi!
Per quanto riguarda la mia routine:
- Mi sveglio generalmente intorno alle 8:45 e vado in ufficio a piedi (non essere più un pendolare è uno dei migliori vantaggi dell’essere un imprenditore). Vivo ad un paio di chilometri dai nostri uffici, così io e il mio cane ci arriviamo a piedi (Badger Maps è un ufficio a misura di cane).
- Rimango in ufficio fino alle 8 – 8:30 di sera e poi torno a casa per cenare con mia moglie e stare insieme a lei fin verso le 22:30, quando lei va a dormire.
- A quel punto mi rimetto a lavorare fino alle 3 di notte e poi vado a dormire.
Far crescere e gestire una start-up significa andare incontro a molte difficoltà: come le affronti, qual è il tuo “protocollo” quando si presenta un ostacolo?
Se vuoi superare le difficoltà devi avere tigna (Steve, nella sua risposta originale in inglese ha utilizzato il termine “grit“).
Ci sono milioni di sfide da affrontare e tu devi trovare ogni giorno la strada per riuscire a superarle.
Quando mi trovo di fronte ad un problema, cerco innanzitutto di capire bene di che problema si tratta e poi inizio a pensare ad una strategia per affrontarlo, dopo di che, coinvolgo una o due persone del mio team per “attaccarlo” insieme.
Il tuo tool di lavoro preferito (oltre a Badger Maps naturalmente!)?
Google Docs: la suite di Google, grazie alle sue funzioni di collaborazione, è stata la spina dorsale di tutte le informazioni e i processi che abbiamo dovuto analizzare per creare Badger Maps.
Un libro che ti ha cambiato la vita e che vorresti consigliare ad un ventenne che desidera fondare la sua azienda?
Chiunque voglia creare una startup dovrebbe leggere “Partire leggeri. Il metodo Lean Startup” di Eric Ries. Questo non significa che devi diventare un “adepto del culto Lean“, ma è importante capire perché questo libro ha avuto così tanto successo tra gli imprenditori della Silicon Valley.
Se poi il tuo obiettivo è creare una SaaS (Software as a Service), dovresti leggere anche “From impossible to inevitable” di Jason Lemkin.
Tuttavia, ad essere onesti, i blog che sono rilevanti per il tuo settore e il tuo modello di business spesso sono la via più rapida per crearti il giusto background.
Uno dei mie preferiti è SaaStr.
Conclusioni
Grazie ancora a Steve per la sua disponibilità. Come detto, se lavori nella forza vendita, ti consiglio di dare un occhio a Badger Maps ;-)
Per il resto, mi auguro davvero che i consigli di Steve ti abbiano dato spunti utili per iniziare a muovere i primi passi e capire meglio come creare una startup:
- Le attività su cui concentrarti all’inizio.
- Gli errori da non fare.
- La mentalità giusta per superare le inevitabili difficoltà.
- I libri e le fonti di riferimento da cui partire.
A me non resta che darti appuntamento al prossimo articolo ;-). Andrea.
Che fai rubi il mestiere a Samuele ? :)
Gran bell’articolo. Mi è comparso proprio un secondo prima che stavo per chiudere e andare a dormire. C’è sempre da imparare da chi con intelligenza, metodo ed impegno ha conseguito notevoli risultati.
Sento spesso di gente che ha ambizioni di creare una personalissima start-up, termine anglofono ormai molto in voga che perfino il fruttivendolo del mercato rionale conosce. Magari col sogno di avere la fortuna che ha avuto l’inventore di whatsapp o app simili. Solo che dietro a queste app che ci appaiono in superficie semplici, quasi banale, c’è chi come Steve si fa un mazzo incredibile viste le ore di lavoro che dedica alla sua creatura.
I consigli che ha dato sono da tenere bene in mente come tappe obbligate per il viaggio da intraprendere.
Grazie Andrea e Buona Settimana
Grazie a te Giuseppe, buona settimana.
Grande articolo all’insegna della semplicità ma con forte espressione della tigna…(grit)
Grazie Giuseppe.
