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Ciao, questa è la newsletter di EfficaceMente e se stai leggendo queste parole, in questo momento, c’è una ragione precisa.

Nah, non preoccuparti, non chiamerò in causa strane vibrazioni quantiche o altre stro***te niu eig.

Se sei qui, se hai scelto di ricevere la mia email del lunedì è perché senti dentro di te, fin nelle tue viscere, che puoi essere molto di più nella tua vita.

Senti che c’è un’enorme potenziale in ognuna delle tue fottute cellule, un potenziale che è lì, pronto ad esplodere, ma anni di condizionamenti e scelte sbagliate non ti hanno ancora permesso di esprimerlo appieno.

È arrivato il momento di risvegliare il talento inespresso che sonnecchia dentro di te. È arrivato il momento di ricordarti chi sei veramente.

Per iniziare, leggi questa storia

Forse la conosci già, ma oggi ti chiedo di leggerla davvero.

Se è arrivata (o è ritornata) nella tua vita proprio ora è il segno che aspettavi per rinascere e tornare a fiorire.

Buona lettura…

“Un uomo trovò un uovo d’aquila e lo mise nel nido di una gallina.

L’uovo si schiuse insieme alle altre uova della covata, e l’aquilotto crebbe insieme ai pulcini.

Per tutta la vita l’aquila fece quel che facevano i polli del cortile, pensando di essere uno di loro.

Frugava il terreno in cerca di vermi e insetti, chiocciava e schiamazzava, scuoteva le ali alzandosi da terra di pochi centimetri.

Trascorsero gli anni, e l’aquila divenne anziana.

Un giorno vide sopra di sé, nel cielo azzurro sgombro di nubi, uno splendido uccello che planava, maestoso ed elegante, tra le correnti d’aria, muovendo appena le robuste ali dorate.

La vecchia aquila, stupita, chiese: “Chi è quello?”.

“È l’aquila, il re degli uccelli” rispose il suo vicino.

“Appartiene al cielo. Noi invece apparteniamo alla terra, perché siamo polli.”

E così l’aquila visse e morì come un pollo, perché pensava di essere tale.”

Mi auguro che questa famosa storiella di Anthony De Mello ti ricordi chi sei veramente: è arrivato anche il momento di comportarti come tale.

Questo è il segno che stavi aspettando…

A lunedì prossimo.

Andrea Giuliodori.

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