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Ciao, buon lunedì.

Questa settimana vorrei raccontarti la storia del carpentiere Kota: mi auguro ti sia di ispirazione.

C’era un tempo un carpentiere di nome Kota, noto in tutta Tokyo per la qualità delle sue costruzioni.

Il suo lavoro era particolarmente apprezzato da nobili, ricchi commercianti e altri notabili della città per via della sua instancabile ricerca dell’eccellenza e la sua continua volontà ad imparare nuove tecniche, anche nell’ultima parte della sua carriera.

Dopo anni di lavoro incessante, Kota, però, aveva iniziato a sentire il peso della stanchezza e desiderava ritirarsi.

Per più di 30 anni aveva costruito le più belle case di tutta Tokyo ed ora il suo sogno era quello di viaggiare e trascorrere del tempo con i suoi nipotini.

Kota ne parlò col suo capo che si dimostrò grato nei confronti del carpentiere, ma gli rivolse un’ultima richiesta:

“Caro Kota, la nostra impresa sarà sempre in debito per il tuo magnifico lavoro. Vorremmo però chiederti un ultimo favore. Saresti disposto a costruire un’ultima casa?

È un progetto per noi fondamentale, per uno dei nostri clienti più importanti.

Qui in azienda siamo tutti d’accordo: abbiamo bisogno del tuo tocco magico!”

Kota era molto frustrato dalla richiesta: avrebbe infatti dovuto cancellare un viaggio prenotato ormai da tempo e rimandare l’inizio della sua nuova vita.

Chiese pertanto al suo capo di concedergli un giorno per riflettere.

Dopo averne parlato con la moglie, seppur controvoglia, Kota decise di accettare l’incarico.

In tutti i suoi lavori il carpentiere era sempre stato molto diligente e aveva sempre scelto con cura i migliori materiali, assicurandosi che ogni dettaglio della costruzione fosse perfetto.

Ma non per questa casa.

L’idea di portare a termine questo progetto gli pesava troppo, motivo per cui aveva delegato molte delle attività e questo aveva avuto un impatto sulla qualità finale della costruzione.

Naturalmente la casa rispettava tutti i requisiti di legge, ma era ben lontana dall’essere uno dei tanti capolavori con cui Kota aveva stupito la città nel corso degli anni.

Il carpentiere sapeva nel profondo del suo cuore di non aver lavorato all’altezza dei suoi standard, ma la sua testa era ormai altrove.

Terminato il lavoro, Kota andò dal suo capo e gli disse: “la casa è terminata, come mi avete richiesto, il mio desiderio ora è di poter finalmente andare in pensione.”

Al ché il suo capo disse: “Grazie Kota, grazie davvero! Abbiamo solo un’ultima richiesta per te.”

A quelle parole la frustrazione e la rabbia del carpentiere crebbero ulteriormente, ma il dirigente estrasse da un cassetto della sua scrivania un pacchettino con un fiocco rosso e lo porse a Kota.

“Ti siamo molto grati per il tuo lavoro degli ultimi 30 anni Kota, questo dono è il modo per dimostrartelo”.

Kota aprì il pacchettino e all’interno trovò un mazzo di chiavi.

Il capo sorridendo disse: la casa che hai costruito è tua!”

Il cuore del carpentiere si fermò per un istante.

Senza rendersene conto, per tutto quel tempo Kota stava costruendo la sua casa. Se solo lo avesse intuito avrebbe curato ogni minimo dettaglio con molta più attenzione, ma ormai era troppo tardi.

Questa storiella ci insegna due cose:

Punto primo… il capo di Kota è un gran figlio di buona donna (si scherza…).

Punto secondo… ogni giorno noi lavoriamo alla nostra “casa”, eppure spesso non ce ne rendiamo conto.

Studiamo a mezza voglia, più per rispettare le scadenze degli esami che non per accrescere la nostra preparazione.

Lavoriamo senza particolare entusiasmo, più per lo stipendio a fine mese che non per eccellere nella nostra carriera.

Ci alleniamo distrattamente, più per dovere che non per un reale desiderio di curare il nostro tempio (il nostro corpo).

Siamo troppo incentrati sul risultato finale e non comprendiamo che solo onorando il processo quotidiano, solo mettendo anima e corpo in ogni nostra azione, ci trasformeremo nella persona degna di realizzare i sogni che abbiamo sempre immaginato.

Questa settimana, oggi, affronta ogni azione con la consapevolezza che stai costruendo la tua “casa”, che stai costruendo te stesso.

E ricorda:

“il modo in cui fai le piccole cose determina il modo in cui fai tutte le cose.”

Buon lunedì.

Andrea Giuliodori.

Ps. Oggi, lunedì 30 settembre, intorno all’ora di pranzo, invieremo la prima email del pre-corso gratuito di preparazione al Protocollo C.H.A.N.G.E., il nuovo video-corso avanzato, targato EfficaceMente, per cambiare qualsiasi abitudine in modo naturale, radicale e permanente.

Per partecipare, assicurati di aver completato il test sulle 4 attitudini (clicca qui).

Le prime lezioni del pre-corso gratuito saranno infatti incentrate sulle strategie specifiche che i singoli profili (Paladino, Inquisitore, Ubbidiente, Ribelle) devono adottare per approcciare al meglio le nuove abitudini.

Ci rileggiamo tra qualche ora ;-)

A presto.

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