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Sempre più spesso si sente parlare di digiuno intermittente, ma di cosa si tratta nello specifico e quali sono i reali benefici di questa pratica? Scopriamolo insieme al dott. Nicola Triglione.

In questa nuova puntata della rubrica sul Biohacking, curata dal dott. Nicola Triglione – membro del Medical Staff della Ferrari, Sports Cardiology Fellow presso la University of Washington e autore di Cuorelongevo, parleremo di digiuno intermittente, un’espressione di cui probabilmente hai già sentito parlare, ma che non sempre viene spiegata correttamente da esperti di fitness improvvisati.

Scopriamo dunque nel dettaglio questa pratica e come può aiutarti ad hackerare il tuo benessere e la tua vitalità.

Storia del digiuno intermittente

Il digiuno, per motivi religiosi, spirituali e di salute è sempre stata una pratica presente in diverse culture nella storia umana. Tuttavia, però, il termine ‘digiuno intermittente’ è stato coniato solo negli anni 2000, per poi prendere sempre più piede con il passare degli anni.

Le origini del digiuno intermittente

Uno dei primi sostenitori del digiuno intermittente è stato il dottor Jason Fung, un nefrologo canadese che ha iniziato a prescrivere il digiuno ai suoi pazienti per aiutare a gestire il diabete di tipo 2. Ha scritto diversi libri sull’argomento, tra cui “The Complete Guide to Fasting” e “The Obesity Code”.

Negli ultimi quindici anni il digiuno intermittente è diventato incredibilmente popolare come strumento per ridurre il peso e migliorare la salute metabolica.

Studi condotti sugli animali hanno suggerito anche un potenziale aumento della longevità.

Fino a poco tempo fa però l’argomento era appannaggio di ricercatori indipendenti e guru del fitness alla ricerca di una strategia bruciagrassi.

Un nuovo modo di vedere il digiuno intermittente

Tuttavia negli ultimi anni le cose sono cambiate e anche il New England Journal of Medicine – la più prestigiosa rivista scientifica al mondo – il 26 Dicembre 2019 ha pubblicato una review dimostrando come questa pratica possa migliorare significativamente la salute.

Saranno forse stati i sensi di colpa del pranzo di Natale?! ;-)

Secondo il Prof. Mattson, autore della pubblicazione, purtroppo i medici di base consigliano ancora poco questo regime, principalmente a causa della loro limitata conoscenza della materia.

Ecco perché abbiamo deciso di approfondire l’argomento e condividerne con te i numerosi benefici.

Partiamo con un chiarimento essenziale…

Che cos’è il digiuno intermittente e perché provarlo

Il digiuno intermittente non è una dieta.

Rappresenta invece un nuovo modo di programmare i pasti al fine di ottenere il massimo beneficio dal cibo.

Come? Alternando durante la giornata periodi di digiuno e di alimentazione in rapporti diversi rispetto a quelli a cui siamo abituati.

Solitamente tra la cena e la successiva colazione – pasto rompi-digiuno, dall’inglese break (rompi), fast (digiuno) – trascorrono in media 10-12 ore.

Praticare il digiuno intermittente significa semplicemente allungare la finestra di digiuno che intercorre tra cena e colazione di alcune ore – cosa ben diversa dalla prolungata astensione dal cibo proposta in alcune cliniche specializzate.

Inoltre in base alle tue esigenze (perdita di peso, performance sportiva, focus e produttività, etc.) puoi decidere se:

  1. Anticipare la cena.
  2. Ritardare la colazione.
  3. Accorpare dei pasti.
  4. Eliminare uno dei due pasti (cena o colazione) per ottenere anche una restrizione calorica.

Non si tratta di modificare quello che mangi ma quando mangi

digiuno intermittente nella storia

Nel corso dei secoli gli esseri umani hanno praticato il digiuno per motivi religiosi o per scarsità di cibo. Tanto è vero che il nostro corpo ha sviluppato numerosi meccanismi adattativi che hanno permesso la sopravvivenza durante i periodi di carestia. Per questo motivo il digiuno intermittente è solitamente ben tollerato e non presenta particolari controindicazioni.

