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Buon giorno e buon lunedì.

Se fai già parte del gruppo Facebook di EfficaceMente, forse hai già letto questa storia che ho postato qualche settimana fa.

Ci tenevo comunque a condividerla anche con i +180.000 iscritti alla newsletter del lunedì di EfficaceMente.

Qualche settimana fa ho deciso di trascorrere un weekend di relax a Bath, una graziosa cittadina inglese, famosa per la sua fonte termale, apprezzata anche dagli antichi romani.

Il sabato mattina vado alla stazione di Paddington. Sono in anticipo di 10 minuti, così decido di sedermi davanti ai monitor degli orari.

Treno soppresso. FAN#%LO!

Ad un certo punto si avvicina un signore anziano, con in mano l’immancabile tè nel bicchiere di cartoncino. Si siede al mio fianco e inizia a parlarmi, così, senza tanti preamboli.

Inizia tutta una filippica sulle disavventure dei suoi occhiali (sono visibilmente aggiustati alla bell’e meglio con dello scotch).

Mi hanno insegnato ad essere cortese con tutti, ma onestamente, alle 8 del mattino di sabato, dopo aver scoperto che il mio treno è stato soppresso, preferirei ascoltare Gigi D’Alessio piuttosto che le specifiche delle diverse montature e il costo delle lenti di ricambio!

Dopo due minuti di questa televendita della Salmoiraghi & Viganò, già non ne posso più.

Sto per inventarmi una scusa per allontanarmi, quando chiedo distrattamente al signore dove stia andando.

“Ah, sono appena tornato dall’Australia, ci vado ogni anno in campeggio per 3 mesi. C’è questo posto a sud di Perth con delle onde spettacolari!”

Al che io: “ah, le piace respirare l’aria di mare! Ma come mai se ne va fino in Australia: non sarebbe più comoda e rilassante una vacanza in qualche isola del Mediterraneo?”

“Ma giovanotto, come faccio poi a surfare?! Le correnti che arrivano dall’Antartide creano delle onde perfette!”

E io… MUTO ?

John (questo il suo nome), a 70 anni suonati parte in solitaria ogni anno per farsi 3 mesi di campeggio selvaggio ? e surf ? in una delle zone più remote dell’Australia, con onde ? di parecchi metri.

Ecco, iniziare il mio weekend con questa chiacchierata sveglia-marmotte” mi ha fatto capire che ci raccontiamo un sacco di balle, un sacco di scuse, su quello che possiamo o non possiamo fare.

Non nego che esistano dei limiti reali con cui molti di noi si scontrano inesorabilmente; eppure molti altri limiti sono presenti solo nella nostra testolina e troppo spesso noi ce li teniamo belli stretti…

…perché lasciarli andare significherebbe affrontare una scomoda verità, ovvero che, in ultima analisi, siamo gli artefici del nostro destino e se oggi ci troviamo in un punto di questo percorso chiamato vita che non ci piace, la responsabilità del cambiamento è nostra e solo nostra.

Quindi, ho una sola domanda per te questo lunedì mattina:

Qual è la scusa che ti racconti più spesso per non inseguire i tuoi sogni?

Andrea Giuliodori.

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