Hai mai sentito parlare di intelligenza emotiva? In questo nuovo articolo scopriremo cos’è e come può aiutarci a migliorare la nostra vita professionale e personale.
Introduzione all’intelligenza emotiva
L’altro giorno ero nella libreria Daunt Books, qui a Londra, in cerca di un libro da regalare alla mia ragazza.
Entrato in negozio, chiedo indicazioni alla prima commessa che incrocio, sorridente e carino. Lei cerca un po’ e, sorridente e carina, mi chiede di aspettare e va ad avvisare la sua responsabile. Io la ringrazio, sorridente e carino.
Il mondo è sorridente e carino. Mi metto a guardare quanti libri sorridenti e carini potrei portare via con me. Finché non arriva la responsabile.
Né sorridente, né carina.
Ha un perenne cipiglio e un paio di rughe d’espressione di fastidio stampate ai lati delle labbra.
“Good morning” – lo dice come ringhiando.
E poi aggiunge: “Adesso cerchiamo nel database”, con la stessa intonazione con cui manderesti a quel paese qualcuno che ti ha appena tagliato la strada.
“L’edizione che sta cercando non esiste” mi dice due minuti dopo, già bella che scocciata perché mi sono permesso di farle perdere tempo prezioso.
Sorridente e carino l’ho ringraziata, ho tirato fuori lo smartphone e, ancor prima di uscire dalla libreria, ho ordinato la famosa edizione “inesistente” su Amazon.
Ti ho raccontato questo episodio per introdurti nel mondo dell’intelligenza emotiva.
Se non hai mai sentito parlare di Q.E. (Quoziente Emotivo), sappi che la commessa della libreria ne aveva molto. La Responsabile, al contrario, aveva lo stesso Q.E. di un comodino.
Perché il Q.I. (Quoziente Intellettivo) non è tutto
“Più le nostre emozioni saranno coscienti, più la nostra esistenza sarà libera.”
Daniel Goleman.
Per anni siamo stati abituati ad associare l’intelligenza soprattutto a capacità di tipo logico-matematiche. Cose come far bene i conti, ragionare con sistematicità e con ordine o essere in grado di risolvere un cubo di Rubik!
Questo tipo di intelligenza è stato a lungo considerato uno dei fattori chiave del successo professionale.
Pian piano, però, i ricercatori hanno iniziato a notare uno strano paradosso: da una parte, infatti, c’erano persone con un quoziente intellettivo altissimo, che tuttavia tendevano a fallire miseramente sia nella carriera, sia nella vita privata. Dall’altra parte, invece, c’erano persone che pur non avendo spiccate doti logico-razionali, facevano delle carriere stupefacenti e ottenevano grandi soddisfazioni anche nella sfera personale.
Questi ultimi magari non erano mai stati in grado di risolvere il famoso cubo di Rubik, ma si erano dimostrati eccezionali in molti altri ambiti.
Cos’è l’intelligenza emotiva?
Da queste osservazioni si è scoperto che, per realizzare i propri obiettivi e vivere una vita felice, è necessario anche un altro tipo di intelligenza: l’intelligenza delle nostre emozioni, misurata appunto tramite il quoziente emotivo. In poche parole, la cosiddetta ‘intelligenza emotiva’. Ma cosa significa realmente?
Lo sapete, noi di Efficacemente abbiamo il vizio di spiegarvi sempre dalle basi l’argomento che andremo a trattare: l’intelligenza emotiva è un aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni. Ed è davvero molto, ma molto importante nella nostra vita. In questo articolo, ti spiego passo passo il motivo.
Perché è importante?
Questa abilità è considerata sempre più importante nella vita quotidiana ma anche nel mondo del lavoro dove può aiutarti a:
- Riuscire a prendere decisioni con facilità.
- Avere un ottimo autocontrollo.
- Dimostrare una buona consapevolezza di sé.
- Praticare la propria creatività.
- Essere entusiasti e trasmettere entusiasmo.
- Continuare ad essere perseveranti.
