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Solo quando siamo disposti ad uscire dalla nostra zona di comfort riconquistiamo la nostra autostima, ma soprattutto iniziamo a vivere davvero.

“La tua vita inizia dove finisce la tua zona di comfort.”

Neal Donald Walsch.

Proprio così, se vuoi superare la paura, se vuoi spazzar via le convinzioni limitanti, se vuoi avere l’autostima di un supereroe, insomma, se vuoi vivere al 100% la tua vita, devi imparare ad uscire quotidianamente dalla tua zona di comfort.

No guarda André, io pago un fracco di affitto per stare nella mia zona e ci sto benissimo! Ci deve essere un altro modo per riconquistare l’autostima comodamente seduti sul divano!

Non ti chiedo di lanciarti da 39 km di altezza per uscire dalla tua zona di comfort. Puoi compiere gesti molto più semplici per riappropriarti del timone della tua vita, ma è essenziale che tu inizi a compiere questi gesti ora, senza procrastinare.

Prima però di vedere quali strategie pratiche puoi adottare per reclamare la tua autostima, voglio essere sicuro che tu abbia chiaro il concetto di zona di comfort.

Che cos’è la comfort zone

Come sempre ci piace partire dalla definizione delle cose. Cosa si intende per zona di comfort? Wikipedia definisce la comfort zone come:

“lo stato comportamentale entro cui una persona opera in una condizione di assenza di stress e ansia.”

Fonte: Wikipedia.

Chi vive nella Comfort zone?

La persona che vive nella comfort zone, quindi, è in uno stato mentale in cui si agisce con totale assenza di ansietà, senza rischi, sentendosi costantemente a proprio agio, muovendosi in un ambiente familiare con controllo di ciò che lo circonda.

Vista così, sembrerebbe sciocco uscire dalla propria zona di comfort: la nostra vita è già bella stressata di suo, andarsele a cercare sarebbe proprio da cojones. Per dindirindina ho scritto interi articoli su come sconfiggere lo stress!

Eppure, a mio avviso, esiste un modo migliore per spiegare il concetto di zona di comfort.

Vista così, sembrerebbe sciocco uscire dalla propria zona di comfort: la nostra vita è già bella stressata di suo, andarsele a cercare sarebbe proprio da cojones. Per dindirindina ho scritto interi articoli su come sconfiggere lo stress!

Eppure, a mio avviso, esiste un modo migliore per spiegare il concetto di zona di comfort.

La comfort zone ed il recinto intorno al tuo praticello

Immagina la tua zona di comfort come un praticello delimitato da una staccionata bianca.

Tutto quello che c’è dentro il praticello lo conosci molto bene, quello che c’è al di là della staccionata per te è un mistero e poco importa che possa cambiarti la vita in meglio, visto che non sai di cosa si tratta, ti spaventa a prescindere.

Se la tua zona di comfort ha la dimensione del parco di Versailles, alla fine non te la passi tanto male anche se rimani entro i suoi confini. Il problema sussiste nel momento in cui la tua zona di comfort è talmente piccola che inizi a vedere il cielo a strisce ed i paletti della tua bella staccionata bianca diventano le sbarre di un carcere da cui non riesci ad uscire.

Avevo ragione o no, che vista così la zona di comfort è più interessante? Il problema non è dunque la zona di comfort in sé, il problema è la sua dimensione.

Parafrasando la citazione con cui ho aperto questo articolo, potremmo dire che: “la tua vita inizia nel momento in cui espandi la tua zona di comfort“.

Perché è importante uscire dalla comfort zone

Perché dovremmo desiderare di uscire dalla zona di comfort? La risposta è molto semplice: restare all’interno del nostro vecchio e caro recinto, può portare solamente limiti in termini di prestazioni, produttività e obiettivi da raggiungere.

Come esseri umani abbiamo bisogno di uscire dalla nostra zona di comfort perché finché restiamo fermi nelle nostre convinzioni e sicurezze, le prestazioni e i risultati, in qualunque ambito della nostra vita, tenderanno sempre di più ad appiattirsi.

Uscire dalla comfort zone, quindi, ci dà l’opportunità di metterci alla prova, misurarci con qualcosa che non conosciamo, sperimentarci in luoghi e situazioni che non conosciamo. In poche parole, di cambiare, evolversi, crescere.

Non è un caso che secondo Alasdair White, teorico britannico, appena oltre i confini della zona di comfort, vi sarebbe una “zona di apprendimento” o addirittura una “zona di performance ottimale” (optimal performance zone) dove le prestazioni di ognuno di noi possono essere migliorate provando una certa quantità di stress.

Le tre strategie di EfficaceMente per allargare la tua zona di comfort

Sei pronto ad allargare la tua staccionata? Ecco 3 strategie pratiche che si sono dimostrate per me particolarmente efficaci quando ho dovuto espandere i miei “possedimenti comfortiani” ;-)

L’autostima non te la dà nessuno: te la devi guadagnare

Una delle convinzioni limitanti più dure a morire è quella del gene dell’autostima.

