Sei un Venture Capitalist della Silicon Valley.
Hai guadagnato miliardi di dollari investendo nelle Big del Tech (Google, Yahoo, PayPal, etc.).
A 50 anni, però, crolli a terra durante una riunione di lavoro e da lì a breve ti diagnosticano un raro cancro al sangue.
Dopo innumerevoli visite e test, chiedi al più rinomato specialista al mondo di quella malattia se la risposta alla domanda: “sarò ancora vivo a 70 anni?“, ha tre lettere (“Yes”) o soltanto due (“No”).
“Due“, sentenzia il medico senza troppi giri di parole, gelando il tuo sangue malato.
Oggi di anni nei hai 71, vivi parte dell’anno in un borgo toscano che hai completamente ristrutturato e passi le tue giornate dipingendo, pedalando tra le strade della Val di Cecina con la tua bici gravel rosso fiammante e cenando con i tuoi amici affacciato su centinaia di ettari incontaminati di campagna toscana.

Quella che ti ho appena raccontato è la storia di Michael Moritz, presidente di Sequoia Capital e proprietario della struttura in cui sono stato ospite la scorsa settimana, nei miei ultimi giorni di ferie italiane.
È una storia affascinante, ma mi ha fatto anche riflettere: vivi un’intera vita a rincorrere deal miliardari nella Silicon Valley per poi trovare la serenità in un borgo toscano come Nando al Bar Cisterna di San Gimignano 😅
Mi ha ricordato il racconto del banchiere newyorkese e del pescatore messicano, lo conosci?
Un banchiere di New York, in vacanza in un villaggio di mare messicano, nota un pescatore rientrare con una piccola barca, piena di pesci freschi.
Il banchiere si complimenta e chiede quanto tempo ci sia voluto per pescare così tanto.
“Poco, un paio d’ore”, risponde il pescatore.
Al che il banchiere chiede: “E come passi il resto della giornata?”
“Dormo fino a tardi, pesco un po’, gioco con i miei figli, faccio la siesta con mia moglie Maria, e la sera vado al villaggio a bere vino e suonare la chitarra con gli amici.”
Il banchiere, uno scafato uomo d’affari, allora propone:
“Dovresti pescare più a lungo. Con il ricavato potresti comprare una barca più grande. Poi diverse barche, costruire un impianto di lavorazione, espanderti a Città del Messico, Los Angeles, New York. Potresti diventare ricco!”
Il pescatore chiede: “E dopo?”
Il banchiere: “Dopo, quando sarai abbastanza ricco, potresti ritirarti in un villaggio sul mare, dormire fino a tardi, pescare un po’, giocare con i tuoi figli, fare la siesta con tua moglie, e la sera andare al villaggio a bere vino e suonare la chitarra con gli amici.”
La morale di questa storiella è chiara: non devi passare la tua vita a rincorrere sempre il prossimo obiettivo, quando potresti goderti di più quello che già hai.
In realtà ho sempre trovato questa morale un po’ forzata e semplicistica.
Siamo davvero sicuri che sia facile godersi la vita senza sicurezza economica? La felicità la si raggiunge esclusivamente attraverso il piacere (bere vino, suonare la chitarra, etc.) o piuttosto la possiamo trovare costruendo qualcosa di valore?
Nei giorni passati, osservando il signor Moritz andare in giro per la sua tenuta toscana con maglie e pantaloni sporchi di pittura o con gli attrezzi da giardinaggio, dopo aver passato ore nell’orto del borgo, ho ripensato a queste domande.
Oggi appare sereno (e ancora in vita) grazie al suo percorso di vita e di carriera, e alle sue immense disponibilità, oppure lo è nonostante quel percorso, ovvero perché da quel percorso si è in parte allontanato?
In tutta onestà, io stesso sto cercando una risposta a queste domande.
Intuitivamente sento che sia il banchiere newyorchese, sia il pescatore messicano della storiella, in fondo, hanno torto.
Non ci può essere vera realizzazione nella mera rincorsa del piacere epicureo.
Al contempo, però, la nostra vita non può neanche essere una continua rincorsa del prossimo traguardo.
Se vogliamo davvero vivere appieno la nostra vita, ad un certo punto dobbiamo decidere con esattezza cos’è per noi il successo e una volta raggiunto (ma anche nel mentre) concederci il tempo di pitturare o pedalare con la nostra bici rosso fiammante.
(Possibilmente prima che un medico ci dia la risposta da “due lettere“).
Quali sono le tue riflessioni a riguardo? Se stai partecipando a 365 – Un anno epico, magari ne discutiamo nel nostro forum.
Buona settimana, a lunedì prossimo.
Andrea Giuliodori.