Tutti noi vorremmo essere liberi: liberi di scegliere, liberi dalle preoccupazioni, liberi dai condizionamenti sociali, liberi dalla sofferenza. Eppure continuiamo a vivere come “detenuti” in una prigione senza sbarre, condannati alla reclusione dal più severo dei giudici: noi stessi. Ecco perché in questo articolo vorrei esplorare insieme a te “I quattro accordi“: principi di vita ispirati all’antica saggezza tolteca per tornare finalmente ad essere liberi.
“La libertà non può essere concessa, deve essere conquistata.”
Elbert Hubbard.
Ti sei mai chiesto cosa significhi davvero essere liberi?
No perché, di libertà si sente parlare spesso nella nostra società, a volte fino alla nausea: ne parlano i politici, ne parlano i guru religiosi, diamine ne parlano anche gli influenZers su Instagram!
Ma è vera libertà quella che ci viene proposta? Siamo forse liberi quando possiamo…
- Vestirci come ci pare?
- Svegliarci quando vogliamo?
- Mangiare quello che ci va?
- Viaggiare ovunque?
- Lavorare solo quando ne abbiamo voglia?
- Comprare tutto ciò che desideriamo?
- Dire tutto ciò che ci passa per la testa?
Oddio, non sarebbe male avere tutte queste… libertà, giusto?!
Ma non è forse un paradosso sentire di essere liberi solo quando avremo ottenuto determinati risultati o solo quando si saranno realizzate determinate condizioni?
Pensare ad esempio che saremo liberi solo quando avremo raggiunto la famosa libertà finanziaria, non ci rende forse schiavi dei soldi?
Intendiamoci, da fottuto ingegnere e anche un pelino ambizioso, mi piace tenere i piedi ben piantati per terra e continuare a rincorrere i miei obiettivi, obiettivi che spesso hanno a che fare con molte delle libertà elencate qui sopra.
Recentemente però ho letto un libro “inaspettato” che mi ha fatto riflettere su cosa sia la vera libertà personale.
Sentirci davvero liberi ha spesso a che fare molto più col nostro stato mentale, piuttosto che con i nostri risultati o condizioni esterne di vita.
Insomma, il peggiore dei fallimenti sarebbe riuscire a realizzare tutti i nostri obiettivi e poi accorgerci di non sentirci ancora liberi.
Vediamo allora come evitarlo…
Il chirurgo diventato sciamano
Il libro a cui ti ho accennato qualche riga fa è il libro di Miguel Ruiz intitolato “I quattro accordi“.
L’autore, di origini messicane, dopo aver terminato gli studi in medicina, inizia la sua carriera come chirurgo a Città del Messico, dove pratica per svariati anni.
In seguito ad un gravissimo incidente stradale, decide di abbandonare la sua professione medica, si trasferisce negli Stati Uniti e diventa l’apprendista di uno sciamano (alla faccia della crisi di mezza età!).
Nel 1997 scrive “I quattro accordi“, che in poco tempo diventa un best-seller del New York Times, dove rimane in cima alla classifica per ben 10 anni, vendendo qualcosa come 7,2 milioni di copie nei soli Stati Uniti e molte altre nel resto del mondo.
Il libro, come detto è… inaspettato: mixa infatti un approccio analitico allo studio della mente, tipico di chi ha una formazione medico-scientifica, a passaggi decisamente più mistici, ispirati all’antica saggezza dei Toltechi, popolazione mesoamericana dell’epoca precolombiana che dominò gran parte del Messico centrale tra il X ed il XII secolo.
Detto tra noi, prima di intraprendere la lettura di questo testo, avevo il fuffa-radar in allerta massima e scorrendo alcune pagine il mio rilevatore di putt*!%te è andato fuori scala più di una volta.
Tralasciando però alcune… “licenze poetiche” dell’autore, ho trovato interessanti i 4 principi chiave esposti nel libro e credo sinceramente che applicarli con costanza nella nostra vita ci possa rendere liberi da molte delle nostre catene mentali.
Scopriamo allora questi quattro accordi e qual è la loro origine.
Come possiamo essere liberi se continuiamo a vivere immersi in un sogno?
