Se continui a procrastinare i tuoi impegni e vuoi smettere una volta e per tutte, devi assolutamente provare questo metodo.
“Procrastinare (significato): leggere una citazione sulla procrastinazione, sentirsi in colpa e non fare nulla a riguardo.”
Anonimo.
Vuoi sapere qual è il colmo? Leggere questo articolo su come “smettere di procrastinare” è, con buona probabilità, essa stessa una forma di procrastinazione.
Scommetto infatti che in questo preciso istante avresti cose ben più importanti da fare, piuttosto che cazzeggiare online! Eppure, ti ritrovi qui insieme a me…
Che ne dici allora di rendere i prossimi 10 minuti i più produttivi di questa settimana? ;-)
In questo post voglio condividere con te una strategia anti-rimandite che ho scoperto ed iniziato ad applicare di recente e che si sta dimostrando estremamente efficace.
Prima di parlartene però, ho bisogno di spiegarti quelle che sono le 3 forme di procrastinazione.
Le 3 forme di procrastinazione
“Procrastinare (definizione): rimandare a domani con lo scopo di temporeggiare o, addirittura, di non fare ciò che si dovrebbe.”
Ai lettori storici di EfficaceMente ho fatto ‘na capa tanta con gli articoli sulla procrastinazione, e il motivo è molto semplice: battere la tendenza a rimandare gli impegni è stato il punto di svolta nel mio percorso di crescita personale.
Considerata la diffusione endemica di questo vero e proprio “virus mentale”, scommetto che anche nel tuo caso sconfiggere la rimandite significherebbe finalmente realizzare quei sogni che stanno ammuffendo da troppo tempo nel tuo cassetto.
Molti fanno l’errore di sottovalutare la procrastinazione (“e che ce vo’: devi solo fare quello che stai rimandando!“), e questo è il suo più grande vantaggio. I problemi che continuiamo a portarci dietro sono infatti quelli che non riteniamo tali.
Tempo allora di prendere maggiore consapevolezza di questa bestia subdola, a partire da quelle che sono le 3 forme di procrastinazione. Le prime due possono addirittura aiutarti a realizzare i tuoi obiettivi, ma la terza, la più diffusa e radicata, è quella che ti sta letteralmente fottendo la vita.
1. Non fare niente
Non fare una beata mazza è la forma più semplice di procrastinazione: nonostante i molti impegni, preferiamo rilassarci.
Messa così, non suona proprio bene, eppure in questo caso procrastinare non è così grave.
Per essere un vero Jedi della produttività personale, non devi infatti lavorare 24 ore al giorno, 7 giorni su 7: non serve a nulla, anzi, ti crea solo problemi.
La verità è che raggiungiamo la nostra massima produttività solo quando siamo in grado di alternare momenti di assoluta concentrazione sul lavoro e sullo studio, a momenti di assoluto riposo (questo approccio prende il nome di stress-recovery routine).
Non fare niente dunque, a volte rappresenta la scelta più saggia. A patto che non riempiamo questi momenti di vuoto rigenerativo, con tutta una serie di attività all’apparenza innocue, ma che in realtà ci succhiano energie.
Insomma: ozio sì, cazzeggio no.
2. Fare qualcosa di più importante di quello che dovresti fare
Questa seconda forma è la più nobile forma di procrastinazione e consiste nel rimandare deliberatamente attività utili, ma non importanti, a favore dei tuoi obiettivi più ambiziosi.
Prova a pensarci… quando ti trovi di fronte a quella lista smisurata di attività da fare, da quale inizi?
Eh già, quasi tutti noi preferiamo partire dalle attività più semplici, quelle di cui possiamo sbarazzarci facilmente. Peccato però che queste attività siano spesso di mera “amministrazione” e difficilmente contribuiscano al raggiungimento delle nostre mete.
Se continuerai a focalizzarti su queste attività “amministrative”, avrai una vita precisa come i meccanismi di un orologio svizzero, ma probabilmente non farai grandi progressi.
Ricordi ad esempio quando ti ho parlato di decision fatigue?
La tua forza di volontà è come la batteria di uno smartphone: se la utilizzi per le minchiatine, poi non ne avrai a sufficienza per ciò che conta davvero.
Impara dunque a procrastinare i compiti secondari (di tanto in tanto) e concentrati piuttosto su quelle attività belle “ciccione” che sono alla base dei tuoi obiettivi!
“Se hai tutto sotto controllo, significa che stai andando troppo piano.”
Mario Andretti.
