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Quando pensi di poter controllare qualcosa, ti stai sbagliando.

controllo

“Se hai tutto sotto controllo, significa che non stai progredendo abbastanza velocemente.”

Mario Andretti.

Nel mio recente viaggio a Berlino ho avuto modo di riflettere su quanto vani siano i nostri continui tentativi di controllare la vita e ciò che ci accade ogni giorno.

In particolar modo, come appassionato e blogger di crescita personale, ho riflettuto sul contrasto tra gli insegnamenti dei guru di sviluppo personale e l’apparente casualità che sembra dominare le nostre giornate. La gran parte delle tecniche di personal development si basa infatti sul presupposto che ad ogni causa corrisponda inevitabilmente un effetto:

Se, se e ancora se… eppure, nonostante la nostra buona volontà, qualcosa sembra sempre andare storto! Quindi Andre, finalmente stai ammettendo che tutte queste strategie sono solo minchiate?! Esattamente il contrario… ma questo lo scoprirai solo se continuerai a leggere (eh… lo so, sono bastardo dentro!).

Dove eravamo rimasti? Ah si! Io perso tra le mie seghe mentali sul controllo in un affollato aeroporto di Berlino.

Sarà stato il caso, sarà stata la Legge di Attrazione, o sarà stata la sonnolenza post wurstel e crauti, fatto sta che mi sono ritrovato a sfogliare sull’iPhone i miei feed preferiti e… BAM! Eccolo là, un articolo dell’ottimo Leo Babauta, intitolato… indovina un po’? “The Illusion of Control“.

Letto in pochi minuti, l’ho trovato la risposta più efficace alle mie riflessioni e ho deciso di farne una libera traduzione per condividerlo con te. Buona lettura.

L’illusione del controllo

Quando pensi di poter controllare qualcosa, ti stai sbagliando.

E’ straordinario quanto spesso pensiamo di avere il controllo di qualcosa, quando in realtà non è affatto così. Il controllo è un’illusione. Definiamo continuamente piani che inevitabilmente finiamo con il procrastinare. Ci hanno insegnato a definire obiettivi e poi a realizzare le azioni in grado di condurci verso questi traguardi, eppure… continuiamo a fallire! Ma nonostante questo, continuiamo a voler controllare un futuro che non può essere predetto.

5 anni fa, saresti mai riuscito a prevedere ciò che è accaduto: la recessione economica, il terremoto e lo tsunami in Giappone, le rivoluzioni nel Nord Africa? Ma senza allontanarci troppo dalla nostra vita quotidiana: 5 anni fa, saresti mai riuscito a prevedere  dove sei e quello che stai facendo oggi?

Certo che no. Non conosciamo il futuro, ne tanto meno possiamo controllarlo. Ci piace pensarlo, ma la verità è ben lontana. Eppure ci ostiniamo a credere nell’illusione del controllo. Ogni giorno dobbiamo affrontare un mondo complesso e caotico e ci stressiamo nel tentativo di controllarlo:

  • Cerchiamo di misurare ogni singola cosa, dalle nostre spese alla nostra attività fisica, dalla nostra to-do list alle calorie che ingeriamo, illudendoci che questi singoli fattori rispecchino fedelmente il complesso mix di cause che determina il risultato finale.
  • Pianifichiamo ossessivamente il nostro futuro, i nostri progetti, le nostre giornate, come se avessimo il potere di manipolare gli accadimenti esterni.

Cosa accadrebbe se finalmente ci liberassimo da questa illusione del controllo?

Immagina un pesce. Un pesce nuota in un oceano caotico che non si sogna lontanamente di controllare. Al pesce non interessa definire piani, strategie o obiettivi: il pesce si limita a nuotare senza voler controllare. Noi, in fondo, non siamo così diversi da quel pesce, eppure continuiamo ad essere attaccati alla nostra illusione di poter controllare ogni cosa.

Abbandona questa illusione: diventa come quel pesce.

  • Smettila di definire obiettivi ed inizia a fare ciò che desideri.
  • Smettila di pianificare ed inizia semplicemente ad agire.
  • Smettila di vivere nel futuro e concentrati sul presente.
  • Smettila di controllare gli altri e sii semplicemente gentile.
  • Smettila di essere demotivato ed accetta le cose così come sono.

Questo potrebbe sembrare un atteggiamento arrendevole nei confronti della vita ed in assoluto contrasto con la nostra società dominata dal mito della produttività e dell’aggressività; in realtà, imparare a vivere in questo modo… è la più liberatoria delle sensazioni.

Conclusioni

Beh.. cosa ne pensi? Ti è piaciuto?

Io ammetto di non essere d’accordo al 100% con Babauta, ma il suo articolo mi ha fatto comprendere che in realtà esiste un punto di sintesi tra la filosofia della crescita personale che vorrebbe che ad ogni azione corrisponda un risultato, e la realtà ben più complessa in cui apparentemente i risultati sono imprevedibili.

Sono giunto alla conclusione che è il nostro attaccamento all’illusione del controllo che non ci permette di librarci in volo verso i nostri traguardi più ambiziosi. Infatti, non otteniamo i risultati che desideriamo quando:

  • siamo troppo attaccati alla forma, dimenticando la sostanza;
  • continuiamo a pianificare, senza mai fare;
  • ricerchiamo la perfezione, invece di metterci in azione.

Tu cosa ne pensi?

Foto di Alfred Hermida

Avatar di Andrea Giuliodori
Sono un Ingegnere, nato e cresciuto tra le ridenti colline marchigiane ed oggi vivo e lavoro a Londra. Ho lavorato a Milano come Manager per una multinazionale della Consulenza Direzionale per 7 anni. Da inizi 2015 ho deciso di dedicarmi a tempo p...

