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Spesso ricerchiamo la felicità nel posto sbagliato. Questa semplice storia può aiutarti ad avere una nuova prospettiva sulla vita e la ricerca della felicità.

 

“Vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente si limita ad esistere.”

Oscar Wilde.

Visto che questa settimana probabilmente hai ricominciato a studiare o a lavorare, avevo intenzione di riprendere il filo dell’ultimo post anti-rimandite e proporti un nuovo articolo sulla produttività personale. Viaggiando in treno alla volta di Milano, mi è capitato però di leggere una storiella interessante sulla felicità; ho così deciso di cambiare piani…

Sai bene quanto mi piaccia condividere con te strategie pratiche di crescita personale, eppure ogni tanto credo che sia importante guardare le cose in prospettiva. In fondo a cosa serve essere più produttivi ed efficaci se gli obiettivi che raggiungiamo non ci rendono felici? Ecco, allora questa settimana mi piacerebbe che la iniziassi leggendo questa breve storia.

La storia del professore e della tazzina di caffè

Un gruppo di ex studenti universitari andarono a trovare il loro vecchio Professore di Economia. Molti di loro avevano trovato delle ottime posizioni in Banche d’Affari, Società di Consulenza ed importanti Multinazionali. Ben presto il Professore ed i suoi ex studenti si ritrovarono a parlare della vita, della felicità, del lavoro e dello stress.

Nel pieno della discussione, il vecchio Professore, sempre attento alle buone maniere, volle offrire loro del caffè e andò in cucina. Nel giro di pochi minuti un’inconfondibile fragranza di caffè si diffuse per l’intero appartamento ed il Docente tornò con un vassoio pieno di tazze, ognuna diversa dalle altre: alcune di porcellana, altre di vetro, altre di cristallo, alcune di aspetto molto semplice, altre all’apparenza molto costose.

Il Professore aspettò con pazienza che ognuno dei suoi ex studenti scegliesse la sua tazza preferita. Quando ciascuno ebbe la sua tazza di caffè in mano, il Professore disse:

Come avrete notato, tutte le tazze che sembravano belle e costose sono state prese per prime, lasciando per ultime le tazze semplici. È normale che ciascuno di voi cerchi di ottenere le cose migliori. Ma questa è anche la fonte del vostro stress. Ricordate? Quello che volevate davvero era il caffè, non le tazze: ma ognuno di voi si è affrettato a prendere le tazze migliori guardando di sottecchi cosa avesse scelto il compagno al suo fianco.

Certo di aver ottenuto l’attenzione dei suoi ex studenti, il vecchio Professore concluse il suo discorso: “Cari ragazzi, la vita è il caffè e la felicità è il suo aroma; il lavoro, lo status sociale, ed i vari gingilli di cui ci piace circondarci, non sono altro che tazze. Sono solo oggetti che contengono il caffè ed il suo aroma. Nulla di più. Non permettete mai alle vostre “tazze” di decidere per voi: imparate a godervi il caffè!”

Impara a goderti il caffè.

Riflessioni sulla vita e la felicità

Ti è piaciuta questa storiella? Intendiamoci bene, nulla di filosofico o profondo: solo una delle tante storielle che capita di leggere sui social network. Eppure, che sia un passaggio letterario più serio o una storiella facebookiana, se qualcosa mi fa riflettere, per me ha un valore, e questa storiella mi ha fatto pensare che…

  • Spesso odiamo il nostro lavoro/studio. In questi giorni i social network sono letteralmente infestati di status di persone che più che tornare in ufficio o in azienda, sembra che debbano tornare a scavare in una miniera di carbone: “oddio, domani si ricomincia”, “voglio tornare in vacanza!”, “mi manca già l’abbronzatura”. Punto primo, se torni a lavorare in miniera, sta sicuro che “l’abbronzatura” non ti mancherà. Secondo, viviamo davvero in una società che non ci lascia opzioni se non quella di odiare la vita che facciamo? Possibile che non ci siano alternative?! Non dico che sia semplice, tanto meno in un periodo come questo, ma cavolo, io ho in mente (e non solo in mente) almeno 5 alternative per guadagnarsi da vivere senza dover odiare il proprio lavoro: non sarà mica che in fondo ci piace interpretare il ruolo del frignone, piuttosto che rischiare di fare la figura del fesso tentando nuove strade?

“La vita è troppo fragile e preziosa per essere spesa facendo qualcosa che odi.”

Duncan Bannatyne.

