Nell’articolo di oggi voglio condividere un super-potere che abbiamo già, ma che rimane spesso sopito o sotto il livello di coscienza: il controllo della mente.
Perché ho deciso di parlarne proprio oggi? Perché spesso lasciamo che sia la mente a tenere il timone, al 99% in pilota automatico, mentre possiamo tranquillamente riprendere noi il timone e dirigerci dove vogliamo. Ma prima dobbiamo sapere quali passi intraprendere.
Magari non ce lo siamo mai chiesti o non ci abbiamo mai fatto caso, ma abbiamo il controllo completo sulle modalità in cui ricordiamo o immaginiamo.
Che cosa intendo? Intendo che, quando ricordiamo o pensiamo a qualcosa, abbiamo il potere di influenzare tutti i parametri di quella “immagine” mentale. Ho messo immagine tra virgolette, perché un ricordo o un pensiero possono avere tante forme.
A seconda della qualità di queste forme poi, la nostra esperienza del ricordo (o dell’immagine) mentale, fisiologica ed emozionale, varierà radicalmente in intensità. E questa intensità fisiologica, emozionale e mentale, farà tutta la differenza nella vita quotidiana… una volta imparate alcune abilità.
Cominciamo dunque il percorso per tornare al comando della nostra mente. Partiamo tutti da un punto diverso, per cui non mi aspetto che avremo tutti lo stesso risultato nell’immediato. Ma cominciamo a vedere quali parametri possiamo influenzare nel momento in cui richiamiamo alla mente un ricordo o un’immagine inventata. Li divideremo per “sensi”.
Nell’immaginare o ricordare, è molto probabile che nella nostra mente si formerà un’immagine. Tale immagine avrà dei parametri su cui possiamo, in maniera più o meno imponente, intervenire. Vediamo quali:
Hai presente uno di quegli editor fotografici tipo Snapseed o Photoshop dove puoi modificare l’immagine? Ecco, guarda la parte visiva della mente come quell’editor.
Per quanto riguarda i parametri uditivi, sono di meno, ma sono altrettanto potenti, talvolta più di quelli visivi. Guardiamo brevemente cosa possiamo influenzare, con il dovuto esercizio e con l’attenzione allenata per bene.
Questi sono piuttosto difficili da richiamare, ma quando ci si riesce, l’esperienza di immaginazione cambia radicalmente.
Infine, dopo questi tre, che saranno quelli più facili da modellare…
Mentre si indaga per scoprire perché gli odori sono così importanti per i ricordi (probabilmente ha a che fare con l’anatomia del cervello) possiamo usarli anche per amplificare o attutire ricordi e immaginazione.
Dunque, proviamo ad allenarci a richiamare:
Questi sono veramente difficili da “creare” ma si può, con un po’ di allenamento. Dunque, che facciamo di questi parametri? Ci giochiamo.
Per potersi esercitare in questa nuova abilità abbiamo bisogno… di esercizi. Per cui, cominciamo con il primo. Siccome è una pratica molto potente se usata come si deve, per cominciare utilizziamo un evento neutro, con pochi connotati emozionali.
Scegliamo qualcosa che ci sia capitato oggi e richiamiamolo alla mente. Un evento neutro, né positivo né negativo: noi a colazione, l’incontro con un conoscente, l’attesa dal medico… qualsiasi cosa che non ci abbia fatto stare né bene né male.
Ora, troviamo un posto dove possiamo stare soli per 5 minuti e chiudiamo gli occhi. Richiamiamo quell’evento alla mente e per un paio di minuti osserviamo, ponendoci in silenzio domande come:
Una volta analizzate con attenzione le parti visive, passiamo agli altri parametri.
E così via. Dopo qualche minuto che osserviamo e prendiamo confidenza con l’immagine mentale, cominciamo a giocare.
Prendiamo ogni singolo parametro e giochiamo coi volumi e le intensità. Per ogni cambiamento, registriamo cosa avviene dentro di noi a livello emozionale e fisiologico. E, a un livello ancora più basilare, all’immagine mentale.