Lo storico israeliano Yuval Noah Harari, all’interno di “Sapiens – da animali a dei: breve storia dell’umanità“, introduce un concetto a mio avviso illuminante…
Sia gli uomini, sia gli animali sono in grado di percepire la realtà oggettiva (ad esempio un albero o una pietra) e la realtà soggettiva (ad esempio il dolore o il piacere), ma solo gli uomini hanno sviluppato l’abilità di percepire anche la realtà inter-soggettiva, ovvero l’insieme dei costrutti mentali, delle storie e delle fantasie, condivise però da migliaia, e a volte miliardi, di altri esseri umani (ad esempio il denaro, i diritti umani, le nazioni).
Ruiz nel suo libro utilizza un linguaggio decisamente più mistico, ma di fatto parla dello stesso concetto, prima di introdurre i famosi quattro accordi.
Secondo l’autore messicano, il nostro mondo è fatto di etichette, concetti e convinzioni sociali, ma queste non sono altro che illusioni; di fatto quindi, viviamo in un sogno condiviso.
Questo “sogno collettivo” ci è stato imposto fin dalla nostra nascita attraverso le parole, le storie e gli insegnamenti dei nostri genitori, dei nostri professori e in generale della società in cui siamo cresciuti e vissuti.
“Viviamo immersi in un sogno disfunzionale e gli esseri umani sono malati di una malattia chiamata paura. I sintomi sono tutte quelle emozioni che ci fanno soffrire: rabbia, odio, tristezza, invidia e tradimento.”
Don Miguel Ruiz.
Questo sogno è per noi estremamente reale e tangibile, queste illusioni sociali sono infatti per noi concrete come possono esserlo le leggi della fisica.
Queste regole ci dicono come le cose sono o dovrebbero essere, ci impongono quello che dobbiamo pensare di noi stessi e degli altri, insomma ci aiutano a trovare ordine nel caos.
…e ad un certo punto della nostra vita noi abbiamo concordato con queste regole, le abbiamo interiorizzate e non è stato più necessario che qualcuno ce le imponesse dall’esterno, perché noi stessi siamo diventati imputati e giudici nell’interminabile processo che garantisce che queste leggi sociali siano rispettate.
Non tutte queste regole (questi accordi taciti) sono per noi nocive.
Alcune hanno un’utilità pratica e consentono alla società in cui viviamo di funzionare. Altre sono estremamente disfunzionali, creano sofferenza nella nostra vita e non ci consentono di essere liberi come vorremmo.
Un esempio?
Uno degli accordi più pericolosi che abbiamo interiorizzato è quello che ci fa credere di “non essere mai abbastanza“, ovvero che dobbiamo sempre aspirare ad un qualche ideale di successo e di perfezione imposto dalla società.
E noi rimaniamo attaccati a queste leggi (sia quelle utili, sia quelle inutili – se non addirittura dannose) come fossimo cozze aggrappate ad uno scoglio.
Lo facciamo perché, a volte, la sofferenza che conosciamo è preferibile ad una promessa di felicità ignota.
Ci sentiamo sicuri e cullati dalla familiarità di certe convinzioni e, in tutta onestà, non abbiamo ancora trovato convinzioni alternative (migliori) a cui aggrapparci.
Ed è qui che entrano in gioco i quattro nuovi accordi proposti nel libro di Ruiz. Partiamo dal primo…
Sii impeccabile con la parola
Il primo accordo (principio), suggerito dall’autore messicano per tornare ad essere liberi, riguarda il nostro dialogo interno ed esterno.
Se vogliamo ottenere la nostra libertà personale dobbiamo innanzitutto imparare a non usare mai le parole contro gli altri o contro noi stessi.
In questo caso il termine “impeccabile” va inteso letteralmente, ovvero quando ci esprimiamo dobbiamo essere “senza peccato”. Nessuna connotazione religiosa però, qui il significato è quello originale latino: esprimersi senza peccato (sine peccātum), significa parlare senza errore, senza mancare di rispetto.
Questo vale soprattutto per il nostro dialogo interiore.
Saremo davvero liberi solo quando la smetteremo di giudicarci e colpevolizzarci di continuo.
Riprendere il controllo della nostra vocina interna significa infatti riprendere il controllo della nostra vita.
A tal proposito, se vuoi approfondire i meccanismi del nostro dialogo interiore e perché spesso ci trasformiamo nei nostri peggiori nemici, ti rimando all’estratto gratuito del mio manuale Autostima Passo Passo (APP), in cui esploro le 5 tipologie di dialogo interiore depotenzianti e come possiamo liberarcene.
Puoi scaricare l’estratto gratuito dalla pagina di presentazione del manuale. La trovi cliccando qui.
Ma andiamo a vedere il secondo accordo tolteco.