Esperimenti sui topi hanno dimostrato che lasciando i roditori liberi di mangiare quello che volevano per un tempo limitato (6-8 ore), la successiva condizione di digiuno (16-18 ore) ha conferito una protezione contro l’aumento di peso e i danni del cibo.

No, naturalmente non ti sto consigliando di abbuffarti con panini del McDonald’s per poi compensare con qualche ora di digiuno. Voglio solo farti capire la potenza della semplice restrizione oraria: concentrare tutti i pasti in una finestra di tempo limitata può avere effetti straordinari.

I benefici del digiuno intermittente

Ecco una serie di benefici che possiamo ottenere semplicemente modificando il timing dei nostri pasti:

  • Promozione della perdita di peso – e in particolare di grasso corporeo – indipendentemente dalle calorie introdotte.
  • Attivazione dell’autofagia, importante meccanismo di “pulizia” cellulare alla base della salute e della longevità.
  • Aumento dell’energia fisica e mentale.
  • Miglioramento della relazione con il cibo: la restrizione volontaria porta a mangiare lentamente e ad assaporare di più gli alimenti.
  • Ottimizzazione delle funzioni cognitive con benefici sul tono dell’umore e sulla memoria.

Pensa che per migliorare i processi mentali il filosofo Pitagora esigeva che gli studenti digiunassero prima di ricevere i suoi insegnamenti. Questo avveniva molti secoli prima che la scienza dimostrasse la capacità del digiuno di stimolare l’attività e la crescita dei neuroni.

Invece non c’è bisogno di una pubblicazione per affermare che il digiuno intermittente crei tempo e ci rende più produttivi perché semplifica di molto le nostre giornate e riduce i tempi che dedichiamo alla preparazione e all’assunzione dei pasti.

Sperimentare poi quale forma di digiuno intermittente si addice maggiormente alle tue esigenze e al tuo stile di vita (ricordi le quattro varianti di cui ti ho parlato qualche paragrafo fa?) promuove inoltre un piacevole effetto collaterale: l’autoconsapevolezza, intesa come capacità di osservare e prestare attenzione a se stessi.

Essere pienamente presenti in tutto quello che si fa aiuta a riconoscere i segnali del proprio corpo e a raccogliere preziose informazioni sul suo funzionamento.

Come agisce il digiuno intermittente

Durante i periodi di digiuno l’organismo cambia il modo in cui produce energia, passando dall’impiego di zuccheri alla conversione di acidi grassi in corpi chetonici che diventano così il carburante principale per la maggior parte degli organi, cervello incluso.

Questo switch metabolico, se attivato periodicamente, comporta una serie di benefici per la salute, dal momento che i corpi chetonici, oltre che benzina per le cellule, rappresentano anche potenti molecole segnale per specifiche funzioni fisiologiche.

L’attivazione di questo interruttore è in grado di migliorare:

  • I parametri metabolici (es. glicemia).
  • La resistenza allo stress.
  • I livelli di infiammazione tissutale (sopprimendoli).

“Le migliori medicine sono il riposo e il digiuno.”

Benjamin Franklin.

La flessibilità metabolica è in grado di influenzare la tua flessibilità mentale

digiuno intermittente e vitalità

La tua identità e la tua personalità dipendono da molti fattori, ma uno di questi è senz’altro il tuo livello di energie.

Sentirsi vitali durante tutta la giornata grazie all’applicazione di questi protocolli alimentari trasforma letteralmente chi sei.

Se cambi il modo di mangiare cambi il flusso di energia nel tuo corpo. Questo ha un effetto sulle tue sensazioni, sui tuoi pensieri e di conseguenza sui tuoi comportamenti.

Si, possiamo dunque dire che il digiuno intermittente potenzialmente cambia le tue scelte, le tue ambizioni e il tuo potenziale.

“Digiuno per una maggior efficienza fisica e mentale.”

Platone.

E se pensi di non poter digiunare per 16 ore consecutive ti basti pensare che noi non saremmo qui se i nostri antenati non avessero resistito senza cibo per svariati giorni.