- Conservare il proprio ottimismo e la propria speranza anche nei momenti più difficili.
- Essere bravissimi a stabilire legami sociali e a cooperare con gli altri.
Queste scoperte hanno poi raggiunto il grande pubblico soprattutto grazie al bestseller “Intelligenza emotiva” del Prof. Daniel Goleman .
Vediamo dunque come le emozioni, spesso bistrattate, siano in realtà una delle componenti fondamentali per vivere… EfficaceMente.
Cos’è l’intelligenza emotiva secondo Goleman
Lo psicologo statunitense Daniel Goleman, grazie al suo libro, è stato senza dubbio il veicolo per portare il concetto di Intelligenza Emotiva a un pubblico sempre più ampio. Nella sua celebre opera, Goleman spiega che l’intelligenza emotiva è la capacità che ci consente di riconoscere i propri sentimenti e quelli degli altri e di gestire le emozioni in modo efficace.
Per questo motivo, l’intelligenza emotiva, in molti ambiti, può risultare ben più importante di quella mentale al fine del successo personale: saper controllare le proprie emozioni e conoscere quelle altrui ci dà la possibilità di prendere le decisioni con più lucidità verso benefici più duraturi nel tempo.
Per Goleman, nello specifico, la competenza emotiva non è un aspetto, ma l’aspetto (!) fondamentale per vivere una vita piena ed emotivamente equilibrata sul piano personale e su quello delle relazioni sociali.
Come svilupparla
L’intelligenza emotiva è presente in ognuno di noi e ha un suo potenziale che deve essere sviluppato. Si impara fin da piccoli a rapportarsi con le proprie emozioni e per questo è molto importante che ogni essere umano venga guidato sin dai primi anni di vita nel percorso di “alfabetizzazione emozionale“, cioè nell’imparare a riconoscere, esprimere e gestire le loro emozioni.
Tuttavia, come ci diciamo spesso su Efficacemente, non è mai troppo tardi per imparare. Quindi, anche quando si è adulti si può lavorare su sé stessi per migliorare la propria intelligenza emotiva, e di conseguenza la qualità della propria vita e delle proprie relazioni. Per farlo bisogna lavorare su sé stessi e su aspetti come:
- La consapevolezza di sé.
- La gestione di sé.
- L’empatia.
- La motivazione.
- Le abilità sociali.
Avere un cuore da 110 e lode
Non sono semplicemente una debolezza del gentil sesso o un accessorio infantile da reprimere una volta cresciuti. Le emozioni sono impulsi che ci rappresentano e che ci mettono in relazione con il mondo.
Grazie alle emozioni siamo in grado di “colorare” gli avvenimenti più importanti della nostra vita e impariamo a gestirli nel modo migliore. Anche se a prima vista potrebbe non sembrare, la loro azione è un aiuto importantissimo proprio per la mente logica.
Le emozioni, ad esempio, aiutano la nostra parte più razionale a fare scelte migliori.
Se siamo in grado di prendere decisioni giuste per noi e la nostra vita, è proprio grazie agli indizi che la nostra componente emotiva invia di continuo alla parte razionale.
Se non provassimo gioia, noia o disgusto per le diverse possibilità, non potremmo determinare se diventare archeologi, medici o pittori, se tentare una strada nuova o rimanere sulla via prestabilita.
Se vuoi approfondire ti consiglio quest’intervista al neurologo Antonio Damasio:
Le sensazioni viscerali, inoltre, (i famosi “buoni o cattivi presentimenti“) ci proteggono da decisioni disastrose e ci spingono verso quelle strade che sono più adatte a noi.
Insomma, senza emozioni non potremmo vivere. E sviluppare il nostro quoziente emotivo è fondamentale per imparare a gestire le nostre e le altrui emozioni.
L’intelligenza emotiva fa venire i super-poteri!
L’intelligenza emotiva, come abbiamo visto, è l’arte di avere a che fare con le emozioni; non solo le nostre, ma anche quelle degli altri.