Non prendere nulla in modo personale
Prova a pensarci: se qualcuno ti fa una critica ingiusta (che so, su qualche social) e tu continui a frignare e a rimuginarci per tutto il giorno, puoi dire di essere libero?
Il secondo accordo proposto da Don Miguel Ruiz è dunque quello di non prendere mai nulla sul personale.
La verità infatti è che nulla di ciò che le persone ci dicono o ci fanno riguarda effettivamente noi.
Esistono decine di ragioni (a volte oscure) per cui gli altri si comportano come si comportano e queste motivazioni spesso non hanno nulla a che fare con noi, ma molto hanno a che fare con le frustrazioni e le difficoltà vissute da queste persone.
Perché ricorda…
“Chi emette giudizi non definisce gli altri, ma sé stesso.”
Imparare a non prendere mai nulla sul personale non è però facile, richiede infatti una profonda consapevolezza di sé e un’autostima inscalfibile.
Temere il giudizio altrui e prenderla sul personale è spesso indice di paure e insicurezze non ancora risolte.
Ricordarci di applicare il secondo accordo può aiutarci, ma non ci esime dall’affrontare le nostre ferite emotive e mentali non ancora marginate.
Passiamo al prossimo accordo di Don Miguel Ruiz.
Non supporre nulla
La nostra mente è governata da decine di bias cognitivi e spesso tende a saltare a conclusioni errate per risparmiare tempo ed energie cognitive.
Per questo, il terzo accordo suggerito nel libro del chirurgo divenuto sciamano è quello di non dare mai nulla per scontato, non supporre mai nulla.
Se ad esempio salutiamo un conoscente per strada e questo non ci risponde, potremmo supporre che sia uno str%!*zo, ma la verità è che lui semplicemente potrebbe non averci visto.
Ancor più gravi poi sono le supposizioni che facciamo su noi stessi.
Magari ci sottovalutiamo e diamo per scontato di non essere portati per una certa attività, o magari ci sopravvalutiamo e andiamo incontro a cocenti delusioni che ci fanno sentire male.
In entrambi i casi stiamo dando per scontato qualcosa che in realtà non sappiamo.
È dunque molto più utile sostituire le supposizioni con delle domande mirate e una pratica costante.
Solo attraverso l’approfondimento e l’esperienza possiamo arrivare ad una conoscenza diretta della realtà.
Non supporre mai nulla. Non farti guidare dai pregiudizi. Non dare mai nulla per scontato.
Studia, approfondisci, sviluppa un’insaziabile curiosità per capire come stanno davvero le cose.
…e siamo arrivati al quarto e ultimo accordo tolteco.
Fai sempre del tuo meglio
Il quarto accordo è apparentemente il più banale, ma questo solo perché è un invito che ci è stato spesso rivolto, ma di cui probabilmente non abbiamo mai compreso il significato più profondo.
Fare sempre del nostro meglio significa di fatto mettere da parte tutte le nostre scuse e tenere a bada le nostre tendenze perfezionistiche. Può capitare infatti il giorno in cui…
- Ci svegliamo stanchi e nervosi.
- Abbiamo zero voglia di portare avanti i nostri impegni accademici e lavorativi.
- Vorremmo buttare all’aria tutte le nostre buone abitudini.
Insomma…
Non ci sentiremo al nostro meglio ogni giorno, ma ogni giorno possiamo fare del nostro meglio.
Come spiegato in un recente articolo dedicato al “Sistema non-zero“, in alcuni giorni fare del nostro meglio può significare riuscire a leggere anche una sola pagina di un libro, allenarci a bassa intensità o meditare solo per pochi minuti.
Non importa: qualsiasi siano le nostre condizioni, possiamo fare sempre del nostro meglio con quello che abbiamo a nostra disposizione in quel momento in termini di tempo ed energia.
Tra l’altro, interiorizzare e praticare costantemente questo quarto accordo, ti permetterà di applicare con più facilità anche gli altri tre e ti metterà sulla strada verso la libertà personale.
A tal proposito, per concludere, vorrei tornare insieme alla domanda con cui abbiamo aperto questo articolo…
Cosa significa, in conclusione, essere liberi?
- Sii impeccabile con la parola.
- Non prendere nulla in modo personale.
- Non supporre nulla.
- Fai sempre del tuo meglio.
Prova a pensarci: come sarebbe la tua vita se vivessi ogni giorno seguendo i quattro accordi toltechi?
