Spesso le persone si chiedono come farsi rispettare al lavoro, a scuola o in amore. Ecco allora 3 consigli pratici per non farsi mettere i piedi in testa.
“Si può definire il rispetto come l’immagine del nostro valore nei pensieri della gente.”
A. Schopenhauer.
Capire come farsi rispettare da un uomo, da una donna, dal capo o dai compagni di scuola è il pallino di milioni di persone in tutto il mondo.
…e lo è per una buona ragione.
Come ti ho spiegato in questo articolo sulla “paura del giudizio degli altri”, il bisogno di ricercare il rispetto altrui è scritto nel nostro DNA e ha avuto una funzione ben precisa nel corso della nostra evoluzione.
Ma guadagnare questo rispetto non è affatto facile.
L’impressione che gli altri si fanno di noi avviene spesso pochi istanti dopo il primo contatto (13 millisecondi per la precisione) ed è difficilissima da cambiare!
Ecco perché sapere come farsi rispettare è così importante.
In questo articolo ti fornirò 3 consigli pratici per ottenere questo risultato, basati sui più recenti studi scientifici.
Devi essere più… stronzo! (peccato che…)
Inutile fare i santarellini o i bigotti.
Gli stronzi sanno come farsi rispettare.
Un interessante studio ripreso dal Wall Street Journal ha dimostrato come le persone narcisiste e sgradevoli ottengano maggiori promozioni al lavoro e abbiano un reddito superiore alla media.
Questo perché gli atteggiamenti tipici di uno stronzo sono percepiti inconsciamente dalle altre persone come dimostrazioni di potere ed essere visti come una persona potente è il modo più rapido per guadagnarsi il rispetto di molti (non di tutti).
Il buon vecchio Machiavelli questo lo sapeva bene e lo scrisse a chiare lettere nel suo “Il Principe“:
“Se devi scegliere tra l’essere amato e l’essere temuto, scegli sempre la seconda opzione.”
Peccato che atteggiarsi a teste di cavolfiore abbia un costo. E anche parecchio salato.
Il rispetto guadagnato attraverso la prepotenza e il disprezzo delle comuni norme di convivenza mette a rischio la tua vita relazionale e attecchisce solo su certe categorie di persone: individui relativamente poco istruiti, facilmente manipolabili, etc.
Se quindi ambisci a farti rispettare da persone che tu stesso rispetti e ammiri, forse è il caso di percorrere una strada diversa…
Devi essere più altruista
Se è vero che gli stronzi sanno come farsi rispettare, in realtà le persone più ammirate (nello sport, nel lavoro, nella ricerca, nel business, etc.), hanno quasi tutte una caratteristica in comune: l’altruismo.
Questo scoperta contro-intuitiva è stata fatta dal Prof. Adam Grant, autore di “Più dai, più hai“.
Nel corso dei suoi studi, condotti in diversi ambiti lavorativi (e non), Grant ha individuato 3 stili di interazione delle persone.
Nello specifico, ci sono:
- Gli Altruisti (Givers). Sono coloro che tendono a dare di più di quanto ricevano in cambio.
- Gli Egoisti (Takers). Sono coloro che cercano di prendere dagli altri quanto più possibile, dando il minimo indispensabile.
- I Neutri (Matchers). Ovvero la maggioranza delle persone, che danno e ottengono in egual misura.
Gli Altruisti sono senza dubbio la categoria di persone più rispettate nel lavoro e nella vita (e fin qui nulla di sorprendente…).
Ciò che sorprese Grant, però, fu scoprire che questa categoria di persone è presente in modo massiccio negli alti ranghi di aziende e organizzazioni.
Insomma, mettere a disposizione il proprio tempo, le proprie conoscenze ed essere (sinceramente) altruisti paga, in termini di stipendio e posizioni di leadership.
C’è però un piccolo problema…
Altruisti sì, coglioni no!
Nelle sue ricerche, Grant ha scoperto che la categoria degli Altruisti domina anche la “parte bassa della classifica”, ovvero il gruppo di persone che ha stipendi mediamente inferiori agli altri, non ottiene promozioni e così via.
Cosa significa questo?!
Se è vero che dare contribuisce a farci guadagnare il rispetto degli altri, è altrettanto vero che alcune persone sono troppo altruiste, finendo per esaurirsi o per essere sfruttate dalla categoria degli Egoisti (Takers).
Insomma, altruisti sì, coglioni no.
