Vuoi scoprire chi è un mentore, come può aiutarti a raggiungere il successo e come trovarne uno? Questo articolo l’ho scritto per te.
Ah, quanto sarebbe bello poter avere come amico, consigliere e maestro quell’imprenditore illuminato!
Ah, cosa darei per uscire a pranzo con il mio idolo del pianoforte e potergli chiedere un parere sulla mia pratica!
Ah, quell’influencer è la mia guru! Che darei per parlarci anche solo 15′ su Skype e chiederle come avere successo…
Ti è mai capitato di avere pensieri di questo tipo?
Beh… allora significa che hai bisogno di un mentore ;-)
Scopriamo allora cos’è un mentore e come poter avvicinare le persone che ammiri e a cui ti ispiri, per trasformarle nelle tue guide.
Iniziamo!
Il significato di Mentore: la tua guida e confidente fidato
Il termine mentore deriva dalla mitologia greca.
Nell’Odissea, è il nome del saggio a cui Ulisse affida suo figlio Telemaco durante la sua assenza.
Trasportato ai nostri giorni, il mentore è una persona che ha raggiunto i suoi obiettivi, ha grande esperienza nel suo settore e, spinta da una sincera affinità con te, si rende disponibile a farti da guida.
Cos’è un mentore
“Sì, ma nel concreto cos’è un mentore? Che ruolo svolge nella vita di una persona?”. Iniziamo a definire la sua azione con 3 concetti base:
- Mette in comune le sue conoscenze.
- Ti apre le porte a determinati ambienti e relazioni.
- Ti consiglia e ti aiuta nella strada verso il tuo successo.
Che sia un mentore aziendale, un mentore accademico, un mentore famoso o meno, questa figura fonde le qualità dell’amico e del precettore.
Ma ne hai davvero bisogno?
Perché trovare un mentore è importante?
“A mio padre devo la vita, al mio maestro una vita che vale la pena di essere vissuta.”
Alessandro Magno.
Senza girarci troppo intorno, instaurare una relazione con un mentore può essere decisivo per il tuo percorso professionale e personale.
Oltre ai benefici visti qualche riga più su, un mentore…
- Ti spiana la strada, facendoti guadagnare tempo e risparmiandoti errori e tentativi superflui.
- Ti accompagna come un saggio nel tuo viaggio dell’eroe. Ha fiducia in te e può capire davvero la tua prospettiva (perché un tempo anche lui si è trovato al tuo posto).
- Ti permette di avere accesso privilegiato a trucchi del mestiere, strumenti e persone che altrimenti ti sarebbe impossibile raggiungere.
Non male, vero?!
Al che ti starai chiedendo… ma come cavolo lo trovo un mentore?!
Ci arriviamo, ci arriviamo, prima vediamo però cosa NON fa e cosa NON è un mentore.
Mentore: cosa NON fa e cosa NON è
Autentico, onesto, creativo, un vero mentore è sempre al tuo fianco quando ne hai bisogno e magari qualche volta è anche… dietro di te se hai bisogno di una sana pedata sul c*lo.
Un mentore, però, non sarà MAI un despota in cerca di adepti del proprio culto.
- Non impone le sue idee e non condiziona.
- Non critica gratuitamente.
- Non ti usa per la propria vanità o i propri interessi.
Chiariti questi punti… cerchiamolo il nostro mentore ideale!
Tipi di mentoring
Il ruolo di mentoring può essere praticato in diversi contesti e con modalità differenti come:
- Mentoring individuale: confronti con il singolo Mentee, con il quale svolge una serie di sessioni basate sul colloquio e la condivisione.
- Mentoring di gruppo: il Mentore eroga i propri servizi nei confronti di un gruppo di Mentee, accomunati dall’appartenenza ad una medesima organizzazione, gruppo sociale e/o contesto territoriale, con i quali svolge una serie di sessioni collettive basate sul colloquio, la condivisione e lo svolgimento di attività formative di gruppo.
- Programmi di mentoring e cross-mentoring: si propongono di identificare, nell’ambito di organizzazioni aziendali o istituzionali, i Mentori, persone contraddistinte da maturità personale e professionale, competenza, esperienza e carisma, in grado di supportare i Mentee, giovani talenti o persone in una fase di integrazione in ruoli e posizioni nuove, in un processo di sviluppo delle proprie conoscenze e competenze, di creazione di consapevolezza e definizione del proprio stile di leadership e di potenziamento delle abilità comunicative e relazionali.
La differenza tra mentore e coach
Può succedere di sovrapporre i termini e si è portati a pensare che la figura del mentore e la figura del coach o dell’allenatore siano la stessa cosa. In realtà sia le relazioni sia gli scopi sono diversi.
Il coaching è una relazione tra due persone generalmente di breve durata, con lo scopo di supportare lo sviluppo personale e professionale dell’individuo.
