Buon lunedì e buona newsletter di EfficaceMente.
Oggi la risorsa di maggior valore al mondo è senza alcun dubbio la nostra attenzione; viviamo infatti nell’Attention Economy (l’Economia dell’Attenzione), così come l’ha definita già nel 1971 il premio Nobel Herbert A. Simon.
Per convincersene basta vedere quali sono le aziende più potenti e con la maggior capitalizzazione al mondo: Microsoft, Nvidia, Apple, Amazon, Google, Meta (ex-Facebook).
Tutte queste aziende monetizzano la nostra attenzione o attraverso le app di loro proprietà (YouTube, Twitch, Instagram, Facebook, Whatsapp, etc.) o attraverso l’hardware e l’infrastruttura tecnologica che permette a queste app di raggiungere miliardi di persone.
Non è un caso che nel quarto capitolo de “La svolta” affermo che oggi il più radicale degli atti rivoluzionari che possiamo fare è proprio quello di riprenderci la nostra attenzione.
Il problema è che questi social, queste app e queste tecnologie sono talmente integrate nella nostra vita personale e professionale che sbarazzarcene non sempre è una soluzione.
Cosa possiamo fare allora, nel concreto, per riprenderci il nostro tempo e il nostro focus?
Il dott. Andrew Huberman, neuroscienziato dell’Università di Stanford e host dell’omonimo podcast da milioni di ascolti, ha dato di recente una delle migliori indicazioni.
A molti non piacerà, ma è davvero l’unica via per rafforzare il nostro muscolo del focus, prima che si atrofizzi del tutto:
(Ti ho messo la traduzione sotto lo screenshot)
“Mi chiedono continuamente quali strumenti (o farmaci) uso per concentrarmi. Ricorda: la concentrazione si allena. È come un allenamento.
Imposta un timer di due o tre ore. Impegnati a rimanere focalizzato per tutto il tempo. Ogni volta che ti distrai o passi ad altro, aggiungi 10 minuti. È concessa solo una pausa bagno. La prossima volta sarà più facile.
La gente odia questa risposta, ma è l’unico modo non farmacologico che conosco per sviluppare davvero la concentrazione come abilità. Smettila di cercare condizioni perfette, dentro di te o fuori. L’attrito mentale è il segnale che stai migliorando. Non dimenticarlo.
Qualcuno lo chiamerà masochismo, ma diciamolo: è solo una debole scusa. A meno che tu non ami profondamente quello che fai, sarà sempre difficile concentrarsi. Ma imparare a farlo comunque è una delle abilità più potenti che puoi sviluppare. Questa abitlità si sviluppa in fretta, purtroppo si deteriora altrettanto in fretta. E nel mondo di distrazioni in cui viviamo, serve uno sforzo sempre maggiore per recuperare il nostro focus.
La buona notizia? Il ritorno sull’investimento è enorme. La maggior parte delle persone sta annegando nelle distrazioni. Non essere uno di loro.”
Andrew Huberman.
Eh ma questo post lo hai trovato sui social.
Eh ma EfficaceMente l’ho scoperto sui social.
Eh ma…
Posso assicurarti che già conosco a memoria tutte queste obiezioni 😅 e ho già risposto a molte di esse in altri approfondimenti.
Come detto, i social sono ormai talmente integrati nella nostra vita che per chi ci lavora o per chi semplicemente ama seguire i propri esperti di riferimento, sbarazzarsene non è un’opzione.
Per questo, come suggerito dal dott. Huberman, creare dei momenti di massimo focus (io li chiamo “Fortini del Tempo“), oggi è più importante che mai.
Pensa, a tal proposito, ad un’altra tecnologia: l’auto.
Ci ha dato la possibilità di spostarci ovunque con facilità, e dobbiamo esserne grati; allo stesso tempo, però, sempre più studi ci stanno confermando che la sedentarietà ci sta uccidendo.
Ecco, la soluzione naturalmente non è vendere la nostra auto (a meno che non decidiamo di fare una scelta di vita radicale).
La soluzione è usare meno l’auto, ove non necessario, muoverci di più e rafforzare i nostri muscoli.
Vale lo stesso per il nostro focus: dobbiamo preservarlo, ove possibile, e rafforzarlo ogni giorno.
Ti auguro una settimana di vero focus.
A presto,
Andrea Giuliodori.
Ps. Mi è venuta in mente un’altra legittima obiezione:
“tutto bello quello che dice Huberman… a meno che tu non abbia l’ADHD!”
La numerosità di questi commenti sui social potrebbe far pensare che questa condizione riguardi il 120% della popolazione mondiale 😅
Nella realtà, sappiamo che questa disregolazione dopaminica interessa circa il 2,5% – 5% delle persone.
Una percentuale ben più ampia di persone utilizza invece a sproposito questa etichetta per giustificare un crollo della propria attenzione legato proprio all’abuso dei social e all’atrofizzazione del proprio focus.
Inoltre, quanto suggerito da Huberman rimane comunque valido nella sostanza anche per chi ha effettivamente l’ADHD, semplicemente deve essere riadattato con micro-obiettivi più sostenibili (es. intervalli di 10-30 minuti di focus, approccio più progressivo e gentile, etc.).