A questo proposito credo che il discorso del leone di Christopher Walken cada a pennello! ;-)
Ok André, ricapitolando: devo essere stronzo, ma non troppo; anzi no, devo essere altruista, ma non troppo! Oddio mi sono perso!
Insomma qual è il segreto per farsi rispettare dagli altri?!
Devi trovare il giusto equilibrio tra questi 2 elementi
Ti ricordi quando abbiamo parlato di assertività?
Se vuoi essere percepito come una persona sicura di sé, non devi comportarti né in maniera troppo aggressiva, né in maniera troppo passiva, ma con il giusto livello di assertività.
Ecco, se vuoi farti rispettare dagli altri, fare lo stronzo o leccare i fondoschiena, come visto, può funzionare solo in parte (e solo con certe categorie di persone).
Questi comportamenti sono infatti solo dei “cerotti” momentanei che al massimo vengono ancora insegnati in qualche corso da quattro soldi sulle abilità interpersonali.
Come dimostrato in questo studio dalla nostra amica Amy Cuddy (te la ricordi?), chi sa come farsi rispettare veramente è stato in grado di trovare il giusto equilibrio tra due variabili:
- Amabilità. Questa variabile indica il livello di simpatia, gentilezza, cordialità e affabilità di una persona. Ad un estremo abbiamo le persone “fredde“, all’altro estremo le persone che possiamo definire “calde“.
- Competenza. Questa variabile indica invece il grado di conoscenza di uno specifico argomento. Ad un estremo abbiamo le persone “incompetenti“, all’altro estremo le persone “competenti“.
Come dimostrato dalla Cuddy, coloro che guadagnano il nostro rispetto hanno un grado di amabilità elevato (sono persone “calde”) e un livello di competenza altrettanto alto (sono persone “competenti”).
Ti faccio uno schemino così ci capiamo al volo!
(Ps. Hai notato che trucco di memorizzazione ho usato in questo schema? Sì, bravo, questo ;-))
Ok, non divaghiamo: tempo di tirare le somme!
Come farsi rispettare: conclusioni
Come abbiamo visto, capire come farsi rispettare è il pallino di molte persone (e lo è per una buona ragione).
A questo punto, per guadagnare il rispetto degli altri abbiamo 3 opzioni:
- Essere più stronzi. Può funzionare in certi contesti, ma rischia di alienarci tutte le persone a noi care.
- Essere più altruisti. È sicuramente un aspetto del nostro carattere che dobbiamo sviluppare, a patto di non essere percepiti dagli altri solo come dei “simpatici coglioncelli”.
- Essere “caldi” e “competenti”. Chi sa davvero come farsi rispettare ha trovato il giusto equilibrio tra due variabili: amabilità e competenza.
La terza via è dunque la più efficace.
La domanda che dovremmo porci a questo punto è:
“Come possiamo sviluppare amabilità e competenza?”
- Per quanto riguarda l’amabilità ti consiglio di leggere questo articolo: “Come piacere agli altri: 6 consigli” (e il libro consigliato al suo interno).
- In merito invece alla competenza, è un tema che ho affrontato spesso all’interno di EfficaceMente, ma se dovessi consigliarti solo due articoli, sarebbero sicuramente: questo e questo.
Bene, siamo arrivati al termine di questo articolo dedicato a come farsi rispettare di più dagli altri. Prima di salutarci ti chiedo di fare due cosine:
1. E facci una condivisione! :-D
Se l’articolo ti è piaciuto, ma soprattutto ti è stato utile, condividilo con i tuoi amici usando i pulsanti social qui sotto: mi faresti davvero un gran favore (e magari lo farai anche ai tuoi contatti!) :-)
2. Poniti questa domanda…
Perché vuoi essere rispettato di più dagli altri?
Motivazioni “evoluzionistiche” a parte, cos’è che ti spinge davvero a desiderare il rispetto altrui?
Se il motivo è: sentirti più sicuro di te stesso, oltre a lavorare sugli aspetti discussi in questo articolo, forse è arrivato il momento di intraprendere un vero e proprio percorso per migliorare la tua autostima.
Ho realizzato un (per)corso di questo tipo per i lettori di EfficaceMente, si chiama Autostima Passo Passo (APP) e ha già aiutato migliaia di persone a ritrovare la fiducia in sé stesse (e un’energia bestiale!):
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Non mi resta che augurarti una splendida settimana. Con gli iscritti alla newsletter, ci sentiamo lunedì prossimo.
Andrea Giuliodori.