Beh, applicando questi principi, forse non potremo ancora svegliarci quando ci pare, viaggiare ovunque o comprare tutto ciò che desideriamo, ma di certo potremo conquistare un altro tipo di libertà, una libertà più profonda, una libertà che non richiede il raggiungimento di risultati esterni, ma piuttosto di una condizione interna.
…ed è solo quando la nostra testa e il nostro cuore sono privi di catene, che possiamo sentirci finalmente liberi.
Andrea Giuliodori.
Ps. Come detto il libro di Ruiz è stato per me inaspettato (e di certo non condivido tutti i passaggi), ma ci tenevo a condividere con te quanto mi ha insegnato e mi auguro che i quattro accordi ti siano stati di ispirazione.
Sfortunatamente però, in quest’epoca caratterizzata dalla sovrabbondanza di informazioni (ma non di conoscenza) tendiamo presto a dimenticare anche le idee che ci hanno colpito di più.
Per questo, insieme al team di EfficaceMente ho pensato di creare degli sfondi per smartphone che ti ricordino ogni giorno i quattro accordi toltechi.
Eccone un’anteprima:
Gli iscritti alla newsletter gratuita di EfficaceMente li possono scaricare da subito in alta risoluzione, dalla pagina delle risorse riservate agli Efficaci (trovi il link al termine di tutte le email che ti invio il lunedì).
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A presto e grazie per essere un lettore di EfficaceMente.
Andrea Giuliodori.
Buongiorno Andrea
veramente illuminante l’ho letto tutto d’un fiato e mi è stato veramente di grande aiuto oltre che stimolante ad iniziare questa settimana con una nuova carica e con un nuovo obiettivo personale.
Grazie e buona settimana.
Ne sono molto felice Veronica :)
Grazie Andrea per i tuoi consigli! Mi sono molto utili!
Grazie a te Raffaela.
Buongiorno. Ho trovato questo articolo molto interessante e sarà spunto di riflessione. Volevo dire che un anno fa ho comperato autostima passo passo ma per problemi vari non ho potuto scaricarlo. Come posso fare per farlo? Grazie e buona giornata
Ciao Biancamaria, scrivi pure ad assistenza@efficacemente.com ti risolveranno il problema :)
Ciao Andrea, grazie per la condivisione di idee e per gli sfondi, più belli dei miei bigliettini :)
Sto seguendo APP, un percorso devo dire non facile, che rimesta in una palude di cui non avevo piena consapevolezza. E via con la bonifica…
Buona “bonifica” France ;-)
Ciao! Grazie per questa condivisone di pensieri, era proprio quello che mi serviva questa mattina. Mi hai dato conferma su molte cose che penso e che faccio fatica a condividere con gli altri perchè non vengo capita e mi sento “inadeguata” a questa società. Sono contenta di scoprire che non sono da sola a vedere la realtá in questo modo.
Felice di averti dato spunti utili Marta :)
Ciao Andrea, non conoscevo questo autore, ma ho letto ed apprezzato i libri di Carlos Castaneda (e gli insegnamenti di Don Juan) alla quale, questo autore, credo possa essersi in parte ispirato.
Ciao Ale, sei la seconda persona che mi ha parlato di Castaneda. È un autore che non conosco, ma intendo rimediare. Grazie dello spunto.
Mi consigli qualche suo particolare testo da cui partire?
I libri di Castaneda sono un percorso da intraprendere dal primo all’ultimo. Su Wikipedia trovi l’ordine cronologico. Puoi evitare giusto “Tensegrità” (manuale di movimenti fisici” e “La ruota del tempo” (raccolta di citazioni)
Perfetto, grazie mille!
un-autore senza apostrofo, ti prego :(
Non pregarmi. Grazie della segnalazione, corretto.
Ciao Andrea,le origini di questo chirurgo-sciamano sono incredibilmente simili a quelle del Dr. Strange..che la Marvel si sia ispirata per il film? Complimenti per l’articolo e per il blog!
Grazie per questi approfondimenti di tali stati d’animo. Sono d’accordo su tutti i punti ma apprendere ricche informazioni e lasciarti indirizzare dalla luce di persone esperte ti aiuta a scoprire , sempre, nuove angolazioni.
Grazie!
Oddio non saprei! :-)
Ciao Andrea,
Mi potresti suggerire qualche esercizio in particolare per smetterla di fare giudizi affrettati su se stessi?
È la prima cosa che ho pensato anch’io!
