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Forse è capitato anche a te…

passi davanti ai tuoi libri e senti il bisogno di sfogliarne uno che avevi letto tanti anni fa e che ti aveva ispirato.

A me succede, di tanto in tanto, e quando riprendo in mano un libro dopo 5, 10 o addirittura 20 anni (eh lo so, ormai sono quasi arrivato alla soglia degli -anta 😅) mi sembra di leggere un testo completamente nuovo.

Ma a cambiare sono stati i miei occhi e le mie esperienze.

Questa premessa per dirti che l’altro giorno ho ripreso in mano “Brodo caldo per l’anima” di Jack Canfield, un classicone del self-help (che tra l’altro, all’epoca, non mi aveva neanche preso più di tanto).

Ho comunque iniziato a sfogliarlo finché non mi è capitata sottomano la storia di Nadine Stair, una storia che avevo completamente dimenticato.

Leggerla mi ha commosso e ispirato e volevo assolutamente condividerla con quei pochi lettori affezionati che leggeranno la newsletter del lunedì di EfficaceMente anche nella settimana di Ferragosto 😊

Ecco la risposta della vecchia signora di Louisville alla domanda: “Come avrebbe vissuto la sua vita diversamente se ne avesse la possibilità?”

“Se potessi vivere di nuovo la mia vita, nella prossima cercherei di commettere più errori.

Non cercherei di essere così perfetta, mi rilasserei di più.
Sarei più giocherellona di quanto non lo sia già stata; di fatto prenderei ben poche cose sul serio.

Correrei più rischi, farei più viaggi, contemplerei più tramonti, scalerei più montagne, nuoterei in più fiumi. Visiterei più luoghi in cui non sono mai stata, mangerei più gelati e meno fagioli.

Avrei sicuramente più problemi reali e meno immaginari.

Vede, io sono stata una di quelle persone che hanno cercato di vivere la propria vita con serietà e senso del dovere, ora dopo ora, giorno dopo giorno.

Certo, ho avuto i miei momenti, ma se potessi tornare indietro, cercherei di averne di più. In realtà non farei altro che cercare di vivere intensamente questi singoli istanti, uno dietro l’altro, invece di vivere così tanti anni programmando il mio domani.

Io ero una di quelle persone che mai sarebbero partite senza un termometro, una borsa dell’acqua calda, un ombrello e un paracadute!

Se potessi tornare a vivere, vivrei più leggera.

Se potessi tornare a vivere comincerei a camminare scalza all’inizio della primavera e resterei a piedi nudi fino alla fine dell’autunno.

Danzerei di più, farei più giri in giostra e giocherei di più con i bambini, se mi trovassi di nuovo la vita davanti.

Ma vede, ho 85 anni e so che sto morendo.”

Mi auguro davvero che tu stia vivendo con intensità e intenzionalità queste giornate di pausa agostana.

A presto,

Andrea Giuliodori.

Ps. Sì, lo so, facendo un controllo prima di inviare la newsletter ho visto che una versione simile dello scritto che ti ho condiviso gira anche sui social ed è attribuita al poeta Jorge Luis Borges.

Ho verificato, e si tratta di un’attribuzione errata.

A lunedì prossimo 😉

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