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Claudio

Dal mio punto di vista focalizzerei l’attenzione sull’ossessione del controllo piuttosto che sull’illusione.
Nella vita si cresce costantemente perchè si hanno obbiettivi, si sono acquisite abilità nel realizzare le proprie azioni, si hanno valori che ci ispirano e anche, non ultimo come importanza, perchè siamo costantemente disponibili a mettersi in discussione.
Mettersi in discussione è un qualcosa che deve essere solo nostro e non può essere condizionato da nessuno, voglio dire che devo capire che sto sbagliando e che non ricerco il cambiamento solo per rimanere nella mia zona di confort.
Quindi se il controllo è una costante verifica del mio operato, senza comportamenti maniacali che limitano la propria creatività, va bene; discorso diverso è voler controllare ciò che è esterno a noi, diventa un ossessione che porterà solamente a limitare le nostre azioni e le nostre relazioni con l’esterno.
Comunque complimenti per il blog ed un sincero augurio di mantenere sempre attiva questa bella palestra per la mente.

Stefano

Articolo molto interessante che invita a riflettere, mi è piaciuto molto.

E visto che sono anche io proprietario di un blog di crescita personale, mi sono sentito un po’ chiamato in causa. Penso che la crescita personale tramite gli obiettivi abbia comunque senso, perché ha aiutato me e sono sicuro anche molte altre persone. Però d’altra parte è vero che non bisogna aspettare l’occasione perfetta per mettersi in azione, quindi la verità è un po’ da tutte le due le parti.

Ho quindi deciso di replicare con un contro-articolo sul mio blog che spiega il mio punto di vista, se ti va di leggerlo e darmi il tuo parere ne sarei molto felice. :)

Andrea

Ciao Stefano,
grazie del commento: perdonami se non l’ho pubblicato prima, ma era finito nello spam.

Ho letto il tuo articolo e l’ho trovato ottimo… come vedo molti lettori e commentatori hanno scelto la via di mezzo.

A presto.

Ilaria Cardani

Io penso che un po’ sul pesce Babauta ha ragione: noi all’origine e “al netto delle sovrastrutture” siamo come quel pesce, o come quella pianta, o come quella formica, o come quella stella. Che fanno loro? Fanno il pesce, la pianta, la formica e la stella. Sono in ognni istante quello che sono nati per essere. Per questo non hanno bisogno di controllare, pianificare, e pre-occuparsi. Vivono e basta. Conoscono “spontaneamente” la loro “mission” (direbbe la crescita personale) e la perseguono “naturalmente”.
Per noi sarebbe lo stesso, è che noi siamo intelligenti, civili e civilizzati e quindi…
Penso che Babauta piace anche a me: scrive in modo molto elegante e pulito e questa è una gran cosa.
Penso anche che ogni tanto sia un po’ provocatorio: se dicesse le cose che dicono tutti nel modo in cui le dicono tutti, non sarebbe Leo Babauta.

Amelio

Ne avevo sentito parlare di zen habits e leo Babauta….. e ti ringrazio per aver portato un suo articolo in Italiano…
Beh se il titolo del suo blog rispecchia un pò la vera identità del sito,diciamo che il post sull’illusione del controllo è assolutamente normale…. se ha ANCHE una visione un pò spirituale della vita….. diciamo che ci sta…
e su molti punti concordo con lui…
E’ passato ormai un anno da quando ho scoperto questo vasto mondo di sviluppo personale fatto di Guru e pieno di grandi paroloni e false promesse…. lo capiamo presto che la vita è un pò diversa :) ci sono tante variabili in gioco e non siamo “solo noi a vivere e a porci obbiettivi”….
peraltro Babauta non dice di non porsi obbiettivi ma semplicemente di agire senza pensare troppo a quello che veramente vogliamo fare o ottenere…..e non c’è cosa piu’ giusta no?
Solo gli sciocchi hanno la convinzione di poter controllare tutto….. non possiamo farlo e mai lo faremo….
ed è giusto cosi…
purtroppo resto sempre dell’idea che da questo mondo (sviluppo personale) piu’ passa il tempo e piu’ illusione verrà fuori….una volta entrato si è costantamente bombardato da quel senso di “raggiungere la perfezione”…..che secondo me è una cosa insana per tutti noi…….
Babauta ha ragione da vendere secondo me…

Monica

Ciao! Bellissimo questo articolo! Io penso che nella vita ci sia bisogno di entrambe le cose: di controllo e programmazione in quanto non siamo pesci ma umani e dunque dotati di tutta una serie di caratteristiche che non sto ad elencare e con cui dobbiamo vivere e fare i conti….. Però la bella notizia è che i giochi non finiscono qui (sarebbe troppo semplice)e siamo anche fatti di ben altro: di qualcosa di immateriale, di non programmabile, di imprevedibile che grazie a Dio ci consente di dare alla nostra vita un valore aggiunto e complementare. Concordo dunque con Andrea circa il “punto di sintesi” o punto d’incontro fra queste due visioni o modi di porsi.
Ed è assolutamente necessario, secondo me, impegnarsi per trovarlo questo punto d’incontro…perché la verità come sempre, anche sembra banale, è alla fine nella VIA DI MEZZO! Noi siamo sia una cosa che l’altra, abbiamo bisogno sia del controllo che del distacco….siamo sia luce che ombra…sia materia che spirito. E la difficoltà, nonchè sfida sta proprio nel riuscire con abilità e leggerezza a destreggiarci in queste due parti contrapposte ma così indissolubilmente legate fra loro! :)

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