Ecco quello che a me manca, una certa “leggerezza” verso me stessa e il mondo che mi impedisce di progredire come vorrei. Qualche libro per cercare di acquisire in particolare questo tipo di approccio mentale? Grazie mille i tuoi articoli mi sono sempre utilissimi
Ho passato un sacco di tempo ad insultarmi per un’occasione persa con una ragazza….questi atteggiamenti purtroppo hanno un impatto fortissimo sull’autostima, sull’entusiasmo e la voglia di fare.
Quanto é importante il dialogo interiore!!!
Grazie per gli sfondi , sono meravigliosi!!!
Michele
Mi fa piacere ti siano piaciuti Michele e sono felice che l’articolo ti abbia fatto riflettere.
Molto bello.
Condivido il fatto che quando si leggono testi di questo genere, bisogna avere una capacità di discernimento sviluppata, perché se uno non li rigetta a priori (o viceversa prende tutto alla lettera), all’interno vi sono concetti molto interessanti ed efficaci.
Sì, assolutamente serve equilibrio.
Ciao Andrea,
come sempre le tue mail sono una manna
per iniziare la settimana!
Conosco bene il punto 1 grazie ad una mia amica psicologa che mi dice sempre “scegli con cura le parole
ti dici perché il tuo cervello ti ascolta e ti dà ragione”.
Il 4 lo pratico e funziona sempre.
Per il 2 e 3 è difficile stare staccati dal “Non è niente di personale e non farti pippe mentali” ma dato il particolare
momento che sto vivendo é giunto il tempo di prendere
la tua guida di autostima. ?
Grazie della condivisione e della spinta
che sai sempre dare. Buona settimana! ?
Grazie a te del commento Cristina.
Da brividi questo articolo, il sogno ad occhi aperti sembra proprio quello che voleva mostrare matrix il film, trovo una certa somiglianza
Sì, Matrix ha reso popolare idee esplorate da molti pensatori negli anni.
“Non essere mai abbastanza”, quante volte questa convinzione mi ha accompagnato fino ad oggi! Persino in questi giorni di ospedale con la mia piccola di tre mesi affetta da polmonite, mi sono detta che “potevo fare”, “potevo essere” e “potevo affrontare” in modo diverso la situazione, sminuendomi e sottovalutando invece la forza che ho avuto nell’affrontare il senso di impotenza e l’isolamento forzato. I tuoi articoli sembrano arrivare sempre al momento giusto! Complimenti per l’articolo molto interessante, e pieno di spunti di riflessione. Di sicuro, in questa società molto ego centrata in cui tutti sono migliori di tutti, il primo principio sarà il più difficile da applicare perché molto spesso il meccanismo di difesa “chi ti credi di essere, non sei migliore di me” prevale.
Cara Mara, mi spiace per la tua piccola, mi auguro si rimetta presto :)
Grazie comunque del commento.
Ciao Andrea, condivido perfettamente i punti sopra.
Pochi punti ma chiave da insegnare anche ai nostri bimbi per crescere liberi!
Ritengo corretto ed espresso chiaramente il concetto del Sogno Condiviso e del legame con le crdenze passate, utili per certi versi nell’affrontare il quotidiano (l’automatico) ma che al contempo ci imprigionano in gabbie mentali, unitamente ai grandi lavori di falegnameria mentale che ci facciamo per ogni c….ta che turba il nostro ego.
Questi concetti li trovi anche nella filosofia Huna, antica saggezza hawaiana, a cui sono giunto dopo varie letture come “Il potere di adesso” di Eckhart Tolle, “Ho’Oponopono – La Pace Comincia da Te” di SaYa, “In pausa. Come l’ossessione per il fare sta distruggendo le nostre menti” di Andrew Smart.
Mi sono trovato ad un certo punto che, ho mi lasciavo andare ad un burnout (causato dalla mia mente che creava continui scenari per ogni cosa che dovessi fare e programmare riducendomi a dormire poche ore a notte; approccio nato dalla mia professione di RSPP che cercava di anticipare ogni situazione per definire procedure utili a prevenire gli incidenti) oppure riprendere in mano la mia libertà. Per fortuna e determinazione ho cercato come uscirne ed a oggi sto continuando il mio cammino che mi ha portato a conoscerti.