Sto cercando di creare una startup e quindi l’articolo è nel mio genere. Interessante, ma secondo me non esprime molto del mondo delle startup… è molto “all’acqua di rose”. (Ma questo non è un blog per startupper, quindi è ok che si faccia solo una breve discussione a riguardo… non ti preoccupare Andre :) )
Come dici tu, oggi tutti i ragazzi si svegliano una mattina e dicono di voler fare una startup su qualunque idea viene loro in mente, ma non si rendono conto di cosa voglia veramente dire. Cercare di tirare su un’azienda richiede tantissimi sacrifici e una capacità di sopportare stress immane. E nonostante tutte le favole che ci si racconta relative a facebook, Apple, etc… il 90% delle startup fallisce entro 3 anni dalla nascita… quindi tutti questi sacrifici poi non servono neanche a nulla. Lo startupper vive come un barbone, solo che ha molto più lavoro da fare :)
I concetti fondamantali che esprime (poco) quest’articolo è su cui secondo me il lettore interessato si dovrebbe focalizzare sono:
– La startup DEVE fare soldi e deve farne tanti.
– Per fare soldi DEVE RISOLVERE UN PROBLEMA che hanno i clienti. E tali clienti DEVONO ESSERE DISPOSTI A PAGARE per veder risolto quel problema.
– La startup richiede TANTO TANTO lavoro e sacrifici (leggete quanto lavora lui)
Ah, ci aggiungo un’altra cosa: cercare di tirare su un’azienda tecnologica in Italia non è come in Silicon Valley… e neanche come a Londra. Devi fare molta più fatica.
A me è piaciuta molto l’analogia che fa dell’aereo in decollo, che ti devi costruire mentre sei sulla pista!
Per il resto, sul 90% sei ottimista, diciamo pure il 99,8% fallisce…
Le statistiche dicono 90, dai, non siamo così pessimisti che già così è tosta! :)
Cmq lo sappiamo tutti che dobbiamo fare soldi, però non è così facile. Io vengo da un background completamente tecnico ed inventarmi come business-man è un macello… ci deve essere qualcuno di bravo a guidarti o sono cavoli amari. E spesso sono cavoli amari.
Come dici tu, siamo circondati da persone a cui frega più intortarci con la promessa di farci conoscere investitori che di aiutarci veramente. Partecipiamo a tutti questi eventi proprio perchè gli eventi ti promettono visibilità ed investitori, ma spesso sono solo fuffate. Usiamo parole a caso come “pivot” perchè proviamo ad entrare nel ruolo. Pivot, per chi non lo sapesse, è il termine che si usa quando cambi modello di business della tua azienda. Spesso e volentieri lo usiamo perchè dire “sto andando a casaccio” pare brutto.
Cmq Andre, io ti conosco e ti capisco benissimo, quindi intepreta il paraverbale di questo pezzo finale come molto rilassato: non pensare così male di noi :) In realtà noi startupper siamo in preda alla confusione perchè non sappiamo bene cosa fare. Non prendertela con noi, l’atteggiamento che si ha è molto positivo e volitivo, ma spesso non sai proprio come muoverti. Lo sappiamo che dobbiamo fare soldi, ma non sappiamo come farli. Se passi da queste parti, ti faccio fare un giro all’Incubatore e vedi che la realtà è molto diversa… sudore, lacrime e sacrifici… in pieno stile efficacemente. Il problema è che spesso non si sa la direzione da prendere, quindi si va a tentativi a casaccio (il pivot) anche perchè pochissimi hanno un vero interesse ad aiutarti (e infatti spesso ci aiutiamo tra di noi)… e allora non guadagni soldi e poi chiudi.
Quello che mi lascia perplesso è il circo che RUOTA ATTORNO alle startup, dei founder (per massima parte) ho grande rispetto.
Ho poi trovato sempre singolare che il mondo startupper e quello dell’internet marketing non si parlino quasi per niente. Credo che possano nascere belle collaborazioni.
Penso al progetto YES! Inglese che ho sviluppato con Fluentify: bellissima esperienza.
Sì, il circo è veramente imbarazzante. Ma perchè sanno che siamo giovani di belle speranze ancora ingenui e quindi cercano di mungerci in ogni modo. Per non parlare poi della boria di certa gente in Italia che gestisce questi circhi… ho avuto il piacere di conoscere investitori/mentori dagli Stati Uniti e gestiscono 100 volte i soldi di qui e ti parlano fin da subito dandoti confidenza e cercando di supportarti… bah.