3. Fare qualcosa di meno importante di quello che dovresti fare
Ecchela là! Siamo finalmente arrivati alla terza ed ultima forma di procrastinazione: quella che devi sradicare definitivamente dalla tua vita.
Quante volte ti è capitato? Magari dovevi studiare o lavorare, eppure ti ritrovavi a fare qualsiasi attività inutile, fuorché quella che avresti dovuto davvero fare.
Questa è la forma di procrastinazione più bastarda ed è quella a cui ho dedicato la maggioranza dei post di EfficaceMente su questo tema, nonché il mio primo manuale: Start! La guida anti-rimandite.
Nella parte conclusiva di questo articolo voglio raccontarti di un metodo che ho iniziato ad utilizzare per caso da qualche settimana e che si sta dimostrando… micidiale! Ecco di cosa si tratta…
“Amo il lavoro. Mi affascina tremendamente. Potrei passare ore a fissarlo senza far nulla.”
Anonimo.
Smettere di procrastinare grazie al metodo del necrologio
Da quando mi sono trasferito qui a Londra, mi è venuta la fissa per la pronuncia inglese impeccabile, motivo per cui sto lavorando in prima persona con alcuni degli strumenti suggeriti all’interno del corso YES! Inglese e col mio Tutor Fluentify, Bill.
Diciamo che Bill ama i metodi non convenzionali e da qualche sessione a questa parte ha deciso di discutere insieme… i necrologi del Guardian!
La scelta potrebbe apparire macabra, ma in realtà ha una sua logica: il linguaggio utilizzato in questi annunci funebri, infatti, è piuttosto complesso e le sfide di pronuncia non mancano.
Metodi bizzarri a parte, ti ho voluto parlare di questo stralcio della mia quotidianità, per un altro motivo: leggere abitualmente i necrologi di questi personaggi noti dello sport, dello spettacolo e della politica, mi ha fatto riflettere profondamente sulla procrastinazione, in particolar modo su quella terza forma così dannosa.
Chissà, magari un giorno qualcuno leggerà anche il nostro di necrologio (mani sopra il tavolo!) e ho il sospetto che non ci farebbe piacere che scrivessero un pezzo così…
“Amava trascorrere le sue giornate a guardare video di gattini su Facebook. Le sue abilità lo avevano portato a dominare le classifiche nazionali ed internazionali di Candy Crush Saga. Gli amici lo ricordano per la sua presenza costante nelle chat di Whatsapp, che oggi appaiono tristemente deserte. Infine meritano una menzione anche le sue brillanti argomentazioni, condivise a mezzo social, sul perché i Marò sarebbero dovuti tornare in Italia.”
Ecco, se in questo periodo ti ritrovi spesso a procrastinare, prova a porti questa semplice domanda:
“Questa è un’attività che vorrei leggere nel mio necrologio?“
Magari non è una domanda propriamente… “solare”, ma è sicuramente efficace.
Insomma, quella che ti propongo oggi è una tecnica semplice, ma che per me sta funzionando alla grande, soprattutto in quei momenti in cui il procrastinatore incallito prova a venir fuori, nonostante gli anni di addestramento. Prova a testarla nei prossimi 7 giorni: male non può farti ;-)
Conclusioni (e cause della procrastinazione)
Oggi abbiamo visto le 3 forme di procrastinazione e il metodo del necrologio per battere la più insidiosa, la terza.
Tu però non sei un lettore che si fa infinocchiare con tanta facilità da questi articoletti di crescita personale e ti starai probabilmente chiedendo: “sì, tutto molto bello, ma perché non hai parlato delle cause della procrastinazione?!“
Per quella che è la mia esperienza, la conoscenza “intellettiva” delle cause di un problema, non si traduce necessariamente nella risoluzione dello stesso. Per cambiare delle abitudini negative, che si sono radicate negli anni, dobbiamo innanzitutto sperimentare sulla nostra pelle comportamenti diversi.
Queste esperienze dirette ci permetteranno infatti di avere l’atteggiamento mentale corretto per andare alla radice del problema, comprenderlo a fondo e sradicarlo definitivamente.
Come detto quindi, inizia col mettere in pratica il metodo che ti ho suggerito in questo post. Se poi vorrai indagare su quelle che sono le 4 principali cause della procrastinazione, ne parlo all’interno dell’estratto gratuito di Start! La guida pratica anti-rimandite.
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Ti auguro una settimana piena di soddisfazioni: chissà che un “necrologio” non ti aiuti finalmente a vivere appieno la tua vita. A presto, Andrea.
