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In questo splendido intervento per i lettori di EfficaceMente, Marco Buttu ci parla di come le scelte che compiamo ogni giorno contribuiscono a determinare il nostro futuro e come anche ciò che oggi reputiamo impossibile, possa tramutarsi in realtà. Marco è un ingegnere e un autore ed è noto al grande pubblico per le sue spedizioni nel luogo più remoto ed estremo del pianeta: l’Antartide.

Introduzione

(a cura di Andrea Giuliodori, fondatore EfficaceMente)

Lo ricordo benissimo.

Era l’aprile del 2020,  Italia e Regno Unito erano nel pieno del primo lockdown, il più duro e duraturo.

Ho letto tantissimo in quelle settimane, ma uno dei libri che mi è rimasto più impresso è stato sicuramente: “Marte Bianco: Nel cuore dell’Antartide. Un anno ai confini della vita” di Marco Buttu.

Marco, Ingegnere Elettronico e ricercatore di origini sarde, nel libro racconta la sua prima spedizione antartica: un intero anno (di cui 9 mesi di totale isolamento) vissuto insieme a 12 altri compagni nella base Italo-Francese di Concordia, sull’altopiano antartico, il luogo più estremo al mondo.

Nel libro viene raccontata questa esperienza unica, le difficoltà, i rischi, i risvolti emotivi e psicologici e anche le ricadute scientifiche.

Colpito dal libro ho scritto un messaggio a Marco per complimentarmi e da lì è nata una sporadica, ma amichevole corrispondenza digitale.

Circa un mese fa, sapendo del suo ritorno dalla seconda spedizione antartica, ho chiesto a Marco se avesse piacere di realizzare un contributo per i lettori di EfficaceMente e oggi sono felice di condividertelo.

Il post di Marco parla di come i percorsi della nostra vita, anche se non sempre ce ne rendiamo conto, si diramano a partire dalle scelte che compiamo ogni giorno, parla di coraggio, tenacia e come, in fondo, l’impossibile sia solo una percezione soggettiva e relativa.

Buona lettura, passo la parola all’Ing. Buttu.

(Ps. Marco è anche un ottimo fotografo e ci ha gentilmente condiviso alcuni dei suoi scatti straordinari fatti in Antartide, così da arricchire ulteriormente il suo intervento qui sulle pagine di EfficaceMente…sono bellissimi!)

Vivere a -80°

Vivere a -80°

Mi capita spesso di riflettere sul legame tra cambiamento personale e percorsi di vita.

É diventato ormai un argomento ricorrente, anche per via delle domande dei giornalisti e del pubblico che segue i miei incontri. La gente infatti vuole sapere quanto io sia cambiato in riferimento ad alcune curiose esperienze della mia vita, come quella appena conclusa.

Ho trascorso quest’ultimo anno nell’altopiano antartico, il luogo più estremo del pianeta dove la temperatura scende sotto i -80°C, vi è carenza di ossigeno, tre mesi di buio continuo e nessuna forma di vita, nemmeno virus e batteri.

In quel periodo ho avuto come casa la stazione Concordia, una base di ricerca scientifica che detiene una sorta di primato, condiviso con Vostok: queste due basi sono gli avamposti umani più isolati al mondo.

Stazione Concordia

Stazione Concordia

In effetti nessun altro era più isolato di noi dodici confinati a Concordia, nemmeno gli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. La base era irraggiungibile da febbraio a novembre e in quei nove mesi non avevamo possibilità di andare via o di essere soccorsi.

Le condizioni di isolamento ed ambientali erano per molti aspetti analoghe a quelle di una futura missione spaziale di lunga durata, tant’è che l’Agenzia Spaziale Europea ha compiuto su di noi degli studi di biologia umana, con lo scopo di capire come il corpo si adatta a un ambiente extraterrestre, al fine di pianificare al meglio una missione su Marte.

Esperienze di questa portata è probabile che causino rilevanti mutamenti della personalità.

Marco Buttu Antartide

Ma è anche vero che siamo in continuo mutamento.

In ogni istante il nostro corpo e i nostri pensieri cambiano rispetto all’istante precedente. Ma quanto in realtà è apprezzabile questa incessante trasformazione del nostro essere, da un minuto all’altro, da un giorno all’altro e con il trascorrere degli anni?

Credo che l’entità di un cambiamento sia tanto più significativa quanto più questo modifica il nostro modo di pensare, facendoci percorrere sentieri della nostra vita che prima non avremmo mai seguito.

Penso infatti che il destino di ciascuno di noi non sia predeterminato e che ogni azione che compiamo nel presente influenzerà il nostro futuro, e che quindi ciò che oggi stiamo vivendo sia frutto di una serie di scelte e circostanze avvenute nel passato.