Dunque:
E così via.
Spendiamo 5 minuti a giocare con i poteri della nostra mente, e poi andiamo avanti con l’articolo, per capire meglio perché stiamo facendo questo.
Svegliarsi e condizionare il proprio umore e le proprie prospettive sono armi praticamente invincibili nella ricerca della vita felice.
Basta saper interpretare bene i primi momenti dopo il risveglio e l’intera giornata prenderà la direzione che abbiamo deciso noi. NONOSTANTE tutti gli imprevisti che, come avremo notato, non scompaiono quando la giornata parte male.
Dunque, visto che la realtà esiste comunque sia che noi decidiamo di stare bene che di stare male, decidiamo attivamente di stare bene e cominciamo coltivando una buona abitudine già dal mattino.
A tal proposito, propongo qui una versione semplice del priming che abbiamo inserito nel modulo 3 del metodo ÈPPI. È una pratica simile a quella che eseguono dei grandi come Anthony Robbins, ma adattata alle nostre esigenze di benessere e felicità.
Se lo desideri, la proviamo già da subito… ecco il perché del giochetto che ti ho spiegato prima. Perché parte delle istruzioni andranno a ricalcare quella modellazione che abbiamo testato nell’esercizio neutro.
Come avrai intuito, il momento migliore per farlo è la mattina, ma nulla ci impedisce di provarlo in qualunque momento della giornata.
Scegliamo dunque un luogo in cui avremo dieci minuti per noi, senza distrazioni e con la massima libertà e sediamoci comodi (o sdraiamoci).
Chiudiamo gli occhi e cominciamo a respirare. Osserviamo il respiro esattamente com’è e seguiamone per qualche minuto i dettagli nelle seguenti aree: testa, nuca, gola, petto e pancia. Una volta completata l’osservazione del respiro in tutto quest’asse, osserviamo per un minuto l’asse intero come se fosse un pezzo unico e respiriamo con tutto il corpo.
A questo punto richiamiamo alla mente qualcosa, un evento o una persona, per cui siamo grati. Può essere qualunque cosa, persino il sole. Richiamata questa persona o questo evento, giochiamo con l’intensità dei vari parametri, fino a che l’immagine mentale sia più vivida che mai.
Rendiamo ciò che vediamo, sentiamo e percepiamo, il più vivo possibile (cercando di usare i parametri più potenti che avrai notato con l’esercizio neutro. Per me, per esempio, alzare il volume della scena cambia radicalmente ogni dettaglio) e godiamo per qualche minuto della sensazione di gratitudine.
Quando, dopo aver assaporato questo piacere, saremo pronti a tornare alla nostra giornata, sempre osservando il respiro, apriamo gli occhi e rimaniamo per qualche istante in posizione.
Immaginiamo di poter decidere, da ora in poi, quale impronta dare alla nostra giornata. Immaginiamo la massima libertà nel decidere i nostri stati d’animo e l’accettazione completa di tutto lo spettro delle nostre emozioni.
Come sarebbe avere a disposizione tutte le nostre capacità intellettive e nessuna emozione che interferisca in maniera dannosa con i nostri comportamenti?
Come sarebbe poter godere del presente, qualunque sia il nostro presente?
Pensiamo a questa libertà e a quanto potrebbe giovare nel raggiungimento dei nostri obiettivi.
È per raggiungere questo tipo di libertà che abbiamo ideato le pratiche contenute all’interno di ÈPPI (Equivoci, Passato, Presente, Intenzioni), il nuovo corso targato EfficaceMente per aiutarti a realizzare la tua felicità personale.
Le iscrizioni al video-corso saranno disponibili dal 10 al 12 febbraio e chiuderanno in anticipo al raggiungimento dei 150 iscritti. Scopri tutti i dettagli e come il metodo ÈPPI può aiutarti ad essere più felice cliccando il pulsante arancione qui sotto:
Sbaglio o questo esercizio a che fare con la pnl? che tra l’altro mi pare si sia rivelata una bufala negli anni (pnl)