50
4 min

Quando una semplice parola può cambiarti la vita.

 

“Le parole hanno il potere sia di distruggere, sia di guarire. Quando le parole trasmettono verità e consapevolezza, possono cambiare il mondo.”

Buddha.

Ecco la minchiata della settimana: un blogger che sostiene che un articolo gli ha cambiato la vita! Troppo comodo! Questo è un conflitto di interessi! Ma io non mi faccio mica infinocchiare da queste psico-cazzate! Non leggerò mai il tuo articolo!!! Vade Retro Santana!!!

Calma, calma… avrai mica avuto un weekend stressante?! La devi smettere di essere così preoccupato! L’articolo in questione non è un articolo (di un blog o di un giornale), ma un vero e proprio articolo (grammaticale), per la precisione si tratta dell’articolo determinativo “il”.

Nooo… è che ti sei inventato questa volta Andre?!

Leggi l’articolo sull’articolo e lo scoprirai ;-)

La ricerca del perfezionismo

Non troppi anni addietro ero ossessionato dall’idea di voler…

essere “il” migliore.

Ogni attività che intraprendevo, ogni passione che coltivavo, ogni obiettivo che mi davo, mi rendeva soddisfatto “soltanto se” riuscivo ad ottenere risultati eccezionali, ma soprattutto migliori di qualcun altro. Immagina quante volte ero… soddisfatto!

Questa mia ricerca del perfezionismo non riguardava esclusivamente le mie attività, passioni ed obiettivi, ma anche ciò che possedevo: se non potevo avere il meglio, tanto valeva non aver nulla. Insomma una visione del mondo alquanto manichea: o bianco o nero, o bene o male, o il meglio o nulla. Si, ero un Pirla!

Alcuni potrebbero obiettare che questo atteggiamento è sicuramente migliore dell’atteggiamento di chi non ha ambizioni, obiettivi ed in generale non ha la più pallida idea del suo scopo nella vita.

Si, forse: ma la verità è che cercare di essere sempre il migliore a tutti i costi è una condanna.

Se essere il migliore è la peggiore scelta

Ci sono almeno 3 buoni motivi per cui voler essere il migliore è… inefficace:

  1. Per quanto immani possano essere i nostri sforzi, ci sarà sempre qualcuno migliore di noi.
  2. Voler essere il migliore è sintomo di insicurezza. Se ricerchiamo continuamente l’approvazione altrui per sentirci appagati, abbiamo qualche problemino di autostima (se vuoi approfondire l’argomento autostima, ti consiglio questo articolo)
  3. Non provare soddisfazione e gratitudine per i risultati ottenuti, anche se non sono dei record mondiali, è un gran brutto modo di vivere.

Se leggi blog di crescita personale, ho il vago sospetto che anche tu sia un tipetto ambizioso, sempre lì a voler dimostrare di essere il migliore; ma vediamo se le mie abilità di lettura del pensiero funzionano ancora:

  • ti poni spesso obiettivi troppo ambiziosi, non raggiungendoli o provando insoddisfazione anche una volta tagliato il traguardo.
  • Sei troppo severo con te stesso e vivi i fallimenti come una tragedia.
  • Vedi tutto o bianco o nero, per te non esistono le vie di mezzo.

Ci sono andato vicino? Fortunatamente esiste una soluzione a questa inesauribile fonte di frustrazione. Continua a leggere e ti svelerò il segreto che mi ha cambiato la vita… beh, almeno in questo ambito!

La sottile differenza

Ad essere sincero non ricordo bene l’istante in cui ho raggiunto questa nuova consapevolezza, eppure, circa 4-5 anni fa ho avuto questa sorta di… “illuminazione”:

Perché cercare a tutti i costi di “essere il migliore”, quando tutto ciò che conta è semplicemente “essere migliore”.

Come avrai notato la differenza è sottile, parliamo di un solo articolo determinativo (ecco il famoso articolo!), eppure il significato è completamente stravolto.