Mentre il mentoring è, generalmente, un rapporto di lunga durata che generalmente ha anche la funzione di far crescere, come abbiamo visto, alcune capacità o abilità trasversali del mentore stesso come ad esempio: leadership ed empatia.
Chiariti tutti questi aspetti e punti… cerchiamolo il nostro mentore ideale!
Come trovare il mentore migliore?
Alcune volte i rapporti di mentoring possono anche nascere in modo inconsapevole e spontaneo. Altre volte, invece, è il risultato di una scelta ben ragionata: alla base di tutto, però, c’è sempre la stima e il riconoscimento di qualità specifiche di un individuo verso l’altro. Se non si ha la fortuna di “ritrovarsi” con un mentore, come si fa a sceglierlo? Ti diamo qualche piccolo consiglio, qualunque sia la ragione per cui tu sia alla ricerca di un mentore:
“Quando l’allievo è pronto, il maestro compare.”
Proverbio orientale.
- Torna bambino. Lascia da parte i calcoli razionali e pensa a quelle persone che suscitavano la tua ammirazione e la tua simpatia quando eri piccolino. Ma soprattutto pensa a qualcuno che ti ispiri per via del suo percorso, della sua etica e del suo modo di fare.
- Scegli qualcuno con cui hai affinità. Quando riconosci in una persona di successo caratteristiche simili alle tue, questo è un buon segnale per capire che è il mentore giusto. Se sei una persona eclettica, ad esempio, un mentore poliedrico saprà consigliarti meglio di una persona che ha un unico interesse.
- Usa la regola del 10. Il mentore ideale ti supera di 10 posizioni. Ha uno stipendio mensile 10 volte maggiore rispetto al tuo; parla in pubblico a platee 10 volte più grandi rispetto a quelle con cui ti relazioni. Ha 10 volte i tuoi follower sui social. E così via. Insomma, ci siamo capiti. Se scegliamo un mentore troppo vicino a noi nella scala della realizzazione, il rischio infatti è che sia più amico che guida. Mentre se ci rivolgiamo a una figura che ci supera di troppo, la sua prospettiva sarà eccessivamente distante per tornarci utile.
Bene. È il momento di stalkerare il nostro mentore! (SCHERZO!!!).
Come avvicinare il tuo mentore dei sogni?
- Ispirati a 007. Usa al meglio i motori di ricerca per trovare informazioni sul tuo futuro mentore. Leggi i suoi articoli e le sue interviste, ascolta podcast, compra i suoi libri, seguilo sui social. In questo modo ti procurerai anche dei buoni spunti di conversazione per quando ti farai avanti.
- Concentrati sul tuo lavoro. Curalo al meglio, così da poterti proporre con competenze e risultati apprezzabili. Potresti addirittura far sì che il mentore ti si avvicini spontaneamente! Ricorda infatti che il rapporto con il tuo mentore è sempre biunivoco: non puoi chiedere soltanto, devi anche sapere dare (una nuova prospettiva, aiuto concreto, etc.).
- Fatti avanti. Se hai indagato bene, avrai capito quali sono le occasioni migliori. Puoi inviare una mail offrendoti per una collaborazione gratuita, partecipare a un workshop o proporre un’idea per il suo sito (se ne ha uno). Se il quasi-mentore manifesta interesse a parlarti, chiedi un breve incontro informale.
Mentoring: quando puoi ufficialmente definirti un mentee
Bene, diciamo che è andato tutto secondo i piani e hai trovato il tuo mentore: adesso?!
Iniziando a frequentarvi capirete se il mentoring tra di voi può funzionare.
Se davvero siete fatti l’uno per l’altro, si stabilirà naturalmente una consuetudine.
- Comincerete a scambiarvi mail.
- Vi sentirete su skype.
- Vi incontrerete per un pranzo tutti i mesi o magari anche più spesso.
A questo punto sarete diventati ufficialmente mentor e mentee.
Vediamo quindi come ricavare il meglio da questa relazione.
Mentor e mentee efficaci: regole per un mentoring proficuo
Come tutte le persone di successo, il mentore è una persona impegnata. E nonostante questo, ti sta dedicando ciò che ha di più prezioso: il suo tempo.
Comportati con serietà, rispetto e generosità.
1. Sii svizzero
Prima di incontrare il tuo mentore, rifletti con attenzione e arriva agli incontri con le idee chiare, così da fargli richieste o proposte puntuali. Non serve avere in mente l’intero percorso che vuoi fare dalla prima all’ultima tappa.
Ma è essenziale conoscere i propri obiettivi a breve termine.
Pianifica gli incontri sul calendario. Dai e chiedi feedback regolari.
2. Mettiti nei suoi panni
Asseconda le esigenze del mentore: organizzarsi e trovare il tempo per gli incontri è più complesso per lui che per te.
Lascia che la relazione evolva in maniera naturale.
Non dimostrarti pigro e non tirarti indietro quando il mentore ti spingerà a metterti alla prova: è così che apprenderai le competenze decisive per te.