Metti dunque alla prova le tue abitudini alimentari e, superata l’iniziale resistenza mentale, noterai che gli orari dei pasti alla fine sono semplici convenzioni di cui possiamo fare a meno.

D’altronde sai perché facciamo tre pasti al giorno? La risposta non è scritta nei libri di scienza ma tra i manuali di marketing dell’industria alimentare…

Le diverse varianti di digiuno intermittente

Sono molti i protocolli che è possibile seguire, dal digiuno a giorni alterni fino all’OMAD (One Meal A Day – un pasto al giorno).

Lo schema del digiuno 16/8

È il metodo LeanGains. Questo schema suddivide la giornata in due parti: 8 ore in cui si mangia e 16 di digiuno. Si può considerare questo metodo come un prolungamento di alcune ore del digiuno che si fa automaticamente quando si dorme, saltando la colazione e consumando il primo pasto a mezzogiorno per poi mangiare fino alle 8 di sera.

A giorni alterni 5:2

Alla base di questo modello ci sono due giorni a settimana in cui si riduce l’apporto calorico a un massimo di 500/600 calorie. I giorni non devono essere consecutivi e negli altri giorni si può mangiare quello che si vuole. Ovviamente nei limiti del ragionevole e di un’alimentazione sana.

Eat stop Eat

Questo è un metodo che consiste nello scegliere uno o due giorni a settimana, non consecutivi, in cui si deve fare digiuno. Negli altri giorni, si può mangiare quello che si vuole.

Soffermiamoci sul digiuno intermittente 16/8

Tuttavia mi soffermerò su un unico stile, quello più pratico e che è sostenuto dal maggior numero di studi scientifici: il digiuno 16/8.

Questa forma è molto semplice da applicare, richiede infatti di selezionare una finestra di 8 ore in cui consumare le proprie calorie e digiunare per il resto della giornata.

È opportuno chiarire che sebbene sia agevole ottenere anche una restrizione calorica, questa in realtà non è necessaria.

La cosa più importante di tutte è rispettare il timing dei pasti: una semplice accortezza capace di migliorare il metabolismo e l’assetto ormonale.

Molte persone praticano in modo inconsapevole il digiuno intermittente saltando la colazione, personalmente però preferisco consumare la mia cena entro le ore 18. In questo modo rispetto maggiormente i miei ritmi circadiani, miglioro la qualità del mio sonno e assecondo la saggezza popolare, sempre densa di grandi insegnamenti.

“Colazione da re, pranzo da principe, cena da povero.”

Antico Proverbio.

Numerosi studi hanno poi dimostrato che il controllo della glicemia è migliore di giorno rispetto alla sera, così come il funzionamento degli enzimi digestivi e la quantità di calorie bruciate.

Per non parlare del sonno, a cui ti accennavo: quante volte si riposa male dopo aver mangiato troppo e troppo tardi?

Questa abitudine sottopone gli organi dell’apparato digerente ad uno stress paragonabile al jet lag perché li costringe ad un superlavoro in momenti in cui sono programmati per riposare.

Primi passi: come fare digiuno intermittente

come fare digiuno intermittente

Praticare ogni giorno il digiuno intermittente non è una soluzione conveniente, infatti come per ogni stimolo fornito al nostro corpo è preferibile avere una certa variabilità.

Si può cominciare scegliendo un giorno al mese e poi uno a settimana, fino ad arrivare ad un massimo di tre giorni a settimana.

Consiglio anche di cominciare in maniera graduale stringendo la “finestra del cibo” prima a 12 ore, poi a 10 e infine a 8 ore.

Inoltre è importante stabilire in base ai propri obiettivi, possibilmente con l’aiuto di un professionista, se dovrà esserci anche una restrizione calorica, senza però diventare troppo rigidi sugli alimenti da scegliere.

Il digiuno intermittente è una forma di libertà alimentare, a patto naturalmente di mantenere una dieta bilanciata.

Il digiuno intermittente e lo sport

Durante il digiuno intermittente dovrò restare in poltrona o potrò condurre una vita normale lavorando e allenandomi?

La risposta è sì, puoi avere una vita assolutamente normale e allenarti, infatti a prescindere dall’introito di calorie solitamente il livello di energie resta intatto o tende addirittura ad aumentare.