L’albero dalle infinite ramificazioni

Mi raffiguro infatti il destino come un albero con infinite ramificazioni, dove il momento della nascita è localizzato nel tronco e il resto della vita è rappresentato da un percorso indeterminato a priori, che attraversa innumerevoli biforcazioni sino a condurre all’estremità di un ramo, il momento della morte.

A partire dal tronco, con il trascorrere del tempo, ci troveremo davanti a una diramazione, ovvero una qualsiasi scelta che, indipendentemente dal fatto che ci sembri banale o meno, ci porterà su un percorso piuttosto che su un altro, e la nostra vita potrebbe cambiare radicalmente.

Ogni giorno attraversiamo un’infinità di diramazioni.

La scelta di uscire di casa alle 12:00, piuttosto che alle 12:01, potrebbe condurci su un ramo che trasforma in modo sostanziale la nostra esistenza. Alla fermata del bus potremmo incontrare la persona con la quale condividere il resto dei nostri giorni, mentre uscendo di casa un minuto dopo magari non la conosceremmo, perché ha già preso il bus prima del nostro arrivo alla fermata.

Oppure potremmo incontrarla senza che la nostra vita cambi di una virgola, perché magari siamo timidi, non le rivolgiamo la parola e ci facciamo sfuggire l’occasione.

Perché in effetti non sono le occasioni a farci deviare il percorso per imboccare i sentieri che desideriamo. In ogni istante della nostra vita potrebbe esserci un’occasione, ma se abbiamo paura di svoltare per una strada sconosciuta non avremo la capacità di coglierla.

Marco Buttu in bici sull'Altopiano Antartico

Voglio raccontarvi a tal proposito una storia, che spero possa motivare chi in questo momento si trova ad affrontare scelte difficili…

Il coraggio di rischiare

Alcuni anni fa ho conosciuto un ragazzo australiano, Paul, che ha concluso in Sardegna una lunga vacanza trascorsa in giro per l’Europa.

Un giorno, durante una calda settimana di settembre, mentre facevamo un bagno al mare durante il tramonto, Paul mi ha parlato malinconico di una ragazza che aveva incontrato a Firenze qualche giorno prima. Si trovava nei pressi del Ponte Vecchio, seduto su un muretto a osservare l’Arno, quando lei gli si avvicinò sorridente e con fare garbato gli chiese se potesse scattarle una foto.

Si conobbero in questo modo, con uno scambio di sorrisi tanto fugaci quanto travolgenti, e i pochi giorni trascorsi insieme a Firenze furono sufficienti per far nascere un amore.

Al termine di questa breve parentesi fiorentina lei tornò negli Stati Uniti per riprendere il suo lavoro di docente universitaria nel campo della psicologia, mentre Paul partì nostalgico per la Sardegna, dove incrociò la mia strada.

Non faceva altro che pensare a lei, giorno e notte, e nel suo cammino era arrivato a un bivio: rischiare di percorrere un ramo apparentemente fragile, ovvero andare negli Stati Uniti per iniziare una nuova vita insieme a lei, una ragazza che sostanzialmente conosceva appena, oppure continuare dritto per la vecchia strada, più rassicurante, che lo avrebbe riportato in Australia per concludere il dottorato di ricerca in computer science.

Decise di rischiare, di seguire il suo cuore.

Partì per gli Stati Uniti e la raggiunse, incamminandosi per un sentiero completamente sconosciuto e incerto. Non so quali pensieri e visioni del futuro avesse Paul in quei giorni, ma difficilmente poteva immaginare ciò che da lì a pochi mesi gli sarebbe capitato.

Vinci le tue paure, vivi il tuo sogno

Quella ragazza infatti, Amy Cuddy, è diventata famosa in tutto il mondo grazie a un discorso tenuto a Edimburgo, nel celebre TEDGlobal.

Il suo talk, intitolato “Your body language shapes who you are” (“Il vostro linguaggio corporeo determina chi siete”), scalò la classifica di TEDGlobal fino a diventare il secondo più popolare, visto più di cinquanta milioni di volte.

Il Guardian lo definì “Uno dei venti talk online che possono cambiare la tua vita”. Fu l’inizio di un grande successo mondiale, perché Amy scrisse poi un libro, “Il potere emotivo dei gesti: presenza, autostima, sicurezza: usa il linguaggio del corpo per affrontare le sfide più difficili“, che a pochi mesi dalla pubblicazione era già un bestseller per USA Today, New York Times, Washington Post, Wall Street Journal e Publisher’s Weekly, tradotto in trentacinque lingue.