3. Dai prima di chiedere, dai dopo aver chiesto
Esplicita la tua gratitudine e il tuo apprezzamento. Sentire che i propri consigli sono fruttuosi è oltremodo gratificante.
Inoltre, come ti avevo già accennato, fai una lista di modi per cui puoi essere utile al tuo mentore. Pensa alle tue competenze e ai tuoi talenti e a come farli incrociare con le sue necessità.
Conclusioni: diventa anche tu un mentore!
Una volta che il percorso con il tuo mentore ti avrà portato lontano… non essere egoista, diventa un mentore anche tu.
La conoscenza umana si è da sempre tramandata tra generazioni, il mentoring, per quanto a volte invisibile, è uno dei collanti della nostra società.
E ricorda: spesso, anche un solo consiglio può cambiare la vita di una persona.
Ps. Vuoi essere mio mentee?
Dal 2015, ogni anno, accompagno un numero selezionato di lettori di EfficaceMente in un (per)corso di crescita personale quotidiano.
Si chiama 365 – Un anno epico.
Ogni mattina, gli iscritti a 365 ricevono una mia email (in questa nuova versione saranno disponibili anche l’app dedicata e il nuovissimo kit – 365).
Al suo interno troveranno una sfida, una prova o un esercizio di crescita personale volto a rafforzare una specifica competenza che li aiuterà a realizzare i loro obiettivi.
Se vuoi scoprire tutti i dettagli della nuova edizione 2021 del (per)corso annuale, toccare con mano il metodo 365 e scoprire come sfruttare quanto successo nell’anno corrente per trasformare il 2021 nel tuo anno decisivo, ti consiglio di cliccare subito sul link qui sotto e andare alla pagina di presentazione del Corso!
Affrettati però! Le iscrizioni chiuderanno Giovedì 31 Dicembre! Dopo tale data non sarà più possibile accedere fino al prossimo dicembre…
Che stai aspettando? Mi farai essere il tuo mentore?
Scopri subito 365 – Un anno epico Ed. 2021 (clicca qui)
A presto.
Andrea Giuliodori.
Ciao Andrea.
Scusa il disturbo ma ho una domanda da farti in merito a questo a articolo.
Io ho due prof. eccezzionali e li ammiro molto, grazie a loro mi hanno insegnato un sacco di cose anche non scolastiche.
Diciamo che sono i professori che tutti vogliono.
Comunque la mia domanda è… questi 2 prof. posso essere considerati mentori?
Questo articolo capita a proposito. Giusto ieri sera mio figlio di 20 anni si è confidato con me; ha aperto il suo cuore e la sua mente per raccontarmi cose che in vent’anni anni non mi aveva mai detto. Per la prima volta ho capito i sentimenti più profondi di mio figlio, i suoi dubbi, che lo portano a mettersi in discussione su come agire e affrontare alcune situazioni della vita. Io lo supponevo, ma non immaginavo che avesse una tale profondità d’animo e una capacità di “sezionare” i suoi sentimenti, cercando di darsi delle risposte, purtroppo spesso senza riuscirci, o solo “sentendo” le soluzioni senza riuscire a metterle in pratica per paura che non siano quelle giuste, o per paura di ferire qualcuno. Ho molta affinità di carattere con mio figlio e in questi discorsi mi sono ritrovata per esserci già passata e aver sofferto le stesse angoscie, senza nessuno con cui parlarne e che mi potesse dare un’illuminazione. Quindi, senza “fare la madre” ho cercato di aiutarlo a capire e gli ho anche manifestato il mio sentimento di ammirazione per i pensieri profondi che mi ha manifestato. Sono sicura, nelle due ore che sono trascorse, di avergli trasmesso la soluzione a tanti dei suoi dubbi. L’ho spronato a perseguire le sue aspirazioni, che solo così capirà quale strada vorrà seguire nella sua vita. Che non deve aver paura di sbagliare… sbagliamo tutti e da lì si riparte e si fa tesoro anche delle esperienze negative. Oltre a tante altre cose che non sto a scrivere perché troppo lunghe e personali.
Per me è stata una svolta nel rapporto con mio figlio perché, da ora in avanti so che potrò aiutarlo nel suo percorso perché il nostro rapporto è passato ad un livello superiore, non di madre-figlio.
E la mia domanda ad Andrea è: può esserci un rapporto di mentor-mentee tra madre e figlio? Oppure è un rapporto che a prescindere dev’essere cercato al di fuori della famiglia? Perché in realtà, io mi sono ritrovata in quasi tutte le caratteristiche del “mentore” nei confronti di mio figlio…
Grazie Andrea, per i tuoi articoli così util, illuminati e illuminanti sei tu il nostro mentore anzi, per me sei più un “provocatore” perché nel leggere i tuoi articoli mi sento sempre chiamata in causa in prima persona e mi fanno fare un autoesame… che male non fa. Mai!
Ma che bello, grazie per questa condivisione Simonetta, sono felice di questa svolta nel rapporto con tuo figlio :)