Come ti approcci tu, anche questa filosofia è pratica, ti da metodi e strumenti che riscopri alla base di tutto, che ritrovi in diversi testi dei quali sono riportati tra i libri da leggere che proponi, anzi diventa come una corso propedeutico per altri: come fare analisi uno all’università (anche io sono un maledetto ingegnere :P) che ti prepara ad analisi 2, ma che al contempo ti da le basi per comprendere meglio le formule ed i teoremi di fisica, fisica tecnica, geometria, ecc.
Chiave è la relazione tra tutti i tuoi se interiori ed il tutto con cui devi interagire attraverso un dialogo diretto con il tuo io corpo (riscoprendo l’autostima), attraverso la meditazione per dialogare con il tuo se superiore per percepirne le idee, stimoli.
Spero di portarti qualche contributo indicandoti una serie di libri scritti da Serge Kahili King (“La padronanza del sé nascosto. Guida alla saggezza hawaiana Huna”), sintetizzati in un opuscolo gratuito on line dal titolo “LO SCIAMANESIMO HAWAIANO” scritto da Paola Dianetti.
Grande Andrea a presto.
Ciao Stefano, da “fottuto ingegnere” so bene di cosa parli e anche io ho sempre cercato di equilibrare le spinte efficientiste a alla necessaria libertà richiesta dall’anima. È un equilibrio difficile da trovare, ma fondamentale per una crescita solida ed equilibrata.
Grazie davvero per i tanti spunti che ho trovato nel tuo commento.
A presto.
Accogliere, lasciar andare, fare.
:)
Ciao Andrea, ancora una volta con la giusta chiave di lettura hai trasformato informazione in possibile conoscenza e arricchimento.
Ti rinnovo i miei più sentiti ringraziamenti per quello che fai e per come lo fai.
Grazie a te Bruno per il commento.
Grazie Andrea :) in questo grigio lunedì questo articolo è stato come una carezza sul viso
:)
Solo una parola, grazie! Credo che questo sia uno dei migliori articoli che tu abbia scritto!
Mi fa molto piacere Luciana: questo è un tipo di commento che ho continuato a leggere nel corso degli anni ed è per me una conferma del lavoro di miglioramento continuo che cerco di fare.
Grazie Andrea ?
Semplicemente buona settimana anche a te
:)
Come sempre un articolo ben scritto (chiaro, schematico e diretto) e utile (ricco di spunti).
Grazie
Grazie a te Lanfranco.
Che bello leggere questi articoli.
Grazie grazie grazie!!
Mi sento di quotare in particolare il punto 3. Chi è nato con tutte le fortune e ha avuto la vita sempre in discesa, difficilmente starà lì a filosofeggiare sui perché e i per come del suo successo. Sa che la sua vita è così, che funziona e amen.
Allo stesso modo, chi parte svantaggiato, chi è 5 giri indietro rispetto agli altri, chi deve scalare una montagna per raggiungere il proprio obiettivo, dovrebbe sospendere qualunque giudizio fino a data da destinarsi. Deve astenersi da qualunque teoria, o schema mentale, perché rischia di intraprendere quella scalata con una pesante zavorra che lo porterà più giù che su. Le teorie, gli schemi interpretativi della realtà, le discussioni sui massimi sistemi, li farà alla fine del suo percorso, non prima….e nemmeno durante.
Sul punto 1. mi sento di aggiungere che il nostro dialogo interiore non deve essere mai e dico MAI influenzato dal prossimo, perché la nostra mente è come una spugna che assorbe tutto. Per quanto pensiamo di essere impermeabili, le persone con cui siamo più spesso a contatto influenzano la nostra psiche. E se queste persone sono tossiche, finiremo intossicati anche noi. Lo so bene che io in 2 fasi distinte della mia vita sono stato a stretto contatto con persone piene di pare mentali, pregiudizi e insicurezze varie, che mi hanno lentamente trasmesso facendomi toccare il punto più basso della mia esistenza (il secondo è quello da cui sto cercando attualmente di uscire).
Neanche mi riconoscevo più.
Non a caso, quando me ne sono allontanato, sono rinato.
Insomma, attenzione al nostro dialogo interiore e a non essere troppo severi con noi stessi, ma attenzione anche al nostro dialogo “esteriore”, perché se dialoghiamo con persone peggiori di noi….finirà che un giorno ci guarderemo allo specchio e ci vedremo più simili a loro, che non alla versione migliore di noi stessi.
Grazie degli spunti Geralt.
Ciao Andrea, grazie per questi articoli, se negli ultimi articoli sono stato critico, devo invece elogiare largamente quello di oggi, qui leggo tanta positività, articolo profondo ma allo stesso tempo semplice, semplicemente efficace.