Fu definita da Business Insider “Una delle cinquanta donne che stanno cambiando il mondo” e una “giovane leader globale” dal World Economic Forum.

Ecco, ciò che voglio dirvi è che Paul sta vivendo il suo sogno perché ha vinto le sue paure, e la bellezza del suo presente è proporzionale all’enorme sfida e cambiamento affrontati nel passato.

La vita è un percorso rischioso dove il pericolo più grande è non correre alcun rischio, per poi vivere di rimpianti.

Quante occasioni perse infatti, quanti sogni rimasti tali, quanta resistenza al cambiamento e quanti ostacoli poniamo al progresso collettivo e personale per via della mancanza di coraggio, di determinazione e di tenacia!

Una mancanza che restringe la nostra visione del possibile, allargando in uguale misura quella dell’impossibile.

Il confine tra possibile e impossibile è relativo

Il confine tra possibile e impossibile è difatti relativo: ciò che oggi appare impossibile, domani potrebbe realizzarsi, e ciò che per una persona è impossibile, potrebbe non esserlo per un’altra, che così lo trasforma in realtà.

Decidiamo noi e solo noi dove posizionare questo confine, in base alle nostre paure, all’influenza di chi ci circonda e a come siamo stati educati nell’infanzia.

Ci basiamo sull’esperienza e sulla nostra percezione del mondo per stabilire quali siano i limiti del possibile, ma non ci accorgiamo che queste convinzioni sono condizionate dai nostri stessi limiti.

Saremmo dei presuntuosi se pensassimo che la nostra esperienza e le nostre sensazioni possano indicarci cosa è certo e cosa non lo è, cosa è possibile e cosa è impossibile.

Pensiamo per esempio allo scorrere del tempo, che i sensi e la nostra percezione quotidiana ci fanno apparire assoluto, uguale per tutti.

E invece non è così, poiché esso scorre più o meno velocemente a seconda di dove ci troviamo: maggiore è l’attrazione gravitazionale a cui si è sottoposti, più lentamente scorre il tempo. Quindi il tempo sul nostro pavimento scorre più lentamente che sul tavolo, così come scorre più lentamente al primo piano di un palazzo che all’ultimo.

Vivendo in montagna anziché nella pianura sottostante, invecchiamo più velocemente.

Con i nostri normali orologi non riusciamo a misurare questa differenza temporale, ma se utilizzassimo due orologi atomici ci accorgeremmo che per quello che sta più in basso il tempo scorre più lentamente rispetto a quello che sta più in alto, e riusciremmo a misurare questo gap temporale anche a distanze dell’ordine dei centimetri.

Teoricamente sarebbero possibili anche i viaggi nel tempo, e questo dovrebbe darci un’idea di quanto drasticamente dobbiamo rivedere la nostra concezione di ciò che è impossibile e di ciò che non lo è.

Il mondo in cui viviamo è infinitamente più vasto di quello che si manifesta ai nostri sensi.

Marco Buttu tramonto antartico

Concludo con una nota personale, che spero possa servire da stimolo nei momenti di incertezza, quando gli obiettivi appaiono impossibili da raggiungere, perché magari si pensa di non avere capacità o doti per realizzare i propri sogni.

Ho studiato con profitto, sono soddisfatto del mio lavoro, ho scritto dei libri che i lettori apprezzano e raggiunto tanti obiettivi personali, grandi o piccoli che fossero.

Eppure non sono un individuo con doti straordinarie, come è opinione comune dei media e di chi mi segue. Vi garantisco che sono una persona normale, con capacità generali medie e forse anche sotto la media, senza alcuna dote particolare.

Anche per questo sono convinto che il raggiungimento dei nostri obiettivi, se veramente vogliamo raggiungerli, dipenda solamente da noi stessi, come spesso leggo su EfficaceMente.

E così concludo, dandovi un caro saluto e l’augurio di una vita ricca di felicità e soddisfazioni.

Prima di lasciarci…

Ringrazio nuovamente l’Ing. Marco Buttu per questo suo intervento qui su EfficaceMente.

Prima di salutarci, ecco le tre frasi che voglio portarmi a casa di questo intervento e che mi auguro siano di ispirazione e stimolo anche per te:

  • “l’entità di un cambiamento è tanto più significativa quanto più questo modifica il nostro modo di pensare“.

Se vogliamo davvero cambiare vita non dobbiamo cambiare città, partner o lavoro, dobbiamo innanzitutto cambiare modo di pensare (e di conseguenza, modo di agire.)