La scienza ha chiarito che dopo almeno 24 ore di digiuno prolungato si osserva una minima riduzione dei livelli di energia. Per questo motivo non limitarti ed anzi approfitta del tempo guadagnato per condurre la giornata in maniera attiva.

L’unico ostacolo con cui potresti fare i conti è la fame.

Sia chiaro, si tratterà di fame “mentale” e non fisica, quindi non un’emergenza bensì un segnale che l’organismo invia quando si aspetta il cibo. Solitamente, però, dopo le prime settimane di flessibilità dei pasti questa tende a scomparire.

Cosa posso mangiare durante e dopo il tempo di digiuno?

Posso bere e caffè durante la fase di digiuno?

Nonostante siano xenobiotici, cioè sostanze estranee al nostro organismo, queste non influenzano più di tanto il digiuno, a condizione che siano assunte senza zucchero né latte. Discorso a parte per l’acqua, il cui consumo in questi giorni dovrebbe essere aumentato per facilitare i processi di detossificazione cellulare.

3) Cosa mangiare subito dopo il termine del digiuno?

È consigliabile che il pasto successivo sia sano ed equilibrato, evitando pietanze elaborate, alcol e carboidrati ad elevato indice glicemico.

Digiuno intermittente e socialità

Il digiuno intermittente può senz’altro aiutare a perdere peso, ma prima di intraprendere questo percorso è importante avere ben chiaro a cosa si va incontro. Se si è una persona che ama particolarmente i momenti di socialità, infatti, bisogna mettere in conto che sarà necessario, per forza di cose, accettare qualche rinuncia.

Immagina di ricevere un invito per un una bella cena di compleanno il sabato sera. Una buona pizza, oppure una brace con dell’ottima carne… Tutti i tuoi amici mangiano, ma tu cosa puoi fare? O rinunci, oppure ti aggreghi ma sorseggiando al massimo un bicchier d’acqua perché non è il momento in cui puoi mangiare.

In generale, il digiuno a intervalli è efficace per chi vuole perdere peso, ma non lascia molto spazio a comportamenti elastici. Se l’aspetto sociale è importante per te, meglio seguire una cosiddetta dieta flessibile, che ti permette di mangiare di tutto, a patto di rispettare i parametri prestabiliti dei macronutrienti.

Il digiuno intermittente non è per tutti

donne e digiuno intermittente

Prima di chiudere questo approfondimento, reputo importante fare un chiarimento spesso sottovalutato quando si parla di digiuno intermittente.

Bisogna infatti sapere che le donne rispondono al digiuno intermittente in modo diverso rispetto agli uomini.

Per un motivo evoluzionistico legato alla riproduzione della specie l’organismo femminile è più sensibile di quello maschile nei confronti dei segnali di “carestia”.

Quando evitare il digiuno intermittente

Questo significa che quando la restrizione è attuata in modo rigido e frequente rischia di influenzare negativamente le risposte ormonali e comportamentali. Questo però non deve scoraggiare perché con piccoli accorgimenti anche le donne possono accedere ai numerosi benefici di questa pratica. In particolare consiglio di:

  • Evitare il digiuno durante la gravidanza e l’allattamento.
  • Preferire i giorni successivi al flusso mestruale e non la fase ovulatoria.
  • Procedere in maniera graduale e prediligere l’assunzione di cibo nelle prime ore del giorno (tradotto: non saltare la colazione, ma piuttosto anticipa o salta la cena).
  • Non praticare attività fisica ad alta intensità durante i primi tentativi.

È, inoltre, sconsigliato a chi soffre di patologie come:

  • Diabete e altri disordini metabolici
  • Malattie cardiovascolari
  • Cancro

Conclusioni sul digiuno intermittente

Il digiuno intermittente è molto più semplice da seguire rispetto a una dieta restrittiva e ha tutte le carte in regola per diventare un’abitudine a lungo termine.

Le sue potenzialità vanno al di là dell’aspetto nutrizionale e metabolico, infatti per definizione il digiuno è uno degli strumenti utili a stimolare l’ormesi: la somministrazione di uno stressor (assenza di cibo) che nella giusta dose attiva una risposta adattativa e ci rende più forti e in salute.

