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Buon lunedì,

Giugno 1910. Il capitano britannico Robert Falcon Scott e l’omonimo norvegese Roald Amundsen sono da poco sbarcati sulle coste del continente antartico.

Due equipaggi. Due nazioni. Stesso obiettivo: conquistare per la prima volta nella storia umana il polo sud.

Ma Scott e Amundsen hanno idee molto diverse su come intendono raggiungere la propria meta…

Il piano del capitano norvegese è molto semplice: 15 miglia al giorno, ogni singolo giorno.

Bel tempo o tempesta, ogni giorno il suo equipaggio dovrà completare le sue 15 miglia. Ne un passo in più, ne un passo in meno.

Il capitano Scott la pensa diversamente.

Vuole che sia la Gran Bretagna a conquistare per prima il polo sud e non intende scendere a compromessi finché l’obiettivo non sarà raggiunto.

Per farlo i suoi uomini marceranno dall’alba al tramonto nelle giornate di sole e potranno recuperare quando le condizioni meteo saranno impraticabili.

Amundsen vede partire l’equipaggio inglese di gran lena e dopo pochi giorni le due spedizioni si perdono di vista nella vasta distesa antartica.

Il capitano norvegese è divorato dai dubbi, ma decide di attenersi al suo piano: 15 miglia al giorno.

Passano i mesi, le due spedizioni affrontano difficoltà indicibili, ma il 14 dicembre 1911 il polo sud viene finalmente conquistato.

È Amundsen e il suo equipaggio a piantare la bandiera norvegese laddove essere umano non era mai arrivato.

Poco dopo, i norvegesi intraprendono il viaggio di ritorno, rispettando sempre religiosamente la regola delle 15 miglia al giorno.

Rientrano tutti sani e salvi alla base.

Ben 34 giorni dopo la conquista norvegese del polo sud, anche Scott e gli altri quattro membri del suo equipaggio giungono alla meta tanto ambita.

Ma sono esausti e demoralizzati a causa delle marce estenuanti e delle lunghe battute di arresto.

Purtroppo perderanno tragicamente la vita tutti e cinque nel viaggio di ritorno verso le coste antartiche.

Ecco… noi non dobbiamo conquistare il polo sud, eppure, troppo spesso, di fronte alle nostre di mete, ci incaponiamo come il capitano britannico Scott.

Ci sono periodi in cui facciamo delle tirate incredibili, senza risparmiarci e senza riposare.

…e altri in cui, sferzati dalle inevitabili “tempeste della vita“, ci perdiamo completamente, non riuscendo a fare il benché minimo progresso.

Per carità, poi magari ci arriviamo anche al nostro “polo sud”, ma a che prezzo?

Come sarebbe, invece, la nostra vita se finalmente adottassimo il “metodo Amundsen“?

Come sarebbe la nostra vita se diventassimo…

– Lenti, ma inesorabili.
– Attenti al nostro riposo, ma determinati a conquistare i nostri traguardi più ambiziosi.
– Pronti a competere, ma focalizzati esclusivamente sui nostri progressi quotidiani.

Ti lascio con una formula che possa sintetizzare il “metodo Amundsen”:

Piccole azioni efficaci + costanza + tempo
=
CAMBIAMENTO RADICALE

…mi auguro ti sia di ispirazione. Buon viaggio.

Andrea Giuliodori.

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