Molti credono che essere sicuri di se stessi sia una specie di dono divino o il risultato di fattori esterni, quali ad esempio: una famiglia ricca alle spalle, un bel aspetto, una bella fidanzata (e viceversa per le signorine).

Insomma o nasci spaccone o nasci sfigato. giusto?! Sbagliato!

L’autostima è un’abilità che si apprende nel tempo. Se alcune persone sono più sicure di altre è perché sono uscite costantemente dalla propria zona di comfort (attività che considerano per altro un vero e proprio gioco).

Questo significa che devi fingere di essere quello che non sei? Assolutamente no, non fingere, soprattutto con gli altri: ci sono già troppi palloni gonfiati per i miei gusti. Se devi fingere di avere autostima, fallo solo con te stesso, applicando la tecnica “come se”.

Ricorda, la tua autostima te la devi guadagnare giorno dopo giorno: affrontando le tue paure, vivendo situazioni che ti mettono a disagio, ma soprattutto smettendola una volta e per tutte di procrastinare le azioni che ti spaventano.

Avere paura è naturale: affrontarla è da coraggiosi

C’è una scena di Three Kings, un film di fine anni ’90 sulla guerra nel golfo interpretato da George Clooney, che, a mio avviso, sintetizza molto bene il legame tra paura e coraggio:

“Fai le cose che ti spaventano a morte e solo dopo trovi il coraggio, non prima”.

Three Kings.

La paura può essere una maledizione o una benedizione. La scelta spetta a te.

Puoi scegliere di arrenderti alla tua paura, lasciare che conquisti il tuo praticello trasformandoti nello schiavo della tua staccionata, oppure scegli che la paura è una prova della vita e decidi di affrontarla guardandola dritta negli occhi. Ecco qualche suggerimento pratico per farlo:

  • Fai cadere la tessera della paura. Ti ho parlato in passato del domino mentale (da non confondere con il dominio) e di come la paura sia la tessera più importante. Se la fai cadere inneschi un effetto a catena che potrebbe sorprenderti. Ma il primo gesto spetta a te.
  • Batti il ferro finché è caldo. L’autostima per essere consolidata deve essere costruita giorno dopo giorno; non puoi limitarti a singoli atti di coraggio, devi affrontare le tue paure giorno dopo giorno, sfruttando i rush di adrenalina che derivano da una paura affrontata e superata.
  • Se ricadi, rialzati. Non esistono percorsi lineari quando si parla di crescita personale: si cade, si cade spesso. Il segreto è rialzarsi ogni singola volta. Quando scopri come è la vita al di là della staccionata della tua zona di comfort, imprimi un ricordo talmente potente nel tuo cervello, che potrai utilizzarlo ogni qualvolta perdi la bussola.

Vorrei poterti trasmettere con le parole ciò che si prova oltrepassando la staccionata, ma la verità e che certe sensazioni puoi provarle solo agendo.

Allarga la staccionata lavorando sul tuo Inner Game

Il mondo esterno non esiste.

Se riesci a dimostrarmi che tutto ciò che ti circonda è reale senza alcuna ombra di dubbio, ti conferisco il nobel per la fisica seduta stante!

Non sto scherzando: il mondo così come lo percepiamo esiste esclusivamente nella nostra mente ed è il frutto dell’elaborazione di segnali nervosi provenienti dai nostri cinque sensi. Un gruppo di fisici tedeschi ha creato addirittura un test per capire se il mondo che ci circonda sia la simulazione di un’intelligenza artificiale o meno: beh, le notizie non sono affatto buone (a meno che tu non ti chiami Neo, lavori per una società di software il giorno e fai l’hacker di notte ;-).

Tutta questa pippa fisico-hollywodiana per dimostrarti che ciò che conta davvero per avere autostima è il tuo mondo interiore, la vocina nella tua testolina, insomma, quello che gli esperti chiamano Inner Game. Il tuo “Gioco Interno” è quello che decide quanto sarai bravo durante una presentazione in pubblico, come ti relazioni con le altre persone, e, addirittura, se riuscirai o meno a conquistare la tua ragazza dei sogni. Rivoluzionare il tuo Inner Game, significa rivoluzionare la tua vita.

La fine è il tuo inizio

Qui finisce l’articolo, ora spetta a te iniziare ad agire.

Tu cosa pensi di fare questa settimana, oggi, adesso?

Ricorda: la crescita personale è anche cambiamento. E il cambiamento non c’è se non si agisce e non si osa.

Pensi di continuare a tosare l’erba del tuo bel praticello (la tua zona di comfort), o pensi invece di scavalcare quella maledetta staccionata?

Andrea Giuliodori.

Avatar di Andrea Giuliodori
Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

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Stefano

Io cado nella tua trappola mentale e dico: ora voglio il link all’esperimento dei crucchi. :P

Andrea

Ciao Stefano, qui trovi l’articolo pubblicato dalla Technology Review del MIT su questo esperimento: The Measurement That Would Reveal The Universe As A Computer Simulation.

Lila

Bello! anche se a volte, bisogna tosare il prato prima di riuscire ad arrivare alla staccionata, saltare è sicuramente la cosa giusta da fare!
grazie, Andrea, nei tuoi articoli ci sono sempre moltissimi spunti efficaci.