Quando però uno stressor diventa cronico perde le sue caratteristiche positive e può potenzialmente danneggiarci.

Il consiglio, quindi, è, e lo ripeto, quello di procedere con gradualità, sperimentare la finestra oraria più compatibile con il proprio stile di vita e cercare la frequenza ideale di esecuzione del digiuno. I benefici non tarderanno ad arrivare!

“Studia prima la scienza, e poi seguita la pratica, nata da essa scienza. Quelli che s’innamoran di pratica senza scienza son come ‘l nocchier ch’entra in navilio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada.”

Leonardo da Vinci.

Ringrazio il dott. Triglione per questo nuovo approfondimento dedicato alla nostra rubrica sul Biohacking. Se vuoi approfondire l’arte e la scienza del nostro benessere psicofisico, trovi gli altri articoli pubblicati finora a questo link.

Tu hai già sperimentato il digiuno intermittente?

Se la risposta è “Sì”, che benefici ne stai ottenendo? Se la risposta è “No”, lo sperimenterai dopo aver letto questo articolo? Fammelo sapere nei commenti.

A presto.

Andrea Giuliodori.

Avatar di Nicola Triglione
Il Dott. Nicola Triglione è Medico Cardiologo, fa parte del Medical Staff della Ferrari e ha un passato recente a Seattle, dove ha lavorato a stretto contatto con atleti professionisti dell’NBA. Specializzato all’Ospedale Niguarda è stato anche Sp...

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Naim

Articolo estremamente helpful.

Hai qualche dettaglio in piú rispetto all’allenarsi a digiuno? Ovvero, se uno facesse 1h di palestra per costruire i muscoli ma poi avesse ancora 6/7 ore prima di iniziare a mangiare, cosa accaddrebbe ai muscoli nel frattempo? (In assenza di proteine, che provengano da integratori o anche soltanto dal cibo, a causa del digiuno).

Penso questo sia uno dei grandi dubbi per tutti gli attivi che non vogliono dovere cambiare le proprie routine di allenamento per farle rientrare nell’intermittent fasting. E viceversa. (E.g. se uno va in palestra alle 5.00am, si troverebbe scomodo ad aprire la propria “eating window” alle 5 di mattina, per poi doverla chiudere alle 13.00, al fine di avere apporto proteico a sostegno dell’allenamento)

Grazie!

emanuele

ciao, ti riporto la mia esperienza di biohacker e sportivo…io mi alleno a digiuno alle 6 (hiit o pesi) di mattino e proseguo il digiuno fino alle 13. Tieni presente che l allenamento mi blocca l appetito e riesco a mantenere senza cali fino alle 13.inoltre, dopo 10/12 ore, il corpo aumenta la produzione di GH e di chetoni, che bloccano la gluconeogenesi muscolare e quindi non si perde massa muscolare. Inoltre, la finestra anabolica dura 24 ore, quindi non é indispensabile assumere proteine entro le ore subito successive all allenamento! Provare x credere!

Naim

Grazie di cuore Emanuele! Bello vedere la tua esperienza!

Provero’.

Pensavo di tenere anche Io una finestra 13-21, al fine di renderlo compatibile anche con le occasioni “sociali” (potere pranzare e cenare insieme alle persone, etc.).

Magari anche 14-22 al fine di coprire cene piu’ prolungate/drinks, etc.

A proposito, riuscivi quindi a costruire muscoli senza problemi?