Quando la smetti di voler essere il migliore a tutti i costi e cerchi semplicemente di essere migliore, accadono alcune cose straordinarie. Te ne cito 3:

  • Diventi consapevole che il tuo termine di paragone non sono più gli altri, ma sei tu stesso. Non hai più bisogno di dimostrare niente a nessuno: quello che desideri è dimostrare a te stesso di essere migliore… di ieri, di un mese fa, di un anno fa.
  • Scopri che un progetto imperfetto ma finito è sempre meglio di una bozza straordinariamente perfetta (a questo proposito ti suggerisco di leggerti il manifesto anti-procrastinazione).
  • Ti accorgi che non hai più scuse per procrastinare e che tutto quello che devi fare è un passettino in più rispetto a ieri: non importa quanto sgraziato e piccolo possa essere questo passettino, tutto ciò che conta è che tu lo faccia (meno poeticamente si parla di effetto Zeigarnik).

Come hai visto, oggi non abbiamo parlato dei massimi sistemi, ma di una semplice riflessione fatta qualche anno fa e che solo ora, mi rendo conto, ha cambiato la mia vita profondamente. Spero che questa consapevolezza possa avere su di te lo stesso effetto.

Ti auguro una buona settimana, ma soprattutto ti auguro, non di essere il migliore, ma semplicemente migliore.

Andrea Giuliodori.

Avatar di Andrea Giuliodori
Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

scopri di più

Commenta

Devi eseguire il login per inserire un commento.

Gianluca Terzi

Ciao Andrea,
e mica sei stato l’unico a credere di essere il migliore!!! :)

Personalmente credo che tutti passiamo in quella fase di perfezionismo in cui ci sentiamo più speciali degli altri, e sinceramente ritengo che sia anche un normale processo di crescita.

Certo, poi bisogna capire che non siamo i supereroi di questo pianeta, e che come noi ce ne sono altri 6-7 miliardi su questo mondo.

E’ un pò come credere quando si è bambini di avere “poteri paranormali” che altri non hanno… poi però quando cresci e diventi adulto(ma già dall’adolescenza) capisci di essere “l’ennesimo”.

Non voglio affatto generalizzare, perché come in ogni buona cosa non si deve assolutamente mai fare, dico semplicemente che questa “credenza” prima o poi svanisce nel cuore di tutti, o quasi…

Sottolineo il “quasi” perché c’è sempre quel qualcuno che si sente il migliore di altri o addirittura migliore di tutti… basta guardare la nostra politica fino a qualche mese fa per capire di cosa sto parlando…

Sentirsi il migliore è bello, ma è un sogno che è destinato inevitabilmente a terminare!

Ti saluto

Gianluca

Stefano

Gianluca, io invece da quello che mi ricordo non ho mai aspirato ad essere il migliore. Da bambino forse, ma mai quando si parla di cose serie. Per quanto faccia piacere essere lì al top, la sensazione è temporanea: come dice Andrea c’è sempre qualcuno meglio di te, in un pianeta con 7 miliardi di persone.

E non ho mai aspirato ad essere il migliore perché mi sono reso conto abbastanza presto che in termini di tempo è dannatamente inefficace raggiungere la perfezione (e qui richiamo la trita legge di Pareto).

Adesso come termine di paragone uso me stesso, “essere migliore”, ma prima di leggere qualcosa di crescita personale andavo sul “faccio quel che mi piace finché non mi stufa”. E ancora adesso è una filosofia che seguo in molti campi. :P

Claudia

Oddio, se ho passato una fase da “io sono la migliore”, di certo non ne ho memoria! Da che ho memoria anzi, ricordo di essermi sempre considerata uno straccio per lucidare le scarpe!
Ma forse tutti consciamente o meno abbiamo passato la fase “devo riuscire ad essere il/la migliore!”. Poi ovviamente gran parte si demoralizza e, come diceva Andrea, il non potere essere il migliore diventa la scusa per rinunciare. :)

Andrea

Ciao Gianluca… temo di essere stato frainteso: io non pensavo affatto di “essere il migliore”! Per che razza di pallone gonfiato mi hai preso?! ;-) E poi, se uno è intimamente convinto di essere il migliore, è proprio sereno!

No no, io volevo essere il migliore: e questo atteggiamento, come detto, è una condanna.