P.s. André, bello questo articolo, ma quante volgarità: erano necessarie?!
Diciamo che l’utilizzo più accentuato del solito di alcune parolacce non è stato casuale: vediamo se qualche lettore indovina il perché nei commenti ;-)
Mio figlio ha gli incubi e non dorme… E ho scelto di essere altruista e ’non dormire’ con lui!
E in cambio sono arrivato primo ?
Speriamo si sia addormentato alla fine! Piacere di averti avuto tra i primi lettori Paolo ;-)
Sei un grande! Adoro il tuo blog
Grazie Veronica!
Grazie :)
Grande articolo come sempre Andrea!
Grazie Giulio!
Forse perché l’utilizzo di parolacce ha su di noi un effetto “emotivamente impattante” e questo ci consente di meglio ricordare il contenuto dell’articolo.
Ciao ?
In parte, ma non è la motivazione principale
Io non ho unacomitiva né amici e non riesco a fare lo stronzo
La so la so la so! Vuoi far leva sulla nostra memoria emotiva per facilitare l’apprendimento di questi contenuti! ?
P.s.: bellissimo articolo! Pienamente d’accordo sulla storia dell’altruismo, ma come comportarsi quando ci si trova dinanzi ad individui cosiddetti “stronzi patentati”? In quei casi una forma di altruismo sincera viene meno e si rischia di iniziare una dura lotta che può diventare solo dannosa per se stessi e per la propria autostima. Come trovare il giusto equilibrio con queste persone?
È difficile avere un ascendente su uno stronzo patentato, ma viviamo in contesti sociali, quindi possiamo innanzitutto guadagnarci il rispetto degli altri, andando ad “isolare” lo stronzo patentato.
Se è un vero “taker”, scenderà a compromessi quando si vedrà senza supporto.
Per mia esperienza, funziona fargli capire che ne sappiamo quanto loro e che possiamo coglierli in fallo e che quando lo facciamo abbiamo pietà, per cui tendono a rigare dritto, di sicuro non ti attaccano perché li puoi smontare in qualsiasi momento e se ne guardano bene.
Perso che usi le volgarità per aiutarci ad essere più attenti mentre leggiamo. Comunque ti leggo perché offri valore reale, non per le volgarità ( io non sono tanto d’accordo usarle). ???
In parte…
Diciamo che durante le ricerche effettuate per la preparazione di questo articolo, mi sono imbattuto in un’interessante ricerca proprio dedicata all’utilizzo delle parolacce in un discorso.
Non solo migliorano l’attenzione, ma se utilizzate all’inizio e alla fine del discorso ne migliorano anche il carico persuasivo.
Ho pensato di testarlo :-D
Ciao, articolo interessante come sempre. Sull’uso delle parolacce non sono d’accordo. Purtroppo sono già stra utilizzate e mi danno molto fastidio. Credo che l’attenzione si debba ottenere con gli argomenti. Saluti e buon lavoro.
Molto molto interessante. Io aggiungerei un punto, anche per esperienza personale: spesso le persone che percepiamo come stronze in realtà sono insicure e stanno cercando di fare il possibile per non farsi notare, quindi consiglierei App pure a loro. Classico esempio della ragazza che entra in una stanza e non guarda nessuno e risponde a monosillabi: di solito viene etichettata come stronza “che se la tira”, più probabilmente è insicura da morire e vorrebbe sprofondare sotto terra. Un po’ ci sono passata anche io durante l’adolescenza, un po’ lo vedo succedere con amiche e amici che in certe occasioni sociali per la timidezza perdono la facoltà di parlare e vengono inevitabilmente visti come stronzi dagli altri.
Verissimo. A volte timidezza e snobbismo si confondono, quando non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro.
Eh già…
Ciao Andrea, Sei sempre molto competente x questo riesci ad avere lettori ed utenti anche qui dall’altra parte del mondo.
Mi fa molto piacere :)
“P.s. Andre, bello questo articolo, ma quante volgarità: erano necessarie?!”
Secondo me le volgarità dovrebbero farti guadagnare la simpatia anche degli stronzi! XDDD
In ogni caso, complimenti Andrea, per tutto!
Ni ;-)
secondo me perchè le parolacce sono una caratteristica degli stronzi, le quali sono in grado di renderti temibile. Spesso sono state scritte in modo bonario (simpatico coglioncello ad esempio) le quali ti hanno reso in un certo senso amabile e caldo. Insomma una persona alla mano, la quale non eccede in termini di volgarità e nemmeno di superficialità. Il mix di queste caratteritiche, associate alla padronanza di un argomento, ti hanno concesso il diritto di guadagnare (e continuerà a farlo) il rispetto dei tuoi lettori. Complimenti Andrea, sei un vero leader.
a me non frega un c…o di piacere agli altri. E’ grave?