Alessandro

Nei primi 30 minuti dopo l’allenamento io introdurrei comunque i 5gr di amminoacidi ramificati essenziali per sfruttare la specifica finestra anabolica post-allenamento: mangiare è un’altra cosa…

Nicola Triglione

Ciao Naim, mangiare un pasto che contiene proteine con tutti gli aminoacidi essenziali è un gran modo di stimolare la sintesi delle proteine muscolari. Tuttavia non è il solo, infatti anche l’esercizio fisico (allenamento di forza su tutti) attiva la secrezione di ormoni come il GH, noto anche come somatotropina, che mantengono la massa muscolare. Questo è valido soprattutto nei casi in cui si fa digiuno intermittente e non prolungato. Quindi non devi preoccuparti di avere subito un apporto proteico dopo l’allenamento se non rientra nella tua finestra. Tieni anche conto del fatto che i corpi chetonici prodotti in fase di digiuno mantengono e tendono ad aumentare la concentrazioni di aminoacidi circolanti. Ti lascio un link per approfondire https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC301893/

Naim

Grazie infinite Nicola. Che piacere leggerti, e avere ricevuto una risposta cosi’ rapida.
Leggero’ con molto piacere l’approfondimento :)

Quindi potremmo dire che anche la Costruzione del muscolo non verrebbe negativamente influenzata dall’intermittent fasting? Ovvero, se il Mantenimento muscolare non sembra essere un problema, esistono potenziali problemi con la Costruzione “ex novo” di massa muscolare?

Sto pensando, per esempio, a una persona che volesse iniziare contemporaneamente (1) un regime di allenamento sportivo stile bodybuilding (non professional/Arnold style) alla fine di costruire muscoli e (2) al contempo intermittent fasting. E mi chiedevo se le due cose non potesse rivelarsi incompatibili.

Magari sto scrivendo cavolate, e il fatto che il mantenimento muscolare non sembri essere un problema, significa che anche la costruzione del muscolo non lo sará. Pero’ sono curioso di sentire cosa ne pensi.

Grazie ancora :)

Marika

Ciao Andrea!
Articolo molto interessante! In passato mi ero informata sul digiuno intermittente ma in rete trovavo di tutto e di più e alla fine avevo solo molta confuaione. Tu quindi pratichi il digiuno intermittente 3 volte a settimana? Se ceni entro le 18 a che ora fai colazione e pranzi?

Andrea Giuliodori

Ehehe, lo so Marika, motivo per cui ho chiesto al dott. Triglione di realizzare questo approfondimento con riferimenti scientifici puntuali :)

Sì, mi sono recentemente avvicinato anche io a questa pratica e l’ho fatto con un ritorno al passato!

Mia mamma è di origini polacche (è di Varsavia) e ricordo che da piccolino, quando andavamo in Polonia, alle 17:30-18:00 al massimo si cenava. Mi sto quindi riabituando a questo orario per l’ultimo pasto della giornata.

Nei giorni in cui faccio digiuno intermittente semplicemente posticipo la colazione di qualche ora (le 10:00). Negli altri giorni invece mangio nella prima ora dal risveglio, quindi tra le 6 e le 7.

Roberto

Ciao Andrea, che cibi prediligere e in che quantità assumerne.
ho 51 anni, peso 114 kg e sono (non so se dire alto o basso), 170 cm. vorrei iniziare ogni giorno il digiuno intermittente ed inserire sedute mattutine di corsa (ore 5). cosa mi consigli. sono stanco di avere questa zavorra da ormai più di 10 anni.
Grazie. Prima rispondi e prima inizio.

Andrea Giuliodori

Ciao Roberto, come scritto chiaramente nel post, il digiuno intermittente non è un dieta e non è consigliato farlo tutti i giorni. Rileggi gentilmente l’articolo. Grazie.

Daniele

Articolo molto interessante! Ho iniziato il digiuno intermittente ad aprile, in periodo lockdown, perché come molti mi era sfuggita la situazione di mano (noia, voglia di cucinare, etc) prendendo diversi chili. Così ho iniziato con l’approccio 5-2 (5 giorni normali e 2 di digiuno con riduzione calorica a 600-800kcal), quello che meglio si adattava alle mie esigenze lavorative.

Gli aspetti positivi di questo approccio l’ho riscontrato su diversi fronti:

1. Ho scoperto che spesso avevo appetito, non fame; e che posso stare senza mangiare molto più tempo di quanto potessi immaginare senza per questo “svenire”. Questa consapevolezza mi ha permesso di liberarmi dallo stress del “oddio devo arrivare fino a cena”, ho fatto colazione alle 6, come faccio ad arrivare a pranzo???