Ma quali sono i super-poteri di chi ha un elevato quoziente emotivo? Eccoli…
1) Conoscere le proprie emozioni
Hai l’impulso di abbandonare la tua facoltà perché non ne puoi più o perché l’idea degli esami ti mette ansia? Hai urlato contro il tuo partner perché sei in collera o triste? A mali diversi, diversi rimedi. Fermarsi a capire qual è il motivo emotivo di certe nostre reazioni serve a identificare anche i modi migliori per avere a che fare con quella determinata emozione.
2) Imparare a controllarle
Decapitare il vicino che per l’ennesima volta ha parcheggiato nel tuo posto? Certo, si può fare. Ma forse sarebbe un pelino esagerato? Forse potresti calmarti un attimo e impiegare tutta questa energia per qualcos’altro. Forse, eh.
Mi raccomando, però, controllo non significa repressione. Anzi! Le emozioni ci danno delle preziose informazioni su di noi e reprimerle non solo è inutile, ma è anche dannoso:
- Se reprimiamo delle emozioni, queste a lungo andare finiranno per opprimerci o per esplodere nei momenti meno opportuni. Hai mai sentito parlare del pluriassassino che, a detta del vicino, “era tanto una brava persona”?
- Le emozioni arrivano sempre per un motivo. Impara ad interpretarle e usale come GPS per guidarti nella direzione dei tuoi sogni. Hai mai pensato, ad esempio, che la paura potrebbe essere un invito ad andare avanti verso qualcosa che ti permetterà di crescere ed evolvere e non un segnale di stop e pericolo?
- La repressione emotiva costa fatica, sia al tuo corpo che alla tua mente. Prova a pensare se quella stanchezza inspiegabile che ti capita di provare non sia magari collegata a questa pressione emotiva di cui ti sei caricato.
- Reprimere le emozioni porta alla passività. Ce ne sentiamo tanto sopraffatti da paralizzarci nell’inazione.
Controllare le emozioni vuol dire saperne gestire la durata ed esprimerle in maniera più proficua. Raggiungere un proprio equilibrio.
3) Sapersi motivare
Hai mai notato che le persone che consideriamo più fortunate, spesso hanno anche un atteggiamento positivo nei confronti della vita?
Certo, come non sorridere agli eventi se tutto fila liscio, giusto?!
Ma è nato prima il c**o o l’ottimismo?
Eccessiva preoccupazione e tensione appannano la nostra capacità di giudizio e mettono a repentaglio le nostre prestazioni, mentre il buon umore e una mente serena possono regalarci veri e propri lampi di genio.
Quando siamo sereni o felici, il nostro pensiero diventa più flessibile, dinamico, complesso, creativo, rapido ed entra più facilmente in quello stato di grazia che è l’ispirazione (o flow).
L’ottimismo (non l’eccessiva ingenuità!) è quella fiducia nella vita che ci porta a dare la giusta importanza a fallimenti e insuccessi.
Gli ottimisti, infatti, non li considerano situazioni destinate a ripetersi, ma componenti naturali della vita e occasioni per aggiustare il tiro. E proseguono nella vita con la convinzione di avere sia la volontà che i mezzi per raggiungere i propri obiettivi”.
4) Riconoscere le emozioni degli altri
Da piccolo ti sarà certamente capitato di incontrarne uno.
Sto parlando del bambino-fenomeno che se tu eri a casa influenzato ti parlava di tutti i suoi piani magnifici per la settimana bianca che avresti dovuto saltare. E tu, se prima eri triste, affondavi ancora di più nella disperazione.
Un vero campione in erba di intelligenza emotiva.
Comprendere le persone che ti circondano e i loro stati emotivi è un’abilità essenziale per capire come muoversi meglio nel mondo.
Il cuore di tutto è una buona osservazione e un buon ascolto. Prima di parlare, cerca di ascoltare veramente, senza fretta.
- Non criticare.
- Non minimizzare.
- Non fare prediche.
- Non consigliare.
- Non analizzare.
- Non rassicurare.
- Non chiedere perché.
