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Tutti noi vorremmo essere liberi: liberi di scegliere, liberi dalle preoccupazioni, liberi dai condizionamenti sociali, liberi dalla sofferenza. Eppure continuiamo a vivere come “detenuti” in una prigione senza sbarre, condannati alla reclusione dal più severo dei giudici: noi stessi. Ecco perché in questo articolo vorrei esplorare insieme a te “I quattro accordi“: principi di vita ispirati all’antica saggezza tolteca per tornare finalmente ad essere liberi.

 

“La libertà non può essere concessa, deve essere conquistata.”

Elbert Hubbard.

Ti sei mai chiesto cosa significhi davvero essere liberi?

No perché, di libertà si sente parlare spesso nella nostra società, a volte fino alla nausea: ne parlano i politici, ne parlano i guru religiosi, diamine ne parlano anche gli influenZers su Instagram!

Ma è vera libertà quella che ci viene proposta? Siamo forse liberi quando possiamo…

  • Vestirci come ci pare?
  • Svegliarci quando vogliamo?
  • Mangiare quello che ci va?
  • Viaggiare ovunque?
  • Lavorare solo quando ne abbiamo voglia?
  • Comprare tutto ciò che desideriamo?
  • Dire tutto ciò che ci passa per la testa?

Oddio, non sarebbe male avere tutte queste… libertà, giusto?!

Ma non è forse un paradosso sentire di essere liberi solo quando avremo ottenuto determinati risultati o solo quando si saranno realizzate determinate condizioni?

Pensare ad esempio che saremo liberi solo quando avremo raggiunto la famosa libertà finanziaria, non ci rende forse schiavi dei soldi?

Intendiamoci, da fottuto ingegnere e anche un pelino ambizioso, mi piace tenere i piedi ben piantati per terra e continuare a rincorrere i miei obiettivi, obiettivi che spesso hanno a che fare con molte delle libertà elencate qui sopra.

Recentemente però ho letto un libro “inaspettato” che mi ha fatto riflettere su cosa sia la vera libertà personale.

Sentirci davvero liberi ha spesso a che fare molto più col nostro stato mentale, piuttosto che con i nostri risultati o condizioni esterne di vita.

Insomma, il peggiore dei fallimenti sarebbe riuscire a realizzare tutti i nostri obiettivi e poi accorgerci di non sentirci ancora liberi.

Vediamo allora come evitarlo…

Il chirurgo diventato sciamano

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Il libro a cui ti ho accennato qualche riga fa è il libro di Miguel Ruiz intitolato “I quattro accordi“.

L’autore, di origini messicane, dopo aver terminato gli studi in medicina, inizia la sua carriera come chirurgo a Città del Messico, dove pratica per svariati anni.

In seguito ad un gravissimo incidente stradale, decide di abbandonare la sua professione medica, si trasferisce negli Stati Uniti e diventa l’apprendista di uno sciamano (alla faccia della crisi di mezza età!).

Nel 1997 scrive “I quattro accordi“, che in poco tempo diventa un best-seller del New York Times, dove rimane in cima alla classifica per ben 10 anni, vendendo qualcosa come 7,2 milioni di copie nei soli Stati Uniti e molte altre nel resto del mondo.

Il libro, come detto è… inaspettato: mixa infatti un approccio analitico allo studio della mente, tipico di chi ha una formazione medico-scientifica, a passaggi decisamente più mistici, ispirati all’antica saggezza dei Toltechi, popolazione mesoamericana dell’epoca precolombiana che dominò gran parte del Messico centrale tra il X ed il XII secolo.

Detto tra noi, prima di intraprendere la lettura di questo testo, avevo il fuffa-radar in allerta massima e scorrendo alcune pagine il mio rilevatore di putt*!%te è andato fuori scala più di una volta.

Tralasciando però alcune… “licenze poetiche” dell’autore, ho trovato interessanti i 4 principi chiave esposti nel libro e credo sinceramente che applicarli con costanza nella nostra vita ci possa rendere liberi da molte delle nostre catene mentali.

Scopriamo allora questi quattro accordi e qual è la loro origine.

Come possiamo essere liberi se continuiamo a vivere immersi in un sogno?

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Lo storico israeliano Yuval Noah Harari, all’interno di “Sapiens – da animali a dei: breve storia dell’umanità“, introduce un concetto a mio avviso illuminante…

Sia gli uomini, sia gli animali sono in grado di percepire la realtà oggettiva (ad esempio un albero o una pietra) e la realtà soggettiva (ad esempio il dolore o il piacere), ma solo gli uomini hanno sviluppato l’abilità di percepire anche la realtà inter-soggettiva, ovvero l’insieme dei costrutti mentali, delle storie e delle fantasie, condivise però da migliaia, e a volte miliardi, di altri esseri umani (ad esempio il denaro, i diritti umani, le nazioni).