  • Spesso siamo talmente presi dalla “tazzina” che dimentichiamo davvero il caffè. Corriamo così tanto che ci siamo dimenticati per cosa stiamo correndo. Diamo per scontato che la nostra felicità sia sempre là, in un lontano futuro. Sì, forse arriverà un giorno quando tutte le caselle saranno al loro posto: ma la verità è che le “caselle” non vanno mai al loro posto. La verità è che siamo talmente abituati a procrastinare, che procrastiniamo anche la nostra felicità. Ci dimentichiamo allora di assaporare i piccoli piaceri della vita. Ci dimentichiamo di trasformare in sane abitudini quelle cose che sappiamo renderci felici. Ci dimentichiamo di vivere.
  • Spesso rincorriamo obiettivi altrui e poi ci sorprendiamo di non avere la motivazione per raggiungerli. Punto primo, hai degli obiettivi? No? Perché se fissi il soffitto senza neanche un obiettivo che ti sproni a migliorarti e a migliorare il mondo in cui vivi, forse sei nel sito sbagliato. E se degli obiettivi li hai, questi obiettivi sono davvero tuoi o sono gli obiettivi dei tuoi genitori/fidanzato/fidanzata/moglie/marito/amici/pubblicitari/echipiùnehapiùnemetta?! Quando pensi ai tuoi obiettivi senti subito una scarica di adrenalina attraversarti il corpo dalla punta dei capelli alla punta dei piedi o ti limiti a scrollare le spalle?! Insomma: quanto caspita desideri raggiungere i tuoi obiettivi? Se hai qualche dubbio su cosa intenda per “desiderio”, io parlo di questo tipo di desiderio.

Ecco, sono state queste le cose su cui mi ha fatto riflettere questa semplice storiella. Mi auguro che possa aiutare a riflettere anche te, ma soprattutto mi auguro che possa spingerti a compiere azioni diverse questa settimana, azioni migliori, azioni che ti rendano felice.

Buon inizio.

Andrea Giuliodori.

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Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

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Andrea

Ciao Andrea,
Caschi proprio a pennello, mi stavo proprio prendendo il mio sacro caffé che mi è giunta all’occhio il tuo articolo. I progetti di cui parli a centro articolo mi hanno condotto a stare sveglio una notte intera (tutta!!) affinché riesca a prendere un ritmo diverso e dunque a sfruttare le prime ore del giorno che, da parecchio, non ho la fortuna di vivere. Sono stanchissimo ma ce la farò! Ormai da un po’ mi nutro della cultura del “diventare i miei sogni” anche se solo da poco guardo a me con realismo – ecco, molte persone sbagliano in questo, guardano sé stesse con “occhi di mamma”, modificando la realtà in buona anche se è la centesima volta che fanno gli stessi errori e nulla (com’è ovvio) è cambiato. Io l’ho imparato analizzando le mie abitudini, benché dentro di me sapevo di avere un gran potenziale erravo, ripetendo sempre gli stessi rituali, e mi ci è voluto davvero tempo per guardare lucidamente la cosa e accorgermi del macroscopico errore.

Andrea

Ciao Andrea, mi è piaciuto davvero molto il tuo commento: lucido, chiaro, di valore. Già, gli “occhi di mamma”: essere troppo esigenti non serve, è controproducente, ma allo stesso tempo non possiamo perdonarci tutto, ripetendo sempre gli stessi errori. Analisi perfetta.

Grazie ancora del commento,
Andrea.

Crystal

Vacanze terminate, oggi si ricomincia! Voglio assaporare il mio “caffè” in tutta la sua essenza. Ho appena concluso la mia “ora sacra”, ritorno sui libri dopo un’estate fantastica, mi aiuterò con la teoria del vuoto. Adoro settembre, è una pagina bianca tutta da scrivere, mi metto subito all’opera!

Andrea

Ciao Crystal, sì, esattamente: Settembre è uno dei miei mesi preferiti. Io in quella pagina bianca oggi ho “scritto” qualcosa di importante. Nei prossimi mesi avrò sicuramente modo di parlarne qui nel blog ;-)

Stefano

Il lavoro può e deve essere appagante, l’equazione lavoro=stress è limitante. Così la penso io. ;)

Andrea

E così la penso anche io ;-)

Ciao Ste!

Maxim

C’è un problema con i link nella newsletter. Mi dà questo link qui: http://clicks.aweber.com/y/ct/?l=GMkzo&m=3mJ2JyXTKbiQgeA&b=w4e.YUsgJl3goSeiPvMzEw

Andrea

Ciao Maxim, nella newsletter ci sono numerosi link, dove ti compare esattamente questo link? Comunque non preoccuparti, anche questo link è corretto: il sistema che utilizzo per l’invio delle email (aweber) trasforma tutti i link in link simili a quello che hai postato, in modo da tracciare quanto vengono cliccati. Insomma, è un link sicuro, non preoccuparti: solo che non dovrebbe essere mostrato in quella forma, tutto qua.

Andrea.

Claire

Buongiorno e buon inizio di settimana!

Giustissima riflessione!
Fa bene ogni tanto fare il punto … un bel respiro e via, si riparte!

Buon caffè!
:)

Andrea

E ripartiamo! Ciao Claire,
buona settimana.

Andrea.

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