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Buongiorno, questo è il primo lunedì dell’anno e puntuale come ogni settimana ho preparato per te una nuova newsletter di EfficaceMente.

Voglio iniziare il 2021 parlandoti di piante...

la foresta pluviale dell’Amazzonia, nonostante incendi dolosi e disboscamento selvaggio, rimane ad oggi uno degli ecosistemi più ricchi della Terra.

Gli esperti di botanica finora hanno catalogato circa 16.000 differenti specie vegetali e molte rimangono ancora da scoprire.

Eppure, in tutto questo verde lussureggiante, 227 specie di alberi risultano “iperdominanti” e rappresentano quasi la metà dell’intera vegetazione dell’Amazzonia.

In altre parole, il 50% degli alberi di tutta la foresta amazzonica appartiene ad appena l’1,4% delle specie vegetali (scoperte fin qui).

Questa “disparità” è presente in molti altri ambiti, sia naturali, sia sociali, ed è nota anche come principio di Pareto, dal nome del matematico Italiano (Vilfredo Pareto) che per primo indagò questo fenomeno.

Ora, non voglio ammorbarti il primo lunedì dell’anno con l’ennesimo pippotto sulla regola 80/20.

Probabilmente la conosci già (“l’80% dei risultati è generato dal 20% delle cause, bla bla bla…”) e parlarne per la settecentorgicesima volta rischia di non aggiungere molto.

Quello che trovo molto più interessante è capire insieme perché questo fenomeno è così diffuso in natura e nella nostra società.

Solo andando alla radice di questo principio, infatti, potremo davvero coglierne i frutti.

E alla radice del principio di Pareto c’è quello che gli scienziati chiamano vantaggio cumulativo.

Torniamo allora per un attimo a fare gli Alberto Angela della situazione nella nostra bella foresta amazzonica.

Immagina di avere due piante di due specie diverse che crescono l’una vicino all’altra.

Entrambe competeranno per terra, luce e acqua.

Se una delle due piante dovesse riuscire a crescere anche solo un cincinino più veloce dell’altra, questo si tradurrebbe in una maggiore esposizione alla luce solare e alle precipitazioni.

Ecco, questo piccolo vantaggio iniziale le consentirebbe, giorno dopo giorno, di crescere e di riprodursi ancor più rapidamente, andando così a garantirsi la maggior parte delle risorse.

Il vantaggio, anche se minimo, quando si cumula per alcune generazioni è sufficiente a spiegare perché gran parte della foresta sia dominata da poche specie.

Ora… immagina che quelle due specie di piante del nostro esperimento mentale siano due versioni di te stesso all’inizio di questo 2021.

Una versione continuerà a vivere, lavorare, studiare, mangiare allenarsi (o poltrire) come ha sempre fatto.

L’altra, invece, inizierà ad apportare dei piccoli cambiamenti positivi, cambiamenti che ripeterà quotidianamente, per l’intero anno.

  • Dopo 24 ore le tue due “copie” di te probabilmente saranno indistinguibili.
  • Dopo una settimana potresti avere l’impressione che ci sia qualcosina di diverso, ma fatichi ancora a notare differenze.
  • Dopo un mese le differenze inizieranno ad essere decisamente più visibili.
  • Dopo un anno ti sembrerà di avere davanti a te due persone completamente diverse.

È questo il potere del vantaggio cumulativo e oggi, in questo preciso instante, è nelle tue mani.

 Fammi essere estremamente diretto con te stamattina…

In questo 2021 vuoi rimanere una c*zzo di piantina rattrappita sull’orlo dell’estinzione o vuoi trasformarti in una specie vegetale iperdominante con i controcog**oni?!

A te la scelta! Buon 2021 ??

Andrea Giuliodori.

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