Foto tratte da Google Immagini.
Ciao Andrea! Sono d’accordo con le tue considerazioni. Anche io penso che ia una domanda molto potente. Pensiamo di avere un tempo infinito a disposizione per raggiungere i nostri obiettivi ma non è così. E penso anche che vada usata in modo positivo, uno stimolo a fare meglio a cercare l’eccellenza e poi il saltino in più per l’eccezionale. È alla portata di tutti, ma la maggioranza delle persone si appiattisce su una confortevole vita noiosa e rassicurante incolpando spesso qualcosa di esterno per i propri insuccessi. “Fallire” non dovrebbe essere vissuta come una tragedia greca ma come un’opportunità. E se passa la paura del fallimento…quanti cambiamenti si possono innescare! Finisco con una citazione biblica che ben si collega alla domanda che proponi. In Ecclesiaste [Qoelet] si legge: “Un nome è meglio che il buon olio, e il giorno della morte che il giorno della nascita. È meglio andare alla casa del lutto che andare alla casa del banchetto, perché quella è la fine di tutto il genere umano; e chi è in vita lo dovrebbe prendere a cuore”.
” “Fallire” non dovrebbe essere vissuta come una tragedia greca ma come un’opportunità. E se passa la paura del fallimento…quanti cambiamenti si possono innescare!”
Bellissima, questa me la devo stampare e mettere come gigantografia in camera. Hahahaha, è proprio vero che chi sa la Bibbia in modo profondo ha una marcia in più e teme poco o nulla di questa vita…
A presto!
Grazie per questo splendido commento Alberto :-)
Buona giornata
Davvero illuminante…… Applicherò subito questo metodo Andrea! Grazie per questo articolo..
Prego, fammi sapere se l’applicazione funziona anche per te Alessandro ;-)
Grande Andrew (oramai tocca chiamarti così) ? Mi chiedo dove abbia trovato quella frase di Mario Andretti (no, dico, Mario Andretti!!!!), il pilota di Formula 1 degli anni ’70 ???
Non è la prima volta che la propongo Alessio: onestamente però non ricordo dove l’ho letta la prima volta! Di certo mi ha colpito non poco ;-)
CCAAAAVOLO…
sto procrastinando alla grande la tesi e pur avendo finito gli esami in tempi regolari alla laurea magistrale sto perdendo una infinità di tempo a chiudere il cerchio…
Corro a lavorare!!!
Non vorrei si scrivesse: “ha fatto tutto bene, poi alla fine è venuto meno sulla linea del traguardo”.
Hahahahaha a presto!!!
eh… direi Leonardo ;-)
Ottimo articolo, c’è di che riflettere.
Posso sapere quali strumenti di YES! usi per migliorare la pronuncia?
Ciao Lorenzo, puoi fare riferimento ad esempio alla settimana 10, giorno 6 del corso :-)
Geniale! :D
Grazie Irene ;-)
Anna, verrà ricordata per la sua infinita dedizione al ballo, non si fermava nemmeno un momento della giornata, scanso saltare gli eventi serali perchè impegnata a recuperare all’ultimo minuto faccende di vitale importanza.
Ma si può?!?! Grazie Andrea!
Ahahaha
Il Nonno della mia ragazza, che è vissuto ben 94 anni, quindi è una testimonianza autorevole, diceva sempre che per godersi la vita bisogna pensare alla Morte.
Questo articolo, assieme a tanti utili spunti, me lo ha ricordato e trovo che sono d’accordo con lui, anzi, con voi due :)
Buona Settimana Efficace Andrea
Ciao Giuseppe,
grazie per aver condiviso questo tuo commento ;-)
La stessa tecnica che uno prova ad usare quando vuole smettere di fumare o di essere grasso, o di qualsiasi altra cosa, mi pare di capire. E’ una tecnica interessante questa, se posso dire la mia dovrebbe essere usata come le ruotine della bicicletta, quando impariamo ad andarci sopra. Perché la cosa più importante, secondo me, non è sconfiggere la procastinazione in sé per sé, ma ritrovare un proprio centro.
Ottimo intervento Jared, concordo su diversi punti che hai messo in evidenza.
Complimenti per l’articolo sintetico ma allo stesso tempo ben strutturato
Grazie Mimmo!
Leggeva tutti gli articoli di efficacemente ma non si applicava abbastanza.
Ahahaha, questa è bella! ;-)
Speriamo che i posteri non leggeranno veramente così.