Cosa intendi per internet marketing? Ogni startup ha qualcuno che si occupa di comunicazione al suo interno e lavora con agenzie deputate a far diffondere la conoscenza del progetto…
io non ne so nulla di startup, ma le cose che ho capito dall’intervista erano quelle che sottolinei tu :-)
Allora sei molto brava a capire i punti chiave, grande!
Ciao Andrea, cliccando su Google Sheets porta ad un Doc “Milionario in 19 anni” ma non ho ben capito come si dovrebbe utilizzare :|
In che senzo?!
Il link rimanda alla pagina principale di Google Sheets, il foglio di lavoro di Google.
Il doc di cui parli fa riferimento a questo articolo: Libertà finanziaria: la posizione del “fottiti”
Non lo so, a me rimanda a quel doc.
Ciao, vorrei consigliarti un articolo che raccoglie una serie di consigli per il mondo del lavoro ma che possono essere applicati nella vita più in generale. Alcuni punti sono sovrapponibili ai tuoi preziosi consigli, potrebbe fungere da spunto per i tuoi lavori futuri!
Se lo giudici OT, libero di cancellare!
http://www.businessinsider.com/what-you-should-accomplish-before-turning-30-2016-11?IR=T
Finalmente! Anch’io adoro il caffé!
Comunque, consigli molto concreti, quello che serve, senza giri di parole
Vendere prima ancora di avere qualcosa da vendere?
Si può chiarire un po questo punto? Perché c’era wanna marchi e Roberto carlino che facevano così….
E poi …. prestigiosa università, lavoro in IBM,hp, e google ….. non è un gran esempio per chi arriva da 7cani in provincia di….
Ciao Luca, pensa alle migliaia di campagne che vengono finanziate su Kickstarter: di fatto si tratta di aziende che stanno vendendo prototipi di prodotti che ancora non esistono.
È un’ottima strategia per verificare che ci sia reale interesse per un prodotto, ancor prima di effettuare ingenti investimenti produttivi.
Non mi è chiaro il riferimento a Wanna Marchi.
Grazie per la tempestiva risposta. Il mio era un pensiero filtrato attraverso una base concreta, ovvero se voglio vendere un oggetto che non ho ancora creato, mi fa truffa andarlo a vendere..
Ma pensando al mondo digitale è un’altra cosa, effettivamente si può tastare il terreno,
ma tanto domani mattina si torna a zappare, per cui.
Grazie per l’articolo trovo che il tuo lavoro sia uno dei pochi autorevoli e fatto con la reale volontà di aiutare.
Vorrei dire qualcosa in merito a “Non riesco ad immaginare una carriera che abbia più responsabilità e sfide di quella imprenditoriale.”
Quando leggo cose di questo tipo penso sempre alla mia amica infettivologa che si fa le guardie di 12 h in un reparto di 30 pazienti molti dei quali con gravi patologie, non guaribili ma solo tamponabili, che a volte ci lasciano le penne quando sono sotto la sua responsabilità, e penso ancora che una scala di valori esista, e certa gente avrebbe bisogno di un bagno di realtà.
Per il resto, tanto di chapeau per questa formidabile carriera, e ringrazio molto per i preziosi consigli!
Come darti torto Ila… credo che però Steve facesse il confronto con la sua precedente esperienza in Google come dipendente :)
Due cose mi hanno colpito in particolare: 1) la sveglia dopo le 8.00 e 2) l’andare a letto alle 3 di notte… Andrè non hai sempre consigliato qualcosa di diverso? ?? Intervista interessantissima
Esistono mattinieri e gufi. Quello che ho sempre consigliato è di testare la sveglia all’alba per almeno 2-3 settimane e valutare che vantaggi se ne ottengono. A me ha cambiato la vita.
Sempre ottimi spunti Andrea, solo un piccolo appunto riguardo alla domanda sulla routine – un po’ banale come domanda, e noiosetta la risposta- quella dello Steve a dire il vero :), per me rimane sempre una domanda strettamente personale che secondo me aggiunge poco in qualsiasi valutazione.
ps: altro luogo comune da evitare, basta dire che le startup sono roba x i ventenni. Dovrebbe essere proprio il contrario, sono anche x i ventenni.