Lila

Andrea

Sono d’accordo Lila, anche se spesso ci ritroviamo a tosare il praticello con la lametta da barba pur di non scavalcare la staccionata ;-)

g.

già. mi sento proprio come se stessi cercando di tosare il prato con una pinzetta per poi in un fantomatico futuro pensare di iniziare a decidere cosa fare da grande. ho 32 anni quasi. faccio un lavoro che tanti direbbero privilegiato (medico) e che pare riuscirmi anche bene a detta della gente (forse perchè lo faccio disinteressatamente senza aspettative, visto che non sento di averlo scetlo per vocazione, ma per evitamento: la mia zona comfort era appunto restar nell’ambiente conosciuto..ed ho fatto lo stesso lavoro di mammà!). ora, negli anni e lavorando su di me ho imparato a godere della vita, di ogni istante, delle emozioni e delle cose belle. però ancora sento che tutto questo è diventato solo un contorno, una sorta di svago, di anestetico che mi serve a sopportar meglio e dimenticare che il lavoro che faccio non è la mia vita..vorrei potermi alzare felice al mattino. grazie andrea, come sempre dai gli spunti giusti.

Enrico

Una volta lessi che “la paura è la palestra del coraggio”.
Questa frase mi aiutó molto in un periodo di stress dove anche le cose più semplici, cose che per me erano quasi di routine, diventavano montagne altissime da scalare quindi preferivo starmene a casa mentre il mondo andava avanti. La paura è un demone che che piano piano ti logora, la zona di confort è solo un placebo.
Personalmente combatto ancora con le mie paure e mi curo andandomi ad infilare in quelle situazioni che eviterei volentieri. A volte perdo ancora, me nn mi do x vinto!!
Andrea, secondo te la meditazione o lo yoga, possono aiutare in questi casi?
Buona inizio settimana.

Andrea

Ciao Enrico, non pratico yoga, ma pratico da anni meditazione e per quella che è la mia esperienza ho imparato a vedere determinate situazioni con occhi nuovi.

Tuttavia vorrei fare una precisazione: spesso nei periodi di stress si iniziano a fare tutta una serie di ragionamenti su quello che si dovrebbe fare. In psicologia si chiamano “doverizzazioni”: se lo yoga, la meditazione, ed in generale gli stili di vita sani diventano delle doverizzazioni allora rischiamo di accrescere lo stato di stress invece di ridurlo.

My 2 cents ;-)

Adriana

Ecco cosa mi sta succedendo da quando leggo questo blog! Finalmente la cosa ha un nome! Urge rimedio.

Ilaria Cardani

Bello il collegamento tra seduzione, inner game e zona di comfort. In fatto di relazioni sentimentali ci sono molte persone la cui zona di comfort è stare con qualcuno che le maltratta (sono uomini e donne), oppure vivere nella continua frustrazione del “non farsi avanti” perché la zona di comfort è la memoria di un paio di stronzette che li hanno rifiutati negli anni dell’adolescenza…

Andrea

Ciao Ilaria,
direi che hai centrato appieno quanto volevo esprimere nell’ultimo punto dell’articolo. Grazie del commento.

Andrea.

Fab

Ciao Andra,

permettimi, come dici tu che nel campo della psicologia positiva/motivazionale esistono una serie di stronzate, secondo me la storia di uscire fuori dalla propria zona di comfort è una di quelle stronzate che i vari guru dello sviluppo personale raccontano per allungare il brodo e vendere meglio i loro servizi!!

Vengo e mi spiego meglio!!

Se tu vivi coerentemente e onestamente secondo i tuoi principi/valori che ti sei costruito personalmente ( e che quindi non sono stati dettati dagli altri: ambiente in cui vivi, modelli materiali di successo, ecc.. ) e allora non ci sarà nessun problema di zona di comfort o non comfort!!

Se non li vivi coerentemente e onestamente o se nemmeno li hai definiti questi valori e principi di tua personale concezione e allora si che nascono problemi relativi alla zona di comfort che diventa solo una delle conseguenze di un problema fondamentale a monte!!

In altre parole:

“Pensa a essere un uomo di valori piuttosto che un uomo di successo” by Albert Einstein

E’ ovvio che in mezzo a tutti i bombardamenti di messaggi materiali che propinano i mass media, a gente che si vanta dalla mattina alla sera delle sue conquiste materiali, spetta al singlo individuo mettere a tacere tutte sto chiasso e quindi poter lavorare serenamente e costantemente su stesso!!

Ciao!

Fab

Andrea

Ciao Fab, mi spiace, ma questa volta temo di non aver colto il tuo commento.

Quello che dicono guru e para-guru mi frega tanto quanto, per quanto mi riguarda la zona di comfort è un concetto molto concreto e sinceramente ho difficoltà a vederne il collegamento con il discorso dei valori.

Uscire dalla propria zona di comfort significa per me liberarsi dalle paure, accettare le sfide della vita ed in ultima analisi crescere. Naturalmente questo ci aiuta a raggiungere i nostri obiettivi: ma se parli di valori, temo che abbiamo una visione diversa della zona di comfort.

Andrea.

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