Ciao Massimo, fai riferimento ai tuoi commenti agli articoli di Severino? Sì, come ti dicevo ho scelto di ampliare l’offerta di contenuti di EfficaceMente per parlare di crescita personale anche con sensibilità diverse dalla mia. È naturale che i lettori più affezionati magari continuino a preferire i miei contenuti. Altri invece si avvicineranno magari grazie ai post di Severino, che stanno comunque riscuotendo ottimi risultati.
Per il resto ti confermo che per quanto mi riguarda continuerò a pubblicare un nuovo contenuto alla settimana, come fatto negli ultimi 10 anni: un articolo di approfondimento come questo sui 4 accordi, alternato ad una newsletter più breve e riservata ai soli iscritti.
A presto e comunque grazie ai tuoi feedback, sono sempre preziosi.
“il mio rilevatore di putt*!%te è andato fuori scala più di una volta” mi hai fatto sbracare dalle risate…
Ancora prima di leggere degli sfondi che hai preparato per gli iscritti alla newsletter avevo fatto lo screenshot. Ormai ci hai plasmato ;)
:-D
Utimamente stavo provando una sensazione stranissima: sto raggiungendo ad uno ad uno tutti gli obiettivi che mi sono prefissato (ho perso più di 10kg, ho fatto un trapianto di capelli, mi sono trasferito a Barcellona che è la città dei miei sogni) eppure sono più infelice di prima.
Ci ho lavorato su e alla fine ho capito che il problema è il dialogo interno e tutte quelle insicurezze che mi porto dietro da prima dall’adolescenza e dagli ultimi anni. Ho capito il problema e sto cambiando il modo di pensare ma non è una cosa immediata. Anzi, certe volte è veramente una faticaccia.
Con l’articolo di oggi mi hai dato un nuovo spunto di riflessione, grazie Andrea
Già Luca, non c’è peggiore fallimento del raggiungere il successo e scoprire di essere infelici.
Grazie Andrea, come sempre articoli interessanti!
Grazie a te Jessica :)
Grazie -andrea un sacco di spunti di riflessione per iniziare al meglio la settimana…ed ho letto anche l’articolo su rimuginare..che mi accompagna sempre..cercherò di applicare i 4 punti…
;-)
Buongiorno, come faccio ad accettare il quarto punto senza interiorizzare il “non essere mai abbastanza”. La vita credo sia un continuo percorso di crescita in cui non c’è uno score finale ma un continuo migliorarsi. Non essere mai abbastanza è inevitabile, la vita è appunto un percorso di crescita. Quello che secondo me e’ sbagliato è che il “non essere mai abbastanza” sia imposto dalla società.
E’ qualcosa invece di personale che deve aiutarci a migliorare, che deve servire per trovare la nostra auto disciplina interna ed è qualcosa che noi vogliamo/possiamo imporre a noi stessi.
Direi che ti sei risposto Emanuele :)
Se la spinta al miglioramento nasce da un nostro sincero desiderio interiore, questo non può che portarci a crescere. Se al contrario la viviamo come un’imposizione o una rincorsa dettata dalla società, ne deriverà sofferenza.
Ciao Andrea non puoi neanche immaginare come questo argomento mi sia stato utile…Grazie mille.
Ne sono davvero felice.
Buongiorno Andrea! Ho letto questo libro da poco. Anch’io sono partita con un mah ma poi la lettura mi ha appassionata e sto provando ad applicare i 4 accordi alla mia vita. Grazie per gli sfondi mi aiuteranno quando ogni mattina aprirò io cell :)
Ciao Andrea,
Ho avuto il piacere di leggere l’articolo e l’ho trovato efficacemente essenziale.
Grazie per le suggestive imagini di sfondo(fuoco,acqua,terra e aria) che accompagnano i 4 principi della libertà personale.La libertà è proprio come il “fuoco” che non si imprigiona della forza del vento,è come “l’acqua” del mare, la donna libera ammerà sempre il mare e il mare è il suo specchio,è come “la terra” immergersi nella natura,è come “l’aria”,ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare.
Ognuno di noi arriva al mondo dotato di “daimon”(parola antica greca creata di Socrates),cioè una guida dentro di noi,la voce interiore,la parte migliore di noi.