Ciao Andrea, complimenti bell’articolo!!
davvero una bella idea, avresti anche potuto invitarci a scrivere il nostro necrologio per poi chiederci: davvero voglio essere ricordato per aver fatto tutte queste caz**te ??
mi sono divertito a scrivere il mio, lo appoggio sul comodino così lo posso leggere tutte le mattine che mi sveglio, magari è un’idea che possono riprendere gli altri lettori:
Qui giace un uomo che aveva un bel cervello ma non lo ha mai utilizzato a dovere,
un uomo che ha sprecato il suo tempo e la sua intelligenza cazzeggiando per ore davanti a facebook, whatsapp e compagnia bella
che ha continuamente rimandato la preparazione di un esame dicendo ” fra 5 minuti comincio”
che ha preferito distrarsi per ore davanti ai libri combinando poco o niente, rinunciando anche ad uscire con gli amici e trovarsi una fidanzata, salvo trovarsi 2 giorni prima dell’esame con l’acqua alla gola per poi rimandare al prossimo appello perchè “tanto la prossima volta lo preparo meglio, così prendo 30”
che si è riempito la testa di andare a lavorare all’estero ma non si è mai mosso seriamente per attuare il progetto, per esempio investendo dei soldi per migliorare il proprio inglese con fluentify
che ha sprecato tempo ed energie per rimuginare sul passato e fantasticare un futuro meraviglioso senza curarsi del presente
che non ha mai accettato i suoi fallimenti, e che non è riuscito a capire che il fallimento è fondamentale per arrivare al successo
quest’uomo, resosi conto di aver consumato inutilmente tutta la vita, raccomanda ai suoi simili di non fare come lui, ma di lottare ogni singola ora con ogni singola cellula del proprio corpo per realizzare i propri sogni
Gran bella idea Lorenzo ;-)
Quindi basta leggere I necrologi ??
..o farsi un giro al cimitero e leggere le lapidi
Ciao! Articolo veramente interessante.Dovremmo ripetercela giornalmente affinchè entri nella nostra quotidianità
È macabro , ma anche io devo ammettere che funziona alla grande :-) Torno a studiare, Ciao! Ahahahah
ANDREA ho preso il foglio rosa Evvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
ho seguito il tuo consiglio ho preso un foglio e ho scritto i 15 motivi per cui non dovevo mollare e ce l’ho fatta ;)
Grazie veramente.
Un bacione
Evvai! Mo’ prendili tutti sotto! 100 punti a vecchietta! (si scherza eh… :-D)
Caro Andrea, leggo con molto interesse i Tuoi articoli. Sei simpatico, intelligente e brillante e in molte delle fattispecie da Te descritte mi ci ritrovo pienamente. Quando ero all’università, per problemi di famiglia, mi sono trovato arenato per un bel periodo all’università. A un certo punto, dopo un fermo di 2 anni circa, mi trovai a un bivio: mollare o continuare e coltivare il mio sogno. Optai per la seconda ma, ogni volta che si avvicinava la data della c.d. “partita di rientro”, ossia l’esame universitario, rimandavo sempre, perchè essendo un perfezionista non potevo accettare l’idea di “fallire”; fallire, per me, significava non tanto prendere un voto basso o non passare l’esame in quanto, essendo stato sempre molto autocritico con me stesso, mi rendevo perfettamente conto di come negli esami il voto non sempre esprimesse il tuo grado di preparazione e capacità; ero, infatti, abituato a presentarmi agli esami in grado di dominare la materia che studiavo e, quindi, bene o male, sapevo se avevo risposto bene o meno; inoltre, trattandosi di una facoltà (giurisprudenza) che richiede uno studio ragionato ma che non può prescindere dall’elevato coefficiente mnemonico, con un po’ di onestà intellettuale non è difficile capire dove arrrivano le proprie pecche e dove iniziano gli sbalzi umorali e/o caratteriali degli esaminatori.
Di fatto, mi trovai a procrastinare un altro po’. Lo stress, l’ansia da prestazione, la paura di non farcela. In tutto questo ho constatato che la liberazione è avvenuta un bel giorno, quando, dopo tre mesi che preparavo un esame, mi accorgevo che non potevo assimilare più di quanto non avessi fatto (Sapevo a memoria, con tanto di note, bibliografiche comprese, il testo); eppure non mi sentivo pronto, e la paura mi bloccava. E più il tempo passava, più l’ansia mi bloccava. Vedevo il tempo scivolare e questo mi mandava in confusione, al punto tale che avrei fatto di tutto pur di non dover nemmeno pensare all’esame. Ma a un certo punto, capii che non potevo stare fermo a vita, e dissi a me stesso semplicemente una cosa: “non è importante che vada bene come vorrei, l’importante è la consapevolezza di aver fatto tutto quanto potevo per ottenere il risultato”. Mi presentai, presi 30 e da lì ho ripreso, fino alla fine e mi laureai con 110/110.