Ruiz nel suo libro utilizza un linguaggio decisamente più mistico, ma di fatto parla dello stesso concetto, prima di introdurre i famosi quattro accordi.

Secondo l’autore messicano, il nostro mondo è fatto di etichette, concetti e convinzioni sociali, ma queste non sono altro che illusioni; di fatto quindi, viviamo in un sogno condiviso.

Questo “sogno collettivo” ci è stato imposto fin dalla nostra nascita attraverso le parole, le storie e gli insegnamenti dei nostri genitori, dei nostri professori e in generale della società in cui siamo cresciuti e vissuti.

“Viviamo immersi in un sogno disfunzionale e gli esseri umani sono malati di una malattia chiamata paura. I sintomi  sono tutte quelle emozioni che ci fanno soffrire: rabbia, odio, tristezza, invidia e tradimento.”

Don Miguel Ruiz.

Questo sogno è per noi estremamente reale e tangibile, queste illusioni sociali sono infatti per noi concrete come possono esserlo le leggi della fisica.

Queste regole ci dicono come le cose sono o dovrebbero essere, ci impongono quello che dobbiamo pensare di noi stessi e degli altri, insomma ci aiutano a trovare ordine nel caos.

…e ad un certo punto della nostra vita noi abbiamo concordato con queste regole, le abbiamo interiorizzate e non è stato più necessario che qualcuno ce le imponesse dall’esterno, perché noi stessi siamo diventati imputati e giudici nell’interminabile processo che garantisce che queste leggi sociali siano rispettate.

Non tutte queste regole (questi accordi taciti) sono per noi nocive.

Alcune hanno un’utilità pratica e consentono alla società in cui viviamo di funzionare. Altre sono estremamente disfunzionali, creano sofferenza nella nostra vita e non ci consentono di essere liberi come vorremmo.

Un esempio?

Uno degli accordi più pericolosi che abbiamo interiorizzato è quello che ci fa credere di “non essere mai abbastanza“, ovvero che dobbiamo sempre aspirare ad un qualche ideale di successo e di perfezione imposto dalla società.

E noi rimaniamo attaccati a queste leggi (sia quelle utili, sia quelle inutili – se non addirittura dannose) come fossimo cozze aggrappate ad uno scoglio.

Lo facciamo perché, a volte, la sofferenza che conosciamo è preferibile ad una promessa di felicità ignota.

Ci sentiamo sicuri e cullati dalla familiarità di certe convinzioni e, in tutta onestà, non abbiamo ancora trovato convinzioni alternative (migliori) a cui aggrapparci.

Ed è qui che entrano in gioco i quattro nuovi accordi proposti nel libro di Ruiz. Partiamo dal primo…

Sii impeccabile con la parola

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Il primo accordo (principio), suggerito dall’autore messicano per tornare ad essere liberi, riguarda il nostro dialogo interno ed esterno.

Se vogliamo ottenere la nostra libertà personale dobbiamo innanzitutto imparare a non usare mai le parole contro gli altri o contro noi stessi.

In questo caso il termine “impeccabile” va inteso letteralmente, ovvero quando ci esprimiamo dobbiamo essere “senza peccato”. Nessuna connotazione religiosa però, qui il significato è quello originale latino: esprimersi senza peccato (sine peccātum), significa parlare senza errore, senza mancare di rispetto.

Questo vale soprattutto per il nostro dialogo interiore.

Saremo davvero liberi solo quando la smetteremo di giudicarci e colpevolizzarci di continuo.

Riprendere il controllo della nostra vocina interna significa infatti riprendere il controllo della nostra vita.

A tal proposito, se vuoi approfondire i meccanismi del nostro dialogo interiore e perché spesso ci trasformiamo nei nostri peggiori nemici, ti rimando all’estratto gratuito del mio manuale Autostima Passo Passo (APP), in cui esploro le 5 tipologie di dialogo interiore depotenzianti e come possiamo liberarcene.

Puoi scaricare l’estratto gratuito dalla pagina di presentazione del manuale. La trovi cliccando qui.

Ma andiamo a vedere il secondo accordo tolteco.

Non prendere nulla in modo personale

Prova a pensarci: se qualcuno ti fa una critica ingiusta (che so, su qualche social) e tu continui a frignare e a rimuginarci per tutto il giorno, puoi dire di essere libero?