Hai appena scritto un commento per attirare l’attenzione e posizionarti come alternativo: ti frega più di quanto potresti pensare :-D
pensa te come è egocentrica la gente !
L’articolo mi è piaciuto. Bello il fatto che tu abbia voluto trattare un tema originale (non mi ricordo di averlo letto in altri post) e aver voluto mostrare la cosa da vari punti di vista.
Aggiungerei due cose:
1) Sulla storia degli altruisti… sui blog di startup spesso si cita il fatto che “se crei valore, ottieni valore”. E’ una frase molto breve e che rende bene l’idea del fatto che se aiuti gli altri, ti torna indietro qualcosa;
2) Secondo me c’è da mettere una componente “spina dorsale” a tutto questo. Vieni rispettato se sai tenere la tua posizione. Se sei altruista, caldo e competente ma ti pieghi come una banderuola, non ti rispetta nessuno. Anche il saper dire di no, tante volte elogiato nei tuoi post è importante. Il rispetto si ottiene mostrando anche una certa integrità a dei propri valori, a mio parere.
1) Sì, è una frase molto diffusa anche nel mondo della crescita personale, ma va presa con le pinze. La classica risposta che ottieni dalle persone a cui la proponi infatti è: “eh, ma io faccio sempre tutto per gli altri e gli altri invece non ci pensano ma a me”. Punto primo: se fai aspettandoti qualcosa in cambio, già parti male. Punto secondo: “creare valore” è una definizione un po’ generica, diciamo che se vuoi ottenere valore (sordi), devi risolvere dei problemi impellenti delle persone.
2) Concordo.
Ciao Andrea!! Questo tema è davvero interessante (e importante ai fini della propria crescita personale): grazie per averlo trattato! Concordo pienamente sul fatto che la terza via sia la migliore: essere stronza non è nella mia indole e inoltre, non mi sforzerei mai di comportare in tal modo rischiando di perdere l’affetto delle persono a me care, di valore e che stimo veramente, il gioco non vale la candela! Dunque, si, anche secondo me la via migliore consiste nel trovare il giusto equilibrio tra “stronzaggine” e altruismo e questo equilibrio, a mio parere, consiste nel trasformare il primo nella capacità di saper dire dei no e delegare quando è necessario e l’altruismo nel fare del bene e favori per il solo piacere di farlo (non con il secondo fine ESCLUSIVO di ricevere un tornaconto personale: il “ho fatto qualcosa a favore della persona x così da riscuotere qualcos’altro da quella persona in futuro sfruttando la regola della reciprocità – questa regola, secondo me, è trattata in maniera molto interessante nel libro “Le armi della persuasione” di Cialdini – non funziona molto se uno ambisce ad otterere relazioni di valore incentrate sulla stima e rispetto reciproci perchè le persone alla lunga se ne accorgono e ti etichettano come “colui che fa del bene solo per trarne vantaggi futuri e per il proprio tornaconto personale, non perchè ha piacere di farlo e perchè tiene veramente alle persone oggetto della sua benevolenza”) senza sfociare però nel servilismo poichè chi non rispetta se stesso non sarà nemmeno in grado di farsi rispettare dagli altri (e ciò l’ho appurato sulla mia pelle!!!). Lo stesso concetto vale per l’amore e l’amicizia: se non ti ami come puoi riuscire a farti amare dagli altri?
Ottima riflessione Chiara :)
Salve volevo un consiglio su due temi , ovvero l’assertività e la leadership. Volevo sapere se qualcuno poteva darmi qualche consiglio riguardo a dei film che parlano di questi due temi. Grazie :)
Hai usato le volgarità (stronzo-pirla-coglioncello) contrapposte al più autorevole e pulito “persone che rispettiamo” per enfatizzare la “signoria”, la “classe” e la bellezza di questo ultimo (e per te più valido) modo di essere, rispetto ai precedenti, invece svalorizzati.
Che dici del mio pensiero? :P
P.s.: complimenti per il blog e per le guide Andrea, sono i miei “libri nel comodino”, che consulto costantemente da mesi (ho amato il paragrafo “Il prezzo dell’essere autentici” in APP).
Sei una figura veramente speciale! ??