In questo periodo ho dovuto fare una visita che richiedeva il digiuno e il primo appuntamento era alle 15:30. In passato il panico, questa volta ho semplicemente detto “ok”, perché sapevo come si comportava il organiamo senza cibo.

2. Confermo che si apprezza di più quello che si ha nel piatto, ed essendo poco nei due giorni di digiuno, lo si mangia molto lentamente. Mangiare lentamente per me è diventata un’abitudine salutare anche durante I pasti normali, risultato? Mangio mediamente meno perché nel frattempo arriva il senso di sazietà.
Un altro effetto è quello di apprezzare il giorno dopo un pasto normale: se il giorno di digiuno ho 3 biscotti a colazione, il giorno successivo che ne posso mangiare 6 me li godo ancora di più… sono il doppio di ieri! Prima invece andavo avanti arrivando magari a 8-10 biscotti.

3. Da aprile ad oggi ho perso 7kg scendendo a 77 (h177cm). Non scendevo sotto gli 80 ormai da 25 anni (ne ho 41).
Credo di esserci riuscito perché questa non è una dieta, ma uno stile, un approccio che per me è sostenibile nel tempo e non mi pesa.

4. La mia testa gira più veloce: è più fresca, più reattiva, più lucida.

Questa è la mia esperienza e le mie sensazioni. Magari qualcosa è legato al digiuno intermittente altro a suggestioni… ma l’importante è il risultato :)

Andrea Giuliodori

Ehi, grazie mille di questa condivisione Daniele, la tua sicuramente è un’esperienza preziosa che sarà di ispirazione a molti lettori.

Non so se sei iscritto anche al gruppo Facebook di EfficaceMente, nel caso, se ti facesse piacere, secondo me sarebbe utile condividere la tua esperienza e i tuoi risultati anche lì!

Andrea.

Camila_Sganawei

Grazie di cuore Daniele di questa tua condivisione! PREZIOSISSIMA 💪

Andrea

Sì, digiuno di 24 ore una volta a settimana da più di un paio d’anni, mentre da un annetto pratico un digiuno 20 – 4.
Anche io ho avvertito fin da subito un miglioramento delle capacità di concentrazione e di lucidità, per poi è fantastico avere quello retta, o retta in mezzo in più grande giorno.
Forse devo solo correggere il fatto che pratico questo digiuno intermittente 6 giorni a settimana?

Nicola Triglione

Ciao Andrea, sicuramente con questo approccio hai già donato al tuo corpo un certo grado di flessibilità metabolica quindi in base alle tue sensazioni potresti provare a ridurre i giorni di digiuno intermittente in modo da stimolare il tuo metabolismo sempre in maniera diversa.

Roberto

articolo davvero interessante, una domanda: é una pratica che anche i bambini possono seguire?
Ho un figlio di 7 anni che sbadiglia facilmente quando deve rimanere seduto e concentrarsi

Nicola Triglione

Ciao Roberto, non ci sono grosse controindicazioni a patto di non ridurre l’introito calorico. Comunque per risolvere la problematiche che riferisci prova prima a modificare la dieta con l’aiuto di un professionista.

Flavia

Imporre una cosa del genere ad un bambino mi sembra quasi qualcosa di perseguibile penalmente.

Stefania

Le diete restrittive sono un fattore di rischio per i disturbi del comportamento alimentare (https://www.fidadisturbialimentari.com/cpf/2018/05/16/fattori-di-rischio-socioculturali-e-dca/), specialmente nei bambini che devono costruire con il cibo un rapporto sano e spontaneo. Magari prima di fare scelte di questo tipo sarebbe meglio valutare la qualità del sonno prima di tutto e l’attività fisica. O comunque indagare con il pediatra.

Nicola Triglione

Io invece ritengo perseguibile un’alimentazione a base di snack industriali e prodotti confezionati che ha portato 1/3 dei bambini italiani ad essere in uno stato di sovrappeso/obesità.