  • “Mi raffiguro infatti il destino come un albero con infinite ramificazioni […] A partire dal tronco, con il trascorrere del tempo, ci troveremo davanti a una diramazione, ovvero una qualsiasi scelta che, indipendentemente dal fatto che ci sembri banale o meno, ci porterà su un percorso piuttosto che su un altro, e la nostra vita potrebbe cambiare radicalmente.”

In questo periodo storico è facile sentirsi… impotenti, ma le nostre scelte contano, le scelte che facciamo ogni giorno mutano, anche se impercettibilmente la nostra vita e di conseguenza, l’universo intero. Prendine consapevolezza, ma soprattutto prendi in mano il timone della tua vita, una scelta quotidiana alla volta.

  • “[…] non sono le occasioni a farci deviare il percorso per imboccare i sentieri che desideriamo. In ogni istante della nostra vita potrebbe esserci un’occasione, ma se abbiamo paura di svoltare per una strada sconosciuta non avremo la capacità di coglierla.”

Nella vulgata comune, a determinare la fortuna o la sfortuna degli individui sono le occasioni che gli vengono presentate nel corso della vita.

Ecco… è indiscutibile che fortuna e sfortuna abbiano un impatto sulla nostra esistenza, ma a volte siamo noi a non cogliere le occasioni che la vita ci offre. Magari non lo facciamo perché non sappiamo riconoscerle, oppure, più banalmente, abbiamo paura.

Personalmente sono convinto che di treni ne passino di continuo nella stazione della nostra quotidianità: non tutti sono fulgidi Frecciarossa, ma se non decidiamo di pagare il biglietto (ovvero il prezzo dell’impegno) e salire su uno di questi maledetti treni, non andremo mai da nessuna parte.

Bene, mi auguro che anche questo contenuto di EfficaceMente si sia dimostrato utile per te.

Fammi sapere se ti stanno piacendo questi interventi dei nostri nuovi ospiti (ne abbiamo di nuovi già in lavorazione…)

Buona settimana!

Ps. Ricordo ai nostri abbonati +Efficaci che possono anche ascoltare e riascoltare la versione audio di questo articolo registrata da uno speaker professionista.

Andrea Giuliodori.

Crediti foto: Marco Buttu (C) Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) – Institut polaire français Paul-Emile Victor (IPEV).

Avatar di Marco Buttu
Marco Buttu, ingegnere e autore, ha recentemente concluso la sua seconda spedizione annuale nel luogo più remoto ed estremo del pianeta. Lavora per l’Istituto Nazionale di Astrofisica, occupandosi dello sviluppo del software di controllo del Sardinia...

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Cristian

Andrea Giuliodori buongiorno,
Veramente un bellissimo articolo ne sono rimasto entusiasta pieno di spunti di riflessioni e di esortazioni ad agire e a vincere i nostri limiti.
A riguardo permetti una domanda: tu a fine articolo hai espresso questo pensiero: “è indiscutibile che fortuna e sfortuna abbiano un impatto sulla nostra esistenza, ma a volte siamo noi a non cogliere le occasioni che la vita ci offre. Magari non lo facciamo perché non sappiamo riconoscerle, oppure, più banalmente, abbiamo paura.” Tu come la pensi in merito al tema della fortuna e della sfortuna nel senso da un punto di vista scientifico o se vogliamo razionale come la gestisci?

Grazie

Andrea Giuliodori

Ciao Cristian, come scritto, non sminuisco il ruolo che giocano fortuna e sfortuna nella nostra vita. Ci sono e possono impattare notevolmente il nostro destino. Allo stesso tempo però, per quello che mi è possibile, cerco di minimizzare l’impatto della sfortuna e massimizzare quello dei colpi di fortuna. Questo mi ha aiutato molto.

Romina

Bellissimo articolo, illuminante. Foto davvero meravigliose.

Andrea Giuliodori

Grazie Romina!

Lorenzo

Ho apprezzato davvero di cuore questa newsletter settimanale!

Andrea Giuliodori

Mi fa piacere Lorenzo!

Alessandro

Come sempre un contenuto di vero valore, con immagini suggestive e lezioni di vita da tenere sempre a mente! Ho già messo in lista il libro per approfondire ancor di più l’esperienza vissuta dall’ Ing. Buttu.

Grazie ad entrambi in questo caso :)

Alessandro

Vorrei aggiungere anche che l’intervento del TED è da brividi!

Andrea Giuliodori

Ciao Alessandro, mi fa davvero piacere che questo contenuto ti sia piaciuto.

Marienka

Bello, molto utile, ricco di spunti. Ho già ordinato il libro di Amy… Seguirà uno dei libri di Marco.
Certo, più di questi interventi.
Grazie, Andrea

Andrea Giuliodori

Grazie Marienka!

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