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Buon lunedì,

qual è la tua prima reazione a pelle appena leggi la parola “routine“?

Il concetto di routine (o abitudine) generalmente suscita due risposte viscerali:

– C’è chi si sente letteralmente soffocare all’idea di avere la propria vita scandita da delle abitudini che si ripetono identiche ogni santo giorno.

– E c’è invece chi trova nelle routine quotidiane un senso di pace e controllo.

Hanno ragione i primi o i secondi?

Probabilmente entrambi gli “schieramenti” hanno qualcosa da imparare gli uni dagli altri.

Avere troppe rigide routine rischia di svuotare la nostra vita di significato, trasformandola in una sequela di azioni robotiche ripetute fino alla nausea.

Allo stesso tempo, vivere alla giornata come poeti romantici di fine ‘800 non necessariamente contribuisce alla nostra creatività e soddisfazione.

E proprio sul tema “routine e creatività” voglio proporti un punto di vista alternativo.

Molti di noi credono che la routine uccida la creatività, ma come si spiega allora che alcuni dei più prolifici artisti, scrittori e pensatori degli ultimi secoli fossero dei maniaci delle routine?

Alcuni esempi?

Il grande filosofo Immanuel Kant era l’efficienza fatta persona.

Ha vissuto la sua intera vita nella piccola cittadina di Königsberg ed era talmente metodico e routinario che i suoi vicini potevano sincronizzare i loro orologi semplicemente osservandolo.

Ogni mattina si svegliava sempre alle 5:00 in punto, si metteva a lavorare ai suoi saggi per esattamente 3 ore e poi insegnava all’università per altre 4 ore.

Dopo aver pranzato nel suo solito ristorante, alle 15:30 spaccate si avviava per la sua consueta passeggiata al parco. Rientrato cenava con un suo amico (sempre lo stesso) e poi andava a dormire alle 22:00.

Nonostante questa metodicità quasi soffocante (o forse proprio grazie ad essa), il filosofo tedesco è stato uno dei pensatori più prolifici e influenti del XVIII secolo.

Che dire poi dello scrittore giapponese Haruki Murakami, autore dello splendido romanzo Norwegian Wood.

Nei mesi che dedica alla stesura di un nuovo libro, Murakami segue una rigida routine “atletico-letteraria”.

Si sveglia ogni giorno alle 4:00 e scrive per almeno 5 o 6 ore, con l’obiettivo di portare a termine almeno 10 nuove pagine.

Nel pomeriggio corre per 10 km o nuota per 1500 m. Rientrato a casa, dopo la doccia, legge o ascolta della musica. Alle 21:00 è già a letto.

Intervistato sull’argomento, il romanziere giapponese ha affermato che seguire questa rigida routine ogni giorno lo aiuta ad entrare in una sorta di trance creativa.

Rispettare questa precisa sequenza di abitudini per periodi che possono durare 6 mesi o un anno, ha inoltre aiutato Murakami a sviluppare una forza fisica e mentale che traspare in ogni pagina dei suoi romanzi.

Dovremmo dunque sviluppare anche noi delle routine così rigide per coltivare la nostra creatività e realizzare i nostri obiettivi più ambiziosi?

No, non necessariamente.

Quello che però vorrei che ti rimanesse di questa newsletter del lunedì è questo semplice messaggio:

anche il più bel quadro del mondo può essere confuso con lo sfondo, se non è opportunamente esaltato dalla giusta cornice.

Non sottovalutare dunque il potere delle routine: non uccidono la tua creatività e la tua indole più profonda, anzi, possono aiutarti ad esprimere appieno il tuo potenziale.

Se in questo periodo senti che stai sprecando molte energie, senza però fare reali progressi, inizia a pensare a come poter introdurre alcune piccole abitudini che diano maggiore struttura alla tua giornata.

In questa sezione di EfficaceMente trovi decine di articoli dedicati proprio a questo argomento:

Articoli sulle abitudini (clicca qui)

Buona lettura e buona settimana.

Andrea.

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