Flavia

Beh, Dottor Triglione, da lei (se ha risposto davvero lei e non un fake) mi aspetterei un commento serio e non così superficiale e polemico. A regimi alimentari particolari, come il digiuno intermittente o ad es. diete vegane o altro, si deve aderire spontaneamente; costringere qualcuno – ed in particolare un minore – a farlo non è roba da poco, non solo dal punto di vista penale (in caso di diete vegane mi sembra ci siano state sentenze di tribunali) ma anche da un punto di vista etico. Non è detto che quello che è un bene per me o che scelgo per me debba esserlo anche per altri o per mio figlio. Il figlio non è una proprietà privata, che posso farne ciò che voglio.
Anche il problema segnalato dall’utente Stefania non è da poco, non è raro ormai vedere ragazzine di 8-10 anni che già parlano di linea o di dieta e stanno attente a cosa mangiano, rischiando di diventare adolescenti anoressiche, spinte forse da genitori ossessivi o insegnanti di sport che di sportivo hanno poco. I problemi alimentari sono davvero molto diffusi.
Poi nessuno qui crede che mangiare schifezze h24 sia sano e senza dubbio certi prodotti industriali devono essere limitati a poche occasioni sia nei bambini che negli adulti, ma da lì a imporre ad un bambino pratiche “estreme” ce ne vuole. Magari perde 2 kg, ma poi ti odia per tutta la vita e passerà 30 anni dallo psicanalista!
“In media stat virtus” dicevano i miei antenati.

Nicola Triglione

Sono d’accordo con te Flavia, “in medio stat virtus”. Gli estremismi fanno male a tutti i livelli, figuriamoci in età pediatrica e durante l’adolescenza. Il mio commento si riferiva alla necessità di apertura mentale e aggiornamento da parte dei genitori, al fine di farsi seguire da professionisti dedicati in caso di problematiche. Non ho scritto che devono imporre “pratiche estreme” anzi per rispettare i dogmi della crescita non bisognerebbe ridurre l’introito calorico.

F. Savorelli

Buongiorno!
Questo articolo ricco di dati scientifici non riporta però quello più rilevante: l’insuccesso delle diete supera il 90% dei tentativi, e parlo di insuccesso delle diete, non delle persone. Tralasciamo poi le indagini statistiche che riguardano la correlazione tra Disturbi del comportamento alimentare e dieting.
Suggerisco la lettura di HAES di Linda Bacon o delle numerose ricerche in merito. Mi stupisce che su un sito spesso così valido, non si parli piuttosto di intuitive eating o di mindful eating.
Cordialmente
Francesca

Andrea Giuliodori

Ciao Francesca, in realtà, come ha ben specificato il dott. Triglione fin dall’inizio dell’articolo, il digiuno intermittente non ha nulla a che fare con le diete.

Motivo per cui non ci sono riferimenti all’intuitive eating che è maggiormente legato a chi ha un rapporto “emotivo” con il cibo.

Per quanto riguarda invece il mindful eating, sia come è stato accennato nell’articolo, sia come è stato riportato tra le esperienze dei lettori nell’articolo, è una naturale conseguenza del digiuno intermittente: si torna infatti ad apprezzare maggiormente quello che si mangia e si tende a mangiarlo con più consapevolezza e lentezza.

F. Savorelli

Chiedo venia, ma a fronte di un programma alimentare orario, chiamiamolo come vogliamo ma non siamo nell’ambito dell’alimentazione mindful ma rientriamo nel dieting, che impone regole.
Se durante le ore di digiuno si sentisse la necessità di nutrirsi con lentezza, consapevolezza e attenzione per sè,perchè se ne avverte il bisogno…come si può questo conciliare con la pratica proposta?
Anche nel caso del digiuno intermittente, il rischio è di aggrapparsi in modo eccessivo agli orari, senza rispettare i propri BISOGNI fisiologici. La conseguenza? Una restrizione cognitiva che può portare alla perdita di controllo e all’abbuffata, nonchè condurre ai DCA nei soggetti predisposti.

Andrea Giuliodori

Come detto Francesca, il tuo punto di vista è molto influenzato da esigenze legate a chi ha specifici disturbi e che necessitano indubbiamente di approcci mirati e laddove necessario di essere seguiti da uno specialista.

Mariella

Grazie, articolo molto interessante.
Inizierò da subito con la pratica del digiuno intermittente.
Vi terrò informati

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