Suona la sveglia.
La rimandi 3 volte.
Passi i primi 20 minuti al buio, con lo smartphone.
Instagram. TikTok. News. Whatsapp.
Instagram. TikTok. News…
Ti trascini fuori dal letto.
È tardi.
Bevi un caffè di corsa con dei biscotti industriali che ti #svoltano (la glicemia).
Sei bloccato nel traffico.
8 ore di riunioni, email, call, review, slides, spreadsheets, brief.
Sei bloccato nel traffico… di nuovo.
Ennesima discussione a casa.
Il TG in sottofondo elenca i peggiori orrori del mondo.
Trascorri la serata praticando il “salto dello schermo”.
Netflix. Tv. Instagram. TikTok. YouTube. Whatsapp. Netflix. Tv. Instagram. TikTok…
Ti trascini dentro il letto.
Ripeti 🔁
Chuck Palahniuk direbbe che…
“Siamo i figli di mezzo della storia.
Non abbiamo né uno scopo, né un posto.
Non abbiamo né la Grande Guerra né la Grande Depressione.
La nostra grande guerra è quella spirituale.
La nostra grande depressione è la nostra vita.”
Cerchiamo inutilmente di colmare un vuoto di senso con il piacere dei sensi.
Ma non troveremo il nostro “Perché” al termine di feed social che scrollano all’infinito o sul fondo del frigorifero.
Dobbiamo scavare più a fondo. Dobbiamo scavare dentro di noi.
Trova il tuo “Perché”
Uno dei modi più curiosi e concreti per trovare il nostro “Perché”, ovvero quell’unicum che dà senso e direzione alla nostra vita, è il metodo suggerito dal saggista Simon Sinek.
Durante una conferenza a cui ho partecipato qui a Londra, l’autore di “Partire Dal Perché“, ha proposto questo “semplice” esercizio…
Entro la fine della settimana, chiama o esci con il tuo migliore amico/a e fagli questa domanda:
“Perché siamo amici?”
All’inizio riceverai risposte generiche del tipo:
– “sei simpatica“.
– “sei una persona buona“.
– “sei in gamba“.
– “sei generoso“.
– etc.
Non ti accontentare.
Fai l’avvocato del diavolo, chiedigli di andare più nel dettaglio:
“Cos’è che ti piace di me nello specifico?”
Probabilmente continuerà a darti risposte vaghe, finché, ad un certo punto, smetterà di parlare di te e inizierà a raccontarti di come la fai sentire in determinate situazioni.
…e quello sarà il momento in cui il tuo amico/a descriverà a parole il valore che tu crei nella sua vita.
Quando accadrà, te ne accorgerai.
Forse ti verrà la pelle d’oca, forse piangerai, ma te ne accorgerai.
Sentire, magari per la prima volta, come arricchiamo la vita degli altri è un’esperienza potente, ma soprattutto è un primo, importantissimo, indizio per comprendere il nostro “Perché“.
Servirà infatti ripetere questo esercizio con altri tuoi amici (evita parenti stretti o partner), e avrai bisogno di tempo per mettere a fuoco le loro risposte.
Ma noterai delle similarità. Alcuni, addirittura, useranno le stesse identiche parole.
Queste risposte, ovvero il modo in cui aggiungi valore alle loro vite, è il tuo “Perché“, è il motivo per cui sei qui.
Il mio è aiutare l’1% di chi parla italiano nel mondo ad esprimere il 100% del proprio potenziale.
Mi auguro che questa newsletter, almeno un pochettino, abbia rispettato questo “Perché” 😊
Buona settimana e a lunedì prossimo!
Andrea Giuliodori.