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130.000 ricerche.

Questo è il numero di volte in cui il termine “manifest” (manifestare) è stato cercato, negli ultimi 12 mesi, nel sito ufficiale del Cambridge Dictionary, rendendola una delle parole dell’anno.

In realtà questo concetto è tornato spesso nel tempo, ma nel 2020, in pieno lockdown, le ricerche online sul “manifesting” sono letteralmente esplose e da allora il trend non ha accennato a diminuire.

Anzi, è diventata una vera e propria moda planetaria anche grazie a star internazionali come Gwyneth PaltrowDua Lipa e Oprah Winfrey.

Ho una mia teoria sul perché stia accadendo proprio in questo periodo storico… prima però capiamo bene cos’è questo benedetto “manifesting“.

Il manifesting è il processo attraverso cui materializziamo nella nostra vita i nostri obiettivisogni e desideri, utilizzando il potere dei nostri pensieri.

Fantastico, vero?! 

Sì ma, funziona?!

La risposta è: “Sì..

…MA

(ed è un “MA” molto grande).

Il manifesting, funziona – o per lo meno, potrebbe funzionare – perché fa leva su tre ingredienti fondamentali per il raggiungimento di qualsiasi obiettivo:

  • FOCUS. Se vuoi essere un bravo o una brava “manifestatrice”, una delle regole base è pensare in modo sistematico a quello che vuoi realizzare. In altre parole devi mantenere il focus sui tuoi obiettivi. E questo ci piace!
  • OTTIMISMO. Per manifestare i nostri desideri, dobbiamo far leva sulle nostre emozioni positive: gratitudine, speranza, gioia, entusiasmo, etc. In altre parole dobbiamo essere ottimisti verso la possibilità di raggiungere ciò che desideriamo. E anche questo ha delle basi scientifiche solide. I pessimisti hanno spesso ragione, ma raramente cambiano il mondo.
  • LoC INTERNO. Una delle premesse del “manifesting” è che noi abbiamo il potere di plasmare la nostra realtà. Chi pratica il “manifesting” tende dunque ad avere un Locus of Control Interno, ovvero crede nella sua capacità di avere un impatto positivo sulla propria vita. E anche qui, abbiamo diverse ricerche che dimostrano come le persone con LoC interno ottengano migliori risultati nella vita rispetto a chi ha un LoC esterno ed è convinto che tutto dipenda da genetica, destino, condizioni sociali di partenza, etc.

Meraviglioso e allora non ci resta che immaginare i nostri sogni in maniera vivida e desiderarli “fotte, fotte, fotte”, giusto?!

Sbagliato.

Nella migliore delle ipotesi, praticare il “manifesting” ci aiuta ad avere un atteggiamento mentale propizio al raggiungimento dei nostri obiettivi.

Nella peggiore delle ipotesi, però, il “manifesting” rischia di essere…

  • DEMOTIVANTE. Legare le nostre speranze di trasformazione a dei “pensieri magici” non fa altro che deluderci quando queste forze esoteriche tardano a… manifestarsi.
  • INVALIDANTE. Passare anni a visualizzare la nostra vita dei sogni, per poi ritrovarci con un pugno di mosche finisce con l’intaccare profondamente la nostra autostima e può addirittura innescare vergogna, sensi di colpa e stati depressivi. Se ci convinciamo che tutto quello che accade nella nostra vita è il frutto dei nostri pensieri e dei nostri desideri, questo ci porta inevitabilmente a colpevolizzarci quando ci troviamo a vivere momenti difficili (malattie, lutti, etc.).
  • PERICOLOSO. Per alcune persone e in certi contesti, il “manifesting” può essere addirittura pericoloso. Alcuni proponenti di queste pratiche, infatti, arrivano all’estremo di convincersi e convincere i propri adepti che la nostra mente può tutto, anche curare le malattie più gravi. Ne possono conseguire scelte azzardate per la propria salute e quella dei propri cari.

Come ti accennavo, ho una mia teoria sul perché questa moda sia tornata con prepotenza proprio in questi anni.

A partire dal 2020, tra pandemie, guerre, casini geopoltici, dazi e compagnia bella, abbiamo visto gran parte delle nostre certezze sgretolarsi.

Come esseri umani, il bisogno di sicurezza è per noi uno dei bisogni basilari: quando il mondo ci priva delle sicurezze di un tempo, ci appigliamo con tutte le nostre forze a qualsiasi àncora che ci dia anche solo un’illusione di controllo.

Il “manifesting”, da questo punto di vista, è l’àncora perfetta: per riprendere il controllo della realtà e plasmarla a nostro piacimento, ci basta immaginarladesiderarla e… manifestarla.

Purtroppo però, soluzioni “magiche” e semplicistiche non saranno mai la risposta giusta per affrontare la complessità della realtà.

All’interno de “La Svolta” ho voluto offrire un’alternativa migliore.

Va benissimo salvare quelle pratiche del “manifesting” che si dimostrano utili e benefiche (il primo capitolo de “La Svolta” è dedicato proprio all’arte di creare una visione efficace ed entusiasmante per la nostra vita).

Ad un certo punto, però, se vogliamo davvero realizzare una trasformazione positiva nella nostra vita, tutti questi bei pensieri positivi li dobbiamo scaricare a terra, traducendoli in obiettivi, decisioni, azioni, abitudini.

Perché ricorda…

“Non diventiamo quello che pensiamo. Diventiamo quello che facciamo.”

Da questa settimana “La Svolta – 6 passi per trasformare la tua vita nei prossimi 6 mesi” è finalmente disponibile.

Puoi ordinare la tua copia oggi per riceverlo già domani, giorno ufficiale dell’uscita (lo trovi qui).

Ti voglio salutare con un augurio.

Questa settimana non ti auguro di manifestare la vita che desideri… 

Ti auguro di creartela

Di creartela ogni singolo giorno con la disciplina di chi sa cosa vuole, il coraggio di chi osa sempre e la costanza di chi non molla mai.

Alla tua crescita personale,

Andrea Giuliodori.

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