Non esattamente, ma ottima interpretazione!
Grazie del commento Francesca!
Il concetto di “amabile coglioncella” descrive molto bene il modo in cui vengo vista dagli altri! Ho capito…..e ora basta! Grazie delle dritte!
Lo spezzone del film a me non torna nemmeno un pochino. Sarebbe ora di finirla di paragonare gli esseri umani a delle belve feroci. Non é più tempo di cose del genere. Adesso abbiamo bisogno di pace , di rispetto, di comportarci da esseri umani.
Bell’articolo, come sempre.. e le parolacce mi hanno proprio dato l’impressione di chiacchierare con un amico, forse perché è come se il loro utilizzo (moderato e assolutamente non volgare) nel contesto dell’articolo hanno creato un grado di confidenza e “intimità” tra te e il lettore.
Bell’articolo……le parole diversamente eleganti (le parolacce) servono perché rendono meglio i concetti?
Usi le parolacce perché sono quelle che rappresentano nelle nostre menti già una categoria precisa. Lo stronzo sapiens che non ha né era ne sesso ne regione…., il conglioncello – che infondo è innocuo- e il pirla -tipico del nord o meglio dei milanesi …. inflazionato dai film di desica e Boldi e pozzetto. Ed inoltre ti avvicini più al tuo target con un linguaggio conosciuto altrimenti fai la figura del secchione sapiens!
Leggetevi ” la sematica dello stronzo ” .. mi piace ciò che scrive…
Condivido in pieno l’ articolo, aggiungerei che normalmente per avere a disposizione un più largo consenso, spesso ci si comporta da “coglioncelli” volutamente al fine di ottenere un approvazione , ma che poi alla lunga inevitabilmente sfocia nella reazione del Leone, perché la gente tende ad approfittare delle situazioni senza soluzione di continuità. In effetti per capire se le persone sono realmente interessate a noi non vi è alcun dubbio occorre tirar fuori un atteggiamento realistico il più possibile
la vedo dura farsi rispettare quando si una donna….non so davvero come fare perché oltretutto fisicamente sembro una ragazzina, la gente non mi prende sul serio
quando mi faccio accompagnare da marito\amici uomini cambia radicalmente l’atteggiamento nei miei confronti, quando sono da sola è un disastro
come posso fare?
sono in una situazione molto difficile mi son messo in società col mio capo
xché ha sempre usato parole belle nei miei confronti ma nn so piu se crederlo o meno .
ha sempre detto che io sono la sua spalla destra e che tra noi ci devi essere trasparenza . mi ritrovo a lavorare di più
e x ogni lavoro piu scomodo ci manda me a farlo e lui se ne sta a casa .
Non mi fa partecipe di niente si trova lavori e nn li inserisce nella dita e se li fa da soli x non condividere .
sarò pure ingenuo ma vi giuro che delle sue parole ci ho sempre creduto .
son sempre stato altruista con tutti e con lui ancor di piu . ho sempre pensato che nella vita più dai e in cambio più ricevi ma oggi mi sto ricredendo su questa teoria
è già la seconda Battista che prendo più ho dato e più prendevano x scontato e più gli si è dovuto e in più ti trattano male .
nn so piu come comportarmi come agire
Non so piu chi sono nemmeno io .
aiutatemi . sono deluso schifato e nervoso .
vi prego aiutatemi . grazie
Nella vita più crei valore per tante persone, più ricevi: farsi sfruttare non rientra in questo ambito.
?
Fantastico! Grazie
A me invece le parolacce mi allontanano dalla persona che le usa. Se si vuole questo..
Cara Antonella è importante capire che le proprie preferenze personali non rappresentano la realtà, quindi se le parolacce ti allontanano, evidentemente il mio stile comunicativo non si addice a te. Buona prosecuzione.
I tuoi articoli sono preziosi, grazie.
Grazie davvero Carlotta!
Secondo me le volgarità servono ad arrivare alla componente istintiva irrazionale della nostra personalità..che probabilmente entra in gioco nel cambiamento.
Andrea , leggo molto volentieri il tuo blog che trovo molto interessante . Considero le cosidette “ parolacce “ un intercalare che aggiunge colore espressivo alla tua esposizione Non nascondo che mi fa anche sorridere e la intendo come una spiritosa e simpatica tua routine . Tutto sommato le parolacce non sono dirette e non offendono qualcuno in particolare , non sono volgari e blasfeme . … perciò se continui mi rallegra la lettura :)
😉