A presto e grazie per il commento.

john

Bellissimo articolo,Andrea sei il migliore :D
No,a parte le battute facili sono d’accordo…alcuni tuoi concetti che esprimi sono stati approfonditi dalla psicologia cognitiva comportamentale ( come anche certi pensieri disfunzionali tutto o nulla,la ricerca continua di approvazione…la falsa autostima ecc ecc)
Consiglio a tutti per approfondire questo tema un libro piccolo ma molto efficace : Piacersi non Piacere di Enrico Rolla.

Andrea

Grazie John,
e grazie per il libro suggerito.

Andrea.

Sabner

in effetti, c’è qualcosa di profondamente sbagliato nel confrontarsi continuamente con gli altri

ma costellare la propria vita di continui confronti è frustante perchè si tende a confrontarci con i migliori e come dici tu si troverà sempre qualcuno migliore di noi, questo porta a frustazione

se ci si confronta con la media delle persone ad un certo punto si può essere soddisfatti ma non c’è più stimolo a migliorare

Io tendo ad essere molto competitivo ma non mi importa molto di essere meglio di tutti, per me la competizione è un gioco, so bene che ogni persona ha i sui pregi e i suoi difetti, per me è normale che in certi campi io sia uno dei migliori mentre in altri sono scarso

Andrea

Grazie per il contributo Sabner.

umberto

Ciao Andrea! Credo che l’essere stati un po’ “pirla” possa aiutare a trovare lo “scopo nella vita”. In questo articolo autobiografico non c’è rammarico nelle tue parole e questo è un bene, anzi “il” bene! Tu hai imparato dall’esperienza. Si vede da come scrivi adesso. Non so se per te è sempre stato così facile comunicare in maniera chiara, sintetica ed efficace il tuo pensiero agli altri. Vedo creatività, consapevolezza, profondità, intuito, entusiasmo e passione e penso che per accedere a queste risorse si debba per prima cosa essere onesti con se stessi e riconoscere quali sono i nostri limiti per poi affrontarli. Ci sono limiti reali ma la maggior parte dei nostri limiti sono nella nostra mente. Secondo me questi limiti ce li creiamo proprio nel momento in cui, invece che concentrarci nel migliorare noi stessi, ci focalizziamo nel superare gli altri, cadendo nell’errore di essere schiavi dell’approvazione altrui. Se il nostro combustibile per raggiungere i nostri obbiettivi è l’approvazione altrui, con troppa facilità, troppo spesso ci ritroveremo con il “serbatoio” vuoto. Inoltre se cerchiamo l’approvazione altrui potremmo finire per inseguire gli obbiettivi che gli altri si aspettano da noi. Trovare lo scopo nella vita significa esplorare l’universo del tuo cuore, conoscere i tuoi potenziali nascosti, essere pronti a lasciare andare i preconcetti, disimparare molto, ricominciare ed essere libero.
In conclusione mi viene in mente una massima di Paulo Coelho: “Ascolta il tuo cuore, esso conosce tutte le cose”

Una rifessione: questo blog mi piace, ogni articolo traccia dei sottili “solchi” nella consapevolezza di chi legge, sta a noi scegliere quali solchi “irrigare” poi crearne di nuovi..

Buona giornata a tutti,
Umberto

Andrea

Ciao Umberto,
grazie del commento: i tuoi commenti sono sempre dei piccoli articoli nell’articolo e li reputo di grande valore.

Per quanto riguarda lo scrivere, è una passione che ho da sempre e sono certo che in un modo o nell’altro questa “capacità” sia una di quelle costanti su cui far leva per trovare lo scopo della mia vita.

A presto,
Andrea.

Andrea F

Ottimo articolo. Questo tipo di approccio sta diventando la mia piccola ricetta per la felicita’. Ed e’ cosi’ che sto applicando Start! Piccoli passi, magari sgraziati, ma mi sto finalmente muovendo!

Andrea

Ciao Andre,
credo che quello di andare comunque avanti, nonostante tutto sia uno di quei piccoli grandi segreti della vita.

A presto,
Andrea.

Carica altri commenti

Registrati gratis per continuare a leggere. Iscrivendoti riceverai anche l’esclusiva newsletter del lunedì di EfficaceMente

Sono già registrato