Il secondo accordo proposto da Don Miguel Ruiz è dunque quello di non prendere mai nulla sul personale.

La verità infatti è che nulla di ciò che le persone ci dicono o ci fanno riguarda effettivamente noi.

Esistono decine di ragioni (a volte oscure) per cui gli altri si comportano come si comportano e queste motivazioni spesso non hanno nulla a che fare con noi, ma molto hanno a che fare con le frustrazioni e le difficoltà vissute da queste persone.

Perché ricorda…

“Chi emette giudizi non definisce gli altri, ma sé stesso.”

Imparare a non prendere mai nulla sul personale non è però facile, richiede infatti una profonda consapevolezza di sé e un’autostima inscalfibile.

Temere il giudizio altrui e prenderla sul personale è spesso indice di paure e insicurezze non ancora risolte.

Ricordarci di applicare il secondo accordo può aiutarci, ma non ci esime dall’affrontare le nostre ferite emotive e mentali non ancora marginate.

Passiamo al prossimo accordo di Don Miguel Ruiz.

Non supporre nulla

La nostra mente è governata da decine di bias cognitivi e spesso tende a saltare a conclusioni errate per risparmiare tempo ed energie cognitive.

Per questo, il terzo accordo suggerito nel libro del chirurgo divenuto sciamano è quello di non dare mai nulla per scontato, non supporre mai nulla.

Se ad esempio salutiamo un conoscente per strada e questo non ci risponde, potremmo supporre che sia uno str%!*zo, ma la verità è che lui semplicemente potrebbe non averci visto.

Ancor più gravi poi sono le supposizioni che facciamo su noi stessi.

Magari ci sottovalutiamo e diamo per scontato di non essere portati per una certa attività, o magari ci sopravvalutiamo e andiamo incontro a cocenti delusioni che ci fanno sentire male.

In entrambi i casi stiamo dando per scontato qualcosa che in realtà non sappiamo.

È dunque molto più utile sostituire le supposizioni con delle domande mirate e una pratica costante.

Solo attraverso l’approfondimento e l’esperienza possiamo arrivare ad una conoscenza diretta della realtà.

Non supporre mai nulla. Non farti guidare dai pregiudizi. Non dare mai nulla per scontato.

Studia, approfondisci, sviluppa un’insaziabile curiosità per capire come stanno davvero le cose.

…e siamo arrivati al quarto e ultimo accordo tolteco.

Fai sempre del tuo meglio

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Il quarto accordo è apparentemente il più banale, ma questo solo perché è un invito che ci è stato spesso rivolto, ma di cui probabilmente non abbiamo mai compreso il significato più profondo.

Fare sempre del nostro meglio significa di fatto mettere da parte tutte le nostre scuse e tenere a bada le nostre tendenze perfezionistiche. Può capitare infatti il giorno in cui…

  • Ci svegliamo stanchi e nervosi.
  • Abbiamo zero voglia di portare avanti i nostri impegni accademici e lavorativi.
  • Vorremmo buttare all’aria tutte le nostre buone abitudini.

Insomma…

Non ci sentiremo al nostro meglio ogni giorno, ma ogni giorno possiamo fare del nostro meglio.

Come spiegato in un recente articolo dedicato al “Sistema non-zero“, in alcuni giorni fare del nostro meglio può significare riuscire a leggere anche una sola pagina di un libro, allenarci a bassa intensità o meditare solo per pochi minuti.

Non importa: qualsiasi siano le nostre condizioni, possiamo fare sempre del nostro meglio con quello che abbiamo a nostra disposizione in quel momento in termini di tempo ed energia.

Tra l’altro, interiorizzare e praticare costantemente questo quarto accordo, ti permetterà di applicare con più facilità anche gli altri tre e ti metterà sulla strada verso la libertà personale.

A tal proposito, per concludere, vorrei tornare insieme alla domanda con cui abbiamo aperto questo articolo…

Cosa significa, in conclusione, essere liberi?

  1. Sii impeccabile con la parola.
  2. Non prendere nulla in modo personale.
  3. Non supporre nulla.
  4. Fai sempre del tuo meglio.

Prova a pensarci: come sarebbe la tua vita se vivessi ogni giorno seguendo i quattro accordi toltechi?

Beh, applicando questi principi, forse non potremo ancora svegliarci quando ci pare, viaggiare ovunque o comprare tutto ciò che desideriamo, ma di certo potremo conquistare un altro tipo di libertà, una libertà più profonda, una libertà che non richiede il raggiungimento di risultati esterni, ma piuttosto di una condizione interna.

…ed è solo quando la nostra testa e il nostro cuore sono privi di catene, che possiamo sentirci finalmente liberi.