In conclusione, la rimandite, forse, ha sempre causa in una forma di pigrizia; talvolta, semplice pigrizia nella sua forma più semplice (voglia di fare una beata minchia); altre volte si tratta di semplice pigrizia mentale, nel senso di mettersi in gioco. A volte, secondo me, quando si procrastina un’attività fondamentale, diciamo essenziale per giungere al risultato che serve per la Tua realizzazione, ciò che procrastini, prima ancora di tutto questo, è il c.d. “giorno del giudizio”; quello che procrastini, in altri termini, è il giorno in cui sarai pronto ad accettare anche la sconfitta.
Ti saluto calorosamente, con la speranza che questo mio commento non mi costi un epitaffio infamante :-)
ciao Andrea,
innanzitutto complimenti per il tuo blog,
voglio farti una domanda, se puoi dirmi quale plug in utilizzi per le citazioni.
Thanks :)
Ciao Andrea,
leggo i tuoi articoli da qualche mese con interesse e ieri, avendo sentito una TED sui comportamenti delle persone veramente originali e creative mi sei venuto in mente: magari l’hai già vista anche tu. Ma sostanzialmente la cosa che mi ha colpito è che le persone originali e creative, quelle che fanno qualcosa di nuovo e diverso, quelle che hanno L’IDEA sono dei procrastinatori MEDI. Non estremi, ma neanche sono degli anticipatori o “first mover” come verrebbe da pensare a tutti noi rimandoni. Da rifletterci…come in tutte le cose “in medio stat virtus”? sarei curiosa di sapere che ne pensi….Ciao! Antonella PS la TED se ti è sfuggita è di Adam Grant “The surprising habits of original thinkers”.
ciao Andrea, articolo interessante. Io non sono una persona che procrastina tantissimo (o meglio, se me ne accorgo mi do una mossa). di regola quando ho molte cose da fare me le suddivido e ne faccio un tot al giorno. Una cosa però che mi “appesantisce”, e non so neanche se c’azzecca con il tuo articolo, è il fatto che quando ho tante cose da fare io penso: “devo devo devo”. ebbene il “devo” mi taglia le gambe. riepilogando: non procrastino ma tutto quello che faccio probabilmente non mi allegerisce perchè è sempre accompagnato dal “devo devo devo”. Fare qualcosa e metterci sempre il “devo devo devo” non credo andarà a migliorare il mio necrologio :-(
Hai notato che nella domanda chiave dell’esercizio io utilizzo il verbo “VOLERE”?
“Questa è un’attività che vorrei leggere nel mio necrologio?”
il problema è volere assolutamente volere (la determinazione)
Ciao Andrea, ho letto con interesse l’estratto Start! Aggiungerei, come motivo di procrastinazione, la volontà di presentare un prodotto perfetto (magari questo ha a che fare con la paura o con le idee non chiare). Tuttavia, è un punto importante da sottolineare perchè vedo teorici, tecnici, guru, pronti a puntare il dito sulle iniziative degli altri ma loro rimango sempre ad un piano teorico. Done is better than perfect. E’ importante cominciare a proporre un prototipo, anche storto, fatto male, migliorabile, ma che renda l’idea. Da lì, una volta che esce dalla tua testa ed entra in condivisione in un territorio comune, non si può sapere dove il progetto possa.
Caro Andrea, ultimamente mi ritrovo a procrastinare lo studio, ripromettendomi che da “domani” sarò una macchina da guerra, tuttavia continuo a distrarmi navigando su internet cercando o riguardando video e informazioni sull’Oriente ( altra mia grande passione)… Non riesco a focalizzarmi perchè mi sento troppo scottata da esperienze passate. Continuo a ripetermi che dal fallimento posso fare meglio ma allo stesso tempo mi sento inferiore rispetto ai miei compagni di corso e neanche tanto intelligente. Ho picchi di assoluta motivazione nei quali produco e picchi di totale scoramento. Eppure ciò che studio, anche se difficile, non mi dispiace affatto… sono curiosa tuttavia sto navigando in questo pantano!!
Ho capito di avere veramente bisogno di questo articolo quando ho procrastinato il momento della lettura di questo articolo.
Ahahah, è un classico :-D