Tutti noi abbiamo sicuramente una parte personale,una parte di appartenenza e chi è fortunato sa a che cosa appartiene,altri passano la loro vita a cercare il loro luogo,pero sappiamo da dove partiamo,da dove iniziamo,da noi stessi.
Il “daimon” è davvero un impronta fortissima che ci rende cio che siamo,è come avere accanto un’altra parte di te che a suo modo ti guida a percorere la tua strada,è una “forza amica” che ti parla sempre e che ti fa riflettere e scoprire nuove risorse che non sapevi di avere.
Ed è vero che senza autostima “IL DAIMON” fatica a comunicare con noi perchè deve combattere una forza che remma contro,deve combattere con quella voce che nella vita ci blocca o ci rallenta.
La vera libertà parte da noi stessi,ed è una dura conquista.
Grazie per l’articolo e auguro a tutti di scoprire il loro “daimon” nella vita e seguirlo con tutta l’esistenza,perchè se non è acudito tende “a sfuggire”.
Che dire, sempre molto interessanti tutti gli articoli che mandi al Lunedì.
Bisognerebbe avere ogni lunedì mattina libero per leggere, approfondire e interiorizzare queste perle.
grazie
Grazie Maurizio. Oh, se poi ti manca il tempo ho scritto un libro a riguardo… ;-)
Ciao Andrea,
è da un po’ che volevo farlo quindi lo faccio ora e basta: grazie per quanto hai fatto per me.
Un abbraccio
Gabriele
Grazie del commento Gabriele.
Buongiorno Andrea, sono sempre più convinto del fatto che la nostra realizzazione và ricercata dentro noi stessi e non inseguendo degli obbiettivi come spesso ci è stato insegnato a fare, bisogna essere capaci di cambiare punto di vista e mettersi in discussione. Questo articolo è una buona base di partenza su cui lavorare grazie
Le due cose non devono necessariamente escludersi a vicenda.
Grazie Andrea per il bellissimo articolo, molto profondo… Interessante davvero il punto di “essere impeccabile con la parola”… Non so Andrea, forse non sei d’accordo, ma credo che potrebbe anche significare il fatto di non usare parole volgari. Se ci pensiamo bene oggi il linguaggio “volgare” è visto come normale, tutti lo usiamo, fa parte della modernità, ti fa essere simpatico… Ma smettere di usarlo, significherebbe liberarci da questa “convenzione sociale”, da una sorta di schiavitù moderna, diventando liberi e consapevoli di ogni singola parola che usiamo. Sarebbe un grande passo evolutivo! Sul fatto di essere sinceri poi…con noi stessi e con gli altri…questo si che sarebbe liberazione da tutti i condizionamenti, paure e giustificazioni mentali!
Cosa ne pensi a riguardo? GRAZIE!
Il primo accordo tolteco non fa riferimento all’uso di volgarità o meno, lo preciso per non creare confusione. Ma la riflessione è comunque condivisibile.
Ciao Andrea.
Da qualche mese mi sono imbattuta nel tuo sito e mi sono iscritta ai tuoi “consigli” settimanali. Devo ringraziarti, in quanto ci regali spunti di riflessione costanti che sono in parte “già digeriti” per una più facile comprensione.
Curiosità (x me).. Hai il nome di mio fratello.. (venuto a mancare per un cancro a soli 31 anni, 4 mesi fa esatti). Con lui comunicavo con facilità e mentre lui mi aiutava emotivamente a riequilibrare certi aspetti della vita, io gli restituivo grinta e allegria! Quindi ora… “converso” con te!
Grazie.. Questo articolo è illuminante. Sto memorizzando i 4 punti cardine x diventare LIBERA davvero!
Grazie per il tuo lavoro..
Simona
Cara Simona, mi dispiace davvero tantissimo per tuo fratello. Un abbraccio.
L’ultima volta ho ringraziato solo per i “contenuti per gli iscritti” invece dopo averlo letto due volte, ringrazio per la bellezza dell’articolo. Sarà che rappresenta a pieno il mio pensiero del periodo, ma sembra proprio scritto con il ❤️
Forse rappresenta l’evoluzione di spirituale di Efficacemente dopo aver spinto al massimo (?) sugli altri argomenti?
Grazie Andrea, come sempre i tuoi articoli sono fonte di riflessione e questo in particolar modo. Grazie di cuore!!!
:)
La prima storia che hai citato quella del chirurgo che diventa apprendista sciamano è palesemente dottor Strange XD… scherzi a parte , Bravo!!!
Ahahaha, effettivamente!