Andrea Giuliodori.

 

Ps. Come detto il libro di Ruiz è stato per me inaspettato (e di certo non condivido tutti i passaggi), ma ci tenevo a condividere con te quanto mi ha insegnato e mi auguro che i quattro accordi ti siano stati di ispirazione.

Sfortunatamente però, in quest’epoca caratterizzata dalla sovrabbondanza di informazioni (ma non di conoscenza) tendiamo presto a dimenticare anche le idee che ci hanno colpito di più.

Per questo, insieme al team di EfficaceMente ho pensato di creare degli sfondi per smartphone che ti ricordino ogni giorno i quattro accordi toltechi.

Eccone un’anteprima:

esse liberi: sfondi smartphone

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A presto e grazie per essere un lettore di EfficaceMente.

Andrea Giuliodori.

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Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

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Veronica

Buongiorno Andrea
veramente illuminante l’ho letto tutto d’un fiato e mi è stato veramente di grande aiuto oltre che stimolante ad iniziare questa settimana con una nuova carica e con un nuovo obiettivo personale.
Grazie e buona settimana.

Andrea Giuliodori

Ne sono molto felice Veronica :)

RAFFAELA

Grazie Andrea per i tuoi consigli! Mi sono molto utili!

Andrea Giuliodori

Grazie a te Raffaela.

Biancamaria sideri

Buongiorno. Ho trovato questo articolo molto interessante e sarà spunto di riflessione. Volevo dire che un anno fa ho comperato autostima passo passo ma per problemi vari non ho potuto scaricarlo. Come posso fare per farlo? Grazie e buona giornata

Andrea Giuliodori

Ciao Biancamaria, scrivi pure ad assistenza@efficacemente.com ti risolveranno il problema :)

Franca

Ciao Andrea, grazie per la condivisione di idee e per gli sfondi, più belli dei miei bigliettini :)
Sto seguendo APP, un percorso devo dire non facile, che rimesta in una palude di cui non avevo piena consapevolezza. E via con la bonifica…

Andrea Giuliodori

Buona “bonifica” France ;-)

Marta

Ciao! Grazie per questa condivisone di pensieri, era proprio quello che mi serviva questa mattina. Mi hai dato conferma su molte cose che penso e che faccio fatica a condividere con gli altri perchè non vengo capita e mi sento “inadeguata” a questa società. Sono contenta di scoprire che non sono da sola a vedere la realtá in questo modo.

Andrea Giuliodori

Felice di averti dato spunti utili Marta :)

Alessandro Cosimetti

Ciao Andrea, non conoscevo questo autore, ma ho letto ed apprezzato i libri di Carlos Castaneda (e gli insegnamenti di Don Juan) alla quale, questo autore, credo possa essersi in parte ispirato.

Andrea Giuliodori

Ciao Ale, sei la seconda persona che mi ha parlato di Castaneda. È un autore che non conosco, ma intendo rimediare. Grazie dello spunto.

Mi consigli qualche suo particolare testo da cui partire?

Alessandro Cosimetti

I libri di Castaneda sono un percorso da intraprendere dal primo all’ultimo. Su Wikipedia trovi l’ordine cronologico. Puoi evitare giusto “Tensegrità” (manuale di movimenti fisici” e “La ruota del tempo” (raccolta di citazioni)

Andrea Giuliodori

Perfetto, grazie mille!

vanessa

un-autore senza apostrofo, ti prego :(

Andrea Giuliodori

Non pregarmi. Grazie della segnalazione, corretto.

Ennio

Ciao Andrea,le origini di questo chirurgo-sciamano sono incredibilmente simili a quelle del Dr. Strange..che la Marvel si sia ispirata per il film? Complimenti per l’articolo e per il blog!

Nadia Primi

Grazie per questi approfondimenti di tali stati d’animo. Sono d’accordo su tutti i punti ma apprendere ricche informazioni e lasciarti indirizzare dalla luce di persone esperte ti aiuta a scoprire , sempre, nuove angolazioni.

Anto

Grazie!

Andrea Giuliodori

Oddio non saprei! :-)

Stefano

Ciao Andrea,
Mi potresti suggerire qualche esercizio in particolare per smetterla di fare giudizi affrettati su se stessi?

Stef

È la prima cosa che ho pensato anch’io!

Chiara

Ecco quello che a me manca, una certa “leggerezza” verso me stessa e il mondo che mi impedisce di progredire come vorrei. Qualche libro per cercare di acquisire in particolare questo tipo di approccio mentale? Grazie mille i tuoi articoli mi sono sempre utilissimi

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