5) Essere bravi a gestire le relazioni
Le persone che manifestano una buona intelligenza emotiva sono a loro agio con gli altri.
Sanno dare, ricevere, rifiutare e chiedere.
- Dare: sono generosi, dedicano tempo e attenzioni. Fanno complimenti sinceri e vivi.
- Ricevere: accettano volentieri aiuto, esprimono la loro gratitudine e felicità. Bandiscono dal proprio modo di parlare formule del tipo: “Non dovevi!”, “Non serve” o “Non importa”.
- Rifiutare: sono capaci di dire di “No” quando non vogliono fare qualcosa. In questo modo, i loro “Sì” sono pieni e di cuore, senza traccia di tentennamenti.
- Chiedere: non hanno problemi a domandare aiuto, riscontro e attenzione verso i propri bisogni.
Avere un buon rapporto con questi quattro verbi permette di sviluppare le capacità più importanti per il successo interpersonale:
- La capacità di analizzare la situazione sociale.
- La capacità di provare empatia e creare legami.
- La capacità di organizzare i gruppi.
- La capacità di negoziare soluzioni, mediare, prevenire e risolvere i conflitti.
Tutti i più bravi leader, gli insegnanti illuminati, gli oratori potenti, gli artisti carismatici manifestano i segni di questi talenti emotivi.
È facile condividere le loro idee perché, in qualche modo, ti capiscono e valorizzano, anche se siete distanti.
È facile amarli, perché espandono un’energia buona e calda.
Ora che abbiamo visto quali sono i super-poteri di chi ha un elevato quoziente emotivo, vediamo alcuni consigli pratici per allenare la nostra intelligenza emotiva, applicandola allo spettro delle nostre emozioni.
Emozioni fantastiche e come gestirle
Hai già visto il film di animazione “Inside Out?” Ti presento alcune delle principali emozioni che toccano le nostre vite.
Vediamo perché nascono, cosa comportano e come difenderci dagli eccessi.
La Gioia
Ci rilassa e insieme ci dona energia. La proviamo quando un nostro obiettivo si è realizzato. È l’emozione della libertà, della riuscita e della compiutezza. Ci illumina e ci appaga.
Non a caso il termine “entusiasta”, che deriva dal greco, significa letteralmente: “avere una divinità dentro di sé”.
Quando siamo felici siamo sereni e disponibili. E anche più intelligenti, più leggeri, più sani, più belli, più alti – camminiamo tre metri sopra il cielo (non a caso la gioia va a braccetto con l’amore).
Quando sei felice, sentiti libero di dare sfogo alla tua emozione: corri, salta, balla, grida, abbraccia!
La vera gioia è uno spettacolo per gli occhi e il cuore.
La Sorpresa
Questa emozione rapidissima (è quella che dura di meno, per poi lasciare spazio alle altre) segnala qualcosa di nuovo e imprevisto al nostro organismo, che si attiva all’istante. Il nostro cuore batte più veloce e il cervello si accende, dedicando una completa attenzione alla novità e scolpendola nella memoria.
Vivere sempre meglio, questo era lo scopo ancestrale della sorprese.
E quelle brutte?
Quando la novità è troppo lontana da noi e dalle nostre esperienze, le nostre energie fisiche e mentali vengono stimolate in maniera eccessiva e proviamo un senso di stress.
Che siano più o meno piacevoli, gusta sempre a pieno il sapore dei colpi di scena della tua vita: non avere fretta di distrarti. Arricchirai di sapore e dimensione la tua vita.
Il Disgusto
È la medicina preventiva più antica che ci sia, uno scudo programmato per proteggerci da tutto quello che può attentare alla nostra vita fisica o interiore. I segnali che ci rimanda alla presenza di cibi, oggetti o persone tossiche, preservano la nostra salute e la nostra integrità etica.
Ma anche le emozioni a prima vista più negative hanno una loro utilità…
La Paura
Nasce per salvarci la vita. Acuisce i nostri sensi e attiva tutto il nostro corpo o, al contrario, lo paralizza (di fronte a un animale feroce, la soluzione ancestrale migliore era fingersi morti!). Il punto è non aumentarla, ma neanche minimizzarla: non farà altro che toglierti energie.
Primo soccorso:
- Fai un bel respiro. Respirare bene e con coscienza aiuta a riequilibrare corpo e mente.
- Sii più sensuale. Cambia prospettiva provando a concentrarti sulle sensazioni che ti rimandano i sensi come il tatto o l’olfatto. Tieni ad esempio un oggetto tra le mani e percepisci la sua superficie, l’odore che emana, i lievi suoni che produce fra le tue mani.
- Goditela. Ci sono situazioni in cui la paura non ha un reale scopo salva-vita (tutte le paure sociali, per esempio). In quei casi puoi approfittare dell’energia che ti regala la paura e utilizzarla in senso positivo. Devi affrontare una prova sociale che ti mette paura? Preparati, ma senza strafare. Ricorda che non potrà succederti nulla di male: niente incidenti, attacchi di belve feroci né un rifiuto mortifero da parte della comunità. Al massimo non sarai brillantissimo e la prossima volta andrà meglio. Poi, concentrati. Sii attivo nei confronti dell’interlocutore o del pubblico. Più che sentirti guardato, guarda con interesse. Prenditi il piacere di farlo. Apprezza quello che fai. A poco a poco, dalla paura sorgerà un’altra emozione che non credevi di provare: il desiderio di fare quello che temevi.
La Rabbia
Anche questo è uno stato emotivo che porta un’eccezionale surplus di energia: nasce per combattere un’ingiustizia e permettere la nostra affermazione nel mondo. Come dicono i saggi: “Non sopprimere la rabbia, ma non agire mai sotto il suo impulso.”
Primo soccorso:
- Informati. Capire la situazione attraverso dettagli ulteriori porta a smussare la sensazione di ingiustizia.
- Raffreddati. Se ti è possibile, allontanati dal luogo della discussione e dalle persone con cui litighi. L’emozione diminuirà d’intensità. Fai una lunga passeggiata in un luogo naturale. Vai al cinema da solo. Leggi un libro che ti faccia immergere nella storia. Le distrazioni buone portano la mente lontano dai pensieri negativi.
- Scrivi Guerra e Pace. Invece dell’ennesimo servizio di piatti, prendi in mano la penna e un pezzo di carta (non il computer) ed esprimi lì tutta la tua rabbia. Scrivi tutto, ma proprio tutto, quello che ti passa per la testa.
La Tristezza
Sembra sempre difficile crederlo, ma anche la tristezza ha una sua funzione. Quella mancanza di energia, quel ripiegamento e quel disinteresse verso la vita superficiale hanno il compito di portarci più in profondità dentro noi stessi, farci metabolizzare il lutto di una perdita e riemergere, con una rinnovata saggezza, verso nuovi progetti. Attenzione: sto parlando di tristezza, e non di depressione clinica. Come per tutte le altre emozioni negative, l’importante è che la sua durata non sia eccessiva.
Primo soccorso
- Muoviti! Può sembrare l’ultima cosa da fare quando si è sopraffatti dalla malinconia, ma praticare dell’attività fisica aerobica è uno dei rimedi più rapidi per lasciarsi la malinconia alle spalle. Il segreto? La tristezza abbassa il grado di attivazione del nostro organismo; il movimento, al contrario, comporta una grande attivazione che spinge verso un altro stato emotivo.
- Amici e famiglia. Invece di rinchiuderti in una cella di isolamento per giorni, passa del tempo con le persone a cui tieni.
- Vinci. Non serve andare in ricevitoria. Basta che ti apparecchi un successo facile: termina un lavoro lasciato a metà da tempo o sistemati al meglio per il giorno successivo. Ti darà una piccola ma interessante sferzata di soddisfazione.
- Capovolgi. Quando sei triste tendi ad avere pensieri molto assolutistici. “Mai”, “sempre”, “nessuno”, “niente” sono le parole che costellano la tua mente. Prova a ragionare in maniera totalmente opposta. Hai perso il lavoro? Concentrati su tutto quello che non andava in quel lavoro, al tempo che ti prendeva, alle tensioni con i colleghi… Guarda la perdita in maniera positiva e paradossale. Sarà più semplice uscire dal loop e pensare in maniera molto più costruttiva e creativa.
- Aiuta. La tristezza è un momento di grande concentrazione su se stessi e sulle proprie dinamiche interiori. Dedicare del tempo e delle energie a chi ne ha bisogno porta lontano dal proprio rimuginare.
- Coltiva la tua spiritualità. Che sia tramite la meditazione o le pratiche che più ti riportano a te stesso.
La Preoccupazione
Sì, anche lei -se equilibrata- serve. Fa sì che la nostra mente si concentri in maniera efficace su situazioni spiacevoli che potrebbero verificarsi allo scopo di difenderci.
Anticipando le situazioni che percepiamo come pericolose, abbiamo tutto il tempo per individuare o creare le soluzioni migliori. I problemi sorgono quando la preoccupazione diventa una compagna cronica (e, per alcuni, un fedele rifugio o, addirittura, un singolare portafortuna!).
Primo soccorso
- Riflessi pronti. La prossima volta che ti succede, riconosci subito i primi pensieri ispirati dalla preoccupazione. L’auto-consapevolezza è già un ottimo modo per creare una distanza tra te e loro.
- Rompiti le scatole. Scettico. Critico. Analitico. Minuzioso. È il momento di infilare gli occhiali e sfoderare tutte le migliori armi da primo della classe per mettere sotto esame i tuoi stessi pensieri. “Quella tal cosa potrebbe davvero verificarsi?”, “Ma ne sei sicurissimo?”, “Sulla base di che elementi, sentiamo!”, “E che probabilità ci sono?”, “Non mi sembra proprio che ci sia un’unica alternativa”, “Si potranno prendere delle misure difensive, no?”, “Ragioniamo su come trovarle”. Per poi arrivare, presto o tardi, all’ultima battuta: “Ma non ti sei stufato di passare tutto questo tempo così?”
Intelligenza emotiva: conclusioni e un test di Q.E. per te…
E tu, che quoziente emotivo hai?
Per chiudere in bellezza questo articolo, ho pensato ad un semplice test attraverso il quale potrai misurare il tuo attuale livello di Q.E. e alcuni consigli pratici per migliorarlo:
Fammi poi sapere il risultato che avrai ottenuto nei commenti :-)
A presto,
Andrea Giuliodori.
Ottimo livello, archetipo del Re :D …come motivare di prima mattina!! Grazie Andrea
Bene ;-) Buona settimana.
Risultato test:
Buono
Buona settimana.
Valeria
“Per poi arrivare, presto o tardi, all’ultima battuta: “Ma non ti sei stufato di passare tutto questo tempo così?” ”
Eh già! Quante volte poi, alla fine, per fortuna, sono arrivato a questo punto!
Che liberazione!
Bell’articolo Andrea, come sempre.
In questo periodo di difficoltà avevo già scelto di non scappare dalle mie emozioni negative, anzi.
Ho scelto di identificarle e di “assaporarle”
Il tuo articolo è stato un piacevole promemoria.
Grazie mille. :)
Molto bene Alessio!
Archetipo del Re…evvai, messo sul cv ! :D
:-D
Articolo molto efficace e concreto, come sempre, grazie :)
Articolo davvero illuminante, ho letto proprio recentemente il libro di Daniel Goleman. Profilo da Archetipo del Re!!
Ottimo, ne sono felice :)
Buongiorno! Grazie per questo ulteriore interessantissimo articolo. Avevo già sentito parlare di intelligenza emotiva e devo avere anche un testo in casa a riguardo…andrò a ricercarlo e rileggerlo con più consapevolezza. Anch’io come risultato ho avuto “Archetipo del Re/Regina”, sono stata molto onesta durante il test e non pensavo a un risultato così positivo in realtà. E’ incredibile quanto siamo critici verso noi stessi a volte. Mi sa che è arrivato il momento di scaricare APP :D Ciao Andrea una buona settimana sorridente e carina a te!
Ahahaha, anche a te Jessica :)
Io non ho capito perché la responsabile fosse scontrosa. Era l’ora di chiusura del negozio? O cos’altro?
No, era solo stronza! :-D
“Hai mai pensato, ad esempio, che la paura potrebbe essere un invito ad andare avanti verso qualcosa che ti permetterà di crescere ed evolvere e non un segnale di stop e pericolo?”.
È vero. In molti casi è proprio così, Andrea.
Archetipo del re. Mi ci sono ritrovata in pieno, dalla Regina bambina frignona che ero a quella che sono diventata dopo aver riscoperto la mia autostima e amor proprio. Qualche volta tendo ancora a cadere nella debolezza, ma quest’anno epico mi ha insegnato il valore della tigna! Never give up! Grazie Anrea! :-D
Grande Elisa!
Ebbene sì, ho dei “vampiri mentali” da allontanare per poter tornare a “pensare positivo”. Incredibile per tutti quelli che, conoscendomi, giurerebbero il contrario. io dico: è vero. Grazie per questo “schiaffone” in pieno volto, che mi aiuterà a stimolare un atteggiamento positivo, se sarò costantemente rivolta all’azione. Grazie Andre!
:)
Ciao Andrea, sto vivendo un momento di cambiamento. Il lavoro che amo lo condivido con persone che non mi piacciono e ascoltando la mia pancia ho capito che è arrivato il momento di cambiare.
Quante persone nella mia stessa situazione saranno capitate in un tuo articolo per cercare fiducia in sé stessi!!!
Nella ricerca di un nuovo lavoro mi è stata offerta un’opportunità che per quello che faccio equivale a lanciarsi dalla cima di una montagna col paracadute e senza istruttore. Ecco. La paura, l’ansia, la preoccupazione, la tristezza, la rabbia, la sorpresa.. un mix che sto vivendo, tutto assieme.
Nel tuo articolo scrivi: “Hai mai pensato, ad esempio, che la paura potrebbe essere un invito ad andare avanti verso qualcosa che ti permetterà di crescere ed evolvere e non un segnale di stop e pericolo?” magari, la paura che sto vivendo è davvero un invito ad andare avanti… a lanciarmi dalla montagna (in senso figurato, ovvio!)
Allora … ho letto l’articolo ed è davvero interessante. Per l’appunto scrivi articoli sempre molto interessanti e per questo ti faccio i miei complimenti.
Ma … avrei una domanda :D
qui leggo commenti con risultato al test di “archetipo del Re” – lo stesso avuto da me.
Coincidenza che la gente scrive questo o è molto facile essere di questa categoria tramite questo test? come per incoraggiare e imprimere autostima e conforto intendo (il ché non sarebbe sbagliato)
Willy, il test è stato fatto da circa 4.000 persone. Qu ci sono 21 commenti, di cui 3-4 che riportano il risultato che dici. Come esseri umani tendiamo a tirare immediatamente conclusioni partendo da pochissimi dati, ma generalmente sono errate :)
Certo, ho potuto notare poi altri commenti e test. A questo punto sono contento del risultato, anche se poi con i test specifici mi esce “archetipo dell’amante”
Interessante, anche oggi ho imparato qualcosa di nuovo!
Ciao Andrea, il mio risultato è buono, per cui mi metto subito a lavoro per rafforzare la mia intelligenza emotiva. Devo essere sincera; purtroppo mi sono resa conto, in questo lungo periodo di isolamento e lavorando su me stessa, che faccio fatica ad accettare l’aiuto degli altri anche quando sono loro ad offrirsi senza che sia io a chiedere, non ti dico poi quanto mi costa chiedere aiuto se ho davvero bisogno.
Ciao,
ho letto l’articolo e ho fatto il test… Il mio livello di intelligenza emotiva è buono. Ci lavorerò sopra per migliorare ancora.
Grazie!
Ottimo!