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Ciao, buona settimana.

Qualche giorno fa ho pubblicato questa riflessione

Sono infatti sempre più convinto che la crescita della nostra società sia indissolubilmente legata alla crescita personale dei singoli individui che la compongono.

Persone realizzate e soddisfatte contribuisco a creare società prospere e giuste.

Scommentto, però, che questo mio post sul “prendersi cura di sé” ti ha ricordato un’altra famosa storiella; storiella che viene spesso usata nei libri o nei workshop di formazione.

Sicuramente è venuta in mente a più di un commentatore sotto quel post…

Sono certo di averla utilizzata anche io in uno dei +700 articoli che ho pubblicato su EfficaceMente negli ultimi 15 anni.

Eppure, inizio a pensare che questa storiella della mascherina dell’ossigeno in aereo, in realtà, NON è una buona metafora di crescita personale.

Prenderci cura di noi stessi – in caso di emergenze – significa farlo… troppo tardi!

Ricordarci dei nostri bisogni e dei nostri sogni, quando ormai ci manca l’ossigeno, non è un atto di cura verso noi stessi: è mettere un cerotto su uno squarcio dell’anima.

Forse è proprio sbagliata l’espressione: “prenderci cura di noi stessi“.

Il nostro, dovrebbe essere più un atto di prevenzione, che non di cura.

Quando ci dedichiamo del tempo, che sia per coltivare una buona abitudine, una nuova competenza o una nostra passione, non dovremmo farlo per guarire, ma piuttosto per fiorire.

Oggi sono in viaggio verso l’Italia e ogni volta che ritorno, con amarezza, percepisco una diffusa e latente frustrazione.

Noi italiani ci siamo incattiviti.

Temo che questo sia il risultato di decenni in cui la società Italiana (ed europea, più in generale) si è trascurata.

E ora che siamo a corto di ossigeno (che siano opportunità di lavoro per le giovani generazioni o condizioni dignitose per chi ha una famiglia) essere costretti ad indossare la mascherina per sopravvivere nella quotidianità, non ha affatto l’aria di un atto di cura personale.

Non conosco soluzioni politiche efficaci che valgano per l’intera società, ma gli ultimi 20 anni di sperimentazioni su me stesso mi hanno insegnato alcune soluzioni efficaci per il nostro cambiamento personale.

Ce n’è una, in particolare, che ho utilizzato nei periodi “No” della mia vita, quei periodi in cui senti che tutto sembra andare storto e sei lì lì per mollare.

Quando sentiamo di non avere più il controllo sulla nostra vita, il modo più efficace per riprendercelo è quello di concentrare tutte le nostre forze sul miglioramento di una piccola area della nostra quotidianità.

Negli anni, ho chiamato questo approccio: abitudine “chiave di volta”.

Le chiavi di volta erano quelle pietre angolari che consentivano agli archi romani di rimanere in piedi.

Lo stesso vale per la nostra vita: dobbiamo trovare una buona abitudine su cui rifondare la nostra quotidianità.

Esistono decine di buone abitudini tra cui puoi scegliere (qui trovi un elenco di ben 100 sane abitudini per cambiare stile di vita).

Ma il vero segreto non è tanto scegliere l’abitudine perfetta, quanto piuttosto concentrare tutte le tue energie per formare questa abitudine.

Farlo ti aiuterà a realizzare che, quando ti ci metti d’impegno, tu SEI CAPACE di cambiare la tua vita.

…e questa è la consapevolezza più grande che puoi donarti per iniziare a prenderti seriamente cura di te.

Bene, mi auguro che questa newsletter ti abbia ispirato a riprendere in mano le tue giornate.

Noi come sempre, ci rileggiamo lunedì prossimo